lunedì 16 settembre 2024

Kinds of Kindness: la gentilezza qua è di casa, brutti stro**i maledetti





Kinds of Kindness

Con i film a episodi ho sempre avuto un rapporto conflittuale. C'è chi è in una relazione complicata con il proprio partner, io con i film a episodi. Problemi?

Prendiamo uno dei più celebri, almeno dalle nostre parti: Fratelli d'Italia, che sarebbe in seguito diventato il manifesto culturale dell'omonimo partito politico. Uno dei tre episodi è memorabile (quello con Jerry Calà e Sabrina Salerno), un altro è una porcheria (quello con Massimo Boldi) e un altro è del tutto dimenticabile (quello con Christian De Sica).


Con i film a episodi va così, sono uguali alle scatole di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita. E così vi cito pure Forrest Gump, una delle pellicole che odio di più in assoluto. Non tanto perché non sia un buon film, lo è, seppure non così fenomenale, quanto per aver battuto Pulp Fiction alla notte degli Oscar 1995. Oh, sono passati quasi 30 anni, Quentin Tarantino è prossimo al ritiro dal cinema e persino lui la cosa sembra averla superata da un pezzo, ma a me invece non è ancora andata giù. E a proposito di Pulp Fiction, anche quello è un film a episodi. Forse, ma togliamo pure il forse, il miglior film a episodi di sempre, di sicuro il mio preferito.


Seguendo il modello di Pulp Fiction e, credo, soprattutto di Fratelli d'Italia, il film non il partito, Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos è anch'esso diviso in tre episodi. E come sono? Andiamo a scoprirlo insieme, amici miei!

⚠ ATTENZIONE SPOILER ⚠

Nel primo episodio Willem Defoe è un perfezionista maniaco del controllo come Jannik Sinner nella pubblicità Lavazza e, sospetto, anche nella sua vita di tutti i giorni. Jesse Plemons in versione impiegato fantozziano segue tutti gli ordini che gli dà Defoe, il suo capo, persino quando deve fare all'amore con sua moglie. Moglie che ovviamente gli ha assegnato Defoe. Può sembrare una cosa inquietante, in realtà per noi spettatori è consolante. Se pensi di essere sfruttato al lavoro, non lo sarai mai quanto il (troppo?) gentile Jesse Plemons in questo episodio di Kinds of Kindness.

"Ma non è vero che sono troppo gentile...
Hey, chi vuole un mazzo di fiori?"

Nel secondo episodio Jesse Plemons (che in ogni episodio interpreta un personaggio differente, così come tutti gli altri attori, tranne uno) è sposato con Emma Stone. Prima di dire: “Beato lui!”, dovete sapere che sua moglie scompare in un misterioso incidente in nave, però poi viene ritrovata. Prima di dire di nuovo: “Beato lui!”, dovete sapere che quando torna non è più la stessa Emma Stone che era prima. Esteticamente è sempre uguale, e quindi tanta roba e quindi “Beato lui!”, ma alcuni piccoli particolari e alcuni suoi comportamenti lasciano pensare il marito che quella tornata sia un'altra persona. Come andrà a finire?
Adesso non è che vi sto a raccontare tutto. Dico solo che ci sono degli elementi cannibaleschi e quindi questo blog approva.


Nel terzo episodio Jesse Plemons (che episodio dopo episodio si trasforma sempre di più in Matt Damon, tanto che lo stesso Matt Damon in una recente intervista ha dichiarato che “mi somiglia più di quanto mi somigliavo io da giovane”) va in giro insieme a Emma Stone a cercare una “prescelta”. Non una prescelta tipo Neo in Matrix che ha il potere di combattere in Bullet Time e altre cose spettacolari ma fondamentalmente inutili. Una che può risuscitare le persone. Gesù, fatti più in là!


Cos'hanno questi tre episodi in comune?
La risposta più immediata sarebbe: “Niente”. In realtà, a ben vedere, al di là degli stessi attori che, come detto, si alternano nei vari episodi in personaggi differenti, c'è un personaggio comune presente in tutti e tre: il fantomatico R.M.F..

"Yorgos, ma chi è R.M.F. e che ha importanza ha all'interno del film?"
"Ah, non ne ho idea nemmeno io"

Ci sono inoltre alcuni argomenti e alcuni piccoli dettagli che ricorrono, così come alcuni temi della colonna sonora, così come il tema della gentilezza inteso nel senso più largo possibile, e soprattutto a fare da filo conduttore c'è la follia di Yorgos Lanthimos. Se fossimo di fronte a un regista esordiente, si griderebbe al miracolo. Invece questo triplice assurdo film l'ha fatto il “solito” Lanthimos, che già in passato ci ha abituati a tali (splendide) assurdità, e quindi l'effetto sorpresa va un po' a farsi benedire.


Non sarà l'apice artistico assoluto di Lanthimos, ma in compenso Kinds of Kindness è un ottimo film a episodi. Non ai livelli di Pulp Fiction, oookay, però oserei dire che riesce nell'impresona di superare Fratelli d'Italia. Anche perché qui tutti e tre gli episodi si mantengono su livelli decisamente alti, tanto che faccio fatica a scegliere il mio preferito. Forse il secondo, per via dell'elemento cannibale e per i geniali titoli di coda con i cani.


C'è però solo l'imbarazzo della scelta, visto che sprazzi di folle genialità si intravedono pure negli altri due episodi. Sarà anche solo un esercizio di stile, un film “minore”, un divertissement girato mentre realizzava il montaggio di un filmone impegnativo come Povere creature!, a oggi il Capolavoro del regista greco insieme allo sconvolgente Kynodontas - Dogtooth, ma averne di divertissement così ben scritti e realizzati. E no, non lo dico per essere gentile.
(voto 7,5/10)




5 commenti:

  1. Visto al cinema ai tempi. Ricordo pochissimo ormai, ma nel mentre divertente!

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  2. Come con le raccolte di racconti su carta, anche le raccolte di episodi su schermo mi convincono a metà. Troppo brevi per appassionarmi, tutti insieme non lasciano il tempo di farsi approfondire.
    Preso come un divertissement è un ritorno alle origini per far capire chi è davvero a chi è salito sul carro delle povere creature, ma non mi ha lasciato il segno purtroppo.

    Certo, mettere Fratelli d'Italia -il film- e Lanthimos nello stesso post è un bell'ossimoro.

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  4. Mentre cercavo qua e là un prestito velato ho visto Kinds of Kindness e andrò un po’ contro corrente (stavo per scrivere conto corrente, mah) e dico che a me Povere Creature! non era piaciuto. Lo ritengo tra i più brutti di Lanthimos in quanto distante dal Lanthimos che mi piace. Devo scrivere un altra volta Lanthimos perché forse non si è capito ed inoltre devo contare le strisce pedonali e le linee orizzontali che vedo per terra. Povere Creature! mi è parso un riuscito film di Tim Burton e questa cosa non mi ha fatto impazzire. Non perché non mi piaccia Burton (dei vecchi tempi) ma perché un regista con una sua identità me ne ha ricordato un altro. Poi per fortuna il regista di Pangrati è tornato ad essere se stesso con Kinds of Kindness, oltre che col suo sceneggiatore di fiducia. Insomma, a me Kinds of Kindness è piaciuto un sacco e mi ha fatto molto divertire il balletto festante di Emma Pietra. Mi ricordavo la scena finale coi cani? No.

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  5. Devo ancora capire quanto mi sia piaciuto. Di sicuro ho adorato il primo episodio e gli altri due contenevano chicche non da poco. Ma credo sia uno di quei film da guardare più volte.

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