La rubrica musicale mensile di Pensieri Cannibali riparte in questo 2025 con un paio di novità oserei dire clamorose. La prima è che, finalmente, la rubrica ha trovato un suo nome ufficiale: Thank you for the music. E io dico thank you ABBA per avermi dato l'ispirazione per questo titolo bellissimo.
Ok, ve l'ho rubato senza il vostro consenso, però lasciatemelo fare, che tanto voi siete già pieni di soldi da far schifo.
L'altra novità è che ogni mese la rubrica sarà accompagnata da una playlist, che potete ascoltare qui sotto o sui vostri device collegati a Spotify, che si propone come una specie di colonna sonora di questo blog. Contiene canzoni di ieri e di oggi, pezzi del passato da recuperare e musica appena uscita, brani presenti in colonne sonore di film e serie visti da poco e altri random che sono finiti tra i miei ascolti negli ultimi tempi. Questo mese ci sono anche degli omaggi a due preziosi artisti che purtroppo abbiamo perso di recente come David Lynch e Paolo Benvegnù. Buon ascolto.
Album del mese
FKA twigs "EUSEXUA"
Conosciuta al pubblico cinematografico per la sua non troppo memorabile interpretazione nel remake de Il corvo, che l'è appena valsa una poco invidiabile nomination ai Razzie Awards 2025 come peggior attrice non protagonista, e per essere un'ex di Robert Pattinson, con cui è finita a un passo dall'altare quando si è resa conto di non voler fare la brutta fine di Bella Swan, FKA twigs è in realtà anche e soprattutto un'artista musicale strepitosa.
Il suo nuovo album è un'autentica figata, capace di andare persino oltre i suoi già notevoli precedenti lavori. Con il suo dance pop extraterrestre venato di techno, "EUSEXUA" ricorda i primi dischi di Björk, quelli imprevedibili, ricchi di invenzioni sonore, in cui poteva succedere di tutto, non le lagne new age che ci ha propinato negli ultimi tempi. Sarà anche un'attrice da Razzie, ma come artista musicale FKA twigs è da Oscar. O almeno da Grammy.
(voto 8/10)
Gli altri album
Liberato "Liberato III"
La recente visione dell'originale docufilm in parte animato Il segreto di Liberato mi ha ricordato quanto Liberato sia un alieno all'interno del panorama musicale italiano. In pratica suona come un cantante neomelodico partenopeo migrato a Londra e remixato dai Daft Punk. Pur mancando inevitabilmente dell'effetto sorpresa degli esordi, il suo terzo album conferma come la sua musica sia sempre una bella boccata d'aria fresca per chi cerca qualcosa di non facilmente etichettabile in un unico genere. Da sotto al suo cappuccio, Liberato ancora una volta ha liberato tutta la sua creatività e a noi non resta che respirarla a pieni polmoni.
(voto 6,5/10)
Franz Ferdinand "The Human Fear"
Premettiamo subito una cosa: i Franz Ferdinand non saranno mai fighi quanto lo erano nel 2004, l'anno del loro esordio omonimo, quello con dentro l'irresistibile hit "Take Me Out". In quel momento erano una delle band britanniche più cool in circolazione e per un po' lo sono rimasti. Le mode poi sono cambiate, sono arrivati altri artisti più di tendenza, loro hanno continuato a fare la cosa loro benino ma in maniera via via sempre un po' più spenta ed eccoci arrivare a oggi.
Con "The Human Fear" è umano e legittimo avere paura di trovarci di fronte a una band ormai sorpassata e mi sa che è proprio così. I Franz Ferdinand però continuano ad avere una buona dose di energia, le loro canzoni le sanno scrivere e hanno realizzato un album innocuo che non resterà a lungo nella memoria, ma che comunque si lascia ascoltare con piacere. Anche se, certo, non siamo più nel 2004. I Franz Ferdinand oggi suonano più che mai vintage, che poi in fondo è ciò che sono sempre stati.
(voto 6/10)
Lambrini Girls "Who Let the Dogs Out"
C'è un grande hype nell'ambiente rock intorno alle Lambrini Girls, che con una modestia di gallagheriana memoria si autodefiniscono la "best band in the world". Hype giustificato?
Sì e no. Oggi c'è un gran bisogno di una punk rock band al femminile tirata del genere, ma il loro album d'esordio, pur certo non privo di una notevole carica, possiede un gusto melodico ancora troppo acerbo, e soprattutto al suo interno contiene un po' troppe urla per i miei gusti. Va bene essere inca**ate, ma cerchiamo di limitare un po' tutte 'ste grida e usarle solo quando servono. Così sarebbero anche più efficaci.
Allo stesso tempo, urlare al capolavoro nei confronti di questo disco credo non faccia bene a loro per prime, che poi si montano troppo la testa e pensano di essere già arrivate. Il potenziale c'è, come testimoniano in particolare gli ultimi due brani del disco "Love" e "Cuntology 101", ma i margini di miglioramento restano ampi e la strada per diventare davvero la best band in the world è ancora lunga.
(voto 6,5/10)
Mogwai "The Bad Fire"
Non sono mai stato un grande fan del post-rock. Un genere che per me non ha molto senso, così come nemmeno per il leader di una delle band simbolo del post-rock, gli scozzesi Mogwai: "Non credo di aver mai capito del tutto cosa significhi. E nessuno ha mai saputo spiegarmelo". E se lo dice lui, chi sono io per dargli torto?
Tralasciando la questione "gender" (LOL), il nuovo album della band è semplicemente musica grandiosa, dalle atmosfere cinematografiche (come la splendida "Pale Vegan Hip Pain") e dai crescendo notevoli (su tutti quello clamoroso di "If You Find This World Bad, You Should See Some of the Others"). Un compendio della loro carriera ormai trentennale, e allo stesso tempo un'arrampicata verso nuove vette. Consigliato anche a chi non ha mai capito cosa significhi l'etichetta post-rock, quindi a tutti.
(voto 7,5/10)
Pastel "Souls in Motion"
In attesa della reunion degli Oasis (dita incrociate, sempre), godetevi l'album di debutto di questa nuova band, i Pastel, che in più momenti ricorda proprio la musica e anche l'attitudine dei fratelli Gallagher dei primi tempi. E a tratti fanno venire in mente pure gli Stone Roses e i Charlatans, cosa che certo non dispiace. Non saranno originalissimi, però che goduria di disco hanno fatto?
(voto 6,5/10)
Melissa Mary Ahern "Kerosene"
E questa Melissa Mary Ahern chi diavolo è?
Sinceramente non lo so nemmeno io. Sono andato ad ascoltarmi a caso il suo album di debutto "Kerosene", segnalato tra le novità della settimana dal sempre prezioso sito IndieForBunnies, e mi sono immediatamente innamorato di lei. Cioè, prima della sua voce e della sua musica delicata e sognante, poi vedendola nel video lynchiano di "Happy" anche di lei in generale.
(voto 7+/10)
Skinner "New Wave Vaudeville"
Una delle prime sorprese musicali del 2025 per quanto mi riguarda è questo Skinner. Da non confondere né col preside della scuola di Bart Simpson, né col vice direttore dell'FBI in X-Files, è invece un polistrumentista di Dublino che ha appena pubblicato il suo album di debutto "New Wave Vaudeville". Un disco che mescola sonorità no-wave, dance-punk e post-punk (qualsiasi cosa queste etichette possano significare) in maniera parecchio coinvolgente e oserei dire eccitante. Perché non solo un bel paio di tette può essere eccitante, anche la musica può esserlo e questa a suo modo lo è.
(voto 7/10)
The Veils "Asphodels"
A inizio anni zero c'erano diversi gruppi britannici che sembrava dovessero pigliarsi tutt'e cose. Alcuni ce l'hanno fatta, come Coldplay e Muse, altri si sono dissolti (qualcuno ricorda i Lowgold?), altri continuano a fare musica, seppure per un pubblico decisamente di nicchia. Tra questi ultimi ci sono i The Veils, che nell'indifferenza generale hanno pubblicato un nuovo piccolo grande tassello della loro preziosa discografia. "Asphodels" è un album pieno di belle ballate pianistiche, orchestrali e malinconiche che colpiscono fin dal primo ascolto e promettono di crescere ulteriormente nel tempo. I riflettori sono puntati altrove, ma se cercate bene nell'ombra troverete questo gioiellino nascosto.
(voto 7+/10)
Canzoni Top del mese
#3 Skunk Anansie "An Artist Is an Artist"
An artist is an artist e gli Skunk Anansie sono sempre gli Skunk Anansie. Tirati, esaltati, esaltanti, in formissima.
#2 Baustelle "Spogliami"
I Baustelle sono tornati più pop che mai e per me non è un male. Ho sempre preferito le cose più leggere e pop scritte da Francesco Bianconi, rispetto a quelle più seriose e cantautorali. Qualcuno dirà che ormai non sono più indie, però anche chissenefrega.
#1 prima stanza a destra "ti amo"
Un po' come Liberato, non si sa bene chi si nasconda dietro al nome "prima stanza a destra". Sembra sia un ragazzo di 21 anni che non ama farsi vedere in faccia e pubblica solo foto di spalle o incappucciato. O di spalle incappucciato. A parlare in compenso ci pensa la musica e il suo pezzo di debutto "ti amo", una specie di trip hop ipnotico, dietro al suo titolo già sentito nasconde una profonda originalità. E bellezza.
Recuperi del 2024
Emma Nolde "NUOVOSPAZIOTEMPO"
Uscito sul finire dell'anno di cui ormai parliamo al passato, quello di Emma Nolde è emerso tra gli album italiani più intriganti e personali usciti nel lontano 2024. Prima che un altro toscano, Carlo Conti, metta alla prova le nostre orecchie con le canzoni da lui selezionate per il prossimo Sanremo, date una possibilità a questa cantautrice toscana giunta con "NUOVOSPAZIOTEMPO" alla sua convincente opera terza. È arrivato il TEMPO di dare a lei che rappresenta il NUOVO il giusto SPAZIO nella scena musicale italiana.
(voto 7+/10)
Jessica Pratt "Here in the Pitch"
Andando a spulciare le (almeno per me) sempre utili classifiche di fine anno, un nome che (giustamente) ha fatto capolino più volte qua e là è quello di Jessica Pratt. Il suo è uno di quei dischi che metti su e, anche se sai che è uscito nel 2024, ti fa dimenticare del presente e puoi immaginare sia un disco recuperato dagli anni '60 o '70. Quindi sì, si tratta di uno di quei casi in cui è d'obbligo usare l'espressione irritante ma efficace: "classico moderno".
(voto 8/10)
Peace De Résistance "Lullabye for the Debris"
Un disco recuperato su consiglio delle classifiche di fine anno e delle playlist di Monica Mazzoli, una delle più autorevoli spacciatrici di musica originale oggi in circolazione, meglio pure di un Pitchfork ormai in fase calante. Di questo Peace De Résistance non so molto. So giusto che è un artista con base a New York e che la sua musica mi ricorda certe cose di Iggy Pop, David Bowie e Lou Reed del periodo anni '70, fatte però a modo suo, ed è un gran bel sentire. Di lui so giusto questo e mi va benissimo così.
(voto 7,5/10)
Cotta del mese
Tate McRae
Sono un appassionato di musica pop semplice: esce un nuovo video di Tate McRae e io ogni volta mi innamoro di nuovo. Dite che non significa essere appassionati di musica pop ma di qualcos'altro?
Siete sempre i soliti maliziosi e malintenzionati.
Guilty Pleasure del mese
Guè "Tropico del Capricorno"
Se Marracash è un po' il Kendrick Lamar italiano, il suo collega e amico Guè è invece il nostro 50 Cent. Prendere o lasciare. Nel nuovo "Tropico del Capricorno" ogni tanto emerge un suo lato più serio, ma per lo più si tratta di un album da party, hip-pop ancora più che hip-hop, ricco di ospiti (tra cui svettano Rose Villain, Ele A, Frah Quintale e Chiello) e di voglia di fare musica che faccia stare bene la gente. Per farla riflettere, beh, a quello tanto ci pensa il Marra.
(voto 6/10)
Video del mese
Doechii "Denial Is a River"
Finalmente la canzone rap più figa e divertente del 2024, e una delle più fighe e divertenti degli ultimi anni, ha un video, e che video! Si parte con un'ambientazione da sitcom che cita apertamente 8 sotto un tetto e poi si vira in un'altra direzione. Brano da togliere il fiato, videoclip non da meno.
Great blog
RispondiEliminaPlease read my post
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