martedì 29 ottobre 2013

IL ROCK FAMIGLIARE DEI PEARL JAM



Pearl Jam “Lightning Bolt”
La scena mainstream rock mondiale assomiglia sempre di più alla scena politica italiana. Negli ultimi 20 anni (ma forse anche di più) è come se non fosse cambiato niente. Non c’è stato un vero e proprio ricambio generazionale e volti e nomi sono sempre gli stessi.
Tra il “nuovo” album dei Pearl Jam e uno di 20 anni fa non ci sono sostanziali differenze, così come non ci sono tra il video messaggio di Silvio Berlusconi del 1994 e il “nuovo” che aveva lanciato qualche settimana fa. L’unica differenza rispetto al passato è che sia Berlusconi che Eddie Vedder oggi hanno più capelli; il primo grazie a Cesare Ragazzi, il secondo grazie a Madre Natura. A livello politico, Berlusconi e i Pearl Jam sono decisamente agli antipodi, è vero, ma per il resto è sempre la stessa musica.
Eddie Vedder sembra accontentarsi di provare cose diverse da solista, tra lavori più riusciti (la bellissima colonna sonora di Into the Wild) e altri meno (il modesto Ukulele Songs). Quello con i Pearl Jam pare invece essere un semplice lavoro di routine che ogni tanto gli tocca adempiere, ma in “Lightning Bolt” di vera ispirazione e urgenza espressiva ne emerge ben poca.
Le nuove (sicuri siano nuove e non le abbiano riciclate dai precedenti dischi?) canzoni della band di Seattle non sono nemmeno brutte, per carità, anche se le uniche davvero degne di nota mi sembrano il singolo “Sirens” e “Infallible”, mentre pezzi come "Mind Your Manners", "My Father's Son" e "Yellow Moon" un tempo non l'avrebbero usati manco come B-sides. Non canzoni brutte, in ogni caso, piuttosto una versione invecchiata e stanca di quelle di una volta. Dell’impeto e dell’energia del passato grunge non vi è più traccia. “Lightning Bolt” suona come un disco famigliare e non è manco colpa loro. Il rock è ormai diventato un genere per famiglie e i Pearl Jam si sono solo adeguati.
(voto 6-/10)




5 commenti:

  1. e vabbè, ma sono i marmellata di pirla, mica un vero gruppo rock...
    :)

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  2. Più o meno condivido. Fermo restando che comunque anche un disco bolso dei PJ ne vale dieci di uno qualsiasi dei ragazzini in circolazione oggi.
    Forte il paragone con il Nano :)

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  3. Non capisco questo accanimento alla novità, questo culto al nuovo; mica che bisogna sempre cambiare, pena la morte. Mica che se uno invecchia bisogna buttarlo via. Il più grande musicista vivente ha 68 anni e continua a fare dischi bellissimi. Ascoltate il capolavoro Psychedelic Pill. E che dire di Leonard Cohen o Bob Dylan? Per dire quanto i gusti siano soggettivi, a me le due canzoni citate come migliori sembrano le più banali. E poi il tremendo paragone col pregiudicato della P2 mi sembra veramente, veramente troppo. Non si fa!! Orribile recensione! Stop

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    1. a me sembra che viviamo in un paese in cui c'è il culto del vecchio, più che del nuovo.
      dai pearl jam comunque non pretendo un cambiamento, d'altra parte non sono mai stata una band rivoluzionaria, però questo disco mi è sembrato un compitino svolto con cura tanto per dire "hey, siamo ancora qui."
      non un brutto disco, ma nemmeno un disco necessario, visto che non aggiunge niente alla loro carriera. almeno questa è la mia personale opinione.
      e forse tu dovresti cominciare ad ascoltare anche artisti con meno di 90 anni per gamba... ahah

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