La sindrome da film di nicchia ha colpito ancora. Tutti a parlare di Tarantino, di Almodóvar, persino dell'italiano Il traditore, e invece la Palma d'oro del Festival di Cannes 2019 è andata a... una pellicola sudcoreana intitolata Gisaengchung.
Non vi è chiaro?
E allora chiamiamolo con il suo titolo inglese: Parasite. Un film impegnato, che parla di ricchi e poveri...
No, non quei Ricchi e Poveri, la band italiana che imitava gli ABBA. O forse erano gli ABBA che imitavano i Ricchi e Poveri? Parasite parla invece dello scontro tra classi sociali, tra i ricchi e i poveri appunto. Un tema forte, sempre attuale, raccontato dalla macchina da presa di Bong Joon-ho, regista che di recente ha lavorato con grandi divi hollywoodiani nel poco riuscito Snowpiercer e nel parecchio intrigante Okja.
Premio giusto? Altri lavori avrebbero meritato di più?
Questo non ve lo so dire. Anche quest'anno purtroppo sulla Croisette non ero presente, quindi il mio resoconto lascia il tempo che trova. A scatola chiusa, senza aver visto i titoli in concorso, posso dire che c'è un po' di delusione perché i miei pupilli Quentin Tarantino, Terrence Malick, Xavier Dolan e Abdellatif Kechiche non si sono portati a casa manco un premio...
A dirla tutta, non è del tutto esatto. C'era una volta a... Hollywood si è aggiudicato la Dog Palm, la Palma per il miglior attore cane... cosa che detta così non suona troppo bene e sembra un premio ad hoc pensato apposta per Gabriel Garko... invece la vittoria è andata al pitbull Brandy. Almeno una gioia per Tarantino è arrivata dal mondo canino.#mainagioia #nagioia
Delusione pure per i fan di Pedro Almodóvar, lo spagnolo che nella sua carriera ha ricevuto vari riconoscimenti, pure a Cannes, ma mai la Palma d'oro di miglior pellicola, che anche quest'anno gli è sfuggita, nonostante fosse il favorito della vigilia. La consolazione comunque è arrivata dal premio di miglior attore protagonista finito al suo attore feticcio e alter ego cinematografico Antonio Banderas.
Per il resto tra i premiati c'è tanto cinema francese, che sono curioso di vedere. Il premio più inaspettato è forse quello per la miglior regia ai fratelli Dardenne. Storicamente i due registi belgi sono parecchio amati sulla Croisette, certo, ma quest'anno il loro ultimo Le jeune Ahmed non è che avesse accolto tutte queste attenzioni. La loro pellicola probabilmente si rivelerà molto ben girata, però devo dire che così, senza aver visionato i titoli in gara, dare il premio per la miglior regia a loro anziché a gente come Tarantino o Dolan è un po' come assegnare il Pallone d'oro a Luka Modrić invece che a Cristiano Ronaldo o Mbappé. Cosa che poi è anche questa successa.
Il Palmarès quest'anno si è quindi rivelato poco glamour, a parte Banderas, e parecchio di nicchia. C'è poco da fare. Quando uno è chiamato a fare il giurato in un Festival, la sua mente esclude da subito i lavori più pompati e discussi e si concentra su quelli meno appariscenti, almeno sulla carta. Cosa che ci sta, anche perché chi sono io per mettere in discussione le decisioni del presidente di giuria Alejandro González Iñárritu, autore del sommo capolavoro Birdman, e di giurate come Alice Rohrwacher ed Elle Fanning?
Ben venga allora il premio a Parasite, che non vedo l'ora di vedere e di giudicare a mia volta, anche se - scusate, sarò superficiale io - continuo comunque ad attendere "leggermente" di più C'era una volta a... Hollywood. E comunque poteva finire peggio. Poteva vincere il nuovo tenoretto pop Alberto Urso come ad Amici di Maria de Filippi. Oppure poteva vincere Bran Stark.
Palma d'oro: Gisaengchung di Bong Joon-ho
Grand Prix Speciale della Giuria: Atlantique di Mati Diop
Prix de la mise en scène: Jean-Pierre e Luc Dardenne per Le jeune Ahmed
Prix du scénario: Céline Sciamma per Portrait de la jeune fille en feu
Prix d'interprétation féminine: Emily Beecham per Little Joe
Prix d'interprétation masculine: Antonio Banderas per Dolor y gloria
Premio della giuria: Les Misérables di Ladj Ly ex-aequo Bacurau di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles
Menzione speciale della giuria: It Must Be Heaven di Elia Suleiman
Premio Un Certain Regard: A vida invisível de Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz
Premio della Giuria: O que arde di Oliver Laxe
Miglior Regia: Kantemir Balagov per Dylda
Miglior Interpretazione: Chiara Mastroianni per Chambre 212
Premio Speciale della Giuria: Liberté di Albert Serra
Coups de Coeur: La femme de mon frère di Monia Chokri ex-aequo The Climb di Micheal Angelo Covino
Menzione Speciale della Giuria: Jeanne di Bruno Dumont
Gran Premio Settimana Internazionale della Critica: J’ai perdu mon corps di Jérémy Clapin
Premio Rivelazione Louis Roederer Foundation: Hvítur, hvítur dagur di Hlynur Pálmason
Premio SACD: Nuestras madres di César Díaz
Aide Fondation Gan à la Diffusion: Vivarium by Lorcan Finnegan
Premio Scoperta Leica Cine del cortometraggio: She Runs di Qiu Yang
Premio Canal+ del cortometraggio: Ikki illa meint, di Andrias Høgenni
Premio Europa Cinema Label: Alice et le maire di Nicolas Pariser
Premio SACD: Une fille facile di Rebecca Zlotowski
Premio Illy per il cortometraggio: Hãy tỉnh thức và sẵn sàng di An Pham Thien
Primo premio - Mamo a mano, regia di Louise Courvoisier
Secondo premio - Hiêu, regia di Richard Van
Terzo premio - Ambience, regia di Wisam Al Jafari e Duszyczka, regia di Barbara Rupik (ex aequo)
Caméra d'or: Nuestras madres di Cesar Diaz
Premio Fipresci:
Concorso: It Must Be Heaven di Elia Suleiman
Un Certain Regard: Dylda di Kantemir Balagov
Quinzaine des réalisateurs: The Lighthouse di Robert Eggers
Premio della Giuria Ecumenica: A Hidden Life di Terrence Malick
L'Œil d'or: For Sama di Waad Al Kateab e Edward Watts (ex aequo) La Cordillera de los sueños di Patricio Guzmán
Queer Palm: Portrait de la jeune fille en feu di Céline Sciamma
Cortometraggio Queer Palm: La Distance entre le ciel et nous di Vasilis Kekatos
Premio François-Chalais: A Hidden Life di Terrence Malick
Trophée Chopard:
Rivelazione femminile: Florence Pugh
Rivelazione maschile: François Civil
Premio dell'AFCAE: Gisaengchung di Bong Joon-ho
Menzione speciale: Les Misérables di Ladj Ly
Dog Palm: C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time in... Hollywood) per il pitbull Brandy
Premio Pierre Angénieux: Bruno Delbonnel
Cannes Soundtrack Award:
Disque d'Or: Alberto Iglesias per Dolor y gloria
Disque d'Or d'honneur: Jean-Michel Blais per Matthias & Maxime
Premio CST dell'Artista-Tecnico: Flora Volpeliere per il montaggio e Julien Poupard per le luci e l'ambientazione di Les Misérables
Menzione speciale: Claire Mathon per la fotografia di Portrait de la jeune fille en feu e Atlantique
Palma d'oro onoraria: Alain Delon
Carrosse d'Or: John Carpenter
Il glamour sarà un po' mancato tra i premi, ma non è certo mancato sulla Croisette. Ecco qui di seguito le Palme di Pensieri Cannibali alle più fighe e ai più fighi passati al Festival di Cannes 2019.
#10 Leyna Bloom
#9 Chiara Ferragni
#8 Penélope Cruz
#7 Marion Cotillard
#6 Léa Seydoux
#5 Mektoub, My Love: Intermezzo (l'intero cast femminile)
#4 Virginie Efira e Adèle Exarchopoulos
#3 Selena Gomez
#2 Elle Fanning
#1 Margot Robbie
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Quentin Tarantino
Non vi è chiaro?
E allora chiamiamolo con il suo titolo inglese: Parasite. Un film impegnato, che parla di ricchi e poveri...
No, non quei Ricchi e Poveri, la band italiana che imitava gli ABBA. O forse erano gli ABBA che imitavano i Ricchi e Poveri? Parasite parla invece dello scontro tra classi sociali, tra i ricchi e i poveri appunto. Un tema forte, sempre attuale, raccontato dalla macchina da presa di Bong Joon-ho, regista che di recente ha lavorato con grandi divi hollywoodiani nel poco riuscito Snowpiercer e nel parecchio intrigante Okja.
Premio giusto? Altri lavori avrebbero meritato di più?
Questo non ve lo so dire. Anche quest'anno purtroppo sulla Croisette non ero presente, quindi il mio resoconto lascia il tempo che trova. A scatola chiusa, senza aver visto i titoli in concorso, posso dire che c'è un po' di delusione perché i miei pupilli Quentin Tarantino, Terrence Malick, Xavier Dolan e Abdellatif Kechiche non si sono portati a casa manco un premio...
A dirla tutta, non è del tutto esatto. C'era una volta a... Hollywood si è aggiudicato la Dog Palm, la Palma per il miglior attore cane... cosa che detta così non suona troppo bene e sembra un premio ad hoc pensato apposta per Gabriel Garko... invece la vittoria è andata al pitbull Brandy. Almeno una gioia per Tarantino è arrivata dal mondo canino.
Delusione pure per i fan di Pedro Almodóvar, lo spagnolo che nella sua carriera ha ricevuto vari riconoscimenti, pure a Cannes, ma mai la Palma d'oro di miglior pellicola, che anche quest'anno gli è sfuggita, nonostante fosse il favorito della vigilia. La consolazione comunque è arrivata dal premio di miglior attore protagonista finito al suo attore feticcio e alter ego cinematografico Antonio Banderas.
Per il resto tra i premiati c'è tanto cinema francese, che sono curioso di vedere. Il premio più inaspettato è forse quello per la miglior regia ai fratelli Dardenne. Storicamente i due registi belgi sono parecchio amati sulla Croisette, certo, ma quest'anno il loro ultimo Le jeune Ahmed non è che avesse accolto tutte queste attenzioni. La loro pellicola probabilmente si rivelerà molto ben girata, però devo dire che così, senza aver visionato i titoli in gara, dare il premio per la miglior regia a loro anziché a gente come Tarantino o Dolan è un po' come assegnare il Pallone d'oro a Luka Modrić invece che a Cristiano Ronaldo o Mbappé. Cosa che poi è anche questa successa.
Il Palmarès quest'anno si è quindi rivelato poco glamour, a parte Banderas, e parecchio di nicchia. C'è poco da fare. Quando uno è chiamato a fare il giurato in un Festival, la sua mente esclude da subito i lavori più pompati e discussi e si concentra su quelli meno appariscenti, almeno sulla carta. Cosa che ci sta, anche perché chi sono io per mettere in discussione le decisioni del presidente di giuria Alejandro González Iñárritu, autore del sommo capolavoro Birdman, e di giurate come Alice Rohrwacher ed Elle Fanning?
Ben venga allora il premio a Parasite, che non vedo l'ora di vedere e di giudicare a mia volta, anche se - scusate, sarò superficiale io - continuo comunque ad attendere "leggermente" di più C'era una volta a... Hollywood. E comunque poteva finire peggio. Poteva vincere il nuovo tenoretto pop Alberto Urso come ad Amici di Maria de Filippi. Oppure poteva vincere Bran Stark.
I premi di Cannes 2019
Concorso
Palma d'oro: Gisaengchung di Bong Joon-ho
Grand Prix Speciale della Giuria: Atlantique di Mati Diop
Prix de la mise en scène: Jean-Pierre e Luc Dardenne per Le jeune Ahmed
Prix du scénario: Céline Sciamma per Portrait de la jeune fille en feu
Prix d'interprétation féminine: Emily Beecham per Little Joe
Prix d'interprétation masculine: Antonio Banderas per Dolor y gloria
Premio della giuria: Les Misérables di Ladj Ly ex-aequo Bacurau di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles
Menzione speciale della giuria: It Must Be Heaven di Elia Suleiman
Un Certain Regard
Premio Un Certain Regard: A vida invisível de Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz
Premio della Giuria: O que arde di Oliver Laxe
Miglior Regia: Kantemir Balagov per Dylda
Miglior Interpretazione: Chiara Mastroianni per Chambre 212
Premio Speciale della Giuria: Liberté di Albert Serra
Coups de Coeur: La femme de mon frère di Monia Chokri ex-aequo The Climb di Micheal Angelo Covino
Menzione Speciale della Giuria: Jeanne di Bruno Dumont
Settimana Internazionale della Critica
Gran Premio Settimana Internazionale della Critica: J’ai perdu mon corps di Jérémy Clapin
Premio Rivelazione Louis Roederer Foundation: Hvítur, hvítur dagur di Hlynur Pálmason
Premio SACD: Nuestras madres di César Díaz
Aide Fondation Gan à la Diffusion: Vivarium by Lorcan Finnegan
Premio Scoperta Leica Cine del cortometraggio: She Runs di Qiu Yang
Premio Canal+ del cortometraggio: Ikki illa meint, di Andrias Høgenni
Quinzaine des Réalisateurs
Premio Europa Cinema Label: Alice et le maire di Nicolas Pariser
Premio SACD: Une fille facile di Rebecca Zlotowski
Premio Illy per il cortometraggio: Hãy tỉnh thức và sẵn sàng di An Pham Thien
Cinéfondation
Primo premio - Mamo a mano, regia di Louise Courvoisier
Secondo premio - Hiêu, regia di Richard Van
Terzo premio - Ambience, regia di Wisam Al Jafari e Duszyczka, regia di Barbara Rupik (ex aequo)
Altri premi
Caméra d'or: Nuestras madres di Cesar Diaz
Premio Fipresci:
Concorso: It Must Be Heaven di Elia Suleiman
Un Certain Regard: Dylda di Kantemir Balagov
Quinzaine des réalisateurs: The Lighthouse di Robert Eggers
Premio della Giuria Ecumenica: A Hidden Life di Terrence Malick
L'Œil d'or: For Sama di Waad Al Kateab e Edward Watts (ex aequo) La Cordillera de los sueños di Patricio Guzmán
Queer Palm: Portrait de la jeune fille en feu di Céline Sciamma
Cortometraggio Queer Palm: La Distance entre le ciel et nous di Vasilis Kekatos
Premio François-Chalais: A Hidden Life di Terrence Malick
Trophée Chopard:
Rivelazione femminile: Florence Pugh
Rivelazione maschile: François Civil
Premio dell'AFCAE: Gisaengchung di Bong Joon-ho
Menzione speciale: Les Misérables di Ladj Ly
Dog Palm: C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time in... Hollywood) per il pitbull Brandy
Premio Pierre Angénieux: Bruno Delbonnel
Cannes Soundtrack Award:
Disque d'Or: Alberto Iglesias per Dolor y gloria
Disque d'Or d'honneur: Jean-Michel Blais per Matthias & Maxime
Premio CST dell'Artista-Tecnico: Flora Volpeliere per il montaggio e Julien Poupard per le luci e l'ambientazione di Les Misérables
Menzione speciale: Claire Mathon per la fotografia di Portrait de la jeune fille en feu e Atlantique
Premi speciali
Palma d'oro onoraria: Alain Delon
Carrosse d'Or: John Carpenter
Il glamour sarà un po' mancato tra i premi, ma non è certo mancato sulla Croisette. Ecco qui di seguito le Palme di Pensieri Cannibali alle più fighe e ai più fighi passati al Festival di Cannes 2019.
Palma d'oro alle più fighe
#10 Leyna Bloom
#9 Chiara Ferragni
#8 Penélope Cruz
#7 Marion Cotillard
#6 Léa Seydoux
#5 Mektoub, My Love: Intermezzo (l'intero cast femminile)
#4 Virginie Efira e Adèle Exarchopoulos
#3 Selena Gomez
#2 Elle Fanning
#1 Margot Robbie
Palma d'oro ai più fighi
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Quentin Tarantino
Ho visto solo Dolor y gloria, e sono felicissimo per il premio a Banderas: assolutamente meritato per calciare via la gallina Rosita.
RispondiEliminaConosco nessun film, al contrario delle classi...fighe ;)
RispondiEliminaMargot prima in tutto, anche come film (mentre si pettina dopo la doccia). Il resto è contorno.
RispondiEliminaE pure sfumato.
Quest'anno l'ho seguito davvero poco Cannes, ma condividiamo scelte di croisette e di attese spasmodiche: Tarantino, Dolan e Kechiche, il magico trio.
RispondiEliminaA parte i primi due posti della classifica delle fanciulle, non tra le mie favorite, per il resto gran decina quest'anno a Cannes da quel punto di vista.
RispondiEliminaPer il resto, aspetto al varco Bong.
Del poco riuscito Snowpiercer
RispondiElimina...no comment
Non conoscevo la categoria della palma d'oro alle più fighe e l'ho trovata molto... stimolante. Intellettualmente, naturalmente.
RispondiEliminaSpero che il film coreano ottenga una distribuzione decente dopo questa premiazione per vederlo, ma sicuramente non mi perderò l'ultimo di Tarantino appena arriverà al cinema!
(comunque Snowpiercer è un film grandioso!!!)
RispondiEliminaCosa rende un bel film https://casacinema.tube con una persona? Intrattiene? O forse insegna? O eleva? Un buon film fa tutto allo stesso tempo. Altrimenti, stai semplicemente perdendo tempo davanti allo schermo.
RispondiEliminaair max 97
RispondiEliminared bottoms
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