venerdì 15 settembre 2017

Non è un paese per Giovanni





Non è un paese per giovani
Regia: Giovanni Veronesi
Cast: Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo, Sara Serraiocco, Nino Frassica, Sergio Rubini


Uno dei grandi problemi che affliggono l'Italia è la figa nei cervelli... scusate il lapsus. Intendevo dire la fuga dei cervelli. Il problema principale non è tanto che tanti italiani lasciano il nostro paese, tentando l'avventura in qualche paese estero. Il problema principale è che sono i migliori ad andarsene. Se ad esempio un Matteo Salvini si trasferisse in Belgio a fare il lavoro per cui per altro è profumatamente pagato, ovvero l'europarlamentare, non credo si rivelerebbe una perdita incolmabile per l'Italia. Se anche un Cannibal Kid lasciasse il paese, poi, non sarebbero in tanti a piangerne l'assenza.


Giovani italiani che protestano.
O un'astuta campagna marketing per il lancio del film di Veronesi, chi può dirlo?

Sono i migliori ad andarsene. Non è solo una frase fatta, è anche una triste verità. Alcuni dei miei migliori amici sono andati a cercare fortuna all'estero e, per loro fortuna, l'hanno anche trovata. Parlo di persone intelligenti e di talento, nonostante siano miei amici. Io non credo ce la farei a seguire le loro orme. Per mancanza di coraggio. Già soffro di vertigini quando guardo giù dal terrazzo di un secondo piano – okay, persino di un primo piano – figuriamoci la paura che posso avere di fare un salto nel vuoto del genere. Eppure l'idea di tanto in tanto mi stuzzica. Quando sono stato in vacanza all'estero, spesso mi sono sentito più a casa che in Italia. Almeno all'inizio. Come però capita nel film con Checco Zalone Quo Vado?, un lavoro più profondo di quanto possa superficialmente apparire alle persone superficiali, dopo un primo periodo in cui si apprezzano tutte le varie doti dei paesi stranieri, ecco che scatta la saudade tricolore, la nostalgia del nostro paese, tanto pieno di insopportabili difetti, quanto di irresistibili pregi.


A raccontare tutto questo è il film Non è un paese per giovani, un lavoro che – diciamolo subito – è ricco di stereotipi. Sia nei confronti dell'Italia e dei giovani italiani che di Cuba, il paese in cui i due protagonisti del film si dirigono per dare una svolta alle loro vite precarie. Fin da subito si ha l'impressione di trovarsi di fronte, più che a una pellicola, a un temino non dico da elementari ma da medie sull'argomento, o a un servizio del telegiornale. Non a caso la pellicola si apre con i filmati di alcuni veri giovani italiani che vivono e lavorano all'estero. La meglio gioventù espatriata. Dopo questa intro da Studio Aperto, entriamo in un filmino a metà strada tra Che ne sarà di noi e I laureati. Non a caso dietro la macchina da presa siede Giovanni Veronesi, regista del primo e co-sceneggiatore insieme a Leonardo Pieraccioni del secondo.


I due protagonisti, Filippo Scicchitano (già visto in Scialla! (Stai sereno), Bianca come il latte, rossa come il sangue e Allacciate le cinture) e Giovanni Anzaldo (mai visto prima) si trasferiscono da Roma a Cuba, con un'idea geniale: aprire un bar sulla spiaggia dotato di wi-fi, visto che lì è qualcosa di ancora raro...
Oddio, anche in Italia a livello di wi-fi disponibile in giro non è che siamo messi tanto bene, sulla spiaggia di Rapallo ad esempio si viaggia più lenti che col 56k de 'na vorta, quindi potrebbero anche farlo dalle nostre parti, ma vabbé.

Una scena di Fast & Furious 8 Non è un paese per giovani

Il film ci mostra come andando in un altro paese sia possibile trovare se stessi. Anche se non è detto che ciò che si trova sia necessariamente qualcosa di positivo. Il personaggio interpretato da Giovanni Anzaldo ad esempio si trasforma da figlio di papà cameriere in quel di Roma a inverosimile guerriero figlio di puttana di un fight club in giro per le strade di L'Avana, in quella che possiamo considerare una delle più ridicole evoluzioni di un personaggio mai raccontate in un film.


Cosa dire poi della colonna sonora? È stata composta da Giuliano Sangiorgi e, fino a che si limita ad orchestrazioni strumentali, le cose vanno ancora piuttosto bene. I problemi iniziano quando si sente la sua voce, che già di suo non è proprio il massimo della vita.



Soprattutto, però, cosa c'entra la voce di Giuliano dei Negramaro in un film ambientato a Cuba?
O in un film in generale???

Più piacevoli i brani latineggianti suonati all'interno della soundtrack. Io non sono certo un patito di musica latinoamericana, o di paesi latinoamericani in generale, però con Cuba ho un rapporto diverso. Quando sento le note e l'atmosfera cubana, esce subito fuori il comunista che è in me. Non me ne frega niente di andare in Brasile o in Argentina, nel Venezuela di oggi poi non parliamone, mentre invece farei più che volentieri una tappa a L'Avana. Nonostante i vari luoghi comuni messi in scena (i trans, la prostituzione, la gente che balla sui tavoli, l'italiano corrotto espatriato interpretato da Nino Frassica), il film mette anche in scena Cuba come un luogo non comune e muy guapo.


È proprio questo a rendere Non è un paese per giovani una visione consigliata soprattutto per il periodo estivo o anche finestivo, insieme alla folgorante interpretazione di Sara Serraiocco, attrice che nel valido La ragazza del mondo aveva la parte della giovane testimone di Geova e che qui ha cambiato non solo religione, ma proprio stile recitativo e fisico, eliminando la sua folta chioma in favore di un taglio rasato che la fa somigliare parecchio alla Natalie Portman di V per Vendetta.


Io che paragono una giovane attrice emergente alla divina Natalie?
Credo non esista a questo mondo un complimento migliore.
Notevole anche il suo personaggio, una ragazza uscita da un coma dopo un terribile incidente che si rivela l'anema e core dell'intera pellicola. Una tizia eccentrica e imprevedibile che traghetta fuori dagli stereotipi e dalle banalità un film che è come gli italiani. Pieno di difetti, confusionario, caciarone, ma a cui in fondo in fondo è difficile voler male.

Il fatto che un film come questo, che qualche anno fa sarebbe stato probabilmente un buon successo commerciale e allo stesso tempo sarebbe stato massacrato dalla critica, mentre oggi è passato inosservato sia agli occhi del grande pubblico che dei giornalisti col mirino puntato, dimostra che questo non solo non è un paese per giovani, ma non è nemmeno un paese per Giovanni Veronesi. Non più, almeno.


E ora me ne vado via, da questo post e forse anche da questo paese, canticchiando “Havana, ooh na-na, half of my heart is in Havana, ooh-na-na” della cubana Camila Cabello. Questo sì un gran bel pezzo di latin pop come si deve, altroché Despacito.
(voto 6/10)

7 commenti:

  1. Quindi me lo consigli?
    Perché da come lo descrivi potrebbe pure piacermi un po'^^

    Moz-

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    1. Massì. Prima della fine definitiva dell'estate, una visione ci sta. ;)

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  2. Uhm... io continuo a rimanere qui con i miei pregiudizi da snob verso certi titoli. Sarà che gli italiani a Cuba dopo Muccino mi sono rimasti indigesti.

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  3. Ma dov'è finito il voto cannibale? :(((

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    1. Vorrei dire che non l'avevo messo per alimentare il senso di mistero, ma in realtà l'avevo semplicemente dimenticato. :)
      Ora c'è!

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  4. Mi pare troppo per giovani per essere roba per me. ;)

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