domenica 13 aprile 2014

SPIKE ISLAND, ALLA RICERCA DEGLI STONE ROSES E DELLA… KHALEESI




Spike Island
(UK 2012)
Regia: Mat Whitecross
Sceneggiatura: Chris Coghill
Cast: Elliott Tittensor, Nico Mirallegro, Jordan Murphy, Adam Long, Oliver Heald, Emilia Clarke, Chris Coghill, Matthew McNulty, Michael Socha, Lesley Manville, Antonia Thomas, Paul Popplewell, Ciara Baxendale, Kaya Scodelario
Genere: musicale
Se ti piace guarda anche: My Mad Fat Diary, Not Fade Away, Quasi famosi, The Inbetweeners

Ci sono eventi musicali che segnano una generazione. Woodstock è il primo che mi viene in mente. Oggi ci sono un sacco di festival più fighetti e hipster, come il Coachella attualmente in corso, il South by Southwest o il Bonnaroo, anche se in quanto a notorietà e a impatto culturale niente di paragonabile con il festivalone simbolo degli anni ’60 e della cultura hippie. L’unico che per importanza si è forse avvicinato un pochino è stato negli anni ‘90 il Lollapalooza, l’evento alternative rock diventato pure protagonista dell’episodio dei Simpson Homerpalooza.
Per qualcuno un “pochino” più sfigato, l’eventone musicale pubblico della vita è stato la registrazione di una puntata del Karaoke con Fiorello nella piazza della propria città, mentre per i giovani dei primissimi anni ‘90 delle periferie delle città inglesi, e di Manchester in particolare, l’apice è stato Spike Island. What the fuck is Spike Island?


Spike Island è un’isola. Sorpresi? Per entrare più nello specifico, si tratta di una isoletta nel nord ovest dell’Inghilterra, una zonaccia piena di industrie abbandonate. È in questo luogo simbolo della decadenza post-industriale che gli Stone Roses hanno deciso di tenere un loro mega concerto storico. Who the fuck are The Stone Roses?

Gli Stone Roses
Gli Stone Roses sono stati una delle più grandi band britanniche di tutti i tempi, giusto per non esagerare, sebbene qui in Italia non siano mai stati popolarissimi, ancor meno degli Smiths. Gli Smiths sono stati tra i gruppi più importanti di sempre, eppure se chiedi a qualcuno in strada se li conosce, la maggior parte della gente ancora ti guarda male, mentre tutti, ma proprio tutti, conoscono Vasco, e a molti piace pure. Perché vivo ancora in Italia?

Comunque… Gli Stone Roses sono stati una band fondamentale che avrebbe poi ispirato gran parte del Britpop giunto qualche anno dopo, i concittadini Oasis in particolare, oltre ad aver contribuito a cavallo tra fine 80s e inizio 90s alla nascita della cosiddetta scena di Madchester. Un movimento di cui si è parlato anche nel film 24 Hour Party People e un tipo di musica riecheggiato di recente nella colonna sonora dell’ultimo episodio della Trilogia del Cornetto, La fine del mondo. Nonostante nella loro breve carriera abbiano pubblicato appena un paio di album, l’omonimo The Stone Roses, capolavoro e pietra miliare immediata della musica British, e il travagliato e criticato Second Coming, il segno che hanno lasciato è stato profondo. D’altra parte, anche altri gruppi fondamentali come Sex Pistols, Joy Division e Nirvana non hanno avuto bisogno di decine di lavori per restare impressi nella Storia. Se non conoscete gli Stone Roses dunque è un male, ma potete comunque recuperare guardandovi proprio questo film, Spike Island.

Spike Island racconta il tentativo di andare al concerto degli Stone Roses di un gruppo di 5 ragazzi di Manchester. Gruppo sia nel senso di gruppo di amici che di band musicale in erba. I 5 fanno parte degli Shadow Caster e, nel caso aveste dubbi in proposito, hanno un sound molto simile a quello dei loro idoli Stone Roses. Sono dei ragazzotti tipicamente inglesi, sbruffoni e strafottenti. Dei tipi alla Noel e Liam Gallagher, dei simpaticoni del genere. In quanto sprovveduti cazzari, i 5 si recano a Spike Island sprovvisti di biglietto e sperano di entrare al concerto in qualche modo truffaldino, all’italiana insomma. Ce la faranno?

Una cosa che NON ci mancherà degli anni '90: il taglio a scodella.
Questo è un quesito che ci si pone ma, non essendo un thriller, non è certo una domanda fondamentale. L’importante non è tanto quello, quanto il viaggio, il vivere quest’avventura insieme, come amici, come gruppo. Spike Island è un film fortemente musicale, che ha il suo punto forte nel far respirare l’atmosfera di quegli anni. A livello di colonna sonora è, com’è facile immaginare, un inno d’amore nei confronti degli Stone Roses. Se non sapete chi sono, imparerete ad amarli. Se invece già li conoscete, dopo la visione di questo film sentirete le loro canzoni con ancora maggiore trasporto emotivo. Sotto questo punto di vista, è una pellicola perfetta. Laddove Spike Island non riesce a fare il salto di qualità per diventare un cult cinematografico sta in una sceneggiatura troppo prevedibile. Ognuno dei ragazzi della band porta con sé al concerto il suo bagaglio di vita vissuta complicata, c’è chi viene picchiato dal padre e chi invece ha il papà in ospedale in fin di vita, così come tra un paio di membri della band nascerà un conflitto. I membri della band coinvolti sono naturalmente il cantante da una parte e il chitarrista/autore principale delle canzoni dall'altra. Un classico. Un altro classico è il loro essere in conflitto non solo e non tanto per la leadership del gruppo, quanto per una ragazza. E chi è questa ragazza sfasciaband?
Emilia Clarke.
Scusate se è poco.

"Ma quanto sono pucciosa?"

"Khaleesi, sguinzaglia i tuoi draghi e facci entrare al concerto!"
Ecco, se non ve ne frega un cazzo della musica inglese, un più che valido motivo per recuperare questo film è la presenza della Khaleesi, o se preferite ormai Mhysa, sebbene sia qui presente con un ruolo e in abiti del tutto differenti da quelli vestiti e svestiti in Game of Thrones.
Se invece non siete patiti di musica inglese e manco di Game of Thrones, potreste essere interessati a questa pellicola se siete fan delle serie British. Troviamo infatti qui le basi della gang di Rae in My Mad Fat Diary, il bello Nico Mirallegro, qui alle prese con un ruolo più da sfigato, lo scemo Jordan Murphy, che pure qui ha la parte dello scemo di turno, e in una minuscola parte pure la rossa Ciara Baxendale. Inoltre rispondono presente all’appello Elliott Tittensor che è stato per anni interprete del bulletto Carl Gallagher in Shameless UK e inoltre nella vita reale è il fortunello boyfriend di Kaya Scodelario, che pure compare in un cameo. Nel cast della pellicola ci sono quindi anche Antonia Thomas, l’attizzapiselli di Misfits, e Michael Socha, l’amichetto di Alice in Once Upon a Time in Wonderland.

Fan degli Stone Roses, fan di Game of Thrones, fan di My Mad Fat Diary e fan di ciò che è made in UK in generale, ho quindi dato a tutti voi almeno un buon motivo per andare a cercare questo piccolo film inglese. Una pellicola dal forte gusto musicale che, sebbene non possieda lo stesso sapore di un Quasi famosi e sia privo di personaggi, battute o una storia particolarmente originali o memorabili, si lascia guardare con grande piacere e fa venire voglia di scoprire qualcosa di più di quel periodo, i primissimi anni ’90. E, soprattutto, fa venire una gran voglia di mettere su quel primo fenomenale omonimo album degli Stone Roses.
(voto 6,5/10)

11 commenti:

  1. Uh, ma con i sottotitoli c'è, Marco? Sai che in inglese non ci capisco una mazza, eh.
    Lo voglio vedere. Soprattutto per lei: bella forte. Prima o poi, My Mad Fat Diary lo recupero: da ex "grasso", è d'obbligo :P

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    1. Come non detto: trovato! In copertina la Khaleesi non c'era, quindi non l'avevo considerato, giustamente.

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  2. Tutta questa britishtude potrebbe mandarmi fuori di testa... :-D

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  3. Non essendo troppo british, mi sa che passerò, almeno per il momento.

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    1. in questo momento la Regina starà esultando, visto che hai dichiarato di non essere troppo british ahah :)

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  4. Uhm, mai sentito. 6,5 non è voto abbastanza alto perché mi metta a cercarlo :D

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  5. Il fattore nostalgia mi fa venire voglia di guardarlo!

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  6. Essendo fan di tutto ciò che è BRITISH (My Mad Fat Diary in primis), appena lo trovo lo guardo!!!!

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