giovedì 3 marzo 2011

Tira più un pelo di pilu che un carro di buoni film

Qualunquemente
(Italia 2011)
Regia: Giulio Manfredonia
Cast: Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Luigi Maria Burruano, Salvatore Cantalupo, Antonio Gerardi
Genere: grottesco
Se ti piace guarda anche: Benvenuti al Sud, La fame e la sete, Uomo d’acqua dolce

Trama semiseria
Un boss della ‘Ndrangheta calabrese esce di galera ed entra in politica, candidandosi a sindaco. Visto dall'estero farebbe (forse) ridere, visto dall'Italia è talmente realistico da far piangere.

Recensione cannibale
Ammetto di non aver mai trovato Cetto La Qualunque particolarmente divertente. Anche in passato mi è sempre sembrato troppo reale, troppo vero per far davvero ridere. Compito della satira e del comico è esasperare in maniera caricaturale i personaggi presi di mira, mentre lui riflette semplicemente personaggi che esistono davvero e anziché esasperarli li riproduce semmai in piccolo, perché Cetto rispetto al presidente del Consiglio non è nulla e non le spara grosse neanche lontano un miglio quanto l’originale. Quindi ogni intento satirico fallisce miseramente e la colpa non può essere data ai recenti sviluppi dei bunga bunga party, perché queste cose le sapevamo (magari con minori dettagli) anche qualche mese fa quando il film veniva girato. E allora peeeerché realizzare una pellicola così non necessaria? I 15 milioni e passa di euro d’incasso sembrano una motivazione valida, ma non venitemi a parlare di pellicola impegnata o dai risvolti di satira politica che non mi sembra il caso, perché qui it’s all the about the money.

Di Antonio Albanese preferivo altri personaggi (Alex Drastico, Pier Piero, Frengo) ma il grande pubblico ha sempre avuto una passione particolare per questo Cetto. Forse non tanto perché la gente lo vede come un personaggio negativo, anzi credo che in molti lo vadano come un modello simpatico da imitare. Come Berlusconi, un altro comico che non mi ha mai fatto ridere.
Sempre di Albanese avevo poi anche apprezzato moderatamente l’esordio cinematografico Uomo d’acqua dolce, film da lui anche diretto e sceneggiato non del tutto riuscito ma dotato almeno di spunti originali. Tutto questo per premettere che pur non essendo un suo grande fan, non ho nulla contro Antonio Albanese, anzi. Però, lasciatemelo dire, questo Qualunquemente non è un film qualunque: è particolarmente atrocemente.

Qualcuno dirà: ma come, non sei lo stesso recensore maledetto che ha (quasi) osannato Che bella giornata e che ha salvato pure Benvenuti al Sud? Sì, sono io, presente. Però se a livello registico sono film tutti di un livello non pervenuto, la differenza fondamentale è che il film con Checco Zalone mi ha fatto ridere parecchio, Benvenuti al Sud abbastanza e questo niente. Zero. Un mezzo sorriso m’è scappato giusto per la scena in Chiesa col telefonino (che non a caso è usata subito a inizio trailer).


Va bene, allora poniamo che questo non sia un film comico in senso stretto. Questo è un film grottesco. Però non si capisce mai se ci sia una reale critica a qualcuno, a qualcosa, o se non sia semplicemente un aderire amichevole a malcostumi italiani, con l’aggiunta aggratis di tutta una serie di stereotipi sul Sud vari, senza però alcuna verve umoristica. Sono rimasto agghiacciato dalla pochezza e inutilità di un film del genere che sembra davvero non sapere che pesci pigliare.
Non che il film di Zalone avesse chissà quale storia elaborata, però ne aveva una. Qui la trama e le sottotrame sono riassumibili tutte nella prima riga in alto. Persino le storyline dei cartoni da 5 minuti su Boing Tv che guarda mio nipote sono più complessi ed elaborati, per il resto c’è una sequela di vaghi sketch che non funzionerebbero nemmeno nello spazio di uno siparietto in tv.
Cos’altro c’è? C’è il rapporto tra Cetto e il figlio: inizialmente uno “sfigato” che sembra il suo esatto opposto; dopo essere finito in prigione per scontare un crimine del padre, quando esce lo vediamo però convertito al qualunquesimo. Per quale motivo? Non valeva la pena inserire almeno una scena che ci spiegasse questa conversione? La storia procede quindi sconnessa senza farsi troppi problemi di seguire un senso logico. “Fatti i cazzi toi!” ripete Cetto… già, avrei dovuto seguire il suo consiglio, anziché vedere questa ora e mezza di nulla cosmico.

Simbolo dell’inutilità di una satira del genere è la scena nello studio televisivo, in cui il conduttore tiene spudoratamente la parte di Cetto. Cosa ci vuole suggerire una sequenza del genere? Qualcosa che non sappiamo già da circa 20 anni? Se voleva fare una satira pungente sull’Italia e sul suo sistema politico, Albanese per me non ha centrato minimamente il bersaglio. Non ha nemmeno centrato il tabellone e, nonostante il suo intento credo fosse quello di mettere alla berlina un certo tipo di personaggi, finisce invece paradossalmente per celebrarli e farli sembrare “fighi”, un modello da imitare per avere successo nella vita. Comunque non voglio lanciare accuse come quelle dei leghisti nei confronti di Vallanzasca, perché il problema non è nemmeno tanto questo. La cosa che non funziona è che non si ride e per un film comico non è un problema, è ‘n dramma (come direbbe il caro buon vecchio Alex Drastico).
In un cast mediocre in cui persino lo stesso Albanese sembra poco convinto della sceneggiatura, svetta (si fa per dire) giusto Sergio Rubini: il suo personaggio dell’esperto in campagne politiche, un meridionale che si spaccia per milanese, sembra poter dare una scossa al film, ma è solo un illusione che dura pochi secondi visto che pure questo character si rivela costruito troppo male e quindi anche Rubini soccombe alla pochezza dell’insieme.

Un film tremendo, anzi tremendamente, brutto tanto quanto i personaggi politici di cui vorrebbe (senza riuscirci) far ridere.
Ma vafanculu!
(voto 2)

16 commenti:

  1. ciao
    a me è piaciuto, non fa ridere incredibilmente ma disegna in parte la nostra situazione
    un saluto

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  2. Sono d'accordo con te non fa ridere molto, qualche sorriso può scappare! Visto poi, subito dopo Che Bella Giornata è ancora peggio!!

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  3. Premesso che a volte non serve una motivazione per fare un film se non quella di proporre un prodotto o un lavoro.
    Personalmente ho letto ed ascoltato parecchie interviste ad Antonio Albanese e devo dire che al di là dei personaggi è un uomo con un cervello grosso così ed allo stesso tempo umile e simpatico.

    L'essenza di Qualunquemente è racchiusa tutta nel commento che Albanese fa in un intervista:
    " noi siamo la realtà, voi la fiction!"
    Il film non fa ridere nel complesso eccettuati alcuni momenti esilaranti ma non è neanche male.
    Forse la comicità al servizio della critica sociale e politica non paga più come un tempo perchè i politici sono più surreali di chi li vuole imitare..

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  4. Cannibale, io non l'ho bottigliato così tanto, ma concordo con te nel considerarlo un film non tanto inutile, quanto terribilmente simile alla realtà, con il rischio - è vero - di far sembrare una roba figa il partito du pilu.
    Mi metto anch'io tra le fila di chi preferisce un Vallanzasca umano e cattivo al qualunquenesimo di Cetto.
    Senzadubbiamente. ;)

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  5. Antonio Albanese è un grande nel suo repertorio già visto in tv e negli sketches.
    Il Cinema è un'altra cosa! Non sono drastico come te, ma niente sufficienza.

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  6. D'accordissimo issimo issimo issimo.

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  7. l'ho visto insieme a una comitiva di amici, tra i quali un reggino che di nome fa NINO ALBANESE (ma non è parente, e ci tiene a non esserlo); nell'intervallo lo abbiamo mutamente interrogato e lui ci dissi: E' PROPRIO COSI', DA NOI I SINDACI SONO ELETTI PROPRIO COSI' (più o meno)
    perciò, c'è poco da ridere! è una tragedia, non una commedia!
    CONCORDO che il rapporto con il figlio ("rieducato" in carcere) si poteva sviluppare meglio

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  8. allora col mio 4 io sarei stato fin troppo buon per te!!

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  9. ah ben... scartato! Io sono andata a vedere Amore e altri rimedi... bellissimo... peccato per i quattro stupidi maleducati che facevano schiamazzi per tutto il film... avremmo dovuto andare a chiamare qualcuno, ma mi dispiaceva perdere qualche scena... veramente che rabbia! perchè ci sono ragazzini così maleducati? a noi se ci dicevano qualcosa andavamo via oppure tacevamo... questi dopo il "basta" hanno cominciato ancora più forte...

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  10. Recensione puntuale e intrigante. Grazie, andrò senz'altro a vederlo. Ciao.

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  11. Non ho molto tempo da dedicare ai film e per questo la mia ignoranza è più che un'ipotesi, però Albanese mi è sempre stato simpatico, ma da quel che scrivi forse è meglio non guardarlo.
    saluti

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  12. Albanese, Zalone, Bisio, ottimi comici in televisione, si schiantano inevitabilmente quando hanno la presunzione di fare cinema. Di Albanese salvo "Uomo d'acqua dolce", film che aveva una storia e delle idee, su Zalone e Bisio stendo un velo. Cinema da Zelig, ammorbato di televisione perché il cervello dell'italiano medio non si schioda da certe storie, guai a proporre qualcosa di più elaborato. Anzi, a dirla tutta, perché andare al cinema a spendere 8 euro, basta guardare la pubblicità di Aldo, Giovanni e Giacomo in televisione e capirete cos'è diventato il cinema comico italiano.
    Prima di Zalone e Bisio mi riguardo l'opera omnia di Bombolo e Alvaro Vitali.

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  13. Non sono d'accordo. Gli schiaffoni di realtà che ci arrivano ogni tanto proprio quando siamo presi dalle risate sono secondo me la più severa delle lezioni.

    Pensa a quando fanno saltare in aria la macchina dell'oppositore politico.

    O quando lo stesso ci viene mostrato sconsolato e perdente, solo nello studio televisivo, senza nessuna battuta o risata conclusiva - resta la pesantezza, la scena non viene alleggerita.

    O quando, vistosi sconfitto, Cetto dice candidamente "Va ammazzato".

    Forse ci vedo troppo, ma secondo me in questo, nel quale alle fine vincono i cattivi, il messaggio, se c'è, è del tipo "Ti mostro come mi basta imitare la realtà per farti ridere, ma ricordati che è un realtà reale, reale e di merda".

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  14. *michele
    appunto perché è una persona intelligente le mie aspettative erano più alte. invece mi sembra che l'unica idea sia stata: "facciamo un film con cetto protagonista!"
    altre idee?
    è rotolata una palla di fieno...
    quando la realtà di studio aperto o del giornale è così surreale, per fare un film di satira oggi secondo me o fai qualcosa di totalmente estremo, oppure è inutile

    *perso
    sì, tu l'hai ancora risparmiato :)

    *daisy
    anch'io ho passato la mia brevissima fase da ragazzino maleducato (ma quelli di oggi sono molto peggio) fino a che ho scoperto che il cinema era SACRO

    *sciuscia
    il personaggio dell'oppositore era quello che meritava di essere sviluppato di più, invece rimane solo sullo sfondo. per me comunque doveva esserci molta più cattiveria, così i "cattivi" del film rischiano solo di passare per dei quasi buoni.
    e comunque io attendo di vedere un film satirico di sciuscia, penso sarebbe molto più perfido e ironico di questo :)

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  15. Veramente avevo scritto una sceneggiatura, era una parodia di Star Trek con le destre reazionarie nella parte delle Federazione, e delle scompaginate sinistre nel ruolo dei cattivi (Klingon, Romulani, ecc.)
    Ovviamente, alla fine vincevano i buoni (quelli di destra).

    Sai che l'ho persa, cazzo?

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  16. "Cetto rispetto al presidente del Consiglio non è nulla e non le spara grosse neanche lontano un miglio quanto l’originale". Concordo pienamente. Neppure a me il film ha fatto ridere, dalla visione è uscita fuori solo depressione, non compensata dalla serenità con cui cmq esco dal film dopo aver visto un bel film, seppure deprimente.

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