mercoledì 27 marzo 2013

CANNIBAL KID PRESENTA WOODKID


Woodkid “The Golden Age”
Genere: epic pop
Provenienza: Lione, Francia
Se ti piace ascolta anche: AWOLNATION, Apparat, Antony and the Johnsons, Alt-J, Everything Everything, Florence + the Machine



Chi è Woodkid?
Per fugare subito ogni dubbio, non è un mio parente. Io sono Cannibal Kid, lui è Woodkid, io sono dell’82 lui dell’83 ma i legami tra noi finiscono qui, quindi non aspettatevi trattamenti di favore nei suoi confronti. O forse sì?
Il suo vero nome, a dirla tutta, è Yoann Lemoine e quindi sì, è francese. Un nome che ha cominciato a circolare inizialmente per i suoi lavori nel campo dell’animazione e come regista. Suo è questo simpatico e premiatissimo spot realizzato per una campagna per la lotta all’Aids.


Quindi ha diretto video intriganti come quello di “Teenage Dream” di Katy Perry e quelli di “Born To Die” e “Blue Jeans” di Lana Del Rey e poi s’è fatto notare anche come artista e cantante in proprio. Il suo pezzo d’esordio “Iron” è un brano di rara epicità accompagnato da un video memorabile e famigerato dalle nostre parti per essere stato plagiato alla grande da Adriano Celentano nella pubblicità del suo ultimo show (?) televisivo Rock (?) Economy.



Da lì in poi Woodkid diventa uno dei nomi più hot della scena musicale mondiale e l’attesa per il suo album d’esordio sale sale e non fa male, anche grazie al successivo contagioso singolo “Run Boy Run”.



Attesa ripagata da un disco che non fa gridare al miracolo, visto che alcune delle sue cose migliori il francese ce le aveva già fatte sentire e qui prosegue sulle stesse coordinate, ma che non di meno è un lavoro di pregevole fattura, curatissimo negli arrangiamenti e nelle soluzioni musicali. L’impressione è simile all’esordio della sua cocca Lana Del Rey. Manca l’effetto sorpresa regalato dai primi singoli, eppure nel complesso il tutto funziona splendidamente e fa pensare di trovarci di fronte a uno di quei dischi pop, ancor meglio di epic-pop, che più ascolteremo nei prossimi mesi. Al suo interno, oltre ai pezzi già noti, Woodkid infila alcune nuove perle assolute che rispondono al nome di “Ghost Lights” e “Stabat Mater”, quest’ultima una roba tanto solenne che potrebbe essere usata in un ipotetico Eyes Wide Shut 2.
Se la creatività al ragazzo certo non manca, come i suoi immaginifici e immagini-fichi video testimoniano, possiamo però trovare un limite nella sua voce un po’ mononota. Questo giusto per non esagerare con i complimenti a un talento notevolissimo, con uno stile visivo e musicale molto personale, ma che a livello vocale ha ancora margini di miglioramento.
Nel complesso comunque applausi per un disco d’esordio che rientra in pieno nella Golden Age della creatività francese che tra cinema (Holy Motors, Un sapore di ruggine e ossa, Quasi amici, The Artist…) e serie tv (Les Revenants), ora torna a regalarci grosse soddisfazioni anche a livello musicale.
E tra poco ritornano i Daft Punk…
(voto 7,5/10)


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