lunedì 15 novembre 2010

Faccia da libro. Un post su Facebook, The Social Network e Mark Zuckerberg

Mark Zuckerberg ha creato Facebook ad Harvard. Mark Zuckerberg ha creato il mondo così come lo conosciamo oggi. Mark Zuckerberg è Dio? Mark Zuckerberg è il demonio. Mark Zuckerberg è un genio. Mark Zuckerberg è uno stronzo. Mark Zuckerberg non è uno stronzo, cerca solo ostinatamente di esserlo. Mark Zuckerberg in realtà non esiste, è un’allucinazione collettiva della comunità di Facebook.

Facebook è il più popolare e diffuso social network del mondo. Facebook ha più di 500 milioni utenti. Facebook fa parte della vita di tutti noi, anche di quelli che non sono iscritti. Facebook è geniale. Facebook è una cagata pazzesca. Facebook può rovinare delle vite. Come per ogni altro media, l’uso che facciamo di Facebook dipende solo da noi: può essere usato per scrivere quante volte al giorno vado al cesso oppure come fondamentale mezzo per sviluppare e mantenere contatti, per cercare amicizia amore lavoro, per condividere cose belle e cose brutte, per informare. Facebook non è bello. Facebook non è brutto. Facebook siamo noi.

The Social Network è il film che parla di una delle persone che più hanno cambiato i nostri tempi. The Social Network è il film che meglio di ogni altro parla dell’epoca in cui viviamo. The Social Network è il film fondamentale di quest’anno, di questo decennio, di questo secolo.


The Social Network
(USA 2010)
Regia: David Fincher
Cast: Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake, Rooney Mara, Brenda Song, Armie Hammer, Joshua Pence, Rashida Jones, Max Minghella
Genere: modern biopic
Links: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Le regole dell’attrazione, Fight Club, Wall Street – Il denaro non dorme mai, A beautiful mind

Se voi foste gli inventori di Facebook, avreste inventato Facebook

Com’è nato il sito più visitato del mondo (dopo Google), nonché il più grande fenomeno sociale dai tempi dell’invenzione della parola? A ricostruire una delle invenzioni che, bene o male, più hanno segnato l’ultimo decennio e probabilmente anche quelli a venire ci pensa il buon David Fincher. Dopo “Il curioso caso di Benjamin Button”, un curioso caso di film riuscito solo a metà che però l’ha fatto entrare nel gotha di Hollywood con tanto di mare di nomination agli Oscar, finalmente Fincher ritorna a fare un film epocale e così come “Fight Club” con il suo nichilismo e il suo anti-capitalismo parlava perfettamente degli anni 90, questo “The Social Network” riesce a farlo di questi cazzo di anni Zero. Tra l’altro la rappresentazione del modo in cui Facebook si diffonde è simile a quella dei Fight Club in giro per il mondo.

“The Social Network” è uno di quei rari film in cui tutti gli aspetti funzionano e si incastrano alla perfezione: fotografia curatissima e in pieno Fincher-style, un college dall’atmosfera vicina a quella del sottovalutato “Le regole dell’attrazione”, dialoghi brillanti, scoppiettanti, eccellenti, una storia che ricostruisce i veri eventi della nascita di Facebook romanzati con una tensione costante, quasi ci trovassimo in un thriller, i piani temporali che si alternano con una naturalezza impressionante, le musiche tese, inquietanti e magnifiche di Atticus Ross e Trent Reznor (Mr. Nine Inch Nails), e poi lui: il personaggio di Mark Zuckerberg, tra i più sfaccettati e complessi visti negli ultimi tempi, roba da competere con il formidabile Don Draper della serie tv “Mad Men”.


Il Mark Zuckerberg interpretato da Jesse Eisenberg possiede diversi aspetti che personalmente apprezzo molto: intelligenza impressionante, capacità di guardare oltre le semplici cose e vedere il quadro completo, ribellione contro le regole e i figli di papà (come i due canoisti battuti sul filo di lana in una delle scene più simboliche del film), incuranza per i soldi. E poi quell’illuminazione, quello scarto che solo i geni veri hanno.
Altri aspetti della sua personalità sono invece decisamente più discutibili e lo portano a comportarsi spesso come una insopportabile testa di cazzo che arriva ad abbandonare il suo migliore, nonché unico amico. Sì, un aspetto ben evidenziato dalla pellicola è proprio il contrasto stridente tra l’uomo che ha creato il più grande fenomeno sociale del millennio e la sua immensa solitudine. Altro paradosso è come sia stato un nerd totale a contribuire alla snerdizzazione di internet.


Breve storia di Internet per dummies
Negli anni ’90 la rete era un luogo solo per nerd, geek, smanettoni e maniaci dell’informatica.
Qualche tempo dopo sono entrati nella rete i pornomani e i maniaci delle prime rudimentali chat in cui tutti, nascosti dietro i loro anonimi nickname, insultavano tutti gli altri.
Poi è arrivato Napster e sono entrati dentro tutti gli appassionati di musica al motto di “Perché pagare 40mila lire per un cd, quando posso avere tutti quelli che voglio gratis?”.
Quindi hanno cominciato a usarlo anche gli altri più tecnologicamente aperti, attirati da chat (stavolta senza più troppi insulti) e primi social network, anche questi dedicati però ad appassionati di musica o ad emo in cerca di visibilità.
Ma è solo con Facebook che tutti, anche tuo nonno, sono entrati nella grande rete. Se Google è lo strumento universalmente più utilizzato, Facebook è la ragione per cui un sacco di gente si è messa a stare davanti a uno schermo che non fosse quello televisivo ed è il sito su cui un sacco di gente passa una buona parte del suo tempo libero. Il merito della vera democratizzazione di Internet? Vi piaccia o meno è proprio di quel nerd di un Mark Zuckerberg.

Lo spunto geniale di Facebook è stato infatti quello di passare da una socialità in rete volta alla conoscenza di sconosciuti attraverso nickname e alter-ego fittizi a sapere cosa stanno facendo i tuoi amici veri, la gente reale del tuo ambito, le fighette che potresti conoscere nella vita di tutti i giorni, con tanto di nome, cognome e faccia, senza maschere o coperture; all’inizio solo nella esclusiva rete di studenti di Harvard, quindi nelle altre università, poi nel mondo intero. È questo che la gente voleva da Internet ed è questo che Zuckerberg gli (ci) ha dato. La rete grazie a lui si è trasformata da un luogo virtuale a un luogo reale. Non un surrogato dell’esistenza, ma un’estenzione delle nostre vite vere.

Ma torniamo a “The Social Network”, parentesi attori: qui ci troviamo davanti al presente e futuro del nuovo cinema americano. Jesse Eisenberg ancora una volta vesta i panni del nerd a lui congeniali (come negli ottimi “Adventureland”, “Benvenuti a Zombieland”, “Solitary Man”, “Il calamaro e la balena”, “Roger Dodger”), ma stavolta non è il solito simpatico sfigato per cui fare il tifo bensì il Mark Zuckerberg Dio della rete di cui sopra.
Andrew Garfield interpreta invece l’uomo nell’ombra, il co-fondatore di Facebook inchiappettato da Zuckerberg. Per chi ha già visto all’opera quest’attore nell’interessante “Leoni per agnelli” di Robert Redford la sua bravura non sarà una sorpresa e per tutti gli altri sarà presto una big big star, visto che è stato scelto come prossimo Peter Parker nel nuovo Spider-Man targato Marc Webb (il regista del mio altro cult personale “500 giorni insieme”).

Justin Timberlake è un attore formidabile, lo dico per quei due o tre che ancora memori dei tempi negli ‘N Sync avessero qualche dubbio in proposito. Nessuna posa da popstar quindi, Justin diventa Sean Parker, co-fondatore insieme al genietto Shawn Fanning di Napster, il programma che ha cambiato il mondo della musica, il concetto di condivisione e affossato le case discografiche in un sol colpo. Ed è lui che diventerà per qualche tempo il nuovo amichetto di Mark.
Nel ruolo della ex di Zuckerberg da cui parte tutto (perché quasi tutte le canzoni, i film e le invenzioni più geniali partono da una delusione amorosa) c’è invece Rooney Mara, già incolpevole protagonista dell’ultimo mediocre “Nightmare” e pure lei con un futuro da star davanti; tornerà infatti a lavorare con David Fincher nel remake americano di “Uomini che odiano le donne” dove interpreterà uno dei ruoli femminili più cazzuti di tutti i tempi: quello di Lisbeth Salander.

“The Social Network” è quindi uno di quei film che sembrano usciti dritti dai miei sogni, una di quelle sceneggiature che verranno prese a modello dal cinema futuro e che svecchiano di brutto il genere biografico, un “Quarto potere” di oggi, una di quelle storie che vanno conosciute per capire il mondo in cui stiamo, una di quelle pellicole in grado di parlare della nostra epoca con tutte le sue contraddizioni e il suo protagonista Mark Zuckerberg è il perfetto simbolo di come si possa essere una superstar di Internet ma avere zero richieste d’amicizia nella vita reale.

Non il film sulla “Facebook generation”, come qualche campagna di marketing ha provato a venderlo, né tantomeno un film rivolto a chi passa le ore sui social network, bensì qualcos’altro: il film manifesto della nostra epoca.
(voto 10)
quando ce vo’ ce vo’

Condividi questo post su Facebook o Mark Zuckerberg ti verrà a prendere nel sonno.

20 commenti:

  1. Mark Zuckerberg è uno sfigato da 25 milioni di dollari.

    Voto 10 anche per me. Veramente bello!

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  2. Voto altissimo per un film che come dici tu è perfetto per interpretazione,sceneggiatuta,musica,regia,dialoghi,ecc.,ecc.,ecc....
    Però,però,non so...Sarà il fatto che Jesse Eisenberg riesce a farsi odiare come pochi altri (anti)eroi nella storia del cinema(Gordon Gekko in confronto è un boy scout:Zuc dà veramente l'idea di essere un enorme stronzo e la solitudine è il giusto premio per cotanta antipatia!),fatto sta che qualcosina meno di 10 io avrei dato...
    Cmq grande film "moderno",con menzione speciale per un bravissimo Giustino Timberlacco e uno straordinario Andrew Garfield(...Eisenberg è fuori classifica!).
    Ps:forse alla fine quel però è rappresentato dal 10 che nella tua personale classifica fa si che The Social Network sopravanzi Inception!!! :-))

    Massimiliano

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  3. Ok, vado a vederlo. Poi se non mi piace, vado su Facebook e do la colpa a te. ;)

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  4. non vedo l'ora di vederlo, ma prima mi mancano ancora una serie di film da recuperare!

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  5. Recensione bellissima, Marco, non che mi aspettassi di meno.

    Cresce l'attesa, me lo vedo di certo in settimana.

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  6. Un post magnifico, mi hai proprio invogliato ad andare a vederlo, questo film! :)

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  7. Non so se Facebook e i social networks rappresentino IL fenomeno 'sociale' del nuovo millennio...ma se davvero così fosse ci sarebbe da meditare, e non poco.

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  8. Sigur Ros ma il tuo blog è chiuso al pubblico? Anche a chi ha un profilo blogger? Che senso ha? E' su invito?
    D'accordo con quanto hai scritto, purtroppo anche sul fatto che sia un film che racchiude perfettamente la società giovane di questi anni, e non solo perchè racconta di facebook e dei social network, ma perchè caratterizza i personaggi perfettamente rendendo giustizia, in senso cinematografico, a quanto purtroppo (e da alcuni - pochi - punti di vista per fortuna) alla generazione di cui tratta.
    Che facebook piaccia o meno, il film resta di ottima qualità.
    Mauro

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  9. Concordo anch'io sul concordare di Mauro.
    E concordo soprattutto sul tuo evidenziare che non amare facebook vuole solitamente dire non amare l'uso comune che ne viene fatto.
    Io ci ho provato, spinto e rispinto da amici mi sono iscritto e ci sono stato per un paio di mesi, per poi disattivare (considerando che cancellare non si può) il mio profilo/account.
    Perchè? Perchè stava regredendo rapidamente la mia considerazione, già non altissima, sulla mia generazione di trentenni e giù di lì e sugli esponenti che la compongono. Perchè il loro modo di usare facebook mi rendeva triste, perchè ho visto in questo social network il lato più triste di quello che siamo. Naturalmente ci sono le sacrosante eccezioni, ci sono persone che usano facebook in modo brillante, intelligente, utile per diffondere informazioni e approfondimenti interessanti. Nella massa, però, sono ben pochi.
    Altre due cose si sono poi aggiunte: la pubblicità insistente in ogni spazio libero che sottolinea ogni istante quanto qualcun'altro stia guadagnano sul mio utilizzo e, soprattutto, su quello che scrivo di me, dei miei interessi, delle cose che mi piacciono e la privacy inesistente che parte dalla condivisione infinita delle mie cose da parte dell'amico fino all'amico dell'amico del mio amico per arrivare addirittura a scoprire che facebook è diventato proprietario delle mie cose e dell’eventuale sfruttamento delle stesse.
    Angosciante.

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  10. Sa di lecchinaggio se ti dico che scrivi benissimo? Non fa niente, te lo dico lo stesso.
    Non ho facebook ma comunque vedrò questo film perché come hai detto bene tu, è dentro facebook anche chi non ha facebook.
    p.s. le regole dell'attrazione è quello con Ian Somerhalder vero? *o*

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  11. @ Mauro: non ho un blog su blogspot, ma su splinder, ed è pubblico ;) Scelgo questa configurazione per firmare sostanzialmente per pigrizia :D Ecco, ora dovrebbe essere visibile...

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  12. Comunque la si pensi, direi il classico film imperdibile e imprescindibile. E poi del regista di Fight Club mi fido. E mi fido della tua pregevole rece.

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  13. Hai visto L'ESTATE DI MARTINO su MYMOVIES?

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  14. *ltfgg
    25 milioni di dollari al giorno, forse anche di più...

    *massimiliano
    due grandissimi film, però per me è scattato il colpo di fulmine più per the social network
    sorry ;)

    *il grande marziano
    supporto questo film con tale convinzione che sono pronto a correre il rischio :)

    *perso
    sì, ma questo dev'essere il primo della lista!

    *sciuscia ed ebetrex
    thanx! ;)

    *sigur ros
    sicuramente lo sono. e sicuramente c'è da riflettere

    *giulio
    oddio, i contenuti di facebook li fanno gli amici che ti scegli, quindi è ovvio a volte capita di imbattersi in qualche cazzata che uno potrebbe anche fare a meno di sapere, però in linea di massima ci trovo anche diverse cose interessanti.
    per molto tempo poi facebook è rimasto senza pubblicità e non credo ci sia niente di così scandaloso se ora zuckerberg abbia deciso di capitalizzare la sua (tutta sua?) creatura

    *ginger
    in le regole dell'attrazione c'è l'Intepretazione per eccellenza di ian somerhalder ;)

    *zio
    fidati, fidati

    *cristina
    stavo guardando vieni via con me (puntata che tra l'altro non mi è sembrata imprescindibile) e quando mi sono ricordato del film su mymovies era troppo tardi. peccato perché volevo vederlo... tu l'hai visto, com'è??

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  15. Bene, ero già propenso a vederlo, ma più per la colonna sonora di Reznor che per il film in sé. Ma ne ho letto un gran bene da tutte le parti, quindi deve essere davvero una figata...

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  16. oddioooooo!!! mi hai messo ancora più voglia di vederlo!!! deve essere veramente spettacolare :)
    questa recensione è perfetta...una delle tue migliori!
    Luna

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  17. non mi ha particolarmente entusiasmato....il finale pero' è del tutto inaspettato,almeno lo era per me.

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  18. grande recensione e grandissimo film ! anch'io alla fine l'ho visto e ne sono contenta

    http://firstimpressions86.blogspot.com/2010/11/social-network.html

    ma secondo voi può superare inception come film dell'anno?

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  19. *alesya
    tra inception e the social network, ognuna avrà la sua preferenza, membri dell'oscar compresi.
    quanto alla mia preferenza, sarà svelata nella mia classifica di fine anno ;)

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  20. Forse 10 no, ma è un film promosso in pieno!

    CST

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