lunedì 4 novembre 2019

Under the Silver Lake: non è la destinazione, ma è il trip che conta





Under the Silver Lake
Regia: David Robert Mitchell
Cast: Andrew Garfield, Riley Keough, Callie Hernandez, Riki Lindhome, Grace Van Patten, Jimmi Simpson, Zosia Mamet, Topher Grace, Bobbi Salvör Menuez, Sydney Sweeney, Don McManus


Ci sono film che è meglio vedere alla cieca. Non nel senso che bisogna guardarli bendati. Che avete capito, scemi? Nel senso che è meglio non sapere nulla prima. Quindi, a questo punto, a cosa serve una recensione? Che poi in generale, a cosa serve la critica cinematografica? Oggi non sembra più contare un granché. Tra i post promozionali pubblicati dalla pagina ufficiale di Joker, ad esempio, ce n'è uno in cui c'è scritto:
"Il film dell'anno. Capolavoro assoluto." - Federico
Ah ok, allora se lo dice l'illustre Federico, dev'essere sicuramente così, possiamo fidarci tutti.



Viviamo quindi in un'epoca in cui il parere di tale Federico oggi vale quanto quello dei fu Roger Ebert o Paolo Mereghetti un tempo... Ah, come dite? Il Mereghetti è ancora vivo? Ne siamo sicuri?

"Io mi tocco, che è meglio."

Per carità è giusto che sia così. Ogni opinione è rispettabile. Siamo tutti uguali e tutti importanti e bla bla bla vai di politically correct. Allora però, tornando al punto di prima, a cosa diavolo può servire una recensione oggi?

A consigliare, ad esempio. A consigliare di procurarvi Under the Silver Lake e immergervi nel suo folle, assurdo ma poi in fondo a ben vedere mica così assurdo, mondo.


Solo che poi adesso il resto dello spazio del post come lo occupiamo?

Potremmo postare GIF di gattini che fanno cose simpatiche.


Ma quanto sono teneri?

Oppure potremmo parlare del tempo. Avete visto? È arrivato l'autunno e con esso anche la pioggia, la nebbia, il brutto tempo. Non è una cosa incredibile? Chi l'avrebbe mai detto? I meteorologi? Ma va, quelli sono peggio dei critici cinematografici: non c'azzeccano mai una mezza volta. Dove non c'è il brutto tempo è invece a Los Angeles, la città in cui è ambientato Under the Silver Lake. Un film che può essere considerato una guida alla L.A. di oggi, tra hipster e attori, un po' come C'era una volta a... Hollywood è una guida tra le strade e i luoghi della L.A. del 1969, tra hippie e attori. Solo che quello è un lavoro di Quentin Tarantino e allora tutti a gridare al capolavoro, questo invece l'ha realizzato David Robert Mitchell e non se l'è filato quasi nessuno. Anche perché, chi è David Robert Mitchell?


È quello che una manciata di anni fa con It Follows aveva diviso il mondo tra chi lo definiva l'horror dell'anno e chi parlava di sopravvalutata cagata pazzesca. Per me in effetti era stato l'horror dell'anno, e forse definirlo solamente un horror era limitativo. Con Under the Silver Lake, David Robert Mitchell conferma l'impressione che a lui i generi vanno stretti. Il suo nuovo film in teoria sarebbe un noir che racconta la ricerca di una ragazza scomparsa, soltanto che è talmente stralunato e strafumato da finire per sembrare una commedia allucinata. In pratica, è come Omicidio a luci rosse di Brian De Palma che incontra una comedy con Seth Rogen. O Mulholland Drive di David Lynch realizzato con uno stile a metà strada tra Vizio di forma di Paul Thomas Anderson e Fatti, strafatti e strafighe.


A tratti mi è sembrato un viaggio, un trip, più che una semplice pellicola. In taluni momenti mi ha ricordato Eyes Wide Shut e persino Alice nel paese delle meraviglie. Più che essere solo un film, Under the Silver Lake si inventa un intero mondo, fatto di fumetti, di leggende metropolitane, di serial killer di cani, di locali che suonano musica vintage anni '90, di gruppi musicali inventati di sana pianta, come i Jesus & the Brides of Dracula, e varie altre cose.


A portarci a spasso in questo mondo, e a cercare di trovare le connessioni che legano tutti gli elementi sparsi lungo la vicenda, ci pensa un Andrew Garfield che, dopo il tremendo La battaglia di Hacksaw Ridge e il noioso Silence, torna a essere il (non più così) giovane attore promettente che sembrava fino a qualche anno fa e in una scena si permette pure di ironizzare sul suo passato da (non così) Amazing Spider-Man.


A qualcuno – magari all'esperto di cinema Federico – potrà sembrare un pastrocchio, una combinazione insensata di generi differenti messi insieme a caso come fatto qualche anno fa dal sottovalutato Southland Tales di Richard Kelly, un film che non ha idea di dove andare a parare. Per me il suo bello è proprio questo. Under the Silver Lake si è rivelata la visione più sorprendente degli ultimi mesi e forse, anzi probabilmente, è una pellicola che non arriva da nessuna parte. Come si suol dire, però: non è la destinazione, ma è il viaggio che conta.
(voto 8,5/10)

Il vero mistero del film: cosa ci fa Francesco Mandelli nei panni di Ruggero De Ceglie?


4 commenti:

  1. Garfield mi piace molto, ma già avevo odiato It follows... Questo pare più strambo ancora.

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  2. Ai paroloni di Federico preferirò sempre i consigli che trovo qui :)
    Anche perché questo Under the silver lake chissà perché (il lago, certo, il lago) lo confondevo con il soporifero Night Moves.
    Mi hai incuriosito al punto giusto, anche se il paragone con il soporiferosissimo Southland Tales un po' mi spaventa.

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  3. Essendo stato uno dei detrattori di It follows ai tempi, non so se avventurarmi in questa visione.
    Poi, certo, dovesse farmi cagare mi piacerebbe proprio darti contro, quindi anche un recupero non sarebbe male.
    Dovrò prendermi del tempo per prendere l'ardua decisione.

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  4. I paragoni che fai con altre opere fanno subito venir voglia di tuffarsi nei film. Comunque, strano caso, proprio l'altro giorno, rivedendo La La Land e facendo un'associazione tra Emma Stone e il suo ex Andrew Garfield, mi sono chiesta che fine avesse fatto, appunto, quest'ultimo che non vedo e sento nominare dai tempi di Silence (che comunque a me è piaciuto moltissimo). Ah, e anche io credo che It Follows sia un film notevole. Quindi non mi resta altro che recuperare anche questo.

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