venerdì 22 marzo 2013

ANTIVIRAL, L’ALTERNATIVA A NORTON E AVAST

Antiviral
(Canada 2012)
Regia: Brandon Cronenberg
Sceneggiatura: Brandon Cronenberg
Cast: Caleb Landry Jones, Sarah Gadon, Douglas Smith, Wendy Crewson, Malcolm McDowell
Genere: distopico
Se ti piace guarda anche: Black Mirror, S1m0ne, Videodrome, eXistenZ

Chiunque sia famoso merita di essere famoso.
La celebrità non è un risultato. Niente affatto.
È più come una collaborazione a cui noi scegliamo di partecipare.
Le celebrità non sono persone.
Sono allucinazioni di gruppo.


Antiviral sembra un episodio esteso di Black Mirror. Non che la serie tv britannica abbia inventato i futuri distopici, il nome di George Orwell vi dice qualcosa?, però ormai è diventato il nuovo modello di riferimento. Così come Game of Thrones è il nome cui guardare oggi quando si parla di fantasy, lo stesso vale per Black Mirror con la fantacienza distopica.
L’altro paragone che viene subito in mente è ancora più impegnativo: David Cronenberg.

Se anche provassimo a ignorare il suo cognome importante, dopo aver visto questo film definiremmo l'autore di Antiviral come l’erede di Cronenberg. Se non fosse che l’erede di Cronenberg lo è davvero e in tutti i sensi. Il regista e sceneggiatore di Antiviral è infatti Brandon Cronenberg, il figlio poco più che 30enne e ovviamente raccomandato di David Cronenberg.
C’è poco da fare, con un cognome del genere e se per di più fai un film del genere, i confronti con tuo padre te li vai a cercare, figlio mio. Anzi, figlio di Cronenberg.
Antiviral è quindi una combinazione tra questi due illustri precedenti: una classica storia cronenberghiana che sembra una puntata lunga di Black Mirror. O una puntata lunga di Black Mirror che sembra una classica storia cronenberghiana.

"Il virus della diarrea della Regina Elisabetta l'abbiamo finito,
ma se volete c'è ancora quello delle nausee mattutine di Kate Middleton..."
Nel film, ambientato in un futuro imprecisato, o in un presente alternativo, le celebrità, i VIPs hanno un seguito così esagerato che ogni aspetto della loro vita viene messo in commercio. Fino a qui, niente di diverso a quanto siamo abituati a vedere tutti i giorni sui magazine scandalistici o su Studio Aperto. Nel film, però, e a questo nella realtà non siamo ancora arrivati, per ora, persino le malattie che colpiscono i divi diventano un business. C’è addirittura chi è disposto, per sentirsi più vicino al suo idolo, a farsi iniettare un suo virus.
Non riesco proprio a capire come si possa arrivare a livelli esagerati di fanatismo del genere. Insomma, io ho posters, t-shirts, cappellini di Jennifer Lawrence, ho persino acquistato tutti gli action figure disponibili di Katniss di Hunger Games, mi sono fatto tatuare sul fondoschiena la scritta Katniss Kid, ho piazzato delle telecamere di fronte a casa sua, ma davvero non capisco come si possa pensare di farsi iniettare un virus solo perché è lo stesso del proprio idolo.

Jennifer Lawrence si è beccata un virus???
Quando, dove, come, perché?
LO VOGLIO ANCH’IO!!!

"Il virus di Jennifer Lawrence: il mio tesssssoro!"
È proprio a questo che serve la Lucas Clinic, la clinica in cui lavora il protagonista della pellicola, Syd March, interpretato dall’androgino Caleb Landry Jones. Syd March non è immune al fascino di una delle VIP più popolari del suo mondo distopico. No, non Jennifer Lawrence ma tale Hannah Geist, interpretata da Sarah Gadon, nuova musa anche del Cronenberg Senior, già vista in A Dangerous Method e in Cosmopolis. E Syd March inoltre non è immune nemmeno al virus della sua diva preferita, che si becca volontariamente …

Quanto succede dopo non ve lo sto a svelare che vi ho raccontato già troppo e poi mi accusate di avervi attaccato uno spoiler. Da qui in poi, comunque, è uno sprofondare da parte del protagonista nella malattia, sia mentale che fisica. Com’è buona tradizione in molte storie di papà Cronenberg, da La mosca in poi. Ma è anche un viaggio nel lato oscuro che riecheggia quelli di Videodrome ed eXistenZ. Solo che Brandon Cronenberg, per quanto talentuoso e promettente, molto promettente, non è David Cronenberg. È un giovane autore alla ricerca di una sua identità che per adesso non sembra ancora aver trovato del tutto.
A livello di scrittura, le tematiche e il modo di raccontare sono molto vicini a quelli del padre. A livello visivo e cinematografico, il Cronenberg jr. si avvicina poi alla geometrica freddezza dell’ultimo Cosmopolis. Antiviral è immerso in una fotografia glaciale che si rispecchia anche nei personaggi. È qui che il film non convince del tutto. Il viaggio che siamo chiamati a compiere insieme al protagonista è intrigante, ma non del tutto avvolgente. Sappiamo troppo poco di questo personaggio, è troppo apatico e ci mantiene sempre a distanza, cosa che rende difficile entrare davvero nella storia e provare un reale coinvolgimento emotivo. Discorso analogo per la VIP protagonista femminile, un altro personaggio costruito in maniera troppo superficiale. Vabbè che la pellicola riflette proprio sulla superficialità della popolarità, però si sarebbe potuto cercare di grattare un pochino di più, sotto la superficie di questo mondo distopico non troppo distante dal nostro.
Il discorso sull’ossessione nei confronti delle celebrità è anch’esso affascinante, però poco sviluppato, soprattutto in una seconda parte che non riesce a mettere a frutto le buone intenzioni messe in evidenza nella prima. Cosa tipica di molte pellicole in generale, cosa ancor più tipica delle pellicole sci-fi, e cosa ancora ma ancora di più tipica delle opere prime.

Brandon Cronenberg si dimostra allora l’erede ideale di David Cronenberg. Non solo perché alla sua morte si intascherà il bel gruzzoletto messo da parte dal padre con i suoi spesso geniali film, ma anche perché a livello cinematografico tiene alto il nome di famiglia e fa intravedere un futuro brillante. Basta solo che stacchi le mani dalla sottana di mammà papà.
(voto 7-/10)


13 commenti:

  1. erede ideale?!?! ma tu sei fuori come un balcone!! Antiviral è il film più ambiziozo dell'anno a momenti.. guarda caso oggi telepaticamente ci siam messi daccordo così ti posso bastonare per bene cucciolo donnie! :D

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    1. beh, se non è l'erede ideale il figlio, chi? :)
      sono d'accordo che non sia riuscitissimo, però l'ambizione non è necessariamente un male..

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  2. Io alzerei il voto ;) Secondo me, una delle cose horror\sf migliori fino adesso.

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    1. nah, sono stato fin troppo generoso.
      la sceneggiatura è tutt'altro che eccezionale e nella seconda parte il film perde parecchio del suo potenziale...

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  3. A me è piaciuto moltissimo. La fotografia è strabiliante, soprattutto quel bianco pazzesco che caratterizza tutta la prima parte.
    L'unica critica che mi sento di fare è che, ad un certo punto, ha cominciato a mancare un po' di ritmo.

    Tra l'altro sconsigliatissimo ai belenofobici! Da morirci.

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    1. ma i belenofobici sono quelli che han paura di belen?
      :D

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    2. Son davvero tanto malati eh, poverini!

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  4. Sono molto curioso di vederlo, ho come l'impressione che potrebbe scatenare una tempesta di bottigliate.
    Direi che non vedo l'ora. ;)

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    1. è un film radical-chic quel tanto che basta per poter meritare le tue bottigliate :D

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  5. Bene, è piaciuto anche a te. Io però sarei andato di 8, questo è un film d'esordio ma sembra di avere a che fare con uno che la mdp la utilizza da quando aveva 5 anni.

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  6. Come ho scritto in altra sede (che poi è sempre dove abito, la sede primaria) se Brandon Cronenberg fosse il padre di David Cronenberg si potrebbe forse pensare che questo film virale sia un più che discreto esordio. In realtà, forse inaspettatamente, è David ad essere il padre di Brandon e Brandon deve prendere l'arte e metterla da parte o forse tale padre tale figlio ma anche si parva licet componere magnis (da leggersi in corsivo).

    Il film... Mmm, sì, il film. Mah. Boh. Aria fritta, ma fritta dignitosamente. Fosse stato un cortometraggio di 30 minuti (mediometraggio? Non lo so) poteva da me esser promosso con maggior convinzione. Ma alla fin fine neanche con una epoché (ossia una ἐποχή) riuscirei a non pensare al padre. Se avesse girato una commedia sarebbe stato più interessante. Un film che mi ha lasciato perplesso. Né carne né pesce né cellule muscolari.

    Tra l'altro Caleb Landry Jones, il bravo attore protagonista, mi par cresciuto ad una velocità spaventosa se si guarda all'X-Men - L'inizio che è appena di un anno prima. Nel giro di un anno da bambino è diventato un ragazzo?! Forse è davvero un X-Men (anche questa mia ultima è un copia e incolla di un altro commento altrove, ma sempre a casa).

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  7. mi fa un po' impressione tutta questa esibizione di pustole sangue e punture.. ma il punto di partenza di tutto è che la gente è disposta ad ammalarsi della stessa malattia del suo idolo? Non ho visto il film perciò parlo nella totale ignoranza, ma se fosse il caso di un pazzo che lo fa potrebbe sembrare realistico, che si tratti di un fenomeno sociale mi sembra una premessa insensata e difficilmente giustificabile con un semplice culto per le celebrities. ti sembrava che reggesse? sono cmq curiosa e magari lo guarderò!

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  8. a me è piaciuto moltissimo, Brandon mi sembra che abbia parecchia stoffa e considera che a 28 anni Cronenberg senior ancora non aveva fatto vedere il suo talento e il suo stile...

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