martedì 9 febbraio 2016

Marguerite, la cantante che spaccava più timpani de Il Volo





Sono una persona che ascolta un sacco di musica, ma proprio un sacco. La sento quasi sempre, tranne quando dormo e anche in quel caso certe volte sogno di ascoltarla. Sono anche una persona che si annoia molto rapidamente. La conseguenza di questi due fattori combinati insieme è che ascolto una miriade di generi, gruppi e artisti differenti. A sentire sempre gli stessi dischi e le stesse canzoni, persino delle mie band preferite, mi stuferei con una facilità impressionante. Mi piace quindi spaziare attraverso qualunque tipo di ascolto. Sarà che sono cresciuto con il pop commerciale delle Spice Girls e contemporaneamente l'alternative-rock dei Sonic Youth, con Mtv accesa e allo stesso tempo la rivista Il Mucchio Selvaggio tra le mani. La musica che circola adesso sul mio pc e sul mio smart phone va allora dal rock all'hip-hop, dall'electro al pop, dai classici alle novità, dalle hit radiofoniche ai gruppi più indie, dall'R&B al punk, dalla new-wave alla dubstep, occasionalmente pure metal, folk e country, senza dimenticare le colonne sonore dei film. Di recente mi sono avvicinato persino a generi con cui non avevo mai avuto un'enorme familiarità come il jazz e la classica. C'è però un tipo di musica che proprio ancora non riesco a digerire, e probabilmente non lo farò mai: la lirica.


Se c'è un genere che non reggo è quello. Grande Luciano Pavarotti, splendidi alcuni brani cantati da Maria Callas, però davvero non ce la faccio a sentire più di un pezzo di fila di questo tipo, e poi ancora. A far aumentare la mia avversione nei confronti del genere di recente c'hanno pensato i più celebri interpreti del pop-lirico oggi in circolazione: i vincitori del Festival di Sanremo 2015, i tre fastidiosi ragazzetti stronzetti de Il Volo. Pensavo che non ci fosse niente di più inascoltabile di loro e invece, guardando il film Marguerite, ho scoperto con mia somma sorpresa che c'è. O quasi.

Marguerite
(Francia, Belgio, Repubblica Ceca 2015)
Regia: Xavier Giannoli
Sceneggiatura: Xavier Giannoli, Marcia Romano
Cast: Catherine Frot, André Marcon, Christa Téret, Michel Fau, Sylvain Dieuaide, Aubert Fenoy, Denis Mpunga
Genere: stonato
Se ti piace guarda anche: Il discorso del re, Amadeus, Mozart in the Jungle

Marguerite è la storia, romanzata e ambientata in Francia, ispirata a un personaggio realmente esistito: la (pseudo) cantante statunitense Florence Foster Jenkins, la cui vita sarà portata presto sullo schermo da Stephen Frears in un'altra produzione cinematografica, questa volta britannico-statunitense e con protagonista Meryl Streep. Ma non andiamo troppo nel futuro e torniamo a Marguerite.

Siamo nella Francia degli anni '20 e Marguerite Dumont è una riccona con la passione per il canto, diciamo il bel canto. Marguerite si crede una grande cantante lirica e fa sfoggio delle sue doti vocali in una serie di feste organizzate per amici e leccapiedi che la esaltano come se fosse la nuova Callas. Peccato solo per un “piccolissimo” dettaglio: Marguerite Dumont è stonata come una campana. Le sue esibizioni sono come quelle a La corrida - Dilettanti allo sbaraglio che più venivano fischiate e derise. Per non urtare la sua sensibilità, tutti la fanno però passare per un fenomeno e lei così non si rende conto di essere un fastidio acustico vivente. Lei si crede di essere bravissima. Un po' come i tre tizi de Il Volo.

"Adele?
Bah, non vale niente al mio confronto!"

Da questa vicenda singolare ne è uscita una pellicola per certi versi curiosa, sebbene non del tutto riuscita. Una pellicola che ha i suoi momenti migliori sul versante comedy, visto che le esibizioni di Marguerite saranno sì urticanti da ascoltare, ma sono anche dannatamente divertenti, e un plauso va fatto pure all'inserimento della storia nel contesto storico. Il particolare “talento” vocale di Marguerite a un certo punto viene spacciato da alcuni esponenti delle avanguardie artistiche dell'epoca come un tentativo di sberleffo anarchico, quasi come se fosse del punk ante litteram, sebbene queste non fossero proprio le intenzioni della “cantante”.


Niente male anche costumi e ambientazioni, sebbene le 11 nomination agli Oscar francesi, i Cesar Awards 2016, appaiano un tantinello esagerate. Laddove il film non convince del tutto è invece nella parte più drama. La pellicola non riesce a scavare fino in fondo dentro l'anima di questo personaggio tanto particolare, per cui si prova un misto di tenerezza e di repulsione. Da una parte si fa il tifo per lei, dall'altra invece le si vorrebbe solo gridare: “Ma non ti senti, porcaccia la miseriaccia?”.

"Chiudi di più la bocca... ancora un po'...
quando l'avrai chiusa del tutto la tua interpretazione raggiungerà la perfezione."

Il film in generale fa lo stesso effetto. Se da un lato la si può vedere un po' come una di quelle storione da filmone classico stile Il discorso del re, dall'altro lato è una vicenda dall'alto potenziale sovversivo e punk. Un potenziale che non è sfruttato in pieno dal regista Xavier Giannoli, anche per colpa di qualche lungaggine, di vari cali di ritmo e di qualche personaggio secondario di troppo. E allora si finisce per fare come con Marguerite, un po' la si ama e un po' la si odia. E si osservano le sue gesta con un sorriso amaro, ricordando quanto possa essere sottile il confine che separa il rincorrere i propri sogni dall'inseguire fantasie irraggiungibili.
(voto 6+/10)

P.S. A proposito di gente che non sa cantare, questa sera comincia Sanremo 2016.
Non perdetevi i miei commenti live delle varie serate del Festival sulla mia pagina Twitter @cannibal_kid.

"Cannibal, non ci fai paura... ma forse noi la facciamo a te!"

7 commenti:

  1. la stonatissima riccona mi ha divertito, specie quando le fanno cantare la Marsigliese (i militari scattano sull'attenti all'inizio e poi capiscono che si tratta di una pernacchia anarchica)
    quanto a Sanremo, temo che il mio sogno di vederli tutti morire come nell'emporio di Minnie non si realizzerà

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  2. L'imperdibile appuntamento con Sanremo ahah :D

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  3. Non mi ispira neanche per sbaglio. Un pò come Sanremo. ;)

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  4. Immaginavo che questi film a tema musicale fossero per caricarti in vista delle serate di Sanremo, ne sentirai di fischi e urlacci più lì che in Marguerite :)
    Il film non è il massimo, purtroppo, la storia è di quelle perfette per il cinema ma qui ci si perde e ci si allunga, con troppi personaggi, peccato. Tremo però alla versione Meryl Streep, si prospetta una nuova statuetta?

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    1. Meryl Streep + brutto canto = io la odierò, l'Academy l'adorerà.

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  5. Si, mi attira ancor meno di Sanremo :D

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  6. Meno male che ci sei tu (ed Elio) a farci digerire questo Sanremo

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