mercoledì 31 agosto 2022

Ma dici sul serie? Le serie TV del mese di Agosto 2022








Da vedere

Irma Vep -  La vita imita l'arte
(miniserie)

Non avete mai visto il film cult Irma Vep?
Non c'è problema. Nemmeno io l'avevo fatto. Tanto la serie omonima che il regista francese Olivier Assayas ha tratto dalla sua stessa opera si può godere indipendentemente, anche se alla fine viene una gran voglia di recuperarsi pure il film. Cosa che infatti ho intenzione di fare.


Protagonista della serie è Alicia Vikander nei panni di una star dei cinecomics che decide di andare a Parigi a girare uno show autoriale diretto da un regista radical-chic, in cui si possono intravedere degli echi autoironici dello stesso Olivier Assayas. Per chi ama sbriciare nei dietro le quinte del mondo dello showbiz, questa è la visione perfetta.

Tra metacinema, metatelevisione, metaquelchevolete, un pizzico di comicità e di assurdo, Irma Vep ha il sapore del cinema d'autore europeo e allo stesso tempo intrattiene come una serie americana di qualità HBO. Sperimentale e allo stesso tempo accessibile. Profonda e allo stesso tempo leggera. Cosa volere di più?


The Girl from Plainville
(miniserie)

Un ragazzo muore suicida e della sua morte viene incolpata la sua ragazza, che in quel momento si trovava a chilometri di distanza. WTF?

Quando bisogna raccontare una storia realmente successa, è sempre un bel casino. Difficile trovare il giusto equilibro tra la necessità di essere fedeli ai fatti e la realizzazione di un prodotto d'intrattenimento che non sia solo una fredda ricostruzione di quanto avvenuto. The Girl from Plainville riesce a mio avviso in maniera splendida a unire queste due esigenze. Rende con un emozionante racconto per immagini, e in particolare con alcune scene parecchio potenti, gli scambi avvenuti per lo più via messaggio scritto tra i due protagonisti di questa vicenda. Una storia d'amore malata, per certi versi poetica e per altri parecchio inquietante, con risvolti morali e pure legali non da poco.


The Girl from Plainville fa venire i brividi e fa interrogare. Difficile stare dalla parte della protagonista, eppure è difficile anche odiarla completamente. "Colpa" di Elle Fanning. Una di quelle attrici, come Carey Mulligan, capaci di regalare un lato adorabile anche ai personaggi meno positivi.

"Ah, questi giovani d'oggi che stanno sempre attaccati allo smart phone, proprio non li capisco.
Aspettate che posto questo mio pensiero profondo sui social usando il mio smart phone."

Se Elle Fanning è ormai una garanzia, così come la sempre strepitosa Chloë Sevigny, la rivelazione della serie è invece l'interprete del ragazzo suicida, Colton Ryan. Ho l'impressione che di lui in futuro sentiremo parlare parecchio.

"Interessante quello che hai detto su di me, Cannibal.
Peccato avessi le cuffie nelle orecchie e mi sono perso metà discorso."


Paper Girls
(stagione 1)

Quando ero bambino, quindi qualche era geologica fa, giocavo a un videogame che si chiamava Paperboy, dove controllavo un ragazzino in bicicletta che doveva consegnare i giornali agli abbonati, evitando una serie di ostacoli. Tipo cani che mordono, ma anche ballerini di breakdance che passano così, in mezzo alla strada la mattina presto, perché no?


Paper Girls non è l'adattamento al femminile di quel videogioco, è invece una serie TV tratta dall'omonima serie a fumetti.


Il lavoro comunque è lo stesso. Le protagoniste sono infatti quattro ragazzine che consegnano i giornali in bicicletta. Tutto inizia il 1° novembre 1988, poche ore dopo il giorno in cui dovrebbe finire il mondo secondo la previsione del coniglione di Donnie Darko. Un riferimento casuale?


Non credo proprio, visto che anche qua si parla di viaggi nel tempo. Tema ormai abusato, me ne rendo conto e sta cominciando a stufare persino un fan del genere come me, ma che qui viene affrontato in maniera un minimo personale. L'aspetto più interessante in ogni caso non è quello fantascientifico, che anzi è la componente più debole della serie, complici degli effetti speciali che sono un po' 'na poracciata, bensì le dinamiche tra le protagoniste. Crescere è una gran fatica, figuriamoci farlo tra un viaggio nel tempo e l'altro.


Oltre a Donnie Darko, vedendo queste ragazzine in bici negli anni '80 non si può fare a meno di pensare a Stranger Things.

"Tutti questi paragoni con Stranger Things proprio non li capiamo..."

Paper Girls ci mette di più a ingranare e non ha, non ancora almeno, raggiunto gli stessi livelli di culto della celebre serie Netflix, ma episodio dopo episodio ci si affeziona sempre di più alle sue protagoniste e con qualche accorgimento e possibilmente un maggior budget, questa serie può crescere ancora. Anche se crescere, come detto, è una gran fatica.


The Bear
(stagione 1)

Prima cosa: se vi aspettate che The Bear sia una serie su un simpatico e teneroso orsacchiotto, rimarrete leggermente delusi.


Seconda cosa: i personaggi di The Bear sono umani e parlano a raffica. Parlano?
Urlano! Sembra di stare dentro un film di Gabriele Muccino mandato a velocità doppia. Il ritmo fin da subito è indiavolato. Il montaggio è frenetico. Con quello che succede in un episodio della durata di mezzoretta circa, altri ci avrebbero costruito una stagione intera. Che poi non è che succeda chissà cosa. Tutto o quasi si svolge all'interno di un ristorante scrauso di Chicago gestito da una famiglia di origini italiane (ma dove?). Ristorante... una bettola in cui ritorna a lavorare Carmy, uno dei giovani chef più promettenti di tutti gli Stati Uniti e forse del mondo intero, dopo il suicidio del fratello che gestiva il locale.

"Sul serio Pensieri Cannibali ha avuto il coraggio di chiamarlo ristorante?!?"

Nei panni di Carmy c'è Jeremy Allen White, che qui interpreta la versione chef del suo personaggio più celebre, quell'altro talento tormentato che era Lip Gallagher di Shameless, altra serie ambientata nei bassifondi di Chicago.

La ricetta di The Bear insomma è semplice: prendete un episodio di Shameless, cuocetelo a fuoco alto per la metà del tempo raccomandato sulla confezione, e avrete un piatto prelibato dal gusto tutto nuovo. Cotto e mangiato.

"Benedetta Parodi, tu lo sai fare questo?"



Così così

House of the Dragon
(stagione 1, episodio 1)

Winter is coming. Di nuovo?
Sì, di nuovo. Ogni volta che si passa il Ferragosto, ecco che l'inverno e il Natale sono già dietro l'angolo. Vale per il mondo reale e vale pure per i Sette Regni di Game of Thrones.

"Perché? I Sette Regni non sono il mondo reale???"

C'era bisogno di uno spin-off di Game of Thrones?
Personalmente non ne sentivo tutta questa grande necessità, però se non altro hanno scelto di fare un prequel sulla mia Casa preferita, o meglio sugli antenati del mio personaggio preferito della serie: Daenerys Targaryen. House of the Dragon racconta quando successo 172 anni prima della sua nascita. Il pregio del nuovo show è quello di concentrarsi su una sola Casa, quella appunto dei Targaryen, e almeno all'inizio risulta quindi meno dispersivo rispetto alla serie "madre". Anche se ho il sospetto che con il passare degli episodi tutto si farà più complesso e noioso.

"Io invece ho la sensazione che andrà tutto bene..."

La partenza con il primo episodio è subito a ritmo piuttosto alto, e questo è un altro pregio non da poco. Ci sono le scene forti, quella del parto in particolare, e qualche personaggio promette bene. In particolare la "nuova Daenerys", che forse sarebbe meglio chiamare la "vecchia Daenerys", visto che dovrebbe essere la sua bisnonna o qualcosa del genere, ovvero Rhaenyra interpretata da Milly Alcock. Caruccia, ma se si rivelerà all'altezza di Emilia Clarke è ancora tutto da vedere.


E poi c'è il villain imprevedibile e psicopatico Daemon, che è un po' il Joker di Casa Targaryen, interpretato dal solito ottimo Matt Smith.


House of the Dragon per ora funziona abbastanza bene, senza però entusiasmare particolarmente e senza trovare una sua identità indipendente dal GOT originale, sigla compresa. Riuscirà a farlo nei prossimi episodi e nella seconda già confermata stagione?
Grazie a questi due personaggi, chissà, potrebbe anche riuscirci. Però tagliateveli, 'sti capelli!




Da evitare

The Sandman
(stagione 1, episodi 1-2)

Qual è il colmo per una serie su Morfeo, il re del mondo dei sogni?
Mandare lo spettatore nel mondo dei sogni, esatto. Proprio quanto successo a me, due o tre(cento) volte. C'ho provato a guardare The Sandman, ma ogni volta sono partiti gli sbadigli e gli occhi mi si sonno... mi si sono chiusi. Come se fosse un riflesso incondizionato, quindi non è colpa mia. Dopo averci messo tipo una settimana per arrivare alla fine del primo episodio, con l'apparizione di Caino e Abele (ma peeerché???) ho sventolato bandiera bianca. Neil Gaiman, ancora una volta, non fa proprio per me. Se non per prendere sonno.



Cotta del momento
Melissa Barrera (Keep Breathing)

Un aereo precipita e i sopravvissuti allo schianto devono cercare di continuare a sopravvivere. Una situazione che, dopo Lost, è stata ripetuta in numerose altre serie, come le recenti Yellowjackets e The Wilds. Anche se tutti sappiamo che tutte queste serie in realtà si sono ispirate al seminale film italiano del 1995 Selvaggi.

"Ma cos'aveva Lost in più di noi, cosa?"

Adesso è arrivata un'altra di queste serie, Keep Breathing, una storia di sopravvivenza piuttosto classica a cui noi spettatori siamo chiamati ancora una volta a sopravvivere. Pur non risultando niente di nuovo, con i suoi flashback in perfetto stile Lost, Keep Breathing riesce a tenere con il fiato sospeso per quasi tutta la sua durata, complice una buona costruzione psicologica della protagonista e di un'attrice brava, e pure parecchio affascinante, in grado di reggere l'intero show sulle sue spalle: Melissa Barrera, attrice messicana già vista nella serie Vida e di recente star di Scream 5. Pollice in su per la serie, ma soprattutto per lei.



Guilty Pleasure
Pretty Little Liars: Original Sin

Quanto c'erano mancate le bugiardelle stronzette di Pretty Little Liars?
A me personalmente parecchio, però, così come per Game of Stronz, non sentivo un'enorme necessità di una serie spin-off. Anche considerando che ne avevano già realizzate un paio, Ravenswood e The Perfectionists, e non è che fossero risultate molto fortunate. Entrambe erano state cancellate dalla faccia della Terra dopo una sola stagione non da A, bensì dalla dura legge degli ascolti. E pure dal buonsenso.

"Ma queste nuove stronzette chi sono???"

Il nuovo Original Sin invece tutto sommato funziona. Non aspettatevi gli stessi livelli di trash dell'originale, d'altronde irraggiungibili. Anche se Bailee Madison con i suoi look improbabili ci prova comunque a fare concorrenza alla regina del kitsch Lucy Hale.

"Io almeno sono incinta. Tu invece Lucy Hale che scusa hai?"

Original Sin è in pratica una rilettura più horror e cinefila del primo Pretty Little Liars. Una serie molto citazionista che non abita poi troppo distante dalle parti della saga di Scream. Insomma, è un guilty pleasure di buon livello che potrebbe piacere non solo ai patiti di serie teen, ma anche agli appassionati di horror. Sinceramente, era lecito attendersi di peggio. Molto peggio.


Simpatica cazzata Award
She-Hulk
(stagione 1, episodi 1-2)
"Siamo sicuri che questa serie sia She-Hulk e non She-Shrek?"

She-Hulk, la serie comedy-legal sulla cugina di Bruce Banner che si trasforma anche lei in una Hulk è una cazzata. Una cazzata forte. Come un po' tutte le cose che riguardano il Marvel Cinematic Universe. Se non altro però è una simpatica cazzata. È già qualcosa. Sperando che nei prossimi episodi non cominci a prendersi troppo sul serio, per il momento l'inizio è, se non promettente, perlomeno divertente.


Diludendo Award
Undone
(stagione 2)

Com'è che una serie animata-fantascientifica alla prima stagione originale, visionaria e per certi versi pazzesca come Undone, con la seconda stagione si è invece trasformata in una telenovela sudamericana, e nemmeno tra le più appassionanti?




3 commenti:

  1. In effetti Undone nella seconda stagione ha parecchi momenti loffi.
    L'ho terminata, si, ma non con la voglia di andare avanti che avevo con la prima.
    Hai detto bene chiamando Matt Smith Joker, ce lo vedrei benissimo nel ruolo dell'antagonista di Batman.
    The Sandman ha fatto lo stesso effetto pure a me, ma ne parlerò a breve.. A mio parere è una serie invernale, mentre adesso ci sta un She Hulk scemo come un film di Waititi però almeno divertente.

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  2. Io invece vorrei continuare a guardare Sandman, che mi ha affascinata fin dal primo episodio, ma non ho assolutamente tempo e lo stesso vale per Paper Girls, che mi incuriosiva tantissimo ma non ho potuto nemmeno iniziare. Che vita dimmerda, per citare Levante. She Hulk al momento è ferma al primo episodio (carino, scemino, ma c'è poca voglia di continuare) e tremo già per l'arrivo de Gli anelli del potere, altra serie che non riuscirò nemmeno a cominciare ç___ç Mi regalate, tra tutti, un po' di tempo?

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  3. Già solo la presenza di Lars Eidinger nei panni dello sbalestrato Gottfried, merita la visione.

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