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venerdì 19 giugno 2015

COSE IMPARATE DALLA STAGIONE 5 DI GAME OF THRONES





Game of Thrones
(stagione 5)

Cose imparate dalla stagione 5 di Game of Thrones:

ATTENZIONE SPOILER

Daenerys sembra sempre più Elsa di Frozen, solo con i draghi al posto della neve.
"Let it burn,
let it buuurn!
"

lunedì 5 agosto 2013

LA NOTTE DEL GIUDIZIO, AMMAZZA CHE TI PASSA




La notte del giudizio
(USA, Francia 2013)
Titolo originale: The Purge
Regia: James DeMonaco
Sceneggiatura: James DeMonaco
Cast: Ethan Hawke, Lena Headey, Max Burkholder, Adelaide Kane, Rhys Wakefield, Tony Oller, Edwin Hodge
Se ti piace guarda anche: Demolition Man, The Strangers, Black Mirror

Stufi delle solite feste?
Natale, Pasqua, Carnevale, S. Valentino… Persino Halloween ormai ha perso la sua antica magia. Aspettate allora qualche anno, quando gli Stati Uniti introdurranno una nuova festività: The Purge, l’epurazione, una notte del giudizio in cui tutti i reati, omicidio compreso e persino la frode fiscale, sono leciti. Per 12 ore all’anno, niente polizia, niente ambulanze, niente pompieri, niente soccorsi. Scatta l’anarchia totale e le persone sono libere di distruggere tutto e uccidere chiunque, tanto c’è una specie di indulgenza plenaria legalizzata. Non c'è manco bisogno della grazia di Napolitano.
Nel 2022 immaginato da questo film, grazie a suddetto giorno di “sfogo”, di "purificazione", il tasso di criminalità è sceso ai minimi storici, insieme al livello di disoccupazione, così come l’economia è finalmente tornata a crescere dopo un lungo periodo di recessione. La soluzione alla crisi è The Purge. Dopo 364 giorni da angioletti, gli americani hanno una notte per poter tirare fuori il loro lato peggiore e grazie a tale stratagemma tutto è tornato a girare per il meglio.

"Che ci guardiamo stasera, Game of Thrones?"
"Eh no! Ebbasta, mamma!"
Un’idea che può apparire assurda e paradossale fin che si vuole, però siete così sicuri che non vi piacerebbe avere a disposizione una notte del genere per fare fuori chi proprio non sopportate?
Lo so che in fondo in fondo siete dei buoni, voi splendidi lettori di Pensieri Cannibali, ma negli USA una legge del genere potrebbe anche incontrare parecchi favori ed essere approvata senza troppi problemi. In ogni caso, si tratta di uno spunto fantastico da cui è nata una pellicola da non sopravvalutare, ma nemmeno da sottovalutare.
Da non sopravvalutare, perché si tratta di un film cinematograficamente valido però niente di eccezionale e il regista/sceneggiatore James DeMonaco, al suo secondo film dopo Staten Island, può ancora migliorare parecchio. Tra le interpretazioni si segnalano una bravina Lena Headey di Game of Thrones e soprattutto il perfido Rhys Wakefield, giovane attore da tenere d’occhio, mentre non convincono più di tanto Ethan Hawke in versione yuppie del futuro, Max Burkholder che ripropone un ruolo di ragazzino strambo non troppo distante da quello della serie Parenthood e la teen Adelaide Kane, attualmente nel cast di Teen Wolf, che insomma non sembra proprio una fenomena della recitazione. Inoltre, la piega che la trama prende dopo la prima folgorante mezz’ora è quella classica della famiglia rinchiusa in casa, assediata da un gruppo di maniaci mascherati, visivamente non troppo distanti dagli strangers di The Strangers. Uno spunto di partenza originale, per uno sviluppo non troppo originale.

"Ma che allegri ragazzini mascherati! Prego, entrate pure..."
La notte del giudizio non va però nemmeno sottovalutata. Si tratta infatti di una delle poche pellicole horror recenti-decenti a offrire uno sguardo sul presente e a immaginare un futuro distopico inquietante persino più del mondo in cui viviamo oggi. Un film a suo modo politico, che offre riflessioni sullo scontro tra classi, l’evergreen Ricchi VS. Poveri. Da non confondere con i Ricchi e Poveri, la celebre (oddio, forse un tempo) band di musica leggera italiana. Durante la notte della Purge, la upper class si scatena infatti contro poveri e senzatetto, che non possono permettersi una protezione. Facendoli fuori, eliminano anche il problema della disoccupazione. Un rimedio semplice semplice, non vi pare? Patrick Bateman potrebbe apprezzare.

La notte del giudizio è una visione thriller-horror molto tesa, perfetta per una visione notturna estiva. Allo stesso tempo, è pure una pellicola dai contorni fantascientifici che immagina un futuro preoccupante in maniera analoga a quanto fanno gli episodi della serie UK Black Mirror, riuscendo ad avere un’impronta socio-politica. Quest’ultimo aspetto si sarebbe di certo potuto approfondire maggiormente, invece la sceneggiatura predilige gettarsi su sentieri thriller più consueti. Ciò nonostante, è già un piccolo miracolo dei giorni nostri trovarsi di fronte a un horror che non si rivela la solita girandola di morti ammazzati nella maniera più assurda possibile e che riesce a far riflettere, su tematiche tra l’altro più attuali che mai. Per quanto riguarda la situazione economica, ovviamente, e pure per la tematica della giustizia fai da te e dell’eccesso del diritto a proteggersi, tornata con prepotenza alla ribalta negli USA dopo l’assoluzione del vigilantes che ha ucciso un ragazzino afroamericano, e in Italia per il dramma umano che sta seguendo alla sentenza Mediaset.
La notte del giudizio non è un capolavoro e non va sopravvalutato nel giudizio. Allo stesso tempo, non prendetelo nemmeno troppo sotto gamba perché, per una notte all’anno, tutti i crimini sono legali. E, per una notte all’anno, finalmente c’è un horror da non considerare illegale.
(voto 7/10)

Post pubblicato anche su L'OraBlù, con il minimal poster di C[h]erotto.



venerdì 6 maggio 2011

Il signore degli anelli sia con voi. E con il tuo spirito

Game of Thrones
Serie tv, stagione 1
(USA 2011)
Rete americana: HBO
Rete italiana: prossimamente su Sky Cinema 1
Creata da: David Benioff, D.B. Weiss
Basata sui romanzi di: George R.R. Martin
Cast: Sean Bean, Emilia Clarke, Harry Lloyd, Lena Headey, Peter Dinklage, Charles Dance, Isaac Hempstead-Wright, Michelle Fairley, Sophie Turner, Jack Gleeson, Maisie Williams, Richard Madden, Iain Glen, Jason Momoa, Nikolaj Coster-Waldau
Genere: fantasy non troppo fantasy
Se ti piace guarda anche: Il signore degli anelli, True Blood

Game of Thrones è la serie tv del 2011 cui guardava con più trepidante trepidazione il pubblico degli amanti del fantasy. Visto che io non rientro in questa categoria (forse perché probabilmente non rientro in nessuna categoria), mi sembrava ci fosse un hype francamente eccessivo intorno a quella che veniva definita come la versione HBO de Il signore degli anelli. E invece…

Game of Thrones mette subito in chiaro, fin dalla primissima scena, di essere una serie di una qualità spaventosa. La sequenza iniziale va infatti in una inaspettata direzione quasi horror e ci presenta subito atmosfere avvolgenti perfettamente costruite. Ma tutta la puntata pilota è composta da momenti notevoli, forti e memorabili, tanto che lo spettro del Signore degli anelli svanisce ben presto. La saga di Tolkien trasportata in maniera fantastyca da Peter Jackson sul grande schermo ha segnato il genere, però questa serie tv cerca fin dall’inizio una direzione personale e si impone come nuovo modello di riferimento per il genere.

Una cosa che sembra mancare, perlomeno in questo primo scorcio di stagione, è lo spirito giocherellone e, massì, anche cazzone degli hobbit, un gruppo di nanetti fumati destinati a diventare i più improbabili tra gli eroi. Questa componente cazzara trova qui il suo sfogo comunque con il personaggio (non a caso) di un nanetto interpretato da Peter Dinklage (già visto in Nip/Tuck e The Stagion Agent): la sua prima apparizione è infatti dentro un bordello dove fa una scorpacciata di “escort”. Mi sa che è da lui che arriveranno i momenti più divertenti della serie, nonostante la figura di un nano che va a puttane faccia affiorare anche qualche altro pensiero, e non solo a noi italiani. Guardare questo spezzone dalla nuova spassosa sitcom americana Happy Endings per credere...

(grazie a Martina per la Facebook-segnalazione)

Per il resto Game of Thrones si prende molto sul serio e ciò, almeno in questo caso, non è poi nemmeno un male. I personaggi sono infatti tratteggiati con una profondità notevole, anche quelli infantili (non poi così infantili) e pure quelli femminili che in saghe del genere spesso vengono relegate a ruoli minori. Tra le cose più interessanti c'è ad esempio il triste destino della splendida Daenerys, costretta dal bastardissimo fratello a diventare moglie di un bruto selvaggio che conosce una sola parola: “No”. Un matrimonio di interesse per unire popoli diversi e creare una diabolica alleanza del male, ma attenzione, perché lei non si rivelerà poi così una vittima indifesa. Fantastici gli attori, avviati a una brillante carriera: l’esordiente Emilia Clarke è già diventata la donna più ricercata del momento su imdb, mentre il suo fratello televisivo è interpretato da Harry Lloyd, un malvagio davvero coi controfiocchi e lo sguado da pazzo alla Damon Salvatore di The Vampire Diaries. Il bruto è invece Jason Momoa, non a caso protagonista del remake di Conan il Barbaro che per la gioia (o la disperazione?) di Mr. Ford arriverà a breve.

Dalla parte dei “buoni” (virgolette d'obbligo, visto il loro comportamento dubbio almeno quanto quello degli USA in politica estera) abbiamo Sean Bean, già visto non a caso nel Signore degli anelli dove era Boromir, ma che qui riecheggia piuttosto l’Aragorn di Viggo Mortensen, anche se poi il personaggio sembra avere tutte le carte in regola per rivelarsi con una personalità tutta sua. Se dai manifesti sembra lui il vero protagonista della serie, in realtà la vera forza di questo Game of Thrones è la complessità e la molteplicità di personaggi e l’inquietudine dell’attesa per un inverno lungo anni che sta per arrivare, insieme a dei misteriosi "estranei" (un po' come gli "Altri" di Lost).

Dopo la trasmissione del solo primo episodio, HBO ha già confermato la serie per una seconda stagione e se gli appassionati di fantasy lo incoroneranno subito come capolavoro assoluto, finché reggerà livelli simili Game of Thrones è destinato a dare grandi soddisfazioni anche a babbani e non fan del genere. Per il momento, il “gioco di troni” regala infatti una grandissima attenzione ai giochi di potere e alle relazioni interpersonali, più che a maghi, stregoni, elfi, draghi e alle altre diavolerie che di solito dominano le saghe fantasy. Anzi, direi che nei primi episodi questi elementi sono davvero ben poco presenti, tanto che forse i più intransigenti del genere potrebbero persino rimanere delusi (ma non credo, visto che è basata sui romanzi di George R.R. Martin, che a quanto ne so nell’ambiente è venerato come una sorta di J.R.R. Tolkien 2). Tra gli autori dell'adattamento televisivo c'è invece David Benioff, autore del romanzo La 25a ora, da cui lui stesso ha scritto la sceneggiatura per il film di Spike Lee con Eddy Norton.

La visione della puntata pilota è consigliata quindi a tutti, appassionati di fantasy, nani, elfi, hobbit, maghetti o babbani che siate, poi deciderete voi se continuare l’avventuroso viaggio o meno. Io per il momento rimango saldamente in sella.
E se guardando il sole fuori dalla finestra credete che stia per arrivare l’estate vi sbagliate di grosso. Winter is coming…
(voto 8)

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