Album del mese
Lady Gaga "Harlequin"
Lady Gaga non è una popstar normale. In circolazione non ci sono tante altre popstar come lei e, a dirla tutta, non ci sono proprio molti artisti come lei, con una visione dell'arte così a 360°. Il suo nuovo disco è stato descritto come un "companion album" di Joker: Folie à Deux, il sequel di Joker in cui indossa i panni di Harley Quinn. Non solo indossa i suoi panni. Lady Gaga è diventata Harley Quinn e ha pure inciso un intero album concepito e interpretato non tanto da lei, quando proprio da Harley Quinn. Sospetto che nel periodo delle riprese della pellicola, la Germanotta sognasse persino come il suo personaggio.
Qui siamo oltre il metodo Stanislavskij. Siamo al metodo Gaga e il suo disco, pardon il disco di Harley Quinn è un'autentica chicca. Tra cover, rielaborazioni e inediti, è un album jazz dalle atmosfere musical lontanissimo dai dischi pop della star, e pure dai miei ascolti abituali, realizzato in una maniera talmente convinta e convincente che è difficile non farsi trascinare al suo interno. Gaga, ooh-la-la.
(voto 7+/10)
Gli altri album
Lazza "LOCURA"
Più che una Locura
questo album è una tortura
lo siento sorry mi spiace Lazza
hai fatto un disco che le orecchie te le ammazza
Non avevo niente a priori contro Lazza, di cui avevo moderatamente apprezzato il precedente "Sirio" e la sua hit sanremese "Ceeenere", né contro l'autotune, strumento che se usato bene può anche dare discreti risultati. Dopo un'ora di Lazza che nel suo nuovo album "LOCURA" rappa, parla, canta (?) e urla sempre e solo in autotune ho cambiato idea: l'autotune è il male assoluto. O forse lo è Lazza?
Mentre mi riprendo dal mal di testa autoprocuratomi dall'ascolto volontario del suo disco, mi viene un altro dubbio: ma Lazza l'autotune lo usa anche per andare in bagno?
(voto 3/10)
Nick Cave & the Bad Seeds “Wild God”
Tra gli artisti più osannati dalla critica snob, Nick Cave è uno dei pochi con cui non sono mai riuscito a connettermi in pieno, e sì che nel corso degli anni ci ho pure provato, ma niente, non è mai scattata la scintilla. Il motivo?
Non tanto perché la sua musica possa essere considerata noiosa e deprimente, critiche spesso rivolte ad altri artisti che amo come Radiohead e Lana Del Rey, ma per il semplice fatto che a me il vocione di Nick Cave proprio non fa impazzire. Nonostante ciò, qua e là qualche suo pezzo che mi piace lo trovo. Quest'anno ad esempio ho adorato “Song for Amy”, la canzone d'apertura del biopic su Amy Winehouse Back to Black, film non fenomenale e imperfetto che però a me non è dispiaciuto affatto.
Il brano (purtroppo) non fa parte del nuovo album di Nick Cave insieme ai suoi Bad Seeds, “Wild God”, comunque ricco di atmosfere cinematografiche ed epiche. In alcuni casi persino troppo epiche e pompose, tanto che a un certo punto compare persino un coro da stadio alla Coldplay (in “Conversion”). Pure in questo caso l'innamoramento non è scattato e in più di un'occasione m'è venuta voglia di tagliarmi le vene, però volendo vedere il lato positivo alla fine sono sopravvissuto all'ascolto. Se i fan urleranno come al solito al Capolavoro di struggente e poetica bellezza, per noi non-fan tutto sommato poteva andare peggio, dai.
(voto 5/10)
David Gilmour "Luck and Strange"
Avevo già la stroncatura pronta a uscirmi dal buco... della bocca. Un boomer che fa un disco per boomer, e in parte mi sa che è così. Solo che è un boomerismo buono. "Luck and Strange" di David Gilmour è perfetto per un ascolto la domenica mattina, in post-hangover, con quella chitarra che fa sempre il suo effetto e gli inevitabili echi dei Pink Floyd, che però qua e là acquistano nuove tonalità, anche grazie al contributo della figlia di David, Romany Gilmour.
Non tutti i boomer vengono per nuocere, questo disco è meno palloso di quanto era lecito attendersi, ed è per fortuna lontano anni luce dalla pesantezza della versione Redux di "The Dark Side of the Moon" con cui ci ha ammorbati il suo ex compagno di band Roger Waters.
(voto 6+/10)
Katy Perry "143"
Che triste, la vita delle popstar. Un giorno sono sul tetto del mondo, sfornano una hit in fila all'altra, e quello dopo non se le fila più nessuno e non azzeccano un successo, o anche solo una canzone decente, manco per sbaglio. Proverei una gran pena per loro. Se solo non nuotassero nell'oro come Paperon de' Paperoni grazie a tutti i guadagni già fatti in passato. Katy Perry poi si può consolare per lo scontato flop del suo nuovo svogliatissimo album anche tra le braccia di Orlando Bloom. Povera stella.
(voto 4/10)
Nelly Furtado "7"
Per una Katy Perry che invecchia male - intendo a livello musicale, a livello fisico invece sta 'na favola - per fortuna c'è una Nelly Furtado che torna in gran forma - nel suo caso sia a livello fisico che musicale -. Il suo nuovo settimo album è una leccornia pop con una spruzzata di etno e di dance che non guarda con nostalgia al passato, ma rappresenta bene il sound di oggi senza l'ossessione di seguire a tutti i costi i trend musicali di oggi. Così si fa.
(voto 6,5/10)
Jamie xx "In Waves"
Jamie xx dei The xx se n'è uscito con il suo secondo lavoro solista, anche se è ricco di ospiti, e ha fatto il disco da discoteca perfetto per chi odia andare in discoteca. Un album dance ricco di anima e di cuore, dedicato a tutti quelli che nei locali fanno da tappezzeria e la musica preferiscono ballarsela a casa da soli. Senza che nessuno li veda.
(voto 7/10)
the Jesus Lizard "Rack"
Gli anni passano, le mode comprese quelle musicali cambiano, ma c'è una cosa che rimane invariata: il suono alternative rock chitarroso dei the Jesus Lizard. A 26 anni dal loro ultimo album "Blue" pubblicato nel 1998, sono tornati con un nuovo disco, "Rack", e spaccano ancora il cul0 a tutti. Che goduria.
(voto 7/10)
Canzoni Top
#5 Linkin Park "The Emptiness Machine"
Premetto una cosa: io credo che le band non si dovrebbero riformare senza uno dei loro elementi cardine, o se non altro se proprio vogliono farlo dovrebbero usare una differente denominazione. Avrebbero senso i Nirvana senza Kurt Cobain? Hanno senso i Queen senza Freddie Mercury?
Per me la risposta è no. Se però i Linkin Park, a 7 anni di distanza dalla morte di Chester Bennington, hanno deciso di continuare con una nuova formazione, penso che la loro sia stata una decisione sofferta, presa non alla leggera, che può non essere condivisa ma va rispettata.
A far discutere i fan della band è soprattutto la scelta come nuova vocalist di Emily Armstrong, già cantante del gruppo Dead Sara. Tralasciando le polemiche personali per la sua appartenenza a Scientology e per il suo passato supporto all'attore condannato per strupro Danny Masterson, trovo parecchio coraggiosa la scelta di sostituire Chester con una donna, soprattutto in un ambiente storicamente molto maschilista come quello del metal. Una donna che in qualche modo a livello vocale lo ricorda, senza scimmiottarlo. Aspettando il loro nuovo album in uscita a novembre, per me il primo singolo con Emily alla voce insieme a Mike Shinoda è promosso, ed è forse la cosa più vicina ai Linkin Park degli esordi che i Linkin Park fanno da parecchio tempo.
#4 Manic Street Preachers "Decline & Fall"
Fosse uscito negli anni '90, un singolo come questo avrebbe conquistato le classifiche, almeno quelle britanniche. Oggi invece la nuova ottima canzone "Decline & Fall" dei "vecchi" Manic Street Preachers non se la sta filando nessuno, ed è un gran peccato. Il gruppo gallese infatti, per quanto non più popolare quanto un tempo, in quanto a ispirazione è ancora lontano dal declino.
#3 The Weeknd "Dancing in the Flames"
Mentre sta emergendo sempre di più il revival degli anni '90, quello degli anni '80 non si è ancora esaurito del tutto e in questo campo The Weeknd resta sempre un capo assoluto. Il suo nuovo singolo "Dancing in the Flames", primo assaggio del suo prossimo album in arrivo prossimamente "Hurry Up Tomorrow", è pura libidine, doppia libidine, libidine coi fiocchi 80s.
#2 Brunori Sas "La ghigliottina"
Brunori Sas sa sempre il fatto suo e nel suo nuovo singolo "La ghigliottina" riflette sui tempi attuali e in particolare sul "maschio bianco etero" a modo suo. A modo suo, ma con un rinnovato sound da cantautore romano alla Riccardo Sinigallia, che non a caso ha prodotto il pezzo del collega cosentino. E il pezzo funziona, li mortacci loro!
#1 The Cure "Alone"
I Cure sono tornati con la loro prima musica inedita da 16 anni a questa parte. Per l'occasione hanno scelto un singolo che più anti radiofonico non si potrebbe. Quasi sette minuti di canzone, di cui la prima metà interamente strumentale. Una lunga intro d'altri tempi, spezzata da quella voce. La voce di Robert Smith, che quando arriva è come se non se ne fosse mai andata. Come se non fossero passati 16 anni, ma 16 secondi. O seventeen seconds, per citare un loro celebre album. Welcome back, cari Cure, adesso non lasciateci più per tutto questo tempo alone.
Canzone Meh
Damiano David "Silverlines"
Dimenticate i Måneskin.
Fatto?
Già fatto?
Ma come, non erano il più grande gruppo rock italiano di tutti i tempi?
Lasciate, almeno momentaneamente, da parte le sonorita ruockkk della band romana, Damiano David ora balla da solo, con un primo singolo intitolato "Silverlines" in cui canta come un crooner de 'na vorta una ballad epica dalle atmosfere cinematografiche prodotta da Labrinth, l'autore della colonna sonora della serie Euphoria. Un primo passo solista ambizioso, coraggioso e a sua modo sorprendente, anche se non del tutto convincente. C'è ancora da lavorarci su, ma zitto e buono Damiano getta le basi per una carriera che potrebbe regalare qualche altra sorpresa. Anche senza Månes-chiii?
Canzoni Flop
#5 Cesare Cremonini "Ora che non ho più te"
Ave Cesare. Il Cremonini è tornato in pompa magna, dopo essere stato avvistato negli studi di Londra di Mark Knopfler, insieme a un producer che ha lavorato con Beach Boys ed Elvis Presley e al pianista di David Bowie. Tutto 'sto popò di gente per uscirsene con una canzone che sembra scritta col popò?
#4 Pinguini Tattici Nucleari "Romantico ma muori"
Ci ho messo un po', ma finalmente ho capito cosa mi dà più fastidio delle canzoni dei Pinguini Tattici Nucleari. Non sono tanto i testi tardoadolescenziali ricchi di riferimenti pop messi dentro ad cazzum, in cui pure io sguazzo, è la voce del cantante Riccardo Zanotti. Oh, può anche cantare la canzone più bella del mondo - e "Romantico ma muori" non mi sembra certo possa essere definita tale - ma la sua voce non riesco proprio a farmela piacere. Vale quindi lo stesso discorso fatto sopra per Nick Cave, sebbene non riesca ad immaginare due persone più diverse nello stile vocale, e nello stile in generale.
#3 Tananai "Ragni"
Tananai in men che non si dica è passato da essere la voce più ironica della nuova musica italiana, a voce più lagnosa delle ballatone strappalacrime della nuova musica italiana. Non dico si stia trasformando nella versione maschile di Laura Pausini, ma se prosegue in questa direzione quella è la (brutta) fine che rischia di fare.
#2 Victoria, Anitta “GET UP BITCH! shake ya ass”
La buona notizia per i detrattori dei Måneskin è che il primo singolo da solista di Victoria De Angelis non ha niente ha che fare con il sound della discussa rock band italiana.
Quella brutta è che è peggio, molto peggio, di qualunque cosa i Måneskin abbiano mai pubblicato, con il suo generico suono techno-dance martellante e iperpompato da mal di testa assicurato, e sì che a me le tamarrate piacciono anche. Non ci credete?
Ascoltare per credere.
#1 Lazza, Laura Pausini "Zeri in più (Locura)"
Una collaborazione tra due artisti che non collaborano tra di loro. Sarebbe stato interessante sentire Laura Pausini in versione hip hop e Lazza in versione pop, ma fondamentalmente i due gravitano su due pianeti differenti e sembrano interpretare due (brutte) canzoni diverse, poi incollate insieme alla buona per ottenere un (bruttissimo) pezzo solo. Complimenti per la non-collaborazione!
Cotta del mese
Tate McRae
C'è chi ha perso la vista guardando questo video, e chi ancora non l'ha visto.
Guilty Pleasure del mese
CLARA "Nero gotico"
Prendo il solito, vedo tutto un po' annebbiato, nero gotico
Prendo il solito, vedo tutto un po' annebbiato, nero gotico
Prendo il solito, vedo tutto un po' annebbiato, nero gotico
Prendo il solito, vedo tutto un po' annebbiato, nero gotico
Prendo il solito, vedo tutto un po' annebbiato, nero gotico
E adesso provateci voi a togliervela dalla testa, se ci riuscite.
Canzone vergogna del mese
Fedez feat. Niky Savage "DI CAPRIO"
La nuova di Fedez, quella su DiCaprio non quella sulla Ferragni, è una canzone talmente (volutamente?) scema, che bisogna essere proprio scemi per apprezzarla. E infatti a me piace. Quella sulla Ferragni, intitolata "Allucinazione collettiva", invece non mi convince. Fedez, non sei DiCaprio e a scrivere canzoni sulle rotture non sei nemmeno Adele o Taylor Swift.
Canzone vendetta del mese
Tony Effe "Chiara"
Se negli USA la sfida tra Kendrick Lamar e Drake l'ha vinta Kendrick con il successo "Not Like Us", in Italia il dissing ispirato scopiazzato ai colleghi americani tra Tony Effe e Fedez per quanto mi riguarda se l'è aggiudicato Tony con la hit "Chiara", spietata nelle rime e orecchiabile nel ritornello. Anche se, a pensarci bene, in questo dissing a perdere più che Fedez è stata soprattutto la musica italiana.
Quando sono triste guardo gli ultimi videoclip (si dice così?) di Katy Perry ma a volume azzerato. Cavolo un tempo mi piacevano i Manic Street Preachers. Tra l’altro mi immagino mentre mangio patatine o un uovo sodo davanti ad un primo appuntamento dicendo alla fanciulla a mezzo metro davanti a me: “A me piacciono i Manic Street Preachers”.
RispondiEliminaSarà un mese da vecchia, con Gilmour e i Cure che le novità lasciano molto a desiderare.
RispondiEliminaMa quindi i Maneschii? sono in pausa? Si sono sciolti? Perché non hanno più azzeccato un singolo degno di questo nome (anche se le frotte di fan negli stadi sold put avrebbero da ridere)?
Sfondi una porta aperta con i Pinguini, io ho lo stesso problema vocale con gli Editors e Phil Collins, giusto per dire due nomi poco compatibili. Ma il vocione di Nick mi mette i brividi anche se lo preferisco nei documentari musicali che raccontano l'album che nell'ascoltare l'album in sé.