lunedì 6 maggio 2019

Avengers: Endgame, le recensioni con e senza spoiler (per far contenti tutti)




Avengers: Endgame
Regia: Anthony e Joe Russo
Cast: Robert Downey Jr., Chris Evans, Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Josh Brolin, Paul Rudd, Brie Larson, Karen Gillan, Zoe Saldana e praticamente chiunque altro sia mai comparso nel Marvel Cinematic Universe


LA RECENSIONE SENZA SPOILER


Comincio a registrare questo messaggio nel caso non sopravviva all'intera visione di Avengers: Endgame. Un film che viene annunciato della durata di 3 ore. Un cinecomics di 3 ore?!?
Mi sento già male! Nemmeno fosse una pellicola russa di fantozziana memoria. Per me i lavori Marvel sono un po' come il cinema d'essai stile La corazzata Potëmkin, o anche The Tree of Life, per la gente normale. Li guardo solo perché sono obbligato. Non dal Guidobaldo Maria Riccardelli di turno, come Fantozzi e compagni, ma perché avendo un blog di cinema, ed essendo appassionato di tutto ciò che ha a che fare con la pop culture, mi sentirei troppo escluso a non vederli. Che poi a dirla tutta La corazzata Potëmkin ha una durata di 75 minuti, quindi le 3 ore di Avengers: Endgame al confronto si prospettano ben più pesanti.

Fortuna che qui almeno ci sono Scarlett Johansson, Brie Larson e pare pure Natalie Portman.


Cos'ho contro i cinecomics?
Credo che tutto parta dal fatto che non sono mai stato un enorme patito di fumetti, in generale. I fumetti sono sempre stata la "cosa" di mio papà. Sebbene lui sia orientato più su Topolino e Tex che non su Marvel e DC Comics. A un certo punto c'ha anche provato a trasmettermi la sua passione. Mi ha aiutato ad esempio a mettere in piedi una collezione notevole di Zio Paperone, quello con le storie di Carl Barks. Avevo persino il rarissimo numero 1.


Quando però ho ricevuto una buona offerta, ho messo in atto lo spirito imprenditoriale imparato dal personaggio e non ho esitato a venderla. Una cosa che non credo farei mai con i miei CD. Per quanto adesso in pratica non mi servano più a nulla, visto che la musica le sento principalmente su Spotify o con le cuffiette del mio smart phone, mi dispiacerebbe troppo separarmene. Sono una parte di me, con i loro libretti consumati. La stessa cosa non posso invece dirla per i fumetti, per quanto soprattutto durante l'infanzia/adolescenza ne abbia letti parecchi.

Quanto ai supereroi, il mio amore nei loro confronti è stato ancora inferiore. Da bambino il mio preferito era Batman, per via del suo lato oscuro. Fin dal film di Tim Burton, la mia predilezione è però sempre andata ai cattivoni di turno. Grazie tante, Joker di Jack Nicholson!


Per quanto alcuni di loro siano anche piuttosto sfaccettati e ambigui, alla fine gli eroi tendono comunque a fare gli eroi. A sacrificarsi per gli altri, ben un bene superiore. Un intento nobile, non lo metto in dubbio, per carità. Io però all'eroismo preferisco l'egoismo. Un egoismo non inteso per forza come prevaricazione sugli altri. Non sto parlando di bullismo. Penso più che altro a un egoismo "positivo". Se tutti pensassero a fare davvero il bene per loro stessi, credo vivremmo in un mondo migliore. Chi invece pensa solo a sacrificare la propria felicità per quella degli altri, finisce per essere frustrato. O morto. L'eroismo forzato mostrato nei cinecomics non fa per me. E' come se tutti facessero a gara a chi si sacrifica di più. E' un po' una lotta a chi piscia più lontano, o a chi ce l'ha più lungo. Solo che in questo caso la sfida è a chi è più buono. A chi è più martire. Un concetto che forse sfocia più nel cristiano che nel fumettistico.


Un altro aspetto che non amo dei classici cinecomics sono le scene action: inseguimenti, combattimenti, sparatorie, scazzottate, battaglie e tutti quegli espedienti del cinema fracassone che perlopiù non richiedono alcuno sforzo da parte degli sceneggiatori. Al massimo qualche costo extra per gli effetti speciali e l'uso degli stuntmen. Sono scene sapientemente infilate dentro alle pellicole per allungare il minutaggio, e allo stesso tempo per far contento il grande pubblico meno esigente, senza dover pensare a qualcosa di nuovo. I casi in cui sono girate in maniera davvero spettacolare e originale che mi vengono in mente sono pochi, penso ad esempio a Matrix e a Mad Max: Fury Road. Per il resto, per quanto mi riguarda, sono il grado zero della fantasia cinematografica.

Questi sono i motivi principali per cui con i cinecomics ho un rapporto conflittuale, per non dire di merda. Quelli per cui non sono riuscito ad apprezzare un granché la gran parte dei precedenti titoli del Marvel Cinematic Universe. Nemmeno il recente tanto esaltato Avengers: Infinity War. Riconosco che il finale si è rivelato una bella mossa per attirare la curiosità nei confronti del film successivo, però nel complesso non mi è sembrata una bella pellicola. Da tutti questi presupposti, il mio timore nei confronti delle 3 ore di Avengers: Endgame credo sia quindi più che giustificato.

Inizio così la visione del film come una persona che ha la fobia del buio mentre si addentra nel terzo oscuro episodio dell'ultima stagione di Game of Thrones. O con la stessa sensazione della cherofobica Martina Attili quando prova una gioia. Ovvero con una paura fottuta!


Come sono andate le cose?
Per un racconto più nel dettaglio, vi invito a leggere la recensione con spoiler. Almeno se avete già visto il film. Oppure se non l'avete visto e non avete nemmeno intenzione di guardarlo. In questa recensione senza spoiler mi limito a dire che mi sono ritrovato fin da subito immerso dentro all'atmosfera malinconica e sul triste andante dei primi minuti. A tratti mi è sembrato di guardare un episodio della serie The Leftovers, più che un cinefumetto d'azione. Cosa che in qualche spettatore avrà provocato qualche sbadiglio, mentre io l'ho apprezzata parecchio. Si tratta quindi di una pellicola deprimente?
Niente affatto. Nei minuti successivi la componente ironica prende il sopravvento e devo riconoscere che ho riso. Ho riso parecchio e di gusto. Mi sono divertito come un bambino. Che poi dev'essere questo il segreto del successo delle pellicole Marvel: lasciare a bocca aperta i bimbi e far tornare piccoli gli adulti.

Dopodiché la sceneggiatura sale ulteriormente di livello. Riesce a prendere personaggi come Hulk e Thor e proporli in una veste nuova. Riesce a omaggiare e a ripresentare i precedenti lavori del Marvel Cinematic Universe in una maniera che sarà particolarmente apprezzata dai fan del brand, ma che ha convinto persino un babbano, per non dire un hater della Marvel, come me. Potere delle idee. Potere di una bella scrittura. Lo script di Avengers: Endgame ha delle trovate davvero azzeccate e imprevedibili.



Tutto fantastico? La mia conversione in fan della Marvel si può dire completata?
Non esattamente. In mezzo alle 3 ore di durata, hanno infilato anche una mezz'ora di combattimento pesante. L'unica parte della visione che ho trovato difficoltosa. Meno del solito, comunque, e che fortunatamente non cancella quanto di buono mostrato dal resto del lavoro.

Negli scorsi giorni ridevo al pensiero delle persone che sui social si definivano emotivamente distrutte dalla conclusione di Avengers: Endgame e invece...
Ammetto che alla fine persino io mi sono commosso. Pensavo di essere l'ultima persona al mondo in grado di commuoversi per un film del Marvel Cinematic Universe. Eppure è successo. Mi derido da solo, ma è successo.
Non solo sono sopravvissuto alle 3 ore di visione. A sorpresa, ho amato Avengers: Endgame.
(voto 7,5/10)



LA RECENSIONE CON SPOILER


Il mondo si divide in due categorie. Quelli che sono stati polverizzati da Thanos e quelli che sono sopravvissuti allo schiocco delle dita di Thanos. Quelli che stanno dalla parte del Male e quelli che stanno dalla parte del Bene. Quelli che stanno con Salvini e quelli che stanno contro Salvini. Quelli che tifano Juve e quelli che tifano per qualunque squadra giochi contro la Juve. Quelli che quando esce un nuovo episodio di Game of Thrones gridano al capolavoro assoluto e quelli che gridano alla cagata pazzesca.


Non c'è solo il bianco e il nero. Esistono anche le sfumature, quelle di grigio, di nero, di rosso o di marrone. In un conflitto, la posizione razionalmente più intelligente da occupare è nel mezzo. Cercare di esaminare in maniera obiettiva e imparziale i pro e i contro di ogni fazione. Solo che fare l'arbitro è meno divertente dello scontrarsi. Quando il mondo è diviso in due fazioni opposte, c'è più gusto a stare da una parte o dall'altra. E' per questo probabilmente che esistono le guerre, e sempre esisteranno. Nonostante Stan Lee, nel suo ultimo azzeccatissimo cameo, sia di tutt'altro parere.


Naturalmente ci sono due posizioni opposte anche quando si tratta di cinecomics. Un genere che al cinema in passato aveva già avuto successo, si vedano i film su Superman o su Batman, ma mai quanto negli ultimi due decenni. Tutto è cambiato nel post-11 settembre. Spider-Man di Sam Raimi ha dato voce a un'America, e a un'Occidente, con la voglia di riscattarsi, di rialzare la testa. Una sete di eroismo che è poi stata abbondantemente saziata anche con la trilogia nolaniana di Batman e con Iron Man. Il primo titolo di quello che sarebbe poi diventato il Marvel Cinematic Universe, il franchise cinematografico dal maggior successo commerciale di tutti i tempi. Più di Star Wars, Harry Potter, Twilight, Hunger Games e Fast and Furious vari. Se si sommano gli incassi di ogni film dell'MCU, credo si possa mettere fine al debito pubblico italiano, o qualcosa del genere.

"Gli incassi italiani di Avengers: Endgame saranno presenti nel prossimo DEF."
"Per una volta tanto sono d'accordo con te, Spider-Gigi."


Inevitabile quindi che le pellicole Marvel dividano il mondo tra fan e detrattori. Io mi sono sempre considerato dalla parte di questi ultimi, fin dal primo a mio avviso sopravvalutatissimo Iron Man. Tutti i miei timori e pregiudizi della vigilia sono stati invece spazzati via fin dai primi minuti, e senza manco il bisogno di Gemme dell'Infinito o di schiocchi delle dita. Merito di un'arma più potente: il potere delle idee, di una sceneggiatura ben orchestrata, capace di alternare momenti emozionanti con altri più comici.

Quest'anno mi è capitato di ridere in questo modo con poche altre pellicole. Forse giusto con Green Book e con Non è romantico?. La componente ironica è presente nella maggior parte delle pellicole Marvel, lo ammetto, ma mai in dosi così massicce come in questo lavoro. Escluso Deadpool, che comunque pur essendo un personaggio Marvel Comics non ha mai fatto parte del Marvel Cinematic Universe ufficiale. Non fino all'acquisizione della Fox da parte della Disney, se non altro. In Avengers: Endgame la componente più cazzona e comica in alcune scene prende quasi il sopravvento sul resto. Memorabili in particolare le battute di e sul procione Rocket Raccoon, che dopo Guardiani della Galassia si conferma anche qui il mio personaggio preferito.



Grandissima pure Vedova Nera,  capace di un insospettabile umorismo e di un paio di battute folgoranti, interpretata ancora una volta da una Scarlett Johansson da applausi. Sullo schermo, e pure sul red carpet.


La Scarlettina figura tra le migliori del cast, insieme a un Robert Downey Jr. più toccante che mai.


Molto bene, in maniera inaspettata, pure Jeremy Renner, più espressivo del solito e che sfoggia pure un fighissimo taglio alla Skrillex.


Il suo Clint Barton qui è in versione Ronin, più che Occhio di Falco, e all'inizio si conferma l'Avenger più sfigato e maltrattato. Se nel precedente Avengers: Infinity War manco compariva, qui gli hanno fatto morire l'intera famiglia. Come a Nora Durst (Carrie Coon) nella serie The Leftovers. In seguito comunque le cose gli andranno meglio. Nella lotta a chi si sacrifica di più con Vedova Nera, alla fine ha la peggio. Occhio di falco è talmente incapace che manco riesce a morire. Ad andarsene è invece lei. La morte di Black Widow è una delle scelte che più ho applaudito della sceneggiatura. Non perché sia contento della dipartita del personaggio di Scarlett Johansson, tutt'altro, ma perché il primo film solista su Vedova Nera era stato annunciato come uno dei prossimi titoli dell'MCU, e mo' adesso cosa succede?
La riporteranno in vita in qualche modo, oppure si tratterà di un lavoro prequel che ripercorre le sue origini?

"Non solo m'hanno fatta fuori, ma la morte di Tony Stark ha pure rubato la scena alla mia #mainagioia"

Tra i personaggi che spiccano, e che sanno sorprendere, in Avengers: Endgame vanno poi menzionati anche Hulk (Mark Ruffalo), nella nuova versione metà Bruce Banner e metà mostro verde...


...e poi soprattutto Thor. Un Thor alcolizzato e ingrassato. Ho trovato questa scelta molto azzeccata e... realistica. Per quanto questo possa essere considerato tutto fuorché un film realistico, ci sono piccoli dettagli che lo rendono in qualche modo aderente alla realtà. Per uno scandinavo come Thor, l'alcol è il rifugio ideale in una situazione di crisi. Per un palestrato come lui, inoltre, una volta che smette di allenarsi, mettere su peso è l'ipotesi più probabile.


Un'altra piccola nota di realismo l'ho trovata nel rapporto dei supereroi con le figliolette. Scene di ordinaria quotidianità per cui gli sceneggiatori e i registi si sono probabilmente ispirati alla loro vita di tutti i giorni. Una frase già diventata cult come "Ti amo 3000" sarà anche una trovata di sceneggiatura furbetta, ma allo stesso tempo può benissimo essere la frase inventata da una bambina fantasiosa qualunque. Sono questi minuscoli ma fondamentali dettagli che rendono Avengers: Endgame più umano, più sentito rispetto ai soliti cinefumetti.

"Ti amo 3000."
"Mi commuovi, figliola."
"Veramente ce l'avevo con Chris Evans, non con te papà."

Il film allora mi ha convinto in pieno?
Non proprio. Tra difetti, ci sono attori come Chris Evans che si confermano del tutto inespressivi...

"Sono più espressive le mie chiappe della mia faccia, lo ammetto."

...e devo riconoscere che pure la mia adorata Brie Larson qui non è che offra proporio una recitazione da Oscar. In compenso sfoggia due differenti tagli di capelli, cosa per cui il mitico Rocket Raccoon non manca di sfotterla.

"A quel procione prima o poi gli faccio fare una brutta fine, promesso."

Soprattutto, dopo 2 ore notevoli, il film cede inevitabilmente a uno dei mali che affliggono storicamente il genere dei cinecomics: lo scontro finale. Mi ero illuso, speravo che almeno questa volta me lo avrebbero risparmiato, e invece no. Pure qui è presente. E' una cosa... ineluttabile, come direbbe Thanos. Un cattivo per certi versi molto interessante. La sua decisione di spazzare via metà della popolazione terrestre, per quanto crudele possa sembrare, fa riflettere. Il problema della sovrappopolazione, tirato fuori in maniera interessante ad esempio anche nel libro Libertà di Jonathan Franzen, è una realtà concreta, mica fantascientifica. La soluzione proposta da Thanos è estrema, ma non è discriminatoria. Sotto questo aspetto, Thanos non è come Hitler. Non vuole sterminare una razza in favore di un'altra. Il suo schiocco delle dita è "democratico". Colpisce tutti in maniera casuale: bianchi e neri, ricchi e poveri, belli e brutti, supereroi e non supereroi. A guardare bene, è vero che alcuni personaggi importanti come Spider-Man e Doctor Strange sono stati polverizzati, però c'è da notare che gli Avengers originali sono rimasti tutti in vita. Nel loro caso, la polverizzazione non è parsa poi così indiscriminata. Un colpo di fortuna, o più che altro esigenze di copione?

"Gotta catch 'em all, catch 'em all!"

Per quanto Thanos sia un villain degno di nota, a differenza di altri cattivoni recenti piuttosto insulsi come Voldemort in Harry Potter o il Re della Notte in Game of Thrones, ho adorato il fatto che sia stato fuori all'inizio di Avengers: Endgame in fretta e furia. La tanto temuta minaccia che aveva sconvolto gli spettatori nel finale del precedente Avengers: Infinity War in questo nuovo film viene eliminata dopo appena una manciata di minuti. Questo sì che è un colpo di scena!


A questo punto le lancette dell'orologio si spostano in avanti. Cinque anni più tardi, il mondo ancora non si è ripreso dallo schiocco delle dita più micidiale nella Storia dell'umanità. Gli Avengers, che c'hanno la testa più dura di Thanos, non si sono rassegnati alla scomparsa di metà della popolazione terrestre e ritrovano una speranza grazie all'aiuto del piccolo Ant-Man (Paul Rudd). Altro personaggio, come Occhio di Falco, finora piuttosto sfigato dell'MCU che qui trova la sua riabilitazione e diventa un supereroe di livello alto. Per quanto di lui si possa dire una cosa del genere.


Dopo un inizio capace di alternare momenti di tristezza cosmica a lampi di esilarante umorismo, la sceneggiatura nella seconda ora regala un'altra piacevole svolta. Viene affrontato il tanto abusato tema dei viaggi nel tempo, offrendo un punto di vista un minimo originale. I riferimenti a Ritorno al futuro sono espliciti. Il film con Michael J. Fox viene preso per il culo e allo stesso tempo omaggiato in più di un'occasione. Si cerca però di andare anche oltre la concezione temporale proposta in quella memorabile pellicola.

Un espediente narrativo questo usato non solo per cercare di far tornare i personaggi scomparsi al termine di Infinity War, ma anche per andare a ripercorrere la Storia del Marvel Cinematic Universe, facendo un tuffo in alcune passate pellicole. Permettendo inoltre a Thor di ritrovare la madre e a Tony Stark di conoscere suo padre. E a interpretarlo c'è John Slattery di Mad Men. Un attore di classe, mica il primo pirla che passa.


Al termine di due ore ricche di sorprese e - lo sto dicendo veramente? - di grande cinema, Avengers: Endgame come anticipato sopra ci regala l'ineluttabile scontro finale con un redivivo Thanos. A questo punto scatta una battaglia a dir poco trash, in cui il braccio con le Gemme dell'Infinito viene portato in giro da vari personaggi dell'MCU come se dovessero fare un touchdown al Super Bowl. Un modo per dare un minimo di gloria e di visibilità a personaggi come Black Panther (Chadwick Boseman), fresco reduce dal successo di pubblico e dagli Oscar conquistati con il suo film solista, e pure a Scarlet Witch (Elizabeth Olsen), che prossimamente sarà protagonista sul servizio streaming Disney Plus di WandaVision, una serie tv tutta dedicata a lei e a Vision (Paul Bettany), e quindi vuoi non concederle un minimo di spazio promozionale?


Avessero voluto fare un film coraggioso fino in fondo, questa prevedibile scenona di battaglia ce l'avrebbero potuta risparmiare. Una parte del pubblico però non avrebbe potuto accettare la mancanza di azione e di una guerra epica e quindi anche in questo caso sono stati costretti a inserirla. Che ci volete fare? Si tratta pur sempre di un film Marvel.

Questo comunque è il pre-finale, a mio avviso bruttarello ed evitabile, che conduce al finale vero proprio, bello e parecchio toccante. Anche in questo caso le scene ruffianotte non mancano, così come l'inquadratura che dà spazio a tutti i personaggi o quasi dell'MCU. Quando però arriva la commozione, non ci sono critiche che tengano. Gli sceneggiatori sono riusciti a dare la chiusura perfetta al personaggio di Iron Man.


E non solo a lui. Anche Captain America, che ho sempre trovato troppo buonista e perfettino, trova la conclusione ideale del suo percorso.

"E' la prima volta che Cannibal Kid parla bene di me. Sono commosso."

I registi, i fratelli Russo, si concedono e ci regalano un finale d'altri tempi, evitando la solita scena post credit che in genere si rivela una cacchiata assoluta. Una scelta che avrà fatto infuriare molti fan storici dei cinecomics Marvel, ma che io appoggio in pieno. Come buona parte di questa sorprendente, emozionante, tanto imperfetta quanto umana pellicola.
A sorpresa, ho amato Avengers: Endgame 3000.
(voto 7,5/10)



11 commenti:

  1. Se non durasse tre ore, se non dovessi recuperare i precedenti, pure pure... Chi mi conosce, giura che apprezzerei!

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  2. Questo film aveva 14 milioni di possibilità di essere demolito da te, ed una sola di beccarsi dei complimenti. Sono felice di vivere nell’unica realtà del multiverso che prevede quella possibilità ;-) Cheers

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  3. Concordo su Rocket: merita certamente l'Oscar per il Miglior Procione!

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  4. Ma sei serio? É una merdata colossale.

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  5. Ma infatti questi film sono assolutamente fracassoni. Molto più che i fumetti dai quali provengono.
    Ho visto certi pezzi di precedenti Avengers, sembrano enormi cartoni animati (nel senso che è tutto finto, al computer) e ovviamente tutto un casino.
    Ma fa parte del gioco, del genere.
    Preferisco altri cinecomics, ma non si può non dare atto alla Marvel di aver creato qualcosa di grandioso...

    Moz-

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  6. Questa sì che è una sorpresa!
    Non mi aspettavo questo entusiasmo ma soprattutto questa sentita partecipazione. Io resto allergica, anche se mi sento esclusa da un evento pop collettivo lo vedo su un altro piano rispetto ad Harry Potter, di cui ora sì mi pento dello snobismo. In ogni caso, troppo da recuperare di non così esaltante per dover arrivare a questo finale.

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  7. Condivido ogni singola parola, punto. Una chiusura del cerchio perfetta, per appassionati... e non, a quanto pare ;-)

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  8. No ma davvero, ma che caspita hai detto? Non c'ho capito niente :D
    Comunque grazie di questa recensione senza spoiler ;)

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  10. Sono talmente sconvolto che quasi ti amo tremila. Il che mi sconvolge tremila.

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  11. Io dopo 15 minuti ero già stanco di vederlo. E più andava avanti più peggiorava. SPOILER: ma non potevano prendere le gemme quando erano già tutte insieme (o almeno in gran parte) nel guanto e farsi aiutare dalla signorina Marvel per sconfiggere il cattivone?

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