mercoledì 8 novembre 2017

Fortunata de nome e de... basta





Fortunata
Regia: Sergio Castellitto
Cast: Jasmine Trinca, Alessandro Borghi, Stefano Accorsi, Nicole Centanni, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla


Che cos'è la fortuna?
Vincere alla lotteria, vincere al Lotto, vincere al casinò. Vincere, vincere, vincere. È così importante vincere? Non è più importante vivere, anche perdendo, anche perdendo spesso? La vita è una lunga serie di sconfitte, che termina con la sconfitta definitiva. La morte. Game over. Non si può vincere. Mai nessuno ha vinto contro la morte. Gesù Cristo, forse, e soltanto per qualche tempo. Alla fin fine però non ha perso pure lui? Nessuno esce da questa vita vincitore. Siamo un esercito di perdenti, altroché esercito del selfie.

Vivere. È passato tanto tempo. Vivere. Non è che bisogna farlo perché lo dice Vasco Rossi. È meglio farlo perché se no l'alternativa è morire. Certo, Sergio Castellitto ci poteva risparmiare la sua canzone promemoria per ricordacelo, però che ci volete fare? Quello sta proprio in fissa con Vasco. Già con Un senso aveva rischiato di rovinare il senso di Non ti muovere. Per fortuna che, a salvare la baracca, allora come oggi ci pensa una donna. Un'attrice. Un'attrice in stato di grazia. In quel caso Penélope Cruz, in questo Jasmine Trinca.


Jasmine Trinca è Fortunata. Di nome. Di fatto è ancora tutto da vedere. Dipende. Che cos'è la fortuna?
Fortunata non è ricca, però fa un lavoro che tutto sommato le piace, la parrucchiera. Lo fa part-time in giro per Roma e un po' in nero, in attesa di aprire un tanto sognato salone di bellezza tutto suo. Fortunata ha una figlia (la piccola Nicole Centanni). Non proprio una figlia adorabile o che la adora, e che con la testa dopo il divorzio dei genitori non ci sta tanto, visto che il giudice la obbliga ad andare da un terapista, però i figli... so' pezzi 'e core.
Fortunata ha anche tre uomini che le sbavano dietro. Andando però a vedere più da vicino, uno è il suo ex marito violento (interpretato da Edoardo Pesce), che sembra cresciuto a pane e Harvey Weinstein...


Un altro è il suo BFF drogato e bipolare (Alessandro Borghi alle prese con una nuova trasformazione fisica)...


E il terzo è il terapista della figlia (Stefano Accorsi), e quindi c'è un certo conflitto d'interesse.

"Hey, dov'è la mia birra?"
"Mi spiace, Stefano, questa era l'ultima che avevano."
"Sei la solita Fortunata, ahahah"

Quindi questa Fortunata è fortunata anche di fatto o meno?
Dipende un po' da quali sono i propri standard. Rispetto a un Gastone, non è certo la più fortunella del mondo. Rispetto a un Paperino, magari un filo di più.

Fortunata è una pellicola fortunata?
Per la prima ora avrei risposto con un sì fragoroso. La macchina da presa di Castellitto segue da vicino la sua star, la sua parrucchiera de Tor Pignattara che vive un'esistenza complicata ma interessante. Lo fa con uno sguardo neorealista 2.0 che, nonostante l'ambientazione che più romanesca non se pò, ha un respiro internazionale. Più che ai Ladri di biciclette, ci avviciniamo dalle parti dei Due giorni, una notte dei Dardenne, con una Jasmine Trinca all'altezza del confronto con Marion Cotillard. Scusate se è poco.
Nonostante i personaggi siano a loro modo tutti dei disperati, la pellicola ha i suoi momenti migliori quando assume i toni da commedia e riesce a far ridere, parecchio pure. Una cosa che uno da uno come Sergio Castellitto non si aspetta, ma invece è un campo in cui ci sa fare, si veda anche il brillante La bellezza del somaro.


Sfiga vuole che però nella seconda parte Fortunata ecceda con la sua parte melodrammatica. Si eccede con le urla, quasi come se fossimo in un film di Gabriele Muccino, solo che qui si corre di meno. Va bene che le urla sono uno dei trend dell'anno, si vedano pure madre!, American Horror Story: Cult o Twin Peaks, ma in questo lavoro stonano, anche considerando il contesto non horror bensì neorealista. L'intreccio ideato dalla sceneggiatrice Margaret Mazzantini, moglie nonché collaboratrice abituale del regista, si fa nella parte finale troppo elaborato e si esagera con i drammi famigliari. Uno si aspetterebbe che una coppia borghese e radical-chic come quella formata da Castellitto e dalla Mazzantini pecchi nella rappresentazione della vita di una “povera” sfortunata parrucchiera. Invece no. Quella è la parte che funziona di più. È la parte più fiction, più soap che non va tanto.
Il momento più basso arriva poi con il citato Vasco. Proprio nel climax della pellicola, ecco che arriva la voce del Blasco e le lacrime che avevi messo sul conto evaporano e i brividi per l'emozione si trasformano in brividi di paura. Peccato perché il resto della variegata colonna sonora non è niente male, tra l'hip-hop romano di “Ogni volta” di Noyz Narcos, la leggerezza che fa sempre innamorare di “Friday I'm in Love” dei Cure, la piovosa “Have You Ever Seen the Rain?” dei Creedence Clearwater Revival e l'efficace evergreen “Let's Twist Again” di Chubby Checker, che fa scatenare la protagonista e Stefano Accorsi in un twist che pare una versione più scomposta e meno studiata di quello visto in Pulp Fiction.


Che cos'è allora la fortuna?
Per un fan di Vasco, trovarsi una sua canzone alla fine di un buon film, quella capace di regalargli la botta vincente.
Per un hater di Vasco, come il sottoscritto, è non trovarsi una sua canzone a rovinare un buon film, quella capace di dargli il colpo di grazia fatale anziché trasformarlo nell'autentico gioiellino che sarebbe potuto essere.
(voto 7-/10)

6 commenti:

  1. L'ho trovato così carico da risultare inverosimile, nel finale, ma anche generosissimo. Lì per lì mi ha dato qualche noia - non che sia noioso, ma - però a distanza di giorni, in attesa di parlarne sul blog, mi accorgo che ha lasciato più del previsto. La Trinca di una potenza clamorosa, e quant'è bella anche in versione sciatta. L'ho preferita e ho preferito però il più teatrale Nessuno si salva da solo: recitato altrettanto bene, ma più asciutto, e con i Radiohead al posto di Vasco.

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  2. Mamma mia Alessandro Borghi! Che trasformazione. Jasmine? A me piace tantissimo, spesso più di certi film che ha girato :)

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  3. Avrebbe potuto essere un GBF (gran bel film) e invece finisce come MQI (melodramma quasi insostenibile)

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  4. A questa Fortunata poco fortunata, che mi sa troppo da melodramma all'italiana, preferisco altri piccoli film sempre italiani, e decisamente più riusciti (sto forse spammando Sole Cuore Amore di cui parlo oggi da me? Sì!).

    Quanto a Vasco, solo cantato da Elio Germano ha un senso al cinema ;)

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  5. Conosco Castellitto... Con lui la fortuna è solo di nome.

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  6. Il Cinema italiano mi fa sempre sudare freddo, ma non sembra così male.
    E la Trinca, come già avevo notato, non sembra male davvero.

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