mercoledì 22 giugno 2011

Boni, state boni. Anzi state Bon Iver

Bon Iver “Bon Iver, Bon Iver”
Genere: new folk
Provenienza: Eau Claire, Wisconsin, USA
Se ti piace ascolta anche: Band of Horses, St. Vincent, Florence and the Machine, Antlers, Sufjan Stevens, The National, Kanye West

Il folk è un genere cui in genere mi approccio generalmente con una certa delicatezza generale. Se ascoltato nei momenti giusti può infatti regalare ottime sensazioni, altrimenti rischia di annoiare terribilmente. Con Bon Iver comunque non si corre questo rischio, certo non con questo nuovo omonimo album che va oltre le convenzioni del genere e ci regala una meraviglia da amare e venerare qualunque siano i vostri ascolti prediletti.
Devo innanzitutto premettere che Bon Iver ha una voce molto particolare, per me fantastica (basti sentire il falsetto di “Minnesota, WI” che vola dritto in Paradiso Città), qualcun altro potrà trovarla magari fastidiosa. Passato questo test vocale, se vi piace bene se non vi piace cazzi amari vostri, il disco va in direzioni molto fantasiose e varie, cosa che non tutti i cantautori classici sanno fare. Forse perché Bon Iver non è un cantautore classico, bensì l’evoluzione della specie. Dopo la prima meraviglia firmata Justin Vernon alias Bon Iver “For Emma, forever ago”, uscito nel 2007, qui infatti si va oltre: l’apertura di “Perth” ad esempio lambisce i territori del rock, mentre l’influenza della recente collaborazione con Kanye West si fa sentire tra gli arrangiamenti in vari momenti.
Comunque il buon Bon Iver non abbandona nemmeno la tipica ballata voce/chitarra/e pochi altri cazzi, e quando lo fa è quasi magia Johnny. Anzi è proprio magia: ascoltare quella meraviglia di “Holocene” per credere. Il finale di “Beth rest” sembra addirittura una ballatona uscita dagli anni ’80.
Solo folk, dunque? Naaah, molto di più.
(voto 7/8)

6 commenti:

  1. D'accordissimo sul giudizio e anche sul folk, può essere una noia mortale se non si è nel mood giusto.

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  2. ...posto che non ne capisco una beata mazza di folk e che al primo ascolto ho pensato ai cugini di campagna, direi che al secondo già stavo messa meglio, al terzo mi ha convinto. :D

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  3. mi piace mi piace per me è un 9 :)

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  4. in questo momento scanso tutto quello che è folk, magari il prossimo inverno. ;o)

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  5. Il primo "For Emma, Forever Ago" è uno dei miei preferiti in assoluto degli ultimi anni. Per cui l'hype per questo secondo lavoro era altissimo. Il risultato è che amo profondamente quest'uomo barbuto..riesce a tirare fuori dei piccoli gioielli. Meraviglioso

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  6. Questa sua seconda prova è la dimostrazione che il trentenne ha della stoffa. ☺

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