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lunedì 15 gennaio 2024

I have a dream: smetterla di sognare Nicolas Cage





Dream Scenario - Hai mai sognato quest'uomo?

Un paio di anni fa ho sognato Nicolas Cage.
No, non era un sogno bagnato. Con tutto il rispetto, Nicolas Cage è un bell'uomo, insomma in certi suoi film recenti mica tanto, però non è esattamente il mio tipo. Non facevamo quindi roba, né niente di che. Lui non faceva proprio niente di niente. Io stavo tipo soccorrendo una persona in un incidente e lui passava di lì e non è che mi dava una mano, o chiedeva cos'era successo, o altro. Passava e non faceva assolutamente nulla. Un uomo inutile. Ho continuato a fare questo genere di sogni per un bel po' di tempo.

giovedì 25 novembre 2021

Pig: Maremma maiala, Nicolas Cage non ha fatto una porcata





Pig

Nicolas Cage alla ricerca della maiala che dei cattivoni gli hanno fregato. Da un'idea di partenza del genere, ci si potrebbe aspettare un incrocio trash tra John Wick e Babe, maialino coraggioso, con Nic Cage che se ne va in giro a dire frasi tipo: “Hey tu porco, leva le mani di dosso dalla mia porca”. A pensarci bene, potrebbe anche essere un film interessante. O più che altro esilarante.

giovedì 13 luglio 2017

The Blog War – Il cinema delle scimmie






Scimmie, cani o farfalle?
Questa settimana i cinema italiani, già invasi dall'Uomo Ragno, completano la loro trasformazione in zoo, grazie alle animalesche uscite del weekend. E a proposito di robe animalesche, anche 'sta volta questa rubrica è co-condotta da me insieme a quello scimmione del mio nemico Mr. Ford.


The War – Il pianeta delle scimmie
"Forza, Generale Ford: questo è il momento giusto per attaccare gli umani cannibali!"

martedì 4 agosto 2015

Leftovers Behind





Left Behind - La profezia
(USA, Canada 2014)
Titolo originale: Left Behind
Regia: Vic Armstrong
Sceneggiatura: Paul Lalonde, John Patus
Ispirato al romanzo: Left Behind di Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins
Cast: Nicolas Cage, Chad Michael Murray, Cassi Thomson, Nicky Whelan, Lea Thompson, Martin Klebba, Quinton Aaron, Jordin Sparks, Gary Grubbs, Georgina Rawlings
Genere: aporcalittico
Se ti piace guarda anche: The Leftovers, Sharknado, Flight

Immaginate se, a un certo, le persone sparissero.
Una cosa terribile?
Oddio. Pensate che bello, sarebbe, se certa gente sparisse. Non tutta, eh. Però di qualcuno non si sentirebbe questa grossa mancanza. Immaginate ad esempio se scomparisse nel nulla l'autore di Pensieri Cannibali. Sarebbe un rompipalle della rete in meno. Quella che Umberto Eco ha definito “legione di imbecilli” si ritroverebbe così indebolita. E se poi sparissero pure gli sbruffoni alla Umberto Eco, non sarebbe ancora più bello?

Pensate invece a cosa capiterebbe se sparisse Nicolas Cage. La produzione cinematografica americana diminuirebbe di un buon 50%, il che non sarebbe un male, visto che il 99% o quasi dei film girati negli ultimi anni da Nicolas Cage fa schifo. Le aziende che producono parrucchini poi dichiarerebbero fallimento immediato. Non possono mica vivere solo grazie ad Antonio Conte. Insomma, Nicolas Cage ha una pubblica utilità. Nonostante giri settordicimila film all'anno, a quanto pare adesso Nicolas Cage è però sul lastrico. Non ha più manco una casa e persino a Lampedusa l'hanno cacciato via. Cosa deve fare, allora il povero (per davvero) Nicola Gabbia?

mercoledì 29 luglio 2015

Kristy, che film!





Settimana clamorosamente interessante, questa, per le uscite cinematografiche.
Tra un potenziale blockbusterone niente male come Pixels, una pellicola sci-fi autoriale e un recupero horror piuttosto intrigante, l'unica perplessità sembra riguardare Nicolas Cage.
Oltre al Nicolas Cage della blogosfera, il co-conduttore di questa rubrica Mr. James Ford.

Left Behind - La profezia
(dal 29 luglio)
"Prometto un parrucchino omaggio...
a tutti coloro che avranno il coraggio di salire su un aereo da me pilotato."

lunedì 7 ottobre 2013

IL CACCIATORE DI STRAPPONE




Il cacciatore di donne
(USA 2013)
Titolo originale: The Frozen Ground
Regia: Scott Walker
Sceneggiatura: Scott Walker
Cast: Nicolas Cage, Vanessa Hudgens, Dean Norris, John Cusack, Radha Mitchell, 50 Cent, Jody Lyn O’Keefe, Gia Mantegna, Kevin Dunn, Kurt Fuller
Genere: serial thriller
Se ti piace guarda anche: Zodiac, Seven, The Call
oppure segui i consigli cinematografici della app per smart phone Muze, scaricabile gratuitamente


Questo film si basa su eventi realmente accaduti.
No, non mi riferisco alla tragica storia di Nicolas Cage, attore che ormai accetta qualunque parte in qualunque film gli venga offerta per far fronte ai suoi recenti problemi legali, edilizi ed economici. Forse anche mentali. La vicenda qui narrata è quella ancora più drammatica delle sparizioni di numerose ragazze avvenute tra gli anni ’70 e gli ’80. Si tratta di casi legati, riconducibili a un solo uomo, un pazzo serial killer cacciatore di donne.
È quello che la pellicola Il cacciatore di donne (titolo originale The Frozen Ground) ci racconta. O prova a raccontarci, visto che avere Nicolas Cage come detective incaricato delle indagini non è proprio il massimo della vita, per un film. Anche se va riconosciuto che qui, per quanto mediocre, il Nicola Gabbia offre ancora una delle sue prove recitative più decenti degli ultimi tempi. E non è il massimo nemmeno John Cusack nei panni del cattivone o presunto cattivone di turno. Davvero inverosimile nella parte, almeno per me che ancora continuo a immaginarmelo con un grosso stereo sopra la testa come in Non per soldi… ma per amore.


"Pronto? Vorrei denunciare la presenza
di un pazzo con lo stereo fuori da casa mia."
I due protagonistoni della pellicola quindi non funzionano parecchio. Se gli interpreti non sono un granché in forma, i loro personaggi in più sono stereotipatissimi, così come la caccia al serial killer non cattura per niente, visto che fin dall’inizio sappiamo chi è. A salvare la pellicola sono allora i personaggi di contorno. Non tanto un pessimo 50 Cent che farebbe meglio a tornare a fare il rapper, cosa che almeno qualche anno fa gli riusciva abbastanza bene, quanto il solito valido  Dean Norris dritto dalle serie tv Breaking Bad e Under the Dome e soprattutto Vanessa Hudgens.
A salvare il film è… Vanessa Hudgens.
Che cazzo ridete?
Vanessa Hudgens è una grande attrice.
Basta ridere!
Guardate qui una scena a caso in cui dimostra tutto il suo enorme talento.



"Nicolas, questo saresti tu senza parrucchino? Ma sei disgustoso!"
Io adesso voglio dire: prendiamo Meryl Streep. Meryl Streep sarà bravissima a fare la Thatcher e tutto quello che volete. Però ve la vedreste Meryl Streep a fare uno strip nella parte della prostituta spogliarellista?
Io no.
E allora Vanessa Hudgens è meglio di Meryl Steep, almeno quando c’è da fare la strappona. Per interpretare il ruolo della cattiva ragazza, si veda anche Spring Breakers, oggi come oggi non c’è nessuno meglio di lei. Se per dimostrare di essere un’attrice completa e versatile deve ancora farne di strada, quando c’è da recitare la parte della zoccola non la batte nessuno.

"La strappona aveva ragione: sono davvero mostruoso!"
Al di là della Hudgens, capace di dar vita in pieno al suo personaggio, per quanto anch’esso piuttosto stereotipato, non ci sono molti altri motivi di interesse. Il cacciatore di donne è un serial thriller molto tradizionale, scontato, con un’ambientazione anni Ottanta sfruttata solo in piccola parte. A livello registico, l’esordiente Scott Walker non si segnala particolarmente, se non per una bella scena notturna in cui la Hudgens, ancora lei, si imbatte in un alce in mezzo alla strada. Una sequenza che mi ha ricordato il momento di Collateral in cui Tom Cruise guarda il coyote. Scusate se è poco.
Ultima cosa da segnalare: i titoli di coda, tra i più macabri mai realizzati.

Nonostante la sua prevedibilità, nonostante sia un film che non aggiunge nulla a quanto visto in migliaia di altre pellicole simili, la visione procede bene e, anche se possiamo immaginare con facilità come andrà a finire, in maniera pure leggermente tesa.
Un film prescindibilissimo, or dunque, e per nulla originale, ma che non possono comunque far mancare alla loro collezione i fans di Vanessa Hudgens e i cacciatori di serial killer. Intendo i cacciatori di serial killer cinematografici perché, se siete veri detective, fareste meglio ad andare fuori a dare la caccia ai veri assassini, invece di stare a perdere tempo a guardare un film con Nicola Gabbia.
(voto 6-/10)

domenica 8 settembre 2013

IL FESTIVAL DI VENEZIA 2013 ALLA RICERCA DEL SACRO GRA




S’è concluso il Festival di Venezia 2013.
Premetto che non ero presente in Laguna, non ho visto nessuno dei film in gara o fuori gara e ho seguito l’evento solo saltuariamente e senza manco troppo interesse, quindi il mio commento finale sul Festival non vale un bel NIENTE.
Qualcosina comunque la voglio dire, perché questo è pur sempre un blog prevalentemente cinematografico e poi perché se a Studio Aperto parlano di Venezia, non vedo motivi per cui non dovrei farlo anch’io.

A livello di glamour, di divi presenti e di hype, tanto per rimanere in tema Studio Aperto, m’è apparsa un’edizione parecchio sottotono. A parte per gli amanti del kitsch e dell’orrido, che sul red porchet red carpet si sono trovati delle perle assolute come quelle che vi propongo qui sotto.

Marina Ripa di Meana quest'anno ha deciso di superare se stessa

Carrie Fisher, guerre stellari con il buon gusto

Alba Rohrwacher, appena fuggita da un centro psichiatrico

Nicolas Cage e le sue splendide "collane"


A illuminare la scena c’è in pratica stata soltanto una radiosa Scarlett Johansson.


Scarlett è la protagonista di uno dei film più discussi e fischiati, Under the Skin, in cui interpreta la parte di un’aliena nuda in più di un’occasione e quindi io grido fin da ora al: “Capolavoro!” per quanto riguarda la pellicola e grido allo: “Scandalo!” perché Scarlett non ha ricevuto il premio di miglior attrice, andato all’italiana Elena Cotta per Via Castellana Bandiera di Emma Dante, che ha battuto persino la favoritissima della vigilia, Dame Judi Dench.

"Chiamate un dottore!
Presto, non sto scherzando!"

Spinto da un moto di nazionalismo d’altri tempi, il presidente della giuria Bernardo Bertolucci ha assegnato anche il premio più importante a un film italiano.
Il Leone d’Oro 2013 è Sacro GRA di Gianfranco Rosi, il primo italiano a vincere da Così ridevano di Gianni Amelio del 1998.


Un film italiano, per di più un documentario, Leone d’Oro?
A scatola chiusa e senza aver visto il suddetto film, né tanto meno gli altri in gara, io storco il naso in maniera snobistica e radical-chic.
Ma poi dico, al povero ritirato Maestro Hayao Miyazaki manco un premietto di consolazione?

Ecco l’elenco dei premi del Concorso principale
Leone d’Oro: Sacro GRA di Gianfranco Rosi
Gran premio della giuria: Jiaoyou (Stray Dogs) di Tsai Ming-Liang
Leone d'argento per la migliore regia: Miss Violence di Alexandros Avranas
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Themis Panou per Miss Violence di Alexandros Avranas
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Elena Cotta Via Castellana Bandiera di Emma Dante
Premio Mastroianni per l'attore emergente: Tie Sheridan per Joe di David Gordon Green
Migliore sceneggiatura: Philomena di Stephen Frears, scritta da Steve Coogan e Jeff
Premio speciale della Giuria: Die Frau des Polizisten di Philip Groening
Premio Leone del Futuro Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis: White Shadow di Noaz Deshe

Sezione Orizzonti
Miglior film: Eastern Boys di Robin Campillo
Migliore regia: Uberto Pasolini per Still Life
Premio speciale: Ruin di Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson
Miglior cortometraggio: Kush di Shubhashish Bhutiani

Settimana Internazionale della Critica
Miglior Film: Class Enemy di Rok Bicek
Premio per la migliore fotografia: Inti Briones per Las Niñas Quispe di Sebastián Sepúlveda
Menzione Speciale: Giuseppe Battiston interprete in Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto
Menzione Speciale: Anna Odell per l'insieme del lavoro svolto in The Reunion

mercoledì 28 agosto 2013

FESTIVAL DI VENEZIA 2013, COSA CI ASPETTA?




"Elisabetta Canalis s'è messa con Maccio Capatonda? Ma che davvero?"
Parte oggi il Festival del Cinema di Venezia 2013. Miiiiiinkia!
Per la precisione, parte oggi la Mostra internazionale d’arte cinematografica la biennale di Venezia 2013. Spulciando il programma, devo ammettere che non mi sono entusiasmato tantissimo e mi sembra un’edizione in tono parecchio minore rispetto all’ultimo Festival di Cannes, per dire.
Sulla carta, mi pare ci siano troppi film italiani. 3 in Concorso, di cui manco mezzo mi ispira neanche lontanamente, considerato l’attuale penoso stato in cui versa il nostro cinema, sono davvero troppi. A parte Hayao Miyazaki e Terry Gilliam, non è che ci siano poi tutti questi registoni enormi in gara. Ci sono invece un sacco di quei nomi che all’infuori dei Festival se li filano in 4 gatti, e con 4 gatti sono ancora stato generoso. Ad esempio: chi ha mai visto un film di Amos Gitai? E sì che ne ha girato pure uno con Natalie Portman che persino io mi sono perso.
Considerando che tra le pellicole in gara ce n’è addirittura una, Joe di David Gordon Green, con protagonista Nicolas Cage (what???), le premesse non sono delle più esaltanti in assoluto per questo Venezia 2013. Per lui se non altro è già pronta la Coppa Cani, la variante della Coppa Volpi destinata al peggior attore.
Andando a guardare bene qua e là, qualcosa di interessante dovrebbe comunque venire fuori. Ecco allora i film che attendo di più, tra quelli che passeranno in rassegna al Lido nelle varie sezioni.
Regia, via alla top 10.

10. Gravity
Avventura nello spazio per Alfonso Cuaron, il regista di Y tu mama tambien, de I figli degli uomini e sì vabbè anche di un Harry Potter ma nessuno è perfetto. Passerà soltanto fuori concorso, come pellicola d’apertura, ma di sicuro sarà uno di quelli che attirerà le maggiori attenzioni mediatiche. Il motivo? Un cast capitanato dai divi George Clooney e Sandra Bullock.



La madrina Eva Riccobono in posa
per un servizio matrimoniale per promuovere il Festival.
9. Tom a la ferme
Il giovane fenomeno canadese Xavier Dolan non sta mai fermo e a 24 anni è già al suo quarto film. Il suo primo non mi era piaciuto, il secondo l’ho adorato, il terzo l’ho trovato così così. Che effetto mi farà questo?

8. Child of God
James Franco non è nuovo alla regia. Qualcuno però ha mai visto un suo film da regista?
Non credo.
Questa volta il Franco sembra invece destinato a non passare inosservato, con una pellicola tratta da un romanzo di Cormac McCarthy e la presenza a Venezia nel Concorso principale. Farà il botto?

7. Palo Alto
La 26enne Gia Coppola, nipotina di Sofia (sua zia) e di Francis Ford (suo nonno), al debutto dietro la macchina da presa, alle prese con l’adattamento di un romanzo scritto da James Franco, che si preannuncia uno dei grandi protagonisti di Venezia 2013.
Sarà la solita raccomandata o proporrà un suo stile personale, come la zietta?
Io punto su di lei.
In gara nella sezione Orizzonti.

6. Jigoku De Naze Warui (Why Don’t You Play in Hell)
Nuova pellicola per Sion Sono, folle regista giapponese che qualcosa di interessante la tira fuori sempre. Sarebbe stato troppo coraggioso infilarlo in gara, e così passerà soltanto nella sezione Orizzonti. Non fate i soliti lagnosi e accontentatevi.



"Sono vestita peggio di Aria delle Pretty Little Liars?
Io vengo da un altro pianeta, qual è la sua scusa?"
5. The Sacrament
Il nuovo film del nuovo Dio dell’horror Ti West.
In gara pure questo nella sezione Orizzonti, che a questo punto si preannuncia più interessante del Concorso vero e proprio.

4. Under the Skin
Il regista inglese Jonathan Glazer per ora ha dimostrato il suo valore più con i videoclip (suoi gli splendidi “The Universal” dei Blur e “Karma Police” dei Radiohead) che non al cinema (suoi i non splendidi Sexy Beast e Birth – Io sono Sean). Al suo film numero 3, potrebbe finalmente dimostrare il suo valore anche su grande schermo. La cosa più importante comunque è un’altra. In questa misteriosa e promettente pellicola dai toni sci-fi, Scarlett Johansson interpreta la parte di una aliena. E a me ciò basta per avere una notevole curiosità.

3. Kaze Tachinu (The Wind Rises)
In Giappone sono piovute un sacco di critiche addosso al nuovo film di mastro Hayao Miyazaki. La pellicola animata è incentrata infatti su Jirō Horikoshi, un ingegnere che progettato vari aerei da combattimento usati nella seconda guerra mondiale. Un personaggio controverso, per un cartone controverso. Ma Miyazaki di sicuro saprà regalarci della poesia.



2. The Zero Theorem
Il nuovo film di Terry Gilliam vanta un cast notevole (Christoph Waltz, Matt Damon, Mélanie Thierry, Ben Whishaw, Tilda Swinton) e potrebbe riportare il regista ai fasti de L’esercito delle 12 scimmie, film che nel frattempo sta per diventare una serie tv sul network americano SyFy.
Speriamo bene, sia per il nuovo film di Gilliam che per la versione telefilmica delle scimmie…

1. The Canyons
Sarà quasi certamente il film più spernacchiato dalla critica, anche se verrà presentato solo fuori concorso, ma non importa. Regia di Paul Schrader, sceneggiatura firmata dal mio idolo assoluto Bret Easton Ellis, protagonisti una rediviva ma non ripulita Lindsay Lohan e il pornodivo James Deen. Il mondo lo odierà, ma per me è già un cult movie.

Trailer ufficiale



Trailer remixato da Kanye West!



lunedì 7 gennaio 2013

NICOLAS DAYGE

Nicolas Cage in uno scatto quando è stato arrestato.
No, il motivo non era recitazione molesta, né vilipendio al buon cinema.
Oggi è il Nicolas Cage Day.
Dove?
Qui nella blogosfera.
Perché?
L’iniziativa è nata da un’idea di Frank Manila del blog Il cinema spiccio. Non so bene cosa sia saltato per la mente, a quel ragazzo. E non so cosa sia passato a me, nella mente, per aver aderito a una simile folle operazione. Fatto sta che eccomi qui, a parlare di Nicolas Cage.
A parlare, ma non a celebrare Nicolas Cage, cosa che mi risulterebbe alquanto impensabile.
A questa operazione Nicolas Cage Day, che cade nel 49esimo compleanno dell’attore americano, partecipano anche altri blogger cinematografici. Chi? Ecco l'elenco dei blog con il link ai post su Cage della giornata:




"Non infierite troppo, vi prego.
Anch'io tengo un mutuo da pagare..."
Affari Nostri
Cipolla Pensierosa

Loro hanno deciso di parlarvi magari dei suoi film migliori. Perché, ebbene sì, pure Nicolas Cage ha girato dei bei film. Tra i miei preferiti elenco Lord of War, Il ladro di orchidee, Peggy Sue si è sposata, Face Off, The Family Man e tra quelli girati ultimamente solo Kick-Ass. In alcune occasioni, il Nicola Gabbia si è poi concesso persino in performance attoriali piuttosto buone e degne di nota, come in Via da Las Vegas, per cui è stato premiato persino con l’Oscar. Premio esagerato, però lì se la cava bene. Sarà che interpreta un alcolizzato con problemi col gioco. Ovvero: Nicolas Cage nella vita reale, solo che al posto dei problemi di gioco, pare che lui si diverta nella speculazione edilizia di castelli. Vabbé…
Le sue turbolente condizioni economiche l’hanno quindi costretto ad accettare qualunque pellicola che gli venga proposta. E con qualunque  intendo QUALUNQUE. Anche i due filmetti che ho scelto di vedere per partecipare a questa Cage-rassegna.
Due film perché come al solito devo fare quello che esagera, ma soprattutto perché entrambi sommati non riescono a fare manco mezzo film decente.

"Pensa al tuo agente che t'ha fatta passare da moglie di Don Draper
a moglie di Nicolas Cage e vedrai che farai un centro perfetto."
Solo per vendetta
(USA 2011)
Titolo originale: Seeking Justice
Regia: Roger Donaldson
Cast: Nicolas Cage, January Jones, Guy Pearce, Jennifer Carpenter, Harold Perrineau, Xander Berkeley, IronE Singleton, Cullen Moss
Genere: Nicolas Cage il giustiziere
Se ti piace guarda anche: Giustizia privata, Dexter

Come è facile evincere fin dal titolo, Solo per vendetta è un film che rientra nel filone giustizialista. Cosa che fa subito temere il peggio, ma l’inizio della pellicola a sorpresa non è nemmeno tanto male.
I primi 10/15 minuti, a dir tanto.
Nicolas Cage è sposato con January Jones, la splendida bionda nota per essere stata sposata con Don Draper nella serie Mad Men. E già qui troviamo un motivo valido per visionare codesta pellicola.
Fine dei motivi validi.
O quasi. Come dicevo, l’attacco del film non è troppo malvagio. January Jones finisce vittima di un brutale stupro, ma non è questa la parte interessante del film. January sopravvive, però resta profondamente segnata dall’esperienza e così il solito mefistofelico Guy Pearce propone un patto diabolico al marito parrucchinato Cage: lo stupratore della moglie verrà ammazzato dalla sua organizzazione, a patto che lui ogni tanto, in maniera del tutto disinteressata, partecipi a suo modo a questa organizzazione. Come per le truffe telefoniche o quei contratti che ti promettono solo benefici e nessun svantaggio, ci sarà però anche un risvolto negativo.

"Qualcuno ha visto Antonio Conte? Devo riportare a Nicolas Cage
il parrucchino che lui gli ha fregato..."
All’inizio il film fa sperare in un’organizzazione misteriosa stile Fight Club e sperare anche in possibili risvolti inquietanti come The Game. Fa pensare in pratica a un possibile film alla David Fincher.
Invece no. Ma va'. Stupido io ad averlo anche solo stupidamente lontanamente sperato.
Piuttosto, la pellicola si mostra in tutta la sua più prevedibile realtà: un thrillerino americano classico, di quelli già visti e stravisti, con un’evoluzione nella trama che ormai manco il più prevedibile episodio di una qualsiasi serie tv pseudo crime sfoggia. Il tipico film inutile. Di quelli di intrattenimento ai minimi sindacali e che si dimenticano nell’attimo stesso in cui stanno scorrendo i titoli di coda. Il tipico film inutile del tutto per noi spettatori, ma utile per rimpinguare le tasche del “povero” Nicolas Cage, che qui si prodiga in un’interpretazione a livelli bassini, eppure nemmeno tra le peggiori del suo passato recente. Si vedano altre robacce come L’ultimo dei templari, L’apprendista stregone, Ghost Rider eccetera eccetera eccetera eccetera.
Durante le riprese a New Orleans della pellicola, tra l’altro, il Cage è finito in cage, in gabbia, in gattabuia, al fresco, in prigione, dietro le sbarre… ok, ho rotto il caXXo. La causa? Ubriachezza molesta. Che l’attore premio Oscar, dopo Via da Las Vegas, abbia provato a farsi cacciare anche Via da New Orleans?
Ahahah, una battuta così non la trovate manco in un film con Cage.

"Cannibal, la pagherai cara per quello che hai detto su di me!
A proposito... non è che avresti 10 bigliettoni da prestarmi che sono al verde?"
Ad impreziosire il poco prezioso pacchetto ci pensa un contorno di attori telefilmici dai personaggi abbozzati: Jennifer Carpenter (la sorellastra che si vuole fare Dexter), Harold Perrineau (il papà omicida di Lost) e IronE Singleton (ATTENZIONE SPOILER SU THE WALKING DEAD: l’ultimo morto ammazzato della serie).
Ma tralasciando i comprimari, cos'altro dire sul grande protagonista di questo post e di questa intera giornata?
È Nicolas Cage. Andiamo, come volete che reciti?
C’è da dire che pure lui segue la parabola discendente della pellicola. Inizia in maniera anche piuttosto convinta, poi man mano (diciamo dopo pochi minuti) si spegne, forse pensando che il minimo sindacale per intascare lo stipendio l’ha fatto.
Invece no, Nicolas. Ridai indietro i soldi ai produttori! E pure a noi spettatori, anche se l'abbiamo visto aggratis...
(voto 4/10)

E il Nicolas Cage Day prosegue...

"Il modo in cui stanno andando le nostre carriere è terrorizzante!"
"Lo so, Nicole, lo so."
"La tua in particolare, Nicolas, dico solo: inguardabile."
Trespass
(USA 2011)
Regia: Joel Schumacher
Cast: Nicolas Cage, Nicole Kidman, Cam Gigandet, Ben Mendelsohn, Jordana Spiro, Liana Liberato, Emily Meade, Dash Mihok, Nico Tortorella
Genere: Nicolas Cage il sequestrato
Se ti piace guarda anche: Hostage, Funny Games

Passiamo ora all’altro film di questa mini-rassegna cageana. Il pezzo forte. Il film bello tra i due.
In realtà, Trespass se vogliamo a livello qualitativo è ancora più infimo rispetto a Solo per vendetta. Se si è beccato un + nel voto è perché rispetto all’altro è un minimo, preciso un minimo, più coinvolgente. Coinvolgente magari non è la parola più esatta. Fa dormire di meno. Fa dormire comunque, ma meno.

"Vogliono farci fare un altro film con Nicolas Cage. Sparami, per favore."
"No, sparo prima a me e poi, se sopravvivo, sparo pure a te..."
Trespass possiamo definirlo un Funny Games for dummies, o anche una versione merdosa di Funny Games che rende meglio l’idea per i non anglofoni.
La vicenda, vista e stramegavista, è quella di una famiglia che viene presa in ostaggio dal solito gruppo di malviventi. Piuttosto sprovveduti e improvvisati, va da sé. Film come questo ne sono già stati fatti parecchi. Se il modello del Funny Games di Michael Haneke (original e US version) è irraggiungibile, questo mi ha ricordato di più Hostage, quello con Bruce Willis. Ma forse ricordo male, perché questi film si assomigliano tutti e si dimenticano tutti in fretta.
Il riccone Nicolas Cage, una sempre più attapirata Nicole Kidman nei panni della moglie e la figlia gnoccoletta vengono sequestrati da ‘sta band di rapinatori. Una semplice rapina che però si complica, portando a galla tensioni famigliari mai sopite e tensioni pure tra i criminali etc. il resto potete immaginarvelo da soli senza vedere il film, che così vi risparmiate del tempo e tanto la vostra immaginazione non andrà molto lontano da quello che succede nella pellicola. Anzi, se siete un minimo creativi, mi sa che il film nella vostra testa sarà più bello di Trespass.

"No, non le sparo. Lei è quella passata da Eyes Wide Shut
ai film con Nicolas Cage. Ha già sofferto abbastanza, poveretta."
La regia del film è curata da Joel Schumacher, uno che con un cognome del genere farebbe meglio a stare al volante, visto che dietro la macchina da presa proprio non ci sta bene. Dopo averci regalato schifezze come Batman Forever, Batman & Robin e 8MM - Delitto a luci rosse, ma a sorpresa anche un buon thriller come In linea con l’assassino - Phone Booth, lo Schumacher ormai sta facendo come Nicolas Cage e tende a girare qualunque cosa gli venga proposta.
A salvare (parzialmente) il filmetto ci pensa la parte giovane del cast con i promettenti Cam Gigandet (già visto in The O.C.), Jordana Spiro (già vista nella serie sfigata The Mob Doctor), Emily Meade (già vista in Boardwalk Empire) e Liana Liberato (vista da nessuna parte, ma non mi dispiacerebbe rivederla), mentre i due protagonisti appaiono delle anime in pena. Nicole Kidman vaga in giro per la casa preoccupata non dai birbanti che la tengono in ostaggio, ma dalla sua carriera, e per tutto il tempo ha sulla faccia plasticosa l’espressione di chi si sta chiedendo: “Ma come ho fatto a passare da Kubrick a Schumacher, e manco Michael Schumacher?”.
Non lo sappiamo Nicole, non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che rischi di fare la fine di Nicolas Cage, che qui è persino sotto al suo minimo sindacale, roba che a questo giro non meriterebbe di essere pagato nemmeno lontanamente.
Però dai, oggi è il suo compleanno e non solo. Oggi è il Nicolas Cage Day. E allora chiudo invocando un premio sacrosanto all'attore.
L’Oscar?
No, quello l’ha già davvero vinto, come detto sopra, per Via da Las Vegas. Quello che gli manca ora è un Razzie Award come peggiore attore. Per ora è stato nominato tre volte: nel 2006 per The Wicker Man, nel 2007 addirittura per due film, Ghost Rider e Il mistero delle pagine perdute, nel 2011 persino per tre film: Drive Angry, L’ultimo dei templari e questo Trespass. Eppure ha perso, contro l’Adam Sandler di Jack e Jill.
Io a questo punto mi chiedo: ma cosa diavolo deve fare di più quest’uomo, per meritarsi un Razzie? Me lo sapete dire?
(voto 4+/10)

sabato 30 giugno 2012

Stress da Nicolas Cage

I miei post de L'ora cult come il seguente potete leggerli anche sul blog L'orablu.

Stress da vampiro
(USA 1988)
Titolo originale: Vampire’s Kiss
Regia: Robert Bierman
Cast: Nicolas Cage, Jennifer Beals, Maria Conchita Alonso, Elizabeth Ashley, Kasi Lemmons
Genere: yuppie du
Se ti piace guarda anche: American Psycho, Fuori orario, Voglia di vincere

Ci sono dei film che potrebbero essere dei cult. Potrebbero esserlo facilmente. Prendi Stress da vampiro. Ok, il titolo italiano fa schifo, tanto per cambiare. Stress da vampiro? Ma chi l’ha deciso un titolo del genere? Nemmeno uno che intitola un post “Stress da Nicolas Cage” oserebbe tanto. Anche perché “Stress da vampiro” non vuol dire nulla, mentre “Stress da Nicolas Cage”, considerando come l’attorone americano ormai giri al ritmo di 6 o 7 pellicole da schifo l’anno, un senso ce l’ha eccome.
Il titolo originale è invece assolutamente cool: Vampire’s Kiss. Negli anni ’80 non era nemmeno ‘sto titolone, ma alla luce (si fa per dire, parliamo pur sempre di creature notturne) del successo globale dei vari Buffy, Twilight, True Blood, The Vampire Diaries e Underworld, un titolo del genere da solo basterebbe per aprire un nuovo franchise di successo.

"Robert Pattinson, ero un vampiro ridicolo da molto prima di te!"
Alla sceneggiatura della pellicola troviamo poi Joseph Minion, che all’epoca era fresco reduce da uno degli script più avvincenti dell’intero cinema 80s, quello per il Fuori orario di Martin Scorsese, che poi è anche il motivo principale per cui ho recuperato con curiosità questo film. Solo che, laddove Scorsese riusciva a tradurre in immagini la folle, grottesca, emozionante nottata fuori orario vissuta dal protagonista, qui le cose vanno parecchio meno bene.
Si può anche dire che la sceneggiatura in questo caso sia meno ispirata, molto probabilmente lo è, però non è nemmeno priva di spunti interessanti. Tutt’altro. Lo script di Minion mette sul fuoco tanta carne, e buona pure. La tematica vampiresca applicata a una vita più o meno “normale” oggi può apparire ormai stra-abusata, considerando come non venga quasi più prodotta alcuna serie tv o pellicola senza ALMENO un succhiasangue tra i protagonisti, ma negli 80s non erano così in voga, tanto che questo film potrebbe essere considerato avanguardia pura. Ho detto potrebbe.
E poi è presente pure la tematica della follia applicata allo yuppismo, con il personaggio di Nicolas Cage che è una sorta di fratello gemello del Patrick Bateman di American Psycho. Meno fissato con l’aspetto fisico, magari, ma non meno fuori di testa. Come nel romanzo di Ellis, e seguente film di Mary Harron, anche qui il protagonista ha due volti: da una parte è un rispettabile membro della comunità, un uomo attraente e di successo, anche se non si sa bene perché visto che come Bateman non è capace di fare nulla. Dall’altra parte è invece un pazzo psicopatico, in questo caso non è un serial-killer, bensì è un vampiro. O almeno si crede di essere un vampiro. Ma lo sarà o non lo sarà? Il dubbio resta, così come in American Psycho. Peccato che il protagonista di questo Vampire’s Kiss sia un Nicolas Cage davvero modesto; se ne Il ladro di orchidee (Adaptation) di Spike Jonze il Nicola Gabbia a sorpresa (grande sorpresa!) riusciva in maniera credibile a interpretare due gemelli contemporaneamente, qui il gioco della doppia personalità gli riesce parecchio meno bene (e questa non è una grande sorpresa).

"Ma perché Cannibal Kid non mi vuole tanto tanto bene?"
Sono diversi i punti di contatto anche con Fuori orario, il più evidente è il contrasto tra vita diurna normale (o quasi) e vita notturna in cui dare sfogo al proprio lato oscuro. Il limite maggiore del film sembra però essere la regia, davvero modesta e con uno stile 80s patinato, ma di quell’80s troppo patinato per essere considerato cool, di Robert Bierman.
Robert Bierman, chi?
Ecco, appunto: Robert Bierman, chi? Di certo non è uno Scorsese. Tra il regista che si limita a scaldare la sedia e il Cage in versione inverosimile vampiro psicopatico, i due cattivoni ce la mettono tutta pur di affossare gli spunti presenti nella sceneggiatura del buon Joseph Minion, che da lì in poi non riuscirà più a riprendersi e realizzerà pochi script per film poco interessanti: qualcuno ha visto Motorama o On the Run? Davvero un peccato, per uno che all’esordio aveva firmato una sceneggiatura da fuoriclasse come quella di Fuori orario.

"Sarà perché faccio queste facce penose?"
Poteva essere un cult, questo Stress da vampiro. Poteva essere considerato una sorte di anticipatore di Buffy e delle altre serie vampiresche, poteva essere, ancor più a ragione, un fratello maggiore di American Psycho. La sceneggiatura c’era, le idee pure. E invece si sono messi di mezzo una realizzazione che viaggia più sui binari del ridicolo che su quelli del grottesco, un titolo italiano inascoltabile e illeggibile, una regia anonima che non permette alla storia di crescere in tensione come ci si sarebbe potuti aspettare, ci si mette pure un Nicolas Cage protagonista per nulla all’altezza, più una Jennifer Beals che anziché come vampira fatalona è meglio come ballerina tamarra, nonostante Flashdance sia un mio altro scult personale.
Sarebbe potuto essere facilmente un grande film, questo Stress da vampiro, invece no. Colpa dello stress da cult?
(voto 5/10)

sabato 31 marzo 2012

Tromb Rider: Spirito di vendetta

Ghost Rider: Spirito di vendetta
(USA, Emirati Arabi 2011)
Titolo originale: Ghost Rider: Spirit of Vengeance
Regia: Mark Neveldine, Brian Taylor
Cast: Nicolas Cage, Violante Placido, Fergus Riordan, Idris Elba, Ciarán Hinds, Johnny Whitworth, Anthony Head, Christopher Lambert
Genere: tamarrata svergognata
Se ti piace guarda anche: Ghost Rider, Gamer, Crank, Legion, Blade, Lara Croft: Tomb Raider, Drive Angry

Tra i buoni propositi per l’anno nuovo avevo inserito anche quello di non vedere MAI PIU’ (o almeno l’intera annata) film con Nicolas Cage. Tempo pochi mesi e già devo rimangiarmi il mio fioretto. Mannaggia.
Non che il Gabbia abbia fatto un film così imperdibile, però per certi versi sì.
Se Ghost Rider 1 era una trashata vergognosa ai limiti del guardabile, al punto che credo di non essere nemmeno riuscito a vederlo fino alla fine, l’appuntamento con il Ghost Rider numero dos era immancabile per un motivo. Facciamo due: Neveldine e Taylor.
Io sono un fan di Neverldine e Taylor.
Perché?
Come, perché?

"Dimmi dov'è Cesare Ragazzi! Ho finito i parrucchini e devo trovarlo ORA!"
Mark Neveldine e Brian Taylor sono i registi e sceneggiatori di Crank 1 e Crank 2, ovvero quella che posso considerare senza troppi dubbi la mia serie action preferita of all times. Una scarica di adrenalina con un mix explosivo di musiche, immagini in stile clipparo, estetica da videogame, situazioni, umorismo e volgarità varie spinte all’extremo e servite su un piatto d’argento a un Jason Statham mattatore totale. Nel 2013 dovrebbe arrivare anche Crank 3 e, per quanto odi i sequels, non vedo la fottutissima ora!
Neveldine e Taylor hanno inoltre girato Gamer, altra bella figatonza, e in più hanno scritto la sceneggiatura per l’interessante Pathology, una sorta di versione cinematografica sotto acido di Grey’s Anatomy. Mai uscito in Italia, se ne avevate il dubbio, ma se vi piace la loro follia merita un recupero.
Negli ultimi tempi, non stupisce allora che il loro stile molto fumettoso sia stato prestato al servizio di pellicole fumettose. Prima hanno firmato la sceneggiatura dell’atroce Jonah Hex. Sceneggiatura che credo sia costata loro ben uno, o forse due pomeriggi. Quindi sono stati chiamati al timone del sequel di Ghost Rider. Non si capisce bene perché.
Non si capisce bene perché non il motivo per cui abbiano chiamato loro. Semmai stupisce perché abbiano accettato.
Ah già, per la solita storia dei soldi.
La cosa che stupisce di più comunque è che sia stato realizzato un seguito di Ghost Rider, film del 2007 girato da Mark Steven Johnson (quello di Daredevil). Una porcheria che si era guadagnata più critiche feroci che grandi incassi: costato 110 milioni di dollari, ne ha pigliati negli Usa giusto una cinquantina. Quindi, peeerché girare un secondo episodio di un’impresa, sia artistica (?) che economica, tanto fallimentare?
Misteri di Hollywood.
Piuttosto che girare una pellicola nuova e originale preferiscono fare il sequel di un super flop. E poi ci si chiede cosa non va nel mondo…
Prima di approcciarmi a questo GR2, cerco allora di azzerare il ricordo del primo episodio.
Ok, fatto.
"Lo so, lo so: il teschio è molto più espressivo di me!"
Già dimenticato. È stata una impresa molto dura che mi è costata… vediamo… circa 2 secondi.

A sorpresa, il nuovo Ghost Rider parte decisamente bene. La prima oretta scivola che è un piacere grazie a un sano divertimento tamarro regalato dai due soliti fenomeni della mdp. I numeri 1 quando si tratta di girare scene action. Anche qua danno sfogo a tutta la loro fantasia, fondendo lo stile del fumetto Marvel con quello videogammaro cui ci hanno già abituati in passato.
Niente di nuovo, ma lo fanno sempre bene.
In più riescono a regalarci una scenona (s)cult incredibile: la pisciata di fuoco di Ghost Rider!


E, inoltre, nelle sequenze in cui Nicolas Cage si trasforma nel Ghost Rider ci fanno dimenticare di star vedendo un film con Nicolas Cage. Numero di prestigio mica da poco.

Nicolas Cage, ti vogliamo SEMPRE così!

"Abbelli de mamma, ce sto' pure io. Ma come chi so'?
Va bene il divertimento, vanno bene le scene d’azione tamarre, però a un film si chiede anche qualcosa d’altro. Qualcosina di più. Una storia un minimo coinvolgente ad esempio. Se ci trovassimo dentro un film arty, la storia potrebbe anche non essere necessaria. Però non è certo questo il caso. Ed è qui che la pellicola fallisce miseramente. La trama è infatti quanto di più assurdo e stupido possa venire in mente e la vicenda del figlio di Satana (ancora? ma quanti figli ha?) fa tanto Giorni contati con Schwarzenegger, oppure Lost Souls - La profezia con Why?nona (Ghost) Ryder, o qualunque altro film di possessioni demoniache e altre cose del genere vi possa venire in mente. Materia scivolosa che rischierebbe di far cadere nel ridicolo chiunque e, ovviamente, Ghost Rider ci casca con tutte e due le scarpe. Non che ci si potesse aspettare chissà quale trama, però così è davvero troppo (poco).
Se la prima parte è guardabile e a tratti pure divertente, pur se lontanissima dai vertici di Crank, la parte finale è una vera mazzata alle gambe. Oltre che al cervello, ma quello se n’era stato spento fin dall’inizio intelligentemente. D’altra parte, se non si comporta in maniera intelligente il cervello, quale altra parte del corpo dovrebbe farlo?
Non dovete per forza rispondere.

"Speriamo che Satana non veda il film, altrimenti per me so' cazzi amari!"
E il cast?
Portatemi un velo pietoso bello grosso, che lo devo stendere sopra (quasi) tutti.
Nicolas Cage, ça va sans dire.
Però certo che anche gli altri non fanno di meglio.
Ciarán Hinds non ci crede nemmeno lui di fare il Satana della situazione, figuriamoci noi.
Christopher Lambert, il redivivo (dopo tutto è Highlander) Christopher Lambert, si poteva risparmiare una comparsata tanto inutile, così come Anthony Head, lo storico Giles di Buffy, che qui ha un ruolo talmente minuscolo da non minare la sua credibilità. Non che dopo Buffy abbia fatto poi chissà cosa, Little Britain e qualche cazzata fantasy a parte.
E Violante Placebo Placido… è un mistero come Violante Placido sia una delle poche “nostre” (?) attrici (??) che lavorano all’estero, visto che è una delle più cagne, nel senso borissiano del termine. Che poi è uguale al senso comunemente inteso del termine. Violante Placido che voglio (non so nemmeno io bene perché) ricordare nel pessimo Ovunque sei diretta da papà Michele e anche nel teribbbile The American a fianco del Clooney. Che pur di non recitare di nuovo insieme a lei pare abbia preferito farsi arrestare. Altroché attivismo per il Sudan, è questa la vera ragione.

"Va bene fare il figlio di Satana, ma devo proprio recitare con Nicolas Cage?"
A salvarsi nel cast, direi l’unico, è il figlio (letteralmente) del demonio. La piccola bestia di Satana, che risponde al nome di Fergus Riordan, era un bambino già parecchio disturbato nel sottovalutato I want to be a soldier e con quel suo volto inquietante (persino più della media dei bambini inquietanti) si segnala come un nome da tenere d’occhio in prospettiva futura.
Per il resto, tutti gli attori sotto il velone pietoso. Forza, in fila dietro a Ghost Rider.

Con un protagonista che non fosse Nicolas Cage, un cast un po’ più all’altezza e una sceneggiatura vagamente decente, ci saremmo trovati di fronte a una scheggia impazzita e preziosa di cinema fumettaro action. Così com’è questo Ghost Rider 2, soprattutto per il notevole talento tamarro della coppia Neveldine/Taylor, riesce solo a fornire un discreto entertainment. È già qualcosa.
Nonostante i difetti non da poco, lo Spirito di vendetta invocato dal sottotitolo della pellicola alla fine dei conti riesce a fare, almeno in parte, il suo gravoso dovere: vendicare il primo obbrobrioso episodio.
La vendetta è un piatto che va servito freddo? No, qui viene servita da una calda pisciata di fuoco!
(voto 6-/10)

venerdì 23 marzo 2012

Che film piovono dal cielo?

Una marea di pellicole sta per scendere giù dal cielo e inondare le nostre sale anche questo weekend.
Roba interessante?
Sì, un paio di titoli.
Roba che manco Mr. James Ford riuscirebbe a considerare Cinema?
Sì, un sacco di titoli...
Comunque prendiamo quanto di buono c'è e che uscirà nelle solite 2-3 copie sull'intero suolo nazionale e cerchiamo di ignorare il resto. Come pure questa settimana ho cercato di fare io con i commenti pane e salame del Ford e che, vostro malgrado, dovrete magnarvi insieme ai miei, di qualità ben più sopraffina e prelibata.


"Ah, riguardo alle stronzate che scrive Ford io me ne lavo le mani..."
Cosa piove dal cielo? di Sebastian Borensztein
Il consiglio di Ford: speriamo non merda. O radical chic.
La trama di questo film ed il trailer potrebbero quasi far pensare a prodotti indipendenti e decisamente validi come Bombon el perro o Piccole storie, e personalmente ho sempre trovato l'Argentina ricca di fascino.
Il rischio è che in realtà si tratti dell'ennesima operazione da finti cinefili da sala d'essai e sala da the che tanto mi fanno incazzare. Un pò come il Cannibale, insomma.
Staremo a vedere, intanto una visione pare essersela guadagnata.
Il consiglio di Cannibal: it’s raining (radical-chic) men
Questo film è il trionfatore dell’ultimo Festival di Roma. Non è la stessa cosa di vincere Cannes, però è pur sempre meglio di ricevere un Ford Award. Come The Lady mi sa di film ad alto potenziale di zuccheroso buonismo fordiano, però potrei comunque dargli un’occhiata. E senza aprire l’ombrello che Ford tiene per difendersi dalla pioggia immaginaria di radical-chic che in realtà vivono solo nella sua mente e non certo in Italia, dove la gente semmai fa gara per dimostrarsi radical-scema.


"Va bene, la smetto di leggere WhiteRussian.
Adesso però potete mettere giù quei fucili?"
The lady - L'amore per la libertà di Luc Besson
Il consiglio di Ford: l'amore per il Cinema impone di smetterla con certi adattamenti di titolo.
Onestamente, tolto Leon, ho sempre trovato estremamente sopravvalutato Luc Besson, che negli anni è riuscito a sfiorare il trash involontario in più di un'occasione.
Questo The lady, ispirato alla vita di Aung San Suu Kyi, Nobel per la pace 1991, pare più interessante rispetto alle produzioni tipiche del regista.
Ma dato che quasi per contratto devo andare contro al vecchio Luc - neanche fosse il Cannibale -, non mi dichiaro convinto.
Il consiglio di Cannibal: l’amore per la libertà (da Ford)
Neanche io sono un grande fan di Luc Besson, però onore a lui già solo per aver lanciato Natalie Portman in Leon e onore a me perché vorrei lanciare Lady Ford giù da una finestra, come in uno dei suoi amati action movies.
Riguardo a questo The Lady mi sa di possibile trappola buonista, però i biopic sono (quasi) sempre materia interessante e la storia di Aung San Suu Kyi (ho copia/incollato il nome da te Ford, quindi spero tu lo abbia almeno scritto giusto) merita di essere raccontata. Speriamo solo non sia una roba in stile fiction Rai oppure una roba con in testa solo gli Oscar alla The Iron Lady.

"Ma come fai a dire che Ford è meglio di Cannibal?"
"Infatti non l'ho mai detto. Mi sa che Sanremo t'ha dato alla testa!"
È nata una star? di Lucio Pellegrini
Il consiglio di Ford: è morto il Cinema italiano? Di questo passo, probabilmente ci siamo vicini.
Volete davvero che vi commenti quest'uscita? Volete davvero davvero che vi commenti quest'uscita?
Scordatevelo.
Piuttosto me ne vado in vacanza da solo su un'isola deserta con il Cannibale.
Il consiglio di Cannibal: non è nata una star, è nata ‘nammerda
Di questo film va detto che è tratto da un romanzo di Nick Hornby. Si tratta però dell’adattamento italiano di un romanzo di Nick Hornby e la cosa, oltre che essere un’eresia, potrebbe portare a risultati davvero disastrosi.
In vacanza con te Ford non ci vengo, nemmeno sull’isola di Lost, però se vuoi ti spedisco su una stella insieme a Rocco Papaleo, attore (???) protagonista con la Littizzetto di questo filmetto. Magari si unisce a voi pure quell’altro simpaticone di Gianni Morandi…

"Anche voi venuti a dar fuoco al Ford? Mi sa che dovete mettervi in coda..."
Quijote di Mimmo Paladino
Il consiglio di Ford: un mulino a vento.
Sull'onda della morte di Lucio Dalla, ecco qui un film che sa tanto di pretenzioso e radical chic, che vorrebbe imporsi come una nuova versione tutta made in Italy del Don Chisciotte. In tutta onestà, ho già abbastanza da fare a lottare qui sulla frontiera con quella sorta di Cucciolo Eroico come scudiero, per rischiare una visione di questo tipo. Passo.
Il consiglio di Cannibal: Don Cannibal e Ford Panza
Film ad altissimo rischio di scivolare nel ridicolo involontario, proprio come Ford ogni volta che apre bocca.
Scopro ora che Peppe Servillo, cantante degli Avion Travel e protagonista di questo film, è il fratello del più talentuoso Toni Servillo. Non è una notizia che mi/vi cambierà la vita, però almeno il Don Cannibal vi fornisce curiosità di questo tipo, mentre Ford Panza blatera solo di radical-chic di qui, radical-chic di là, come un paranoico allo stadio terminale.

"Ce l'avete Faust?"
"Mi spiace, qui non teniamo lagne consigliate da Ford..."
Take me home tonight di Michael Dowse
Il consiglio di Ford: non sarà la festa del secolo, ma è sempre meglio della morìa di queste settimane.
Questo film è già passato tempo fa sugli schermi di casa Ford, e benchè non si sia stato certo una folgorazione, è risultato una visione piacevole legata ad una grande colonna sonora, nonchè omaggio sentito ai mitici eighties.
Considerate le alternative, potrebbe essere l'uscita più interessante del week end.
Il consiglio di Cannibal: c’è ancora qualcuno che non l’ha visto?
Di questo film che mi era piaciuto parecchio ne avevo giè parlato qui e tra l’altro era già stato annunciato tra le uscite nei cinema italiani alcuni mesi fa e ne avevamo già parlato in questa nostra rubrica, ma credo che arterio Ford se ne sia scordato.
Pensavo che ormai fosse già stra-uscito pure in DVD ma comunque, se non l’avete ancora visto, questa potrebbe essere l’occasione buona.

"Meglio legarla con le catene, che se passa quel
ladruncolo tamarro del Ford me la porta via..."
Ghost rider: spirito di vendetta di Mark Neveldine e Brian Taylor
Il consiglio di Ford: meglio pelati come Statham, che sfigurati dal parrucchino di Nicholas Cage.
Sinceramente non so cosa pensare.
Il primo Ghost rider era una sorta di immondizia ambulante.
Neveldine e Taylor hanno sfoderato in passato perle tamarre come i due Crank ma anche una schifezza galattica come Gamer.
Nicholas Cage e il suo parrucchino sono sempre in bilico sul trash agghiacciante.
Potrei adottare questa tecnica: aspetto che lo veda il Cannibale, e se gli fa cagare, lo guarderò senza problemi. Vorrà dire che si tratta di una bella tamarrata godibile e divertente.
Il consiglio di Cannibal agli spettatori: alla larga!
Il consiglio di Cannibal a Nicolas Cage: ritirati!
Il consiglio di Cannibal a Mr. James Ford: ritirati pure tu!
Il primo Ghost Rider mi ha annoiato quasi più dei film consigliati di solito dal Ford, al punto che non sono nemmeno riuscito a vederlo tutto tanto era una colossale stronzata. A questo potrei dare un’occhiata solo perché la regia è curata da quei due fenomeni tamarri di Neveldine e Taylor. Però mi sa tanto di sequel realizzato su commissione giusto per soldi, quindi temo che pure questa volta mi farà collassare in coma. Efficace più del Valium e, forse ma solo forse, più di Mr. Ford quando si mette a parlare di cinema russo. Che a me fa russare. Ahahahaha, questa battuta manco il Ford dei tempi peggiori riusciva a tirarla fuori…

"Cannibal, quella sera forse era meglio se ti ricordavi di comprare i preservativi..."
17 ragazze di Delphine e Muriel Coulin
Il consiglio di Ford: in un periodo così scarno, un film così me lo vedo 17 volte!
Il Cinema francese sta vivendo una grande stagione, come hanno dimostrato opere recenti e decisamente importanti come Tomboy e Polisse, e i risvolti sociali narrati attraverso una leggerezza quasi magica paiono essere materia anche per questo film, che a questo punto diventa l'unico che non intenderei davvero perdermi a questo giro.
Il consiglio di Cannibal: 10 ragazze per me posson bastare, ma 17 sono ancora meglio
Teen movie in salsa francese? Direi che è una visione cannibale obbligatoria per legge.
La storia è quella di 17 ragazzine che decidono di restare incinte contemporaneamente. Spero non si trasformi in un teen mom all’ennesima potenza, ma visto l’eccellente stato di forma del cinema francese recente, direi che il rischio è molto limitato.
Il povero mini Ford non so però se riuscirà a vederlo dalla prigione: dopo che ha osato parlare bene di John Carter infatti gli ho mandato la Polisse sotto casa…

"Cosa sto facendo con un corvo sul braccio? Pensavo fosse
evidente: cerco di sembrare ancora più inquietante di Ford!"
The Raven di James McTeigue
Il consiglio di Ford: Poe, aiutaci tu!
Ennesima rivisitazione di uno dei racconti più celebri di Poe, questa volta in versione investigatore neanche fosse l'Abberline di La vera storia di Jack lo squartatore.
McTeigue, dopo l'ottimo esordio con V per vendetta, pare essersi dimenticato in fretta come proporre pellicole potenti e d'intrattenimento allo stesso tempo, tanto che questo titolo pare addirittura meno invitante del già non riuscito Ninja assassin.
Per rifarmi di questa delusione, ho intenzione di murare vivo il Cannibale da qualche parte: chissà che non riesca finalmente a liberarmi di lui! Ahahahahahah!
Il consiglio di Cannibal: cra-cra (traduzione dal linguaggio dei corvi: non guardate questo film!)
Ennesima conferma di come Hollywood non sappia più da dove rubare le idee, adesso se la prende pure con Poe, con un filmucolo che pare ricordare le atmosfere del recente terribile The Woman in Black con Harry Potter. Solo che qui abbiamo John Cusack, attore che negli ultimi tempi sembra ambire al titolo di nuovo Nicolas Cage per quanto riguarda la quantità di pellicole di merda girate. Peccato che Cage pure questa settimana abbia in uscita come abbiamo visto un nuovo film e sia quindi ancora lontano dal ritirarsi dalle scene. Cosa che dovrebbe fare, meglio se a braccetto con il suo amico Ford!

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