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venerdì 13 ottobre 2017

Ho visto Il segreto, ma non è grave come pensate





Ho visto Il segreto.

Il segreto
(stagione 1)
Titolo originale: El secreto de Puente Viejo
(voto 10/10)


No regia, che cavolo mandi in onda?
Non è Il segreto che intendevo io. Quello ho provato a vederlo una volta, giusto per capire perché milioni di persone in Italia e in Spagna lo seguissero, e dopo pochi istanti sono rimasto vittima di convulsioni e mi hanno dovuto portare via con l'ambulanza. Altro non ricordo, se non che io non ho niente contro i programmi trash, ma qui siamo persino sotto al livello della telenovela piemontese trasmessa da Mai dire gol, Sogni d'amore.

lunedì 16 marzo 2015

FOXCATCHER, O ANCHE: IL WRESTLING TI FONDE IL CERVELLO





Foxcatcher - Una storia americana
(USA 2014)
Titolo originale: Foxcatcher
Regia: Bennett Miller
Sceneggiatura: E. Max Frye, Dan Futterman
Cast: Channing Tatum, Steve Carell, Mark Ruffalo, Vanessa Redgrave, Sienna Miller, Anthony Michael Hall
Genere: deprimente
Se ti piace guarda anche: The Wrestler, The Fighter, Warrior, Mosse vincenti

Il wrestling è uno sport per malati di mente. Io lo sostengo da sempre ma, se non vi fidate di me, guardatevi il film Foxcatcher e ne avrete la più lampante delle dimostrazioni.
Voi tutti avete presente il wrestling?
No? In tal caso siete delle persone sagge. Sagge e fortunate. Se invece ce l'avete presente, probabilmente avrete l'idea di qualcosa di finto, di costruito, di uno show più che di uno sport vero e proprio. Avrete in mente quella pagliacciata della WWE, i vari “campioni” come Hulk Hogan, John Cena, The Rock e poi che ne so?
Ho avuto giusto un leggero interesse nei confronti del wrestling quando avevo circa 6/7 poi, come tutti una volta superata la soglia massima degli 8 anni, ho abbandonato 'sta baracconata e sono passato agli sport che invece non sono assolutamente combinati, come... il calcio.
Mmm, mi sa che forse non è proprio il miglior esempio possibile.

domenica 1 settembre 2013

UNA CANZONE PER MARION, IL GLEE DELLA TERZA ETA'




Una canzone per Marion
(UK, Germania 2012)
Titolo originale: Song for Marion
Anche noto come: Unfinished Song
Regia: Paul Andrew Williams
Sceneggiatura: Paul Andew Williams
Cast: Terence Stamp, Vanessa Redgrave, Gemma Arterton, Christopher Eccleston, Barry Martin, Anne Reid, Taru Devani, Orla Hill
Genere: strappalacrime
Se ti piace guarda anche: 50 e 50, Paradiso amaro, Broken

In quest’ultimo periodo mi stanno arrivando lettere di protesta da lettori preoccupati che si lamentano di come stanno andando le cose di recente su Pensieri Cannibali. Una volta era tutto un parlare ed esaltare pellicole teen, serie teen, puttanelle teen, stronzate teen. Sembrava di essere dentro un numero di Cioè. Adesso si criticano eventi da bimbiminkia come gli Mtv Video Music Awards 2013 e si dà invece spazio a film con protagonisti dei vecchietti come Barbra Streisand, a robe come Uomini di parola, Amour, Paulette e ora pure questo Una canzone per Marion. Insomma, che diavolo sta capitando? Cannibal Kid è pronto per un ricovero d’urgenza allo stesso pensionato in cui vive, da ormai parecchio tempo, il suo eterno rivale, il blogger Mr. James AmpliFord?
Forse sì. Il fatto che parli di se stesso in terza persona, come in questo post, è un ulteriore segno di precoce rincoglionimento.

"Hey Cannibal, siamo più ggiovani noi di te!"
Qual è il motivo di questa recente passione del Cannibal non più Kid che d’ora in avanti chiameremo Cannibal Old?
La verità è che old is the new young. I film con i vecchietti sono ormai parecchio più imprevedibili di quelli adolescenziali. Sono un po’ come Game of Thrones: non sai mai quando può morire uno dei personaggi principali. Questi film con i nonnini sanno quindi sorprendere e stupire, andare oltre le aspettative. Cosa che invece non capita più molto spesso con le pellicole teen, un genere negli ultimi tempi un po’ in crisi.

Detto questo, Una canzone per Marion è un film piuttosto classico. Non è una rivelazione assoluta. Non stupisce più di tanto, eppure sa colpire al cuore. Occhio, perché se siete particolarmente anziani potreste anche avere un attacco a vederlo. A una certa età, bisogna stare attenti.
La storia è la tipica storia strappacuore e strappalacrime di una donna in fin di vita, cui sono rimaste giusto poche settimane prima di schiattare tra atroci sofferenze e che ha un ultimo desiderio, un’ultima passione nella vita: la musica. La vecchia rimbambita povera vecchina moribonda (Vanessa Redgrave) fa parte di un coro di vecchini, un Glee club della terza età, capitanato non dall’ingellatissimo Matthew Morrison, bensì da quella sventolana di Gemma Arterton.
Nota a parte: Cannibal Old non si è nemmeno eccitato, vedendo Gemma Arterton in questa pellicola. Ha avuto bisogno di prendere il Viagra.

"GRRR, dobbiamo per forza cantare un pezzo di Justin Bieber?"
La cosa fica di questi vecchini sprint è che hanno una forza vitale notevole e si gasano con una serie di brani apparentemente all’infuori del loro abituale contesto e della loro era geologica: dal sexy R&B delle Salt-n-Pepa con “Let’s Talk About Sex” al metal dei Motorhead con “Ace of Spades”. La pellicola regala quindi dei bei momenti a livello musicale, ma anche e soprattutto a livello emotivo. Se pensate a una roba giocata sui buoni sentimenti, sì, avete ragione. A rendere il tutto un po’ più amaro e meno buonista ci pensa però il protagonista, uno strepitoso Terence Stamp, attore caratterista visto in un sacco di film soprattutto nella parte del cattivo, che qui veste i panni dello scontroso e scorbutico marito della Redgrave in fin di vita. Attraverso il punto di vista di questo novello Mr. Scrooge, i toni sentimentaleggianti del film si fanno più tenui e ci si riesce ad emozionare senza sentirsi dei completi idioti. O delle complete mammolette.
Nota a parte: qualcuno sa spiegarmi perché, se scrivo “mammolette” su Google immagini, mi escono quasi solamente foto di Pierluigi Bersani?


"Ti vedo giù, Terence. Che posso fare per tirarti su?"
"Eh, tante cose Gemma. Son troppo vecchio per ricordare quali, però tante cose."
Ok. Era una domanda retorica.

Film ricattatorio, buonista e ruffianotto fin che si vuole, però Una canzone per Marion risuona con quel tocco di bastardaggine e disillusione tipicamente britannico che rende la melodia più cattivella. Nota di merito poi, oltre che all’ottimo cast, alla variegata selezione musicale che riesce a evitare le banalità, fino quasi alla fine. Sul finale, il film purtroppo cede un po’ troppo ai sentimenti e soprattutto a canzoni scontate: si poteva scegliere qualcosa di meglio da far cantare a Terence Stamp nel suo grande momento di gloria, piuttosto che la deprimente “Lullaby (Goodnight) My Angel” di Billy Joel. Quando poi sui titoli di coda è risuonata la voce di - oh mio Dio! - Celine Dion, Cannibal Old si è sentito male. Ha avuto un grave attacco al cuore, un po' a tutto il corpo e soprattutto alle orecchie. Adesso si sta riprendendo, sta facendo fisioterapia e si sta guardando un sacco di film con vecchi che fanno cose da vecchi. Tipo morire.
(voto 7/10)



mercoledì 8 settembre 2010

Tu vuò fà l'italiano

Immagine tratta da Letters to Juliet, NON dal nuovo film di Moccia
Letters to Juliet
(USA 2010)
Regia: Gary Winick
Cast: Amanda Seyfried, Christopher Egan, Vanessa Redgrave, Gael Garcia Bernal, Franco Nero, Luisa Ranieri, Marina Massironi, Milena Vukotic
Links: imdb, mymovies

Un film, e per giunta un film americano, con Max Pezzali (per la precisione “Un giorno così” degli 883) in colonna sonora parte già male. Anzi, diciamo che per quanto mi riguarda ha già un piede nella fossa. Se ci aggiungiamo anche una sequela di stereotipi sull’Italia e un ritmo da crociera sbadigliosa più che da road movie le cose non vanno poi molto meglio, per questa commediola romantica. Per fortuna allora che oltre a quella merda di Pezzali trovano spazio sonoro anche pezzi di Malika Ayane e una rispolverata “Sono bugiarda” di Caterina Caselli.
Ma le (poche) note positive arrivano dal cast più che dalla musica. La protagonista è la biondina Amanda Seyfried, lanciata dalla serie Veronica Mars (era la Laura Palmer della situazione), da un esilarante ruolo da perfetta svampita in Mean Girls e dai balli & danze di Mamma mia; ultimamente però la sua carriera sta prendendo una piega leggermente preoccupante, tra film troppo smielati come questo o come il drammone sparksiano Dear John e quella gran boiata di Chloe – Tra seduzione e inganno. Peccato perché lei è brava, o almeno diciamo bravina.

In Letters to Juliet, la Seyfried parte per una pre-luna di miele con il futuro marito, lo chef Gael Garcia Bernal (sì, il Che de I diari della motocicletta e il protagonista dello splendido L’arte del sogno). Dove andare, se non nella romanticissima Verona, la città di Giulietta Capuleti? Romantica lo sarebbe, peccato che Gael Garcia Bernal giochi la parte del peggior boyfriend del mondo: non tradisce la tipa, non è che si droghi, nemmeno la picchia. Semplicemente è un idiota che anziché passare il tempo con lei se ne va in giro ad assaggiare tartufi o a partecipare a eccitantissime aste di vini. Aste di vini???
Esatto: è uno dei più grandi idioti patentati mai visti al cinema.

Immagine sempre tratta da Letters to Juliet,
NON dal nuovo di Aldo, Giovanni & Giacomo
La Seyfried lasciata tutta sola nel paese dù sole allora che deve fà, se non andarsene in giro? Pure lei non è che si dia alla pazza gioia, va detto: si unisce infatti a un club di perpetue (comprendente Luisa Ranieri, la mitica Marina Massironi e la moglie di Fantozzi Milena Vukotic!) che si occupano di rispondere a tutte le lettere lasciate sotto il terrazzo della Giulietta shakespeariana. Pensavo fosse un’invenzione hollywoodiana, ma invece queste signore dovrebbero esistere veramente, almeno stando a vedere questo sito
Guarda caso, l’americana in vacanza sgama subito una lettera rimasta nascosta per tipo 50 anni e decide di risponderle. Vanessa Redgrave leggendo la sua risposta maledisce la lentezza delle poste italiane e quindi si precipita immediatamente dall’Inghilterra fino a Verona insieme al giovine a affascinante nipote e i tre decidono di partire così alla ricerca dell’amante perduto dalla vecchina. Inevitabilmente tra i due scatterà intanto la scintilla (intendo tra la Seyfried e il nipote, non tra la Seyfried e la vecchina). Alla faccia di Gael Garcia Bernal che si fa le seghe alle aste dei vini!
Immagine pure questa tratta da Letters to Juliet, NON da The Hills
A interpretare il giovane englishman in Verona c’è la new entry Christopher Egan, un mix tra Ryan Philippe, lo psicopatico Spencer di The Hills e Heath Ledger (a livello recitativo vale per ora appena un mignolino di Heath Ledger, ma staremo vedere cosa combina in futuro…).

Tra un cameo di Fabio Testi e varie markette a manetta di Lancia e 500 (che dietro ci sia lo zampino di Marchionne per renderle cool al pubblico USA? Certo che sì!) il film si lascia anche vedere, grazie agli attori citati e a una sempre fascinosa ambientazione italica, ma è una romcom piuttosto piatta e senza la benché minima idea originale. E poi la presenza di Max Pezzali in colonna sonora proprio non mi è ancora andata giù…
(voto 5-)

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