Miss Americana
(docufilm)
Regia: Lana Wilson
Cast: Taylor Swift, Brendon Urie, Joe Alwyn, Andrea Swift, Kanye West
Taylor Swift è una pallida spilungona bionda che fa musica country, quindi di sicuro è una repubblicana trumpiana di ferro. Ha una lunga lista di ex fidanzati famosi, da Harry Styles a Jake Gyllenhaal passando per Taylor Lautner, John Mayer, Joe Jonas, Tom Hiddleston e chissà quanti altri, e con tutti è finita dopo non molto, quindi dev'essere un'intrattabile, capricciosa e decerebrata starlette che a breve stufa. E poi figuriamoci se le sue canzoni se le scrive lei. Avrà dietro un team di mega capoccia della musica che prepara in laboratorio ogni sua mossa discografica e ogni suo look. Un po' come una Chiara Ferragni in versione musicale, è diventata popolare non si sa bene perché. Non ha talento e, dietro la facciata da brava ragazza, è pure una persona malvagia e calcolatrice, si veda il modo in cui ha fatto passare per un cattivone il povero innocente dolce tenero Kanye West.
Come canta lei in una delle sue canzoni più celebri, Shake It Off, “that's what people say, mmm hmm, that's what people say, mmm hmm”. La gente parla, dice cose, giudica, sentenzia, si costruisce l'immagine di una persona VIP spesso in base a poche informazioni, a poche note di una canzone, a una mezza news sentita al telegiornale o letta su una rivista di gossip. Magari semplicemente in base al suo aspetto esteriore. Se la musica pop è spesso accusata di superficialità, cosa dire allora della superficialità con cui molta gente giudica le popstar? Uno degli aspetti più interessanti di Miss Americana, il film documentario Netflix su Taylor Swift, è proprio la riflessione sul concetto di popolarità, su come una celebrità possa essere percipita dall'esterno, spesso in maniera errata e basata su pregiudizi o per sentito dire, e su come in realtà si senta lei all'interno. Una questione sempre esistita, almeno da quando è nato il divismo delle star di Hollywood e del rock'n'roll. O forse anche da prima, quando le star erano re, regine, imperatori, faraoni, etc.
Una questione però ingigantita negli ultimi anni dai social, dove chiunque può dare il suo parere, insultare, esprimere giudizi in base magari a una singola foto, si veda il recente caso di Adele. “Haters gonna hate, hate, hate, hate, hate” canta sempre Taylor nella sua hit, ma non è facile “shake it off”, sbattersene. Ancor più che in passato, è un attimo che sei una superstar amata da tutti e poi finisci travolta da una shitstorm e diventi il nemico pubblico numero 1. È l'Internet, bellezza.
Miss Americana è quindi una visione consigliata anche a chi vuole dare uno sguardo al concetto di popolarità oggi come oggi, e non solo agli “swifties”, i fan accaniti della cantante, che comunque avranno di che impazzire in alcune scene. Soprattutto quelle pucciosissime in cui Taylor è in compagnia dei suoi amati amici gatti. Anche se, certo, il fatto che adori i gatti non la obbligava a partecipare al film Cats.
Volendo trovare un difetto al lavoro, si tratta di un documentario forse un po' dispersivo, che vuole raccontare troppe cose. La docuserie The Last Dance ad esempio parla di Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls in generale, ma si concentra in particolare su un singolo aspetto, su un periodo limitato, quello dell'ultima stagione del team storico nel 1997/1998. In Miss Americana come detto il focus è sulla percezione della star, ma in più occasioni si tende a divagare, inserendo anche vari altri aspetti poco approfonditi. Più che un film solo, ci sarebbe bisogno di una vera e propria miniserie come The Last Dance o Tiger King per raccontare tutta la carriera di Taylor Swift. E sì che ha compiuto da poco appena 30 anni.
L'aspetto migliore del docufilm è il suo riuscire a dare uno sguardo intimo a Taylor Swift come artista e come persona. Per quanto sopra il palco sappia come muoversi da mega popstar international oh yeah, una volta scesa è una gattara con una passione enorme per la musica e per la scrittura delle sue cose intime. Non avesse quell'aspetto da Barbie, la potremmo considerare quasi una nerd musicale. Una creativa appassionata che vive nel suo mondo e che cerca di tirarlo fuori sotto forma di canzoni. Un'artista sempre più consapevole della sua influenza, che di recente ha mostrato anche un'inedita coscienza poltica e sociale che non appare solo di facciata, bensì sentita quanto la sua musica. Una persona che sì, si preoccupa molto di ciò che gli altri possono pensare di lei, ma d'altra parte chi non lo fa?
(voto 6,5/10)
I docufilm, o le docuserie, mi intrigano sempre parecchio. Anche se non sono un fan particolare della Swift, potrei buttarmi nella visione.
RispondiEliminaDi pregiudizi nei suoi confronti ne ho avuti anch'io, colpa della stampa, del gossip, delle canzoncine non proprio per me. Forse alla fine questo documentario si rivolge ai suoi haters inconsapevoli.
RispondiEliminaQuesta gratitudine va al dottor Egwali per avermi aiutato a ritrovare la mia felicità perduta, conoscerti è stata la cosa migliore che mi sia capitata dopo la partenza del mio amore, ho avuto traumi emotivi e notti di dolore dopo essere stato senza amore per circa due anni ho combattuto con questo fino all'intervento di un compagno e anche l'uomo più premuroso qui.. Ho chiesto un incantesimo d'amore per il ricongiungimento e con mia grande sorpresa ha funzionato perfettamente il mio coniuge è tornato a casa illeso proprio come hai detto tu. Grazie signor Egwali, le parole non sono sufficienti per esprimere la mia profonda gratitudine considerando quello che hai fatto per la mia famiglia, ho deciso di condividere questo bel pezzo delle tue fantastiche opere con il mondo intero sapendo cosa sei capace di fare, il tuo le parole si sono realmente avverate senza alcun segno di fallimento e dubbio. Il tuo caso non è mai un messaggio di eccezione o inviagli un'e-mail su nessuno dei suoi social handle e fai aggiustare la tua vita amorosa correttamente.
RispondiEliminaE-mail: dregwalispellbinder@gmail.com
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