lunedì 22 ottobre 2018

La recensione da darkoni di Dark Hall





"Sono così dark che mi faccio paura da sola."


Questa mattina mi sono svegliato, e avrei preferito non essermi mai svegliato. Avrei cioè tipo preferito essere come quelli che sono in coma. O come quegli altri che riposano in pace per sempre. Sì giusto, quelli lì... i morti.

Per migliorare – o forse dovrei dire peggiorare? – il mio mood giornaliero adesso mi sento la mia compilation mix che ho fatto inserendo pezzi dei Nirvana e dei Joy Division, con l'aggiunta di un pizzico di My Chemical Romance e di altri gruppi del periodo d'oro dell'emo. Che poi l'emo non è mai morto, vive dentro di noi. Questa playlist l'ho intitolata “Mainajoy”. Lo confesso, dentro c'ho piazzato anche un pezzo di Adele, benché non faccia esattamente il mio genere preferito, però come deprimono le sue canzoni, nessuno mai, quindi ci sta. Bella Adele, thank you per la botta di depression.



Sapete raga cos'altro c'è che può mettermi ancora di più nel mood dark giusto?
Sì, esatto, un bel film darkone. Bello, è ancora tutto da vedere, però dai, almeno dark dev'essere. Il titolo promette bene: Dark Hall.


Dark Hall
Regia: Rodrigo Cortés
Cast: AnnaSophia Robb, Uma Thurman, Victoria Moroles, Isabelle Fuhrman, Taylor Russell, Rosie Day, Rebecca Front, Noah Silver


Dark Hall è quel genere di film che aspettavo da un sacco di tempo. Cioè boh, da tipo da quando Tim Burton ha smesso non si sa bene perché di realizzare pellicole dark per girare delle cagatine Disney. Quelle sì che sono robe deprimenti. Ma l'avete visto il suo Alice in Wonderland?

Dark Hall parte bene. All'inizio sembra tipo Harry Potter meets Twilight. Una roba che detta così qualcuno tra voi vecchi alla lettura storcerà il naso, ma noi giovani depressi d'oggi siamo cresciuti con questa merda. Per quello che poi siamo diventati tanto depressi. Siamo depressi perché non siamo potuti crescere con Kurt Cobain o Ian Curtis, ma con Harry Potter e Bella Swan, ve ne rendete conto?
Compatiteci, anziché bullizzarci definendoci bimbiminkia!


Tornado a Dark Hall, da lì a poco si capisce però che la scuola, anzi il collegio femminile in cui è ambientato questo film con la scuola di magia e di stregoneria di Hogwarts non è che abbia poi così tanto a che vedere. Più che una componente magica, c'è qui una componente paranormale. Uuh, che paura!
Le ragazzine che frequentano – o meglio che sono obbligate dai genitori a frequentare – l'istituto sono delle ragazzine forse messe peggio persino di me, che cioè, è una cosa proprio grave. Sono delle disadattate problematiche depresse, ribelli, violente e con problemi mentali che, più che dentro a un libro di J.K. Rowling, sembra di stare a metà strada tra Ragazze interrotte e Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il tutto con una spruzzata di Giovani streghe. Ecco, se c'è un film che Dark Hall mi ha ricordato, almeno nella prima parte, è Giovani streghe, benché le protagoniste non siano streghette, ma solo delle stronzette. Cioè, sono anche vestite uguali.


Chi sono queste ragazzette?
La protagonista principale è AnnaSophia Robb, indimenticabile e commoventissima in Un ponte per Terabithia, che poi è stata anche la giovane Carrie Bradshaw nella sfortunata (e sottovalutata) serie spin-off di Sex and the City, ovvero The Carrie Diaries.


Ho sempre avuto una cotta per lei e qui che in più fa la parte della rebel girl darkona cioè la lovvo troppo e sarei pronto anche a fare un sacrificio per dimostrare il mio amore per lei. No, non togliermi la vita, che pensate? Siete voi mi sa quelli che hanno visto troppe puntate di 13 Reasons Why. Diciamo che sacrificherei un mese di Netflix per provare che la amo sul serio. O magari una settimana, che un mese non so se ce la faccio. Un mese senza Netflix? Lì sì che mi tolgo la vita.

Oltre ad AnnaSophia Robb c'è Isabelle Fuhrman, quella del film Orphan che c'ha una faccia troppo inquietante e dark e infatti mi piace 'na cifra.


Poi c'è Victoria Moroles, che è una tipa che mi dicono si sia vista in Teen Wolf ma io non lo so perché quella serie l'ho abbandonata perché non era abbastanza dark per me, e qui c'ha il ruolo della più dura e pura tra le ragazzine spiritate della scuola.


Quindi c'è Taylor Russell, che nel suo curriculum vanta serie come Falling Skies e Lost in Space e quindi mi sa che da vantarsi c'ha ben poco.


E infine c'è la rossa Rosie Day che non so chi sia o cosa abbia fatto, però è rossa e quindi per va bene anche solo così.


La direttrice del collegio/manicomio/comunità/rehab in cui queste povere sfigate vengono internate è invece interpretata da Uma Thurman, e lei credo non abbia bisogno di presentazioni. Dico solo che qui non è che offra esattamente una delle interpretazioni migliori della sua carriera. Anzi, sembra a suo agio quanto io in un locale che suona musica reggaeton. Perché – ebbene sì – esistono anche quei locali. E poi siamo noi darkoni a far paura...

"Beh, d'altra parte non si può mica girare solo film con Quentin Tarantino...
e meno male, visto che l'ultima volta che l'ho fatto a momenti ci rimettevo le penne."

Dicevo che Dark Hall parte bene. Ha una bella atmosfera da filmettino stronzettino teen misterioso degli anni '90 e quindi ero già quasi convinto di aver trovato un mio nuovo cult personale totale, quand'ecco che nella seconda metà il film svacca di brutto e, più che sprofondare nelle tenebre, sprofonda nel ridicolo. Colpa di una regia piena di ralenty patetici ad opera di tale Rodrigo Cortés, uno che con un nome così sembra più indicato per fare musica reggaeton che non per diventare il nuovo Tim Burton. E colpa di una sceneggiatura che, come spesso accade in pellicole di questo genere, man mano che i misteri vengono dissipati e vengono fornite delle risposte, il fascino del film fa ciaone e si finisce nel penoso.

Adesso comunque non voglio essere troppo cattivo nei confronti di un film così dark, molto dark, pure troppo dark persino per me. Anche se finisce per essere la classica occasione sprecata, a tratti gli ho voluto bene e qualche gioia è riuscita a regalarmela. All'interno della mia vita all'insegna del #mainagioia, anche le gioie più piccole non si buttano via di certo. E ora basta. Vado ad affogare i miei dispiaceri.

No, ma che avete capito?
Non mi vado ad affogare. Affogo i miei dispiaceri nel gelato al cioccolato. Extra dark, naturalmente.
(voto 6/10)


5 commenti:

  1. Innocuo, fuori tempo massimo, ma guardabile.
    Gli ho preferito Sei ancora qui, che se non altro ha una Thorne sempre senza reggiseno (altro che la Woodley, dillo ad Adrift!) e una regia, a sorpresa, molto curata.

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  2. Nah, troppo dark e teen per una non più teen e mai stata dark come me.

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  3. Anche io ho sempre avuto una cotta per AnnaSophia Robb...mettiti in fila ;-)

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  4. 6 su 10? TROPPO BUONO
    è ufficialmente candidato al premio VNAV (Vorrei Non Averlo Visto) 2018
    e l'ho visto solo perché anch'io trovavo incantevole Annasophia sul PONTE PER TERABITHIA
    ma i fiori sfioriscono...

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  5. Mi pare un pò troppo teen per me.
    E anche troppo dark. ;)

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