domenica 31 ottobre 2021

La musica di ottobre 2021: quella che fa bene alle orecchie, e quella che le fa sanguinare

 



L'autunno musicale entra nel vivo, con il ritorno di molti pezzi grossi, e pure anche di qualche pezzo di M. Senza offesa, eh.
Ce n'è insomma per tutti i gusti, in un ottobre ricco di proposte. Tra nomi molto noti e altri meno, ma che meritano un ascolto. O anche più di uno.



Per me è no

#4 Fedez

Giuro, la tua canzone mi fa venire voglia di sbattere la testa contro il muro.
E litigare con te, Fedez, è meglio del cinema.
Sì, di un cinepanettone o al massimo di un cinecomic.

 


#3 Vasco Rossi

Vasco Rossi mi piacerebbe anche. Quando leggo le sue interviste, ad esempio spesso mi ritrovo nelle sue parole. Le nostre visioni dalla vita e della politica sono vicine. Condivido decisamente ciò che ha detto di recente su Salvini, Meloni, no vax e sui nuovi artisti della scena italiana. Peccato solo che di professione faccia il cantante. E io trovo più gradevole ascoltare un ubriaco stonato con il mal di gola. Ho forse appena dato la definizione più azzeccata di Vasco Rossi di sempre?
La conferma arriva dall'attacco del suo nuovo singolo "Siamo qui" (ma non l'aveva già fatto un pezzo intitolato così?), dove ormai non si preoccupano più manco in fase di produzione di nascondere le sue stonature. Per aver pubblicato la sua nuova canzone lo stesso giorno di Adele, provo imbarazzo e pure un po' di pena per lui.

 


#2 Coldplay

Il nuovo disco dei Coldplay sta alla musica come Avatar sta al cinema. Detto da me, non è un certo un complimento.
“Music of the Spheres”, o meglio Saturn.svg (non prendetevela con me, l’hanno davvero chiamato così), è un concept album sullo spazio e in tal senso è anche riuscito, visto che suona come il vuoto cosmico. I fastidiosi singoli “Higher Power” e “My Universe” non sono nemmeno tra le cose peggiori, fate voi. Fa venire una gran tristezza, e pure una certa rabbia, pensare che Chris Martin e compagni un tempo ci regalavano pezzi da brividi come “Yellow” e “Fix You”, e ora producono monnezza come Infinite.svg. Più che una canzone, un inno da stadio. Roba che al confronto “Ollellè, ollallà, faccela vedè, faccela toccà” passa per un capolavoro intellettuale.

I Coldplay ormai sono come Striscia la notizia. Ogni volta che pensi non possano cadere più in basso, loro puntualmente ti smentiscono. La buona notizia è che Chris Martin ha annunciato che i Coldplay si fermeranno al dodicesimo album. Quella cattiva è che sono ancora al nono.

 


#1 Alessandra Amoroso
e Ultimo

Se faranno una seconda stagione di Squid Game, e probabilmente la faranno, tra le nuove sfide potrebbe esserci l'ascolto integrale dei nuovi album di Alessandra Amoroso e Ultimo. Per completezza di giudizio e d'informazione, io c'ho anche provato a sentirli, ma non ce l'ho proprio fatta fisicamente. Le mie orecchie hanno detto: "No, no, no".
Le loro voci sono la mia kryptonite e questi due hanno deciso bene di pubblicare i loro nuovi nella stessa data, il 22 ottobre 2021. Sono stupito di essere riuscito a sopravvivere a quel giorno.

 




Per me è boh

Salmo

Il nuovo album di Salmo si chiama "FLOP", ma non è un flop. Su Spotify è un prevedibile successone. Quello che lo stesso rapper sardo ha ironicamente definito "il suo disco peggiore", rischia però di esserlo veramente. Non che sia un lavoro brutto. Dentro ci sono anche un paio di bombe ("Criminale" e "Fuori di testa"), e contiene qualche verso da appuntare (ad esempio "Ho messo la testa a posto, non ricordo dove"), solo che sembra ricalcare il sentiero già tracciato dal precedente più convincente "Playlist" e non aggiunge niente rispetto a quanto fatto in passato. Non per fare per forza i ca*aca**i a tutti i costi, però da lui era lecito aspettarsi di più. Il nuovo album di Salmo non è un flop. È un meh.




Per me è sì

#9 Måneskin

Godo al pensiero di qualche rockettaro DOC che ascoltando alla radio "MAMMAMIA" si domanderà: "Mamma mia, ma cos'è 'sta figata?!?", poi dopo, scoprendo che sono i vincitori del Festival di Sanremo e dell'Eurovision Song Contest 2021, ritratterà dicendo: "Mamma mia, ma cos'è 'sto schifo?".
Ciò che non cambia è che il loro nuovo pezzo c'ha un tiro pazzesco, il video è fichissimo e i Måneskin oggi possiedono una carica, musicale e sessuale, come poche altre band in circolazione nel mondo. E presto apriranno pure per i Rolling Stones. Ma tranquilli che siete sempre più rock'n'roll voi di loro. #statece

 


#8 Duran Duran
e Tears for Fears

Non si esce vivi dagli anni '80?
A quanto pare, qualcuno invece c'è uscito vivo, e pure con stile. I Duran Duran hanno appena pubblicato il valido album "Future Past" che, come ben sintetizzato nel titolo, riesce a gettare un'occhiata nostalgica al loro sound del passato, offrendo allo stesso tempo uno sguardo a quello che potrebbe essere il loro futuro.

Intanto stanno tornando sulle scene pure delle altre leggende degli 80s, i sempre troppo sottovalutati Tears for Fears. In attesa del loro nuovo album "The Tipping Point", in arrivo nel febbraio del 2022, hanno anticipato il lavoro con la title track, un pezzo di gran classe che lascia decisamente ben sperare. Quindi sì, si può uscire vivi dagli anni '80, caro Manuel Agnelli.

 



#7 The War on Drugs

The War on Drugs. La guerra alle droghe. Un nome ironico? Considerando che la musica di questa band ha un che di psichedelico che farebbe venire voglia di strafarsi pure a Giovanardi, sospetto di sì. Il loro nuovo “I Don’t Live Here Anymore” è un perfetto “road album”, cioè il corrispettivo musicale di un “road movie”. Un disco pieno di canzoni notevoli che è pure un trip, in tutti i sensi, quindi buon viaggio a tutti. Anche a Giovanardi.

P.S. Solo io ho l’impressione che “I Don’t Wanna Wait” sia un omaggio alla sigla di Dawson’s Creek?!?

 


#6 Jarvis Cocker

Il cantante dei Pulp che reinterpreta vecchie canzoni francesi come accompagnamento musicale del nuovo film di Wes Anderson, The French Dispatch. Non riesco a immaginare niente di più hipster di così, forse perché probabilmente non esiste. Se poi vi acquistate la versione in vinile, venite proclamati re degli hipster con effetto immediato. Nonostante questo, o probabilmente proprio per questo, “Chansons d'Ennui Tip-Top” è una delle esperienze d'ascolto più raffinate e cool che potete fare in questo periodo. L'antidoto perfetto a un mese funestato dagli ultimi orrori discografici di Ultimo e Alessandra Amoroso, che hanno per altro deciso di pubblicare i loro nuovi album lo stesso giorno. Non so, già che ci siete volete anche sferrarci un pugno alla Conor McGregor?

 


#5 Lana Del Rey

Io mi stufo rapidamente di tutto. Tanto per dire, devo confessare che negli ultimi tempi mi stanno stufando persino Jessica Chastain e Denis Villeneuve, e non credevo fosse possibile. Lana Del Rey invece no. Appena lo scorso marzo aveva pubblicato un valido album, "Chemtrails Over the Country Club", e adesso se n'è uscita con un altro, "Blue Banisters", che non è da meno. Nonostante sia passato così poco tempo e la formula sia sempre la stessa, a questo giro come varianti ci sono giusto un interludio da western morriconiano e un duetto con Miles Kane dei The Last Shadow Puppets, ascoltare la sua voce per me resta sempre un piacere. Mi provoca la pace dei sensi. Prima o poi mi stuferò anche di lei, ne sono convinto ogni volta che sta per arrivare un suo nuovo disco, ma ancora non siamo arrivati a quel punto.

 


#4 Poppy

Moriah Rose Pereira in arte si fa chiamare Poppy, eppure la sua musica non è che sia particolarmente pop. Ha iniziato con un suono electro parecchio artificiale, quindi si è data all’heavy metal industrial e ora con il suo nuovo fighissimo album “Flux” è passata a un alternative rock grunge dalle forti influenze anni ’90. Per farvi un’idea, provate a immaginare una creatura aliena come Grimes che canta i pezzi di Garbage e Nirvana. Una roba poco pop, ma molto Poppy. E a chi non piacciono le Poppy?

 


#3 Adele

Sono una persona semplice. Datemi una nuova canzone di Adele, e mi metto a piangere.
Che poi non è che sto piangendo. Mi è solo entrata una bruschetta nell'occhio.
La sua nuova "Easy on Me" comunque può anche non piacere. Se non avete delle orecchie e un cuore correttamente funzionanti, può benissimo non piacervi.

 


#2 Joy Crookes

Ci sono voci che mi fanno stare immediatamente male. Come quella di Alessandra Amoroso. Quella di Kekko dei Modà. Quella di Mario Giordano. E poi per fortuna ci sono anche delle voci che mi fanno sentire subito bene. Come quella di Adele. Quella di Amy Winehouse. Quella di Joy Crookes. Chi è Joy Crookes?
È una giovane cantautrice britannica-irlandese-bengalese che ha appena pubblicato il suo album d’esordio “Skin”. Valido?
No, deppiù. Contiene tipo la canzone più bella del mondo, “When You Were Mine”, e altre prelibatezze pop-soul fuori dal tempo che fanno bene alle orecchie e sono cibo per l’anima. Se la vita non vi dà #mainagioia, fatevi un regalo. Ascoltate Joy Crookes, una gioia di nome e di fatto.



#1 Sam Fender

Sam Fender aveva una gran voce, che a tratti ricordava quella di Jeff Buckley e di Hozier. Il suo album d'esordio “Hypersonic Missiles”, per quanto contenesse spunti non male, era però ancora acerbo. Non aveva ancora trovato la sua strada. Non aveva trovato la sua “Voce”, intesa come nel pezzo sanremese di Madame.
Con il suo secondo disco “Seventeen Going Under”, Sam ha aggiustato il tiro. Non ha messo insieme una semplice collezione di canzoni. Ha realizzato un album vero e proprio, quasi un concept sul passaggio dall'adolescenza alla fase adulta della vita, che ha composto durante il lockdown, ma che non suona chiuso in se stesso. Un lavoro pieno di verità, pieno di bellezza, con cui a 27 anni dimostra una notevole maturità compositiva. Sam Fender aveva una gran voce, adesso ha anche una gran “Voce”.




Guilty Pleasure del mese
Shawn Mendes, Tainy

"Summer of Love" è un pezzo che sarebbe stato un tormentone estivo perfetto. Invece no. Il brano interpretato dal canadese Shawn Mendes con il suo inconfondibile cantato orgasmico e realizzato in collaborazione con il produttore portoricano Tainy è uscito proprio sul finire della stagione più calda. Il risultato?
Un tormentone autunnale e un guilty pleasure coi fiocchi. Una di quelle canzoni che so che non dovrebbero piacermi, specie ora che l'inverno bussa alla porta, eppure si vanno a ficcare dritte nella mia testa.

 



Cotta del mese
Natalie Imbruglia

Natalie Imbruglia è tornata! Chi è alla ricerca della nuova “Torn” potrebbe però restare deluso. Nel suo nuovo album “Firebird”, il suo primo con canzoni inedite da 12 anni a questa parte, non c’è la hit capace di conquistare le radio mondiali. Non ci sono ammiccamenti alle sonorità che vanno oggi. Nessuna collaborazione con il trapper o il gruppo di K-pop del momento. C’è solo Natalie con la sua voce, la sua classe e la sua eterna bellezza. Se ciò non vi sembra poco, potete godervi un onesto lavoro di cantautorato pop, con dentro almeno un paio di gioiellini (“Human Touch” e “When You Love Too Much”) e almeno una preziosa lezione di vita: “I need to find myself, to lose myself again”, “Ho bisogno di ritrovarmi, per potermi perdere di nuovo”.

 




6 commenti:

  1. D'accordo coi singoli "nientediche" dei Coldplay, ma l'album possiede tratti di fantascienza pura.. Coloratura roba da urlo! ottimi anche Duran Duran (ma Anniversary anche no) e Tears for fears. Mi hai lasciato fuori invece il nuovo sontuoso album della PFM, il cui rock, al confronto con quello dei Maneskin, appare proprio di un'altro pianeta.. ;)

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  2. p.s. su When you werw mine "canzone più bella del mondo" stendo un velo pietosissimo.. ;)

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  3. Siamo qui, già le quattro e siamo qui... Ah no quello è il suo arcinemico 😜
    Tremenda la Amoroso eh?

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  4. Vasco che in casa è stato un religione, ripete se stesso e fa rimpiangere i bei tempi, ma anche se non lo ascolterei mai se non passasse per radio, continuo a volergli bene.

    Questo ritorno di Adele è più in sordina di quanto pensassi. Bella e brava, eh, ma la canzone non mi dice niente di nuovo rispetto alle sue vecchie ballatone. Sarà mica senza cuore?

    Fortuna che ci sono i Maneskin, che esaltano qualunque cosa facciano. Torino, arrivo! Ma facciamo in modo che Sanremo lo vinca un degno erede.

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