Blonde
Tutto viene rivalutato prima o poi. Il prezzo del gas, quello del petrolio. C'è persino chi, come quel pazzo di Quentin Tarantino, schifa François Truffaut per celebrare i film con Lino Banfi. Di recente c'è stata una certa rivalutazione, in positivo, anche di Britney Spears. Attraverso il movimento #FreeBritney si è trasformata in un'icona di libertà e giustizia e pure la sua musica oggi viene vista meno come semplice pop commerciale usa e getta rispetto al passato. Tra le sue canzoni più celebrate c'è (giustamente) "Everytime", complice la versione al piano cantata da James Franco nel film Spring Breakers.
Spero che presto venga dato il giusto riconoscimento anche a un'altra delle migliori hit della Spears, "Lucky", uno dei pezzi più profondamente tristi nella storia del pop. Nel brano Britney, o chi per lei ha scritto il testo, si pone un interrogativo.
She's so lucky, she's a star
But she cry, cry, cries in her lonely heart, thinking
"If there's nothing missing in my life
Then why do these tears come at night?"
trad.
È così fortunata, è una star
Ma lei piange, piange, piange con il suo cuore solitario, pensando
"Se non manca niente nella mia vita
Allora perché arrivano queste lacrime di notte?"
A provare a rispondere a questa domanda ci pensa ora Blonde. Un film biografico su un'altra bionda molto celebre e tormentata del mondo dello spettacolo. La bionda per eccellenza, birra Moretti a parte: Marilyn Monroe.
Blonde ripercorre la vita di Marilyn Monroe in maniera praticamente opposta al recente Elvis, il biopic di Baz Luhrmann sull'altra più grande icona dell'immaginario americano del XX secolo: Elvis Presley. Blonde percorre una strada differente da quella e dalla maggior parte delle altre pellicole biografiche, che in genere propongono una parabola di ascesa al successo e poi di declino. Non c'è nessuna gioiosa e trionfale ascesa al successo, che anzi coincide con uno dei momenti più traumatici della sua esistenza. A parte un paio di momenti di fugace felicità, in Blonde è tutto un declino, uno sprofondare giù all'Inferno all'interno di quella Hollywood dorata che a molti può sembrare un Paradiso. Blonde è l'American Dream rappresentato sotto forma di Nightmare.
La vita di Marilyn Monroe è stata davvero così?
Alcune parti sono vere, altre sono false, altre ancora sono romanzate. Partendo dal presupposto che mettere tutta la vita di una persona dentro a un film è impossibile, Blonde mette in scena una parte della storia, una parte di quel gran mistero che è stato ed è tuttora Norma Jeane Mortenson Baker, evitando la solita glorificazione di una star. Non che così ne esca come un personaggio negativo, tutt'altro. Finalmente ne esce come una persona vera, in carne e ossa, non la solita pin-up da calendario.
Dentro a Blonde ci sono "Diamonds Are a Girl's Best Friend", "I Wanna Be Loved by You", la scena della gonna che si alza in Quando la moglie e in vacanza e un po' tutti i momenti più iconici della sua storia, a parte "Happy Birthday Mr. President", sostituito da un altro momento leggermente differente con JFK. Solo che non è per niente il biopic che ci si potrebbe aspettare. Blonde rappresenta una piccola grande rivoluzione nel mondo dei lavori biografici, da cui, spero, sarà difficile tornare indietro.
Non stupisce quindi che le reazioni di pubblico e critica al lavoro diretto da un Andrew Dominik che, tra colore e bianco e nero, costruisce un'opera visivamente impressionante, siano opposte. Qualcuno parla di capolavoro, qualcuno lo definisce "uno dei film più detestabili che abbia mai visto" e parla di film "anti-abortista" e "sessista". Ognuno è libero di pensarla come vuole, ovviamente, ma quest'ultima critica in particolare mi sembra parecchio discutibile. A me la pellicola pare semmai una critica feroce al sistema sessista che ha retto Hollywood, e in generale gran parte della nostra società, fino al movimento #MeToo, e che negli ultimi anni (forse) si sta cominciando a sgretolare.
Quel che è certo comunque è che Blonde non è un film piacevole. Non è un film carino, e finalmente! È un lavoro volutamente disturbante e provocatorio. Il classico titolo che fa discutere e scatena il dibattito, che fa sentire quanto il cinema sia ancora vivo e importante per la nostra società.
Un'altra certezza è la bravura di Ana de Armas. Come sia riuscita a diventare così simile a Marilyn senza realizzarne una semplice imitazione da Tale e Quale Show è un mistero degno dei tanti di cui è stata piena la vita della Monroe. Ad aiutarla c'è il fatto che abbia girato il film proprio nel periodo in cui lei stessa è finita sotto i riflettori dei paparazzi per via della sua storia d'amore con Ben Affleck, che non molto tempo dopo la fine della loro relazione si è sposato con J.Lo.
Un'attenzione mediatica morbosa che, almeno in parte, l'ha probabilmente fatta avvicinare alla Monroe. A Norma Jean, che Blonde ha il coraggio di raccontare in una maniera coraggiosa e originale. Chi invece cerca uno scontato filmino celebrativo di Marilyn il Mito è meglio che giri molto al largo.
(voto 8/10)
Un film che merita e la bravura di Ana de Armas rende il tutto ancor più accattivante. Buona giornata.
RispondiEliminaHey, ciao. Come va? Per comodità e quindi pigrizia mi autoincollo per dire che sì, è abbastanza evidente che non sia propriamente una biografia (il termine più azzeccato sarebbe forse bio-fiction?), sì il 4:3, ok il bianco e nero e il colore che seguono e proseguono le fotografie reali, sì Ana de Armas pazzesca, sì l'espressionismo, sì mamma e papà ma terminato il film io ho pensato che se non fosse mai esistito David Lynch questa sarebbe stata una pellicola addirittura stupenda. A questo aggiungici che nella colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis rifanno (ma perché?) Angelo Badalamenti... Essendo già esistente Lynch, Blonde mi ha lasciato pienamente vuoto. Nel senso che sui titoli di coda rimuginavo qualcosa tipo "Wow, figo, davvero intenso", trascorsa un'ora mi ero già dimenticato del film. Come a dire, bello ma preferisco l'originale. Siccome poi io sono un cretino a me Blonde ha ricordato anche The Elephant Man, una variante nel multiverso della follia. L'orrore insito nella bellezza e la malinconica e struggente ossessione per il padre. Una scena di Blonde è praticamente identica ad una di The Elephant Man dove al posto del volto della madre di John Merrick, c'è il padre di Norma Jeane. Ci sono persino le nuvolette di gas che esplodono sullo sfondo. Bello ascoltare una cover band di Charles Mingus ma non è Charles Mingus. A seguito di ciò tutto il positivo che possa esserci in Blonde per me decade, avvicinandosi paurosamente ad essere una performance. Per dire, è più o meno dal XV secolo che in pittura l'opera si fa marcatamente portavoce dell'idea e, come direbbe il mio vecchio docente di filosofia teoretica, l'artista è chiamato ad avere talento e il fruitore ad avere gusto. Sì, okay, sarebbe un discorso troppo lungo ma in sintesi estrema il senso è: l'immagine che si fa concetto trova il suo equilibrio con la supremazia del gusto. È quell'equilibrio che rende l'opera partecipe dello spettatore.
RispondiEliminaSenza dilungarsi sulla questione dell'eticità del bello, il coinvolgimento positivo dello spettatore e l'idea espressa nell'opera partecipano del rapporto tra finito (noi) e l'infinito (l'opera). A patto che i due fronti si coalizzino e vadano a nozze. Per me questo in Blonde non accade, e quando accade è vittima del derivativo. Blonde è estetica che propone idee, sensazioni, incubi. Elementi questi certo fighi ma vuoti. Citando ad cazzum Walter Benjamin "Le idee si rapportano alle cose come le costellazioni si rapportano alle stelle". Blonde è la costellazione Memoria (sempre Benjamin) che rimane troppo a distanza per poterla osservare con grazia. Anche qui, le stelle, sono puro David Lynch. Lungi da me nella mia inettitudine affermare che Blonde sia brutto. Non lo è. Oso ulteriormente. Guardando ai sostenitori e ai detrattori del film, entrambi sono d'accordo su una cosa: il feto no. Ma siccome io sono uno squilibrato, per me il feto sì. Mi è piaciuto, mi ha fatto tenerezza, ho apprezzato il suo dire "Cazzo, guarda che io ho la mia identità e sono io. Sono sempre io". A me il feto è piaciuto. Non mi considero un anti-abortista ma neppure un abortista indefesso. Cazzo, sono pure ateo e non ho figli ma riconosco la sacralità della vita. E se in Blonde c'è un feto in stile Teardrop dei Massive Attack io sono contento. Inoltre il finale mi è piaciuto moltissimo, forse la cosa più vera che ho avvertito in tutto il film. La cosuccia invece che mi ha fatto cascare le palle è il vedere l'ennesimo italoamericano in canotta e pettinato come il tipico italoamericano. Basta santocielo. Grazie ciao. Ah, Ana de Armas ❤️. Per fortuna Blonde non è una biografia ma una reinterpretazione. Fosse stata una biografia vera e propria, per quanto in buona fede, l'operazione fatta dal regista Andrew Dominik sarebbe stata umanamente disgustosa.
Pss S: in molti hanno fatto il paragone con Spencer di Pablo Larraín. Ma a mio modesto parere il film di Andrew Dominik non si avvicina manco di una virgola al ritratto (anche quello "immaginato") fatto su Diana. Larraín ha dato dignità al suo personaggio e lo ha fatto pur raccontandone le violenze psicologiche.
EliminaAndrew Dominik sembra quasi compiacersi nel rendere vittima totale Marylin. E in questo, anche solo a livello morale, sbaglia totalmente. Ma lo salva il fatto della paraculaggine di aver fatto un film non biografico. Ma poi anche Larraín non ha fatto un film totalmente biografico eppure il risultato è l'opposto. Argomentazioni spinose. 🤔 Alla fine forse puoi fare un film biografico di quasi (estenuanti e boriose) tre ore per cadere in quella che forse è una triste eterogenesi? Blonde fa ulteriore violenza? Di sicuro fa discutere. Ma non sono dell'idea che un film che fa discutere debba per forza essere un film sul quale discutere.
Ehm... A proposito di Britney... Il mio primo approccio a YouTube era stato proprio Oops I Did It Again di Britney Spears, nonostante la mia vita musicale sia ripiena di ben altri nomi.
RispondiEliminaMa in quel celebre videoclip lei era particolarmente bella, esattamente come una Marylin (anche se so benissimo che l'ispirazione invece era Barbarella).
There is something about blondes that just makes them irresistible to men. Maybe it's the way their hair always looks perfectly styled or the way they always seem to be having fun. Whatever the reason, men just can't seem to get enough of blondes!
RispondiEliminaI biopic non hanno più avuto rivoluzioni, l'ultimo è stato Milos Forman.
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