Hoodie in testa, converse logore ai piedi, il ragazzo cannibale cammina per le vie senza nome di Dublino e si sente felice, si sente a casa. Forse per la prima volta nella vita sente una sensazione del genere, in un posto lontano anni luce da dove vive. Perché vivo ancora in Italia, che cazzo ci faccio qui? Cioè, che cazzo ci fa ancora qui il ragazzo cannibale, perché è di lui che si sta parlando.
Le cose non erano partite nemmeno troppo con il piede giusto, giacchè il ragazzo cannibalesco, a digiuno di voli da ben 8 (otto!) anni non sapeva che non si possono portare liquidi nel bagaglio a mano, e quindi via shampoo e gel professionali in un sacco della spazzatura. Che tristezza. Una vera tragedia nel mondo del ragazzo cannibale, cosa ridete? Seconda tragedia: la batteria del lettore mp3 che si fotte a metà del viaggio d’andata. Ma scherziamo? Meno male che la batteria doveva essere full… E poi ci sono gli attacchi di panico da volo del fido compagno di venture del ragazzo cannibale, il Dj Tarix, che si ficca dieci gocce di ansiolitico in gola per prevenire possibili infarti. Tragedia per tragedia, il pilota che il brevetto deve averlo preso al Cepu decide di fare un atterraggio che dire brusco è dire poco. Ogni momento potrebbe essere l’ultimo. Per fortuna l’aereo non si va a stampare, giacchè la destinazione è Dublino, non la (pur gradevole) isola di Lost. Si fossero schiantati, il gruppo inglese degli Infadels presente a bordo sarebbe probabilmente diventato famosissimo, nella leggenda come Buddy Holly e Ritchie Valens, e forse pure il ragazzo cannibale. E invece l’aiuto del Cepu evidentemente deve essere servito a qualcosa.
Il taxista purtroppo non è il solito taxista cazzaro e quindi non serve a fornire nessuna dritta interessante sulla città. Nonostante questo, pretende comunque di essere pagato. Arrivati all’ostello tranquilli chè tanto è già tutto prenotato, il simpaticissimo albergatore fa “La prenotazione è stata cancellata.” Il ragazzo cannibale e il Dj Tarix si trovano sabato notte in mezzo a una strada di Dublino. Un secondo dopo una vecchina con un braccio fasciato e un bastone da passeggio (una specie di Dr. House al femminile) sbuca fuori da un fumoso cunicolo e chiede “Di cosa avete bisogno, ragazzi?” La risposta non è donne, non è droghe, ma un posto dove soggiornare. La vecchina spiega come quello sia il weekend del fantomatico Bank Holiday (ancora adesso, nonostante i Blur gli abbiano perfino dedicato una canzone, nessuno ha scoperto di quale razza di festa si tratti) e poi c’è una partita, a sua detta imperdibile, di uno sport che dovrebbe essere cricket. In parole povere, è impossibile trovare un posto dove dormire quella sera in tutta Dublino, però lei affitta una casa. Il ragazzo cannibale si fida. D’altronde a chi mai potrebbe far del male una così innocua vecchina? e così le porta la borsa fin su dalle scale. Il palazzo tra l’altro sembra spettacolare. La vecchina entra in casa e cerca di accendere la luce. Ma non ci riesce. Passano i secondi. Che diavolo sta facendo? Inciampa, scivola nel buio. Si sentono solo dei rantoli e dei sospiri. In una scena tra il ridicolo e l’angosciante si dimena alla ricerca dell’interruttore della luce, senza successo. Allora prende in mano un affare, che nell’oscurità sembra un machete o un pugnale. Il ragazzo cannibale fa qualche passo indietro, che non si sa mai. Il Dj Tarix è già scappato in cortile con le mutande piene dalla paura. Poi appaiono delle luci a ingoiarsi l'oscurità. Sono quelle della televisione, accesa su una serie televisiva inquietantemente simile a Twin Peaks. Il machete che teneva in mano era in realtà il telecomando della tv. Fattasi luce, i due temerari eroi decidono di addentrarsi in casa. Ma, un momento... non è UNA casa in affitto. È la sua casa. E lei starebbe lì, pronta in ogni momento ad accoltellarci nel sonno con il suo machete. Dj Tarix suggerisce di trovare un’altra sistemazione.
Dopo un paio di tentativi falliti, ecco che un hobbit grasso offre loro una camera. Nostro Signore Salvatore! E che camera… “La doccia ha qualche problemino,” fa. Sì, non c’è proprio il bocchettone, alla faccia del problemino. Nel cesso non va giù l’acqua. I muri sono un tantino scrostati, tanto che si può solo immaginare con una gran fantasia quale sia il colore originario. So che i R.E.M. non sono irlandesi, ma mi sa che soggiornavano qua dentro quando hanno scritto “Everybody Hurts”. Per fortuna è una sistemazione provvisoria, visto che il giorno seguente l’hobbit li sposta dalla camera 33 alla twenty, che al confronto sembra la suite dell’Hilton e la doccia persino funziona, squillino le trombe!
Trovato un tetto sotto cui dormire si è fatta intanto notte fonda, ma i due eroi decidono di uscire comunque tra le tenebre. Ormai è domenica. “Sunday Bloody Sunday” canta Bono e a ragione, perché più che a Dublino sembra siano finiti nella Belfast degli anni Novanta. Baby gang che lottano, gente sfatta per la strada, sirene spiegate senza pause. Sembra una città molto pericolosa, ma è un’impressione che si rivelerà completamente sbagliata. I locali e i pub sono ancora aperti però non fanno più entrare, chè dopo una certa ora qui funziona così.
Il secondo giorno parte la vera vacanza, e non poteva che cominciare dalla fabbrica della Guinness, per gli appassionati di birra l'equivalente della fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Tra le attrazioni è presente la versione “Guinness” di Alice nel paese delle meraviglie realizzata dal grande disegnatore e pubblicitario John Gilroy. Un segno del destino. Segui il bianconiglio. Poi assaggino gratuito, evvai! Primo giro, poi si bissa, poi di trissa e poi si perde il conto. In cima, al quinto piano, una pinta omaggio. Vista panoramica, e il ragazzo cannibale soffre di brutto di vertigini. “Hello, hello. I'm at a place called vertigo,” canta il solito Bono.
E' difficile comprendere appieno l'atmosfera di Dublino se non si ha almeno un litro di Guinness in corpo. I nostri due eroi adesso ce l’hanno, e forse anche più di un litro. Oltre all’odore di birra nell’aria si respira cultura, arte, storia, magia, bellezza (ma questo è merito più che altro delle ragazze), musica di tutti i tipi. Si vaga where the streets have no name. La sera al Jive su 5 piani in una giornata segnata decisamente dai posti vertiginosi. E-le-va-tion! Il ragazzo cannibale vola alto 3 metri sopra il cielo di Dublino. Il cielo sopra Dublino. “Hello, hello. I'm at a place called vertigo.” Bono, adesso smettila che hai proprio rotto i maroni!
I pub di Dublino. I pub sono la vita, qui. Si va anche con tutta la famiglia, e si va per fare casino e per divertirsi alla grande, non per fare i fighetti e per mettersi in mostra come succede nei bar italiani. Non importa se si perde il controllo, cosa che succede spesso, sempre. Al pub tutto è un po’ concesso, quasi come a carnevale, e ci si sente tutti fuori come Amy Winehouse e Pete Doherty. Si può anche cantare in coro, o commuoversi sulle note di una “Wonderwall” fatta dal vivo per sola chitarra acustica. Perché qui anche le più sconosciute band che suonano nei localini danno merda alla quasi totalità dei celebrati e famosi grupponi e artistoni italiani.
I due pazzi si aggirano furtivi in questi pochi rapidi giorni per i cunicoli della prigione Kilmainham Gaol, simbolo della ribellione irlandese. Per il Trinity College, un posto dove studiare sarebbe un piacere enorme. Finiscono in mezzo a una mara-maratonda benefica al St. Patrick Park, nel verde infinito, mentre i Blur cantano “Parklife”, e per le vie che alla fine un nome ce l’hanno: O’Connell, Grafton, Dame Street.
Di giorno a fare vita quasi culturale, e un po’ di shopping (un po’? il ragazzo cannibale si è praticamente rifatto il guardaroba, uahuahuah…) La sera si comincia a bere presto al pub e poi si continua tutta la notte chè la birra qui è troppo buona e i locali sono il delirio, sembra di essere a Lloret de Mar ma con molto più fascino e magia. Temple Bar è forse il più grande luogo di perdizione mai visto. Un ringraziamento particolare va ai rapper Flo-Rida e T-Pain per aver composto la hit “Low” che fa andare fuori di testa (e di chiappe) le tipe. E mentre canta “Shawty got low low low low low low low low” in mezzo alla strada come un ubriacone quale probabilmente è, il ragazzo cannibale ha il suo momento di Epifania joyciana. Questa è la sua casa. Questa è la sua cultura. Questa è la sua musica. Questo è il suo cibo. Questa è la sua città. Adora tutto di Dublino. E ci sono ancora tanti posti che dovrebbe vedere, locali che dovrebbe frequentare, gente che dovrebbe conoscere, ma the time is running out.
Il giorno della partenza piove, dopo tre giorni tre di sole che sembrava di essere a Rio. Il cielo nuvoloso riflette il clima interiore del ragazzo cannibale triste. Anche gli occhioni del suo nuovo elfo leprecauno portachiavi sono malinconici. Poi il ragazzo cannibale prende la sua roba, sale su un aereo e torna in Italia. Più divento reale, più tutto diventa irreale. Come Victor in Le regole dell’attrazione non so più chi sono, mi sento il fantasma di uno sconosciuto.
Le cose non erano partite nemmeno troppo con il piede giusto, giacchè il ragazzo cannibalesco, a digiuno di voli da ben 8 (otto!) anni non sapeva che non si possono portare liquidi nel bagaglio a mano, e quindi via shampoo e gel professionali in un sacco della spazzatura. Che tristezza. Una vera tragedia nel mondo del ragazzo cannibale, cosa ridete? Seconda tragedia: la batteria del lettore mp3 che si fotte a metà del viaggio d’andata. Ma scherziamo? Meno male che la batteria doveva essere full… E poi ci sono gli attacchi di panico da volo del fido compagno di venture del ragazzo cannibale, il Dj Tarix, che si ficca dieci gocce di ansiolitico in gola per prevenire possibili infarti. Tragedia per tragedia, il pilota che il brevetto deve averlo preso al Cepu decide di fare un atterraggio che dire brusco è dire poco. Ogni momento potrebbe essere l’ultimo. Per fortuna l’aereo non si va a stampare, giacchè la destinazione è Dublino, non la (pur gradevole) isola di Lost. Si fossero schiantati, il gruppo inglese degli Infadels presente a bordo sarebbe probabilmente diventato famosissimo, nella leggenda come Buddy Holly e Ritchie Valens, e forse pure il ragazzo cannibale. E invece l’aiuto del Cepu evidentemente deve essere servito a qualcosa.
Il taxista purtroppo non è il solito taxista cazzaro e quindi non serve a fornire nessuna dritta interessante sulla città. Nonostante questo, pretende comunque di essere pagato. Arrivati all’ostello tranquilli chè tanto è già tutto prenotato, il simpaticissimo albergatore fa “La prenotazione è stata cancellata.” Il ragazzo cannibale e il Dj Tarix si trovano sabato notte in mezzo a una strada di Dublino. Un secondo dopo una vecchina con un braccio fasciato e un bastone da passeggio (una specie di Dr. House al femminile) sbuca fuori da un fumoso cunicolo e chiede “Di cosa avete bisogno, ragazzi?” La risposta non è donne, non è droghe, ma un posto dove soggiornare. La vecchina spiega come quello sia il weekend del fantomatico Bank Holiday (ancora adesso, nonostante i Blur gli abbiano perfino dedicato una canzone, nessuno ha scoperto di quale razza di festa si tratti) e poi c’è una partita, a sua detta imperdibile, di uno sport che dovrebbe essere cricket. In parole povere, è impossibile trovare un posto dove dormire quella sera in tutta Dublino, però lei affitta una casa. Il ragazzo cannibale si fida. D’altronde a chi mai potrebbe far del male una così innocua vecchina? e così le porta la borsa fin su dalle scale. Il palazzo tra l’altro sembra spettacolare. La vecchina entra in casa e cerca di accendere la luce. Ma non ci riesce. Passano i secondi. Che diavolo sta facendo? Inciampa, scivola nel buio. Si sentono solo dei rantoli e dei sospiri. In una scena tra il ridicolo e l’angosciante si dimena alla ricerca dell’interruttore della luce, senza successo. Allora prende in mano un affare, che nell’oscurità sembra un machete o un pugnale. Il ragazzo cannibale fa qualche passo indietro, che non si sa mai. Il Dj Tarix è già scappato in cortile con le mutande piene dalla paura. Poi appaiono delle luci a ingoiarsi l'oscurità. Sono quelle della televisione, accesa su una serie televisiva inquietantemente simile a Twin Peaks. Il machete che teneva in mano era in realtà il telecomando della tv. Fattasi luce, i due temerari eroi decidono di addentrarsi in casa. Ma, un momento... non è UNA casa in affitto. È la sua casa. E lei starebbe lì, pronta in ogni momento ad accoltellarci nel sonno con il suo machete. Dj Tarix suggerisce di trovare un’altra sistemazione.
Dopo un paio di tentativi falliti, ecco che un hobbit grasso offre loro una camera. Nostro Signore Salvatore! E che camera… “La doccia ha qualche problemino,” fa. Sì, non c’è proprio il bocchettone, alla faccia del problemino. Nel cesso non va giù l’acqua. I muri sono un tantino scrostati, tanto che si può solo immaginare con una gran fantasia quale sia il colore originario. So che i R.E.M. non sono irlandesi, ma mi sa che soggiornavano qua dentro quando hanno scritto “Everybody Hurts”. Per fortuna è una sistemazione provvisoria, visto che il giorno seguente l’hobbit li sposta dalla camera 33 alla twenty, che al confronto sembra la suite dell’Hilton e la doccia persino funziona, squillino le trombe!
Trovato un tetto sotto cui dormire si è fatta intanto notte fonda, ma i due eroi decidono di uscire comunque tra le tenebre. Ormai è domenica. “Sunday Bloody Sunday” canta Bono e a ragione, perché più che a Dublino sembra siano finiti nella Belfast degli anni Novanta. Baby gang che lottano, gente sfatta per la strada, sirene spiegate senza pause. Sembra una città molto pericolosa, ma è un’impressione che si rivelerà completamente sbagliata. I locali e i pub sono ancora aperti però non fanno più entrare, chè dopo una certa ora qui funziona così.
Il secondo giorno parte la vera vacanza, e non poteva che cominciare dalla fabbrica della Guinness, per gli appassionati di birra l'equivalente della fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Tra le attrazioni è presente la versione “Guinness” di Alice nel paese delle meraviglie realizzata dal grande disegnatore e pubblicitario John Gilroy. Un segno del destino. Segui il bianconiglio. Poi assaggino gratuito, evvai! Primo giro, poi si bissa, poi di trissa e poi si perde il conto. In cima, al quinto piano, una pinta omaggio. Vista panoramica, e il ragazzo cannibale soffre di brutto di vertigini. “Hello, hello. I'm at a place called vertigo,” canta il solito Bono.
E' difficile comprendere appieno l'atmosfera di Dublino se non si ha almeno un litro di Guinness in corpo. I nostri due eroi adesso ce l’hanno, e forse anche più di un litro. Oltre all’odore di birra nell’aria si respira cultura, arte, storia, magia, bellezza (ma questo è merito più che altro delle ragazze), musica di tutti i tipi. Si vaga where the streets have no name. La sera al Jive su 5 piani in una giornata segnata decisamente dai posti vertiginosi. E-le-va-tion! Il ragazzo cannibale vola alto 3 metri sopra il cielo di Dublino. Il cielo sopra Dublino. “Hello, hello. I'm at a place called vertigo.” Bono, adesso smettila che hai proprio rotto i maroni!
I pub di Dublino. I pub sono la vita, qui. Si va anche con tutta la famiglia, e si va per fare casino e per divertirsi alla grande, non per fare i fighetti e per mettersi in mostra come succede nei bar italiani. Non importa se si perde il controllo, cosa che succede spesso, sempre. Al pub tutto è un po’ concesso, quasi come a carnevale, e ci si sente tutti fuori come Amy Winehouse e Pete Doherty. Si può anche cantare in coro, o commuoversi sulle note di una “Wonderwall” fatta dal vivo per sola chitarra acustica. Perché qui anche le più sconosciute band che suonano nei localini danno merda alla quasi totalità dei celebrati e famosi grupponi e artistoni italiani.
I due pazzi si aggirano furtivi in questi pochi rapidi giorni per i cunicoli della prigione Kilmainham Gaol, simbolo della ribellione irlandese. Per il Trinity College, un posto dove studiare sarebbe un piacere enorme. Finiscono in mezzo a una mara-maratonda benefica al St. Patrick Park, nel verde infinito, mentre i Blur cantano “Parklife”, e per le vie che alla fine un nome ce l’hanno: O’Connell, Grafton, Dame Street.
Di giorno a fare vita quasi culturale, e un po’ di shopping (un po’? il ragazzo cannibale si è praticamente rifatto il guardaroba, uahuahuah…) La sera si comincia a bere presto al pub e poi si continua tutta la notte chè la birra qui è troppo buona e i locali sono il delirio, sembra di essere a Lloret de Mar ma con molto più fascino e magia. Temple Bar è forse il più grande luogo di perdizione mai visto. Un ringraziamento particolare va ai rapper Flo-Rida e T-Pain per aver composto la hit “Low” che fa andare fuori di testa (e di chiappe) le tipe. E mentre canta “Shawty got low low low low low low low low” in mezzo alla strada come un ubriacone quale probabilmente è, il ragazzo cannibale ha il suo momento di Epifania joyciana. Questa è la sua casa. Questa è la sua cultura. Questa è la sua musica. Questo è il suo cibo. Questa è la sua città. Adora tutto di Dublino. E ci sono ancora tanti posti che dovrebbe vedere, locali che dovrebbe frequentare, gente che dovrebbe conoscere, ma the time is running out.
Il giorno della partenza piove, dopo tre giorni tre di sole che sembrava di essere a Rio. Il cielo nuvoloso riflette il clima interiore del ragazzo cannibale triste. Anche gli occhioni del suo nuovo elfo leprecauno portachiavi sono malinconici. Poi il ragazzo cannibale prende la sua roba, sale su un aereo e torna in Italia. Più divento reale, più tutto diventa irreale. Come Victor in Le regole dell’attrazione non so più chi sono, mi sento il fantasma di uno sconosciuto.
Soundtrack
Flo-Rida feat. T-Pain – Low
Usher feat. Young Jeezy – Love in this Club
Will.I.Am - Heartbreaker
U2 – Vertigo
U2 – Elevation
Infadels – Make Mistakes
Fratellis – Chelsea Dagger
Blur – Parklife
Alphabeat – Fascination
Journey – Don’t’ Stop Believin’
Ting Tings – That’s Not My Name
sei tornato dal tuo viaggio... forse era meglio Dublino! beato te! comunque welcome in Italy
RispondiEliminaBentornato--io nn mi muovo da due anni..ma mi son mosso abbastanza in passato.viaggia fin che puoi..non perdere un attimo della tua vita..vola
RispondiEliminaHeeeyyy!
RispondiEliminaCiao Marco!!! :)
Stanotte verso le tre mi sono letta il tuo post sulla vacanza a Dublino, anche se non ho commentato (avevo gli occhi a girelle dal sonno!) e mi ero ripromessa di passare oggi ma mi hai anticipata!
A parte complimentarmi per il tuo inconfondibile stile graffiate nello scrivere, che ti posso dire? Bentornato nella triste Italia. Ho sognato un bel po' leggendo le tue righe, anche se a Dublino non ci sono mai stata, ma ogni volta che leggo di un posto diverso da questo in cui vivo mi si illuminano gli occhi! Che meraviglia **
Qui il solito.
Piove, e mi tocca staccare per l'ennesima volta il pc per evitare che col temporale si fonda. Due palle...
Buon sabato ^^
Baci
PS: Ti lascio un link che da scrittore magari può interessarti: http://www.forumautori.com/concorsiletterari/premio-letterario-tespi.html
Dacci un'occhiata, secondo me ne vale la pena ;)
Ebbene mio caro, sei tornato.
RispondiEliminaE non avresti voluto.
Sintomi inequivocabili dell'innamoramento irlandese che ha colpito anche me prima nel marzo 2007 e poi nell'ottobre 2008.
Ormai sei cotto, caro mio.
Andato, senza speranza di guarigione.
Perchè quando ti accorgi che quei posti sono "casa" e tutti gli altri suoni e odori ti sembrano cosi insulsi, bè, la questione è grave.
L'Irlanda, quella caotica e colorata di Dublino e quella vera e generosa dell'entroterra, ce l'ho nel cuore ed è un sogno che non passa mai, è la mia patria elettiva, definitiva.
Quindi:
- mi sono usciti due lacrimoni mentre leggevo, giacchè cavolo se mi manca.
- a questo punto proporrei un viaggietto estivo insieme, te la butto li.
Buon ritorno, non farti prendere dalla malinconia del viaggiatore.
Bacio.
Un viaggio indimenticabile.. me l'hai fatto vivere anche a me...
RispondiEliminasono felice che ti sia divertito tanto con il senno di poi anche i problemi incontrati diventano parte dell'avventura....
Immagino come ti sei sentito a tornare.. avresti voluto rimanere lì... ed a ragione..
A me è sempre capitato durante i miei viaggi ma dicono che l'irlanda ti entra nel cuore.. ed io non ci sono ancora stata..
un saluto da angela
Ciao, rieccoti!
RispondiEliminaScusa l'assenza prolungata e bentornato in Italia. Già so lo stato catatonico.
Io l'ho oltrepassato, purtroppo, sono anche troppo cosciente di dove sono, chi sono e cosa faccio.
Poi ho finito Lunar Park e, se non fosse che sono legata in modo indissolubile a Glamorama, lo riterrei il suo miglior lavoro.
Mi è capitato di leggere, l'altro giorno, un'intervista a Ellis sul Corriere, e nel 2010 dovrebbe uscire il suo libro che, a suo dire, dovrebbe essere l'ultimo. Trovata? Mah.
Buona serata di fine week end.
Byez!
è vero i viaggi organizzati diventano noiosi.. comunque me la vedo la vecchietta che avrebbe potuto ospitarvi la prima notte, che si alza durante la notte con un machete in mano... fantastica la scena come l'hai descritta
RispondiEliminacavolo che viaggio, e che rientro in grande, esplosivo!
RispondiEliminaNo, non preoccuparti, io sono una paurosa cronica, quindi spesso mi sveglio nel letto terrorizzata da incubi e poi rimango sveglia e sento qualsiasi rumore immaginario.
RispondiEliminaI fantasmi superati sono di altro tipo, finalmente so di stare bene con me, da sola o con qualcuno che arriverà e che non sarà più la persona che ha il nome come il tuo.
Le regole dell'attrazione è stato il suo primo libro che hai letto? Perché di ogni scrittore che apprezzo, mi ritrovo sempre a essere vincolata al primo libro, poi in Glamorama c'è anche il mio paese, figurati.
L'intervista l'ho trovata nell'archivio online del Corriere, te la linko: http://www.corriere.it/spettacoli/08_marzo_27/farkas_e426a484-fbce-11dc-9a60-00144f486ba6.shtml
Bello sto stacco a Dublino (me babba, prima volevo commentare anche questo, poi ho postato senza scrivere nulla... ehm) e poi visto che nella terra della birra, altra birra ma sempre buona, ci sei finito anche tu?!?
Ihihihi l'episodio della vecchia è fantastico, a me era capitato qualcosa di simile quando ero andata da sola a vedere Bowie a Lucca.
Ora posso finalmente riderci su.
Nite!
Heylà!
RispondiEliminaPrego per il link ^^
Ti raccomando, facci davvero un pensiero perché se tieni per te tutto il tuo talento è davvero sprecato!!! (Scusa se ti faccio momentaneamente da manager ficcanaso XD)
Io abito in provincia di Vicenza. In questi giorni ho pensato che fosse entrata nel mirino di Dio che voleva affogarci tutti un'altra volta, e stavo già gonfiando il canotto....ma se mi dici che anche da te piove continuamente, allora sto più tranquilla!
Che palle...tempo di cacca!
Buona serata ;)
Un bacio
Bentornato Marco ...
RispondiEliminaUn bacio e buon inizio settimana!!!
Grande Dublino! io ci so stata e l'ho a-d-o-ra-t-a!!!! infatti è l'unico posto che credo potrei scegliere se dovessi abbandonare la mia adorata Italia, o meglio, la mia idolatrata TOSCANA!!!
RispondiEliminama infatti li si respira l'aria compagnona che si respira da noi...e quello fa la differenza!
io invece la scorsa settimana sono stata a trovare un mio amico a Oslo..bello eh... ma un'altra cosa!
Ah...la Guinness è sempre la Guinness e poi a Dublino è il "marchio di fabbrica irlandese" che fà la differenza. Bè vecchietta tipo Psycho a parte tu e il tuo amico vi siete divertiti, e con il tuo racconto mi sono divertita pure io.
RispondiEliminaClelia
sogno da una vita di andare a dublino... ti invidio tanto ma prima o poi ci andrò!
RispondiEliminabentornato ragazzo cannibale
Bellissimo bellissimooooooo
RispondiEliminaadesso ci voglio andare anche io!!!!
La Guinness slurpppppppppp slappppppppp