(Belgio, Francia, Canada 2014)
Titolo originale: Tokyo Fiancée
Regia: Stefan Liberski
Sceneggiatura: Stefan Liberski
Tratto dal romanzo: Né di Eva né di Adamo di Amélie Nothomb
Cast: Pauline Etienne, Taichi Inoue, Julie LeBreton, Alice de Lencquesaing, Akimi Ota, Hiroki Kageyama, Tokio Yokoi, Hiromi Asai
Genere: yatta!
Se ti piace guarda anche: Lost in Translation, Girls
Amélie è una ragazza belga che sogna di essere giapponese.
Prima di farla internare in un manicomio, aspettate un attimo. Per caso voi non avete mai desiderato di essere di un altro paese?
Io sono cresciuto con i film americani, con la musica britannica e con un radical-chicchismo molto francese e quindi sì, mi è capitato spesso di sognare di non essere italiano. Quando sono all'estero, mi rendo però conto la mia natura viene fuori in maniera prepotente. Ad esempio quando in Belgio ho visto della gente fare la coda in maniera precisa e ordinata fuori da un panettiere, o per salire su un autobus, manco fossero all'Expo, mi sono chiesto: “Ma questi sono scemi, o sono dei robot?”.
Per quanto ci sono un sacco di cose dell'Italia che non mi piacciono, in primis la musica, sono italiano e non credo di poter far niente per cambiare questa situazione. Così come non può farci niente Amélie. Sogna di essere giapponese, ma non potrà mai esserlo per davvero, visto che è una belga radical-chic senza speranza.
Amélie non è da confondere con quella dello stucchevole Il favoloso (ma dove?) mondo di Amélie, uno dei film e uno dei personaggi più sopravvalutati e fastidiosi della Storia del Cinema, o se non altro del Cinema degli ultimi 20 anni. La Amélie de Il fascino indiscreto dell'amore è invece l'alter-ego cinematografico di Amélie Nothomb, l'autrice del romanzo dalle tinte autobiografiche Né di Eva né di Adamo cui la pellicola si ispira. Per quanto questa scrittrice mi sia stata consigliata da più parti e abbia desiderato in più di un'occasione di prendere in mano un suo libro, alla fine non l'ho mai fatto e così grazie a questo film mi sono potuto finalmente avvicinare al suo (questo sì davvero) favoloso mondo. Com'è stato?
Diciamo che non sono rimasto deluso. Per niente.
Tralasciando il surrealista titolo italiano, Il fascino indiscreto dell'amore è uno di quei film che probabilmente dalle nostre parti non piacerà a nessuno, o quasi a nessuno. Troppo semplice per piacere al pubblico intellettualoide e troppo intellettualoide per piacere al pubblico di massa. Forse non è piaciuto nemmeno in Francia, visto che la protagonista è belga e tra francesi e belgi c'è un po' di rivalità. Come d'altra parte c'è tra francesi e italiani e certo che questi francesi sono rivali di tutti. Sarà per questo che mi piacciono.
Così come mi è piaciuta la protagonista del film, la belga Pauline Etienne. Non intendo fisicamente. Mi è piaciuto il suo personaggio, la sua Amélie, ed essendo l'alter-ego di Amélie Nothomb significa che mi piace Amélie Nothomb e quindi farei bene a recuperarmi qualche suo romanzo.
E mi è piaciuta pure la storia d'amore-ma-non-troppo tra Amélie e il giapponese Rinri. Anche in questo caso non intendo in senso fisico. Le scene in cui lo fanno infatti sono sexy quanto vedere due cani che si accoppiano. E no, non è una cosa sexy e se la considerate tale avete dei problemi seri. Altroché quelli di una ragazza belga fangirl del Giappone.
"Mi sono sposata con... il Giappone!" |
"Ooh, certo che tu sei pazza... volevo dire strana, tu sei strana." |
Ulteriore cosa che mi è piaciuta un sacco: l'ambientazione giapponese. Il fascino indiscreto dell'amore è un po' una versione meno americana e più franco-belga-canadese di Lost in Translation. Cosa che significa che è tutto un altro mondo. È tutto un altro punto di vista. Così come quello di Amélie Nothomb è tutto un altro mondo rispetto a quello di Amélie Poulain.
Per quanto non privo di qualche difetto, come un'impronta registica non fortissima o una parte finale che mi è parsa un pochino sbrigativa, non so se finora si era capito ma Il fascino indiscreto dell'amore mi è piaciuto un bel po'. Al punto da far venire voglia anche a me di essere nipponico.
Quello che chiedo io a San Gennaro allora è: ti prego, fammi diventare giapponese!
(voto 7+/10)
P.S. La scena in cui la protagonista canta “J'aime le Japon”, versione adattata apposta per il film dell'irresistibile hit francese anni '80 di Sandra Kim “J'aime la vie”, è fantastica quasi quanto il video di “Sono giapponese”.
Io non sono x niente un intellettualoide,ma a volte ho voglia di guardarmi qualche film indie ed un pò strano,amo il Giappone,ed ho idea che la Nothomb mi potrebbe piacere(purtroppo anch'io non ne ho ancora letto nulla),quindi mi sa che questo finisce nella lista dei recuperi!Poi ti saprò dire ;) Intanto grazie :)
RispondiEliminaPartito bene, ma dal momento in cui lei si rifuggia sul monte Fuji in poi mi sono fatto due palle così. :-D
RispondiEliminaNon ne ho mai parlato nel blog, ma l'avevo trovato davvero molto molto carino... anzi, ... per restare in tema... kawaii
RispondiEliminaSe vuoi cominciare a leggere la Nothomb (e ti consiglio di farlo) comincia con ACIDO SOLFORICO (2005)
RispondiEliminaè un romanzo molto breve (tutti i suoi romanzi lo sono) che ha molto probabilmente ispirato Suzanne Collins; HUNGER GAMES è stato scritto dopo il 2005
Si comincia con un reality ambientato in un lager della Bielorussia; ogni giorno due prigionieri sono uccisi in diretta; il pubblico sceglie col televoto quali prigionieri possono essere promossi Kapo'...
Hunger Games in versione Nothomb?
EliminaDevo leggerlo assolutamente!!! :)
La sai una cosa? Il favoloso mondo di Amelietta è sopravvalutato anche secondo me, solo che l'ultima volta che l'ho dichiarato pubblicamente ho rischiato il linciaggio e adesso sono un po' traumatizzato ed ho paura di parlarne male.
RispondiEliminaIo ho sempre sognato di essere scozzese o islandese, per quanto riguarda i secondi non a caso sosterrò spudoratamente la loro nazionale ai prossimi europei di calcio! ;)
Non capisco il titolo italiano... Se avessero lasciato Tokyo nel nome avrebbero attirato più gente (vedi i jappofags)
RispondiEliminaConcordiamo rispetto ad Amelie ed il favoloso mondo, ma questo non me lo recupero neppure sotto tortura.
RispondiEliminaPuzza di cannibalata lontano un miglio.
Film deludente. Con una stylist attenta che Amelie si vestisse da "francese". Doppiaggio pessimo. Speravo in meglio.
RispondiEliminaUnica nota, è vero, la canzoncina J'aime le Japon.
La Nothomb invece tutta la vita! :-)
Ah! Dimenticavo. Bello qui. :-)
La Nothomb ha un serio problema che si chiama mancanza di contenuti (in versione meno fine, ti direi "non conclude"). Scrive stupendamente, ha uno stile da innamorare, e per le prime pagine funziona. Poi pero' non arriva mai da nessuna parte... fragilina.
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