mercoledì 22 marzo 2017

Loving: più che un amore, una corsa a ostacoli





Loving
Regia: Jeff Nichols
Cast: Ruth Negga, Joel Edgerton, Alano Miller, Will Dalton, Marton Csokas, Michael Shannon


Ci sono grandi amori che vengono ostacolati. Pensate al caso forse più celebre, quello di Romeo & Giulietta. Le loro famiglie sono storicamente rivali. Perché lo sono?
Non ho idea del perché Montecchi e Capuleti si odiano. È un po' come la rivalità tra Roma e Lazio, o tra Coca-Cola e Pepsi, o tra Tom & Jerry, o tra il sottoscritto Cannibal Kid e Mr. James Ford. Non c'è una vera spiegazione. È così e basta.

Un altro grande amore ostacolato è quello tra me e Jennifer Lawrence...


Come? Dite che non è ostacolato proprio da nessuno?
E allora perché Jennifer non stai con me? Peeeeeeeeerché?

Un motivo di ostacolo a volte può essere quello razziale. Avete presente quel capolavorone di Save the Last Dance?
Cazzo ridete? Dico sul serio. È uno dei miei guilty pleasure preferiti, e inoltre è una delle pellicole più scopiazzate degli ultimi due decenni, si vedano tutti i vari Step Up e i numerosi film musicali e/o sulla danza che in qualche modo gli sono debitori.

In quella pellicola i due protagonisti sono una ragazza bianca (Julia Stiles) e un ragazzo di colore (Sean Patrick Thomas, che fine avrà fatto?) che hanno una storia che non è vista di buon occhio da tutti. E questo nonostante il film sia del 2001. D'altra parte ancora oggi le tensioni razziali, negli Usa ma certo non solo, non sono ancora state superate. Tutt'altro.


In Loving succede qualcosa del genere. Soltanto che la vicenda è ambientata nel 1958. Un uomo bianco (Joel Edgerton) decide di sposare la sua compagna, una donna di colore (Ruth Negga). Sembra l'inizio di una simpatica commediola a suon di rock'n'roll anni '50, con tanto di corse in auto che fanno tanto American Graffiti, solo che ben presto entra in scena il... drama!


Nello stato della Virginia all'epoca i matrimoni interrazziali erano considerati illegali. Quindi potete immaginare che le cose per i due protagonisti del film non si mettono troppo bene. A questo punto, vista la drammatica situazione, vi immaginate una pellicolona strappalacrime?


Eh, insomma. Loving da questo punto di vista delude un pochino. Senza stare a spoilerare troppo, la commozione alla fine arriva anche, peccato che prima ci siano due ore piuttosto noiosette. Il regista Jeff Nichols, quello dello splendido Take Shelter, dell'ottimo Mud e dei meno riusciti Shotgun Stories e Midnight Special, non è certo uno noto per i ritmi frenetici o per le pellicole adrenaliniche. Con questo Loving si prende tutto il tempo per raccontare la vicenda con un ritmo da ballata country. Solo che, rispetto a un Take Shelter, non c'è un vero crescendo.

La storia presentata in Loving è forte, ma a livello cinematografico non è altrettanto forte. Si può apprezzare il fatto che Jeff Nichols non voglia affondare il colpo al cuore con qualche scena da lacrima facile, in linea con il carattere schivo dei due protagonisti, però allo stesso tempo una vicenda del genere meritava comunque una visione più sentita e più sofferta. Meno fredda di così.
Più drama, e che cavolo!


Loving non è un film ruffiano. Non è Save the Last Dance e non è nemmeno Colpa delle stelle o Io prima di te. Però per una pellicola di questo tipo qualche ruffianata in più non avrebbe guastato. Resta invece un lavoro con pochi momenti, personaggi o brividi da consegnare alla memoria.

Più convincente del solito, ma pur sempre all'interno dei limiti della sua inespressività cronica, è la performance del protagonista maschile, Joel Edgerton in versione quasi albina. A restare è però soprattutto l'interpretazione della protagonista femminile Ruth Negga. Non ha vinto l'Oscar, visto che manca il momento da standing ovation della folla, la scena clou che fa esclamare: “Sì, la statuetta deve essere tua!”. Anche senza statuetta, comunque, è nel suo sguardo, sofferto ma mai rassegnato, che sta tutta la bellezza di un film che poteva regalare fiumi di lacrime e invece si limita appena a qualche occhio lucido.
(voto 6/10)

5 commenti:

  1. Mi sono documentato; Mildred e Richard si sposarono, furono incriminati e ricorsero alla Corte Suprema ecc... e nel 1975 un camionista ubriaco li spiaccicò (lui morì, lei ne uscì con le ossa rotte) e Andreotti non aveva un alibi per quella notte!

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  2. Io l'ho trovato davvero molto bello e di cuore, nella sua semplicità.
    E la Negga e Edgerton, lui soprattutto quando si concede qualche parola di più, mi hanno sinceramente emozionato. Parlare di un grande amore senza renderlo un melodramma super sentimentale non era cosa da tutti, e capisco che possa risultare freddino. Però bravo Nichols!

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  3. Tocca a me dirti che siamo sulla stessa linea ;)
    Che poi, sono una brutta persona se dico che visti gli anni passati e le figlie fatte, trovarsi una casa nella campagna di Washington poteva essere un'altra soluzione alle lamentele di lei per la mancanza di spazi verdi?

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  4. Purtroppo causa problemi di linea dei quali sei ben al corrente, non sono ancora riuscito a vederlo.
    Ma arriverò.
    E spero per una volta quest'anno di essere in disaccordo, considerato che mi pare roba fordianissima. ;)

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