mercoledì 19 giugno 2013

SAVE ME, SALVATEMI DALLA DIPENDENZA DA SERIE TV!


Save Me
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: NBC
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: John Scott Shepherd
Cast: Anne Heche, Michael Landes, Madison Davenport, Heather Burns, Joy Osmanski, Alexandra Breckenridge, Diedrich Bader, Stephen Schneider
Genere: salvi-fico
Se ti piace guarda anche: Go On, Enlightened, Suburgatory

Sono rimasto folgorato da una serie che non mi sarei mai aspettato di seguire. Una serie comedy di tematica religiosa. Cooosa?

Ho messo su la prima puntata di Save Me così, tanto per, giusto perché una possibilità non va mai negata a niente e a nessuno, e dopo pochi minuti ne sono diventato dipendente. Una brutta cosa. Brutta perché di questa serie sono state realizzate appena 7 puntate della durata di 20 minuti l’una e molto probabilmente, anche se non c’è ancora l’ufficialità, non verrà confermata per una seconda stagione.

Un evento inaspettato del genere capita anche alla protagonista della serie. Forse un pochino più inaspettato rispetto al mio rimanere folgorato da una serie su cui non avrei scommesso due lire. Beth (una scatenata Anne Heche) è una donna alcolizzata odiata dal marito (Michael Landes), dalla figlia (la promettente Madison Davenport) e dalle amiche. Un caso perso. Una notte arriva a casa e, anziché ammazzare il marito che ha appena scoperto avere una relazione extraconiugale con Alexandra Breckenridge (la rossa di American Horror Story 1), decide di strafogarsi con un panino, al punto da rimanere strozzata dal cibo.
È morta?

"Cannibal s'è messo a parlare con Dio?
Credevo credesse solo in Kanye West."
Sembrerebbe di sì, invece il mattino dopo si sveglia. Viva. Ma non è più la stessa persona di prima. Ora, Dio le parla. Una cosa del genere capitava anche in un’altra serie, Joan of Arcadia, a sua volta ispirata alla figura di Giovanna d’Arco. Laddove quello era un teen drama più sul religioso andante (per fortuna non ai livelli di Settimo Cielo), questa è invece una comedy e pure piuttosto anti-religiosa, e negli USA non ha infatti mancato di sollevare qualche polemicuccia.
La protagonista è quanto di più ci sia lontano da Dio e dalla religione, eppure grazie a questa esperienza cambierà. È la classica storia tipicamente americana di riscatto personale, di come le persone possano cambiare e non importa quanto ciò sia inverosimile, visto che in realtà non succede quasi mai. Che parlino con Dio può capitare, oddio forse, ma non succede quasi mai che le persone cambino.

Nonostante lo spunto “buonista” e nonostante sia comunque un'americanata, la serie per fortuna rimane bella cattivella e offre uno sguardo ironico sui suburbi americani, con uno stile non troppo lontano da Suburgatory. In genere non seguo con grossa affezione le serie comedy, però questa non è una sitcom tradizionale e il suo ricordare proprio Suburgatory, benché con una personalità tutta sua, rientra probabilmente tra le ragioni che mi hanno fatto diventare dipendente da questa serie. Una dipendenza leggera, destinata a durare appena una manciata di giorni. Il tempo finire di vedermi gli appena 7 brevi episodi della prima stagione e poi addio, Dio. Chi s’è visto, s’è visto. È un peccato che con tutte le comedy poco divertenti che vanno avanti per anni e anni e anni e anni questa l’abbiano segata subito, ma tant’è. A volte succedono cose inspiegabili. Come la cancellazione di una serie non memorabile ma super simpatica come questa. O come rimanere strozzati mangiando un panino, sopravvivere e poi parlare con Dio.
(voto 6,5/10)



2 commenti:

  1. Non sembra così imperdibile, il problema con le serie TV è che appena ne comincio una nuova è la fine, non ho neanche più tempo per andare in bagno perché DEVO vedere la prossima puntata. Bravo tu che dai una possibilità a tutti!

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  2. E' per questo che non le guardo... sennò morirei nel tentativo di vederle

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