domenica 23 dicembre 2018

Best Music 2018: i miei album preferiti di quest'anno





Esistono ancora gli album?
Sì. Non ci sono solo le playlist. Ci sono ancora dei gruppi e degli artisti che tirano fuori degli ottimi album e questi sono i 20 che ho preferito nel corso del 2018. Buona lettura e soprattutto buon ascolto!

Prima vi tocca però dare un'occhiata al ripasso dei vincitori delle passate edizioni del titolo di album dell'anno.

2008 - Vampire Weekend "Vampire Weekend"
2009 - The Horrors "Primary Colours"
2010 - Kanye West "My Beautiful Dark Twisted Fantasy"
2011 - Zola Jesus "Conatus"
2012 - Fiona Apple "The Idler Wheel"
2013 - Daft Punk "Random Access Memories"
2014 - Damon Albarn "Everyday Robots"
2015 - Grimes "Art Angels"
2016 - Radiohead "A Moon Shaped Pool"
2017 - Lorde "Melodrama"



#20 LP “Heart to Mouth”

Dopo il successo del singolo “Lost on You”, eletta canzone dell'anno di Pensieri Cannibali nel 2016, Laura Pergolizzi in arte LP è tornata con un nuovo LP. Magari non vanterà un pezzone assurdo come quello, ma in compenso sfoggia una notevole varietà musicale e un'immutata capacità di scrivere grandi canzoni pop. Ebbrava guagliona.




#19 Dutch Nazari “Ce lo chiede l'Europa”

A metà strada tra cantautorato indie e rap, “Ce lo chiede l'Europa” di Dutch Nazari è la risposta italiana alle richieste di Juncker e Moscovici. Forse. Di sicuro il pezzo “Guarda mamma senza money”, spero un futuro singolo, è l'inno esistenziale di quest'anno.




#18 Maria Antonietta “Deluderti”

No, non è un personaggio storico e no, non è un personaggio di Sofia Coppola, anche se forse potrebbe esserlo. Un personaggio di Sofia Coppola, intendo. Maria Antonietta è una cantautrice indie ancora troppo poco conosciuta. Un giorno magari andrà a fare la giudice a X Factor e dirò che è troppo conosciuta. In attesa che anche il resto d'Italia si accorga di lei, o magari no, io intanto il suo ultimo disco “Deluderti” me lo sono consumato. E no, non mi ha deluso.




#17 Tamino “Amir”

Il nuovo Jeff Buckley. Un ventun anni di madre belga e padre egiziano che vanta una collaborazione con Colin Greenwood dei Radiohead e una voce che a tratti ricorda quella di Thom Yorke. Un suono pop-rock dalle influenze arabe. Un nome “rubato” da sua mamma a un personaggio de Il flauto magico di Mozart. Tamino nel suo album numero 1 “Amir” mette in mostra un talento ancora acerbo, ma pronto a esplodere come nuovo fenomeno della musica mondiale. Poi non dite che Pensieri Cannibali non vi aveva avvisato.




#16 Zen Circus “Il fuoco in una stanza”

Attivi fin dal 1994, gli Zen Circus continuano a sfornare dischi uno più bello dell'altro. L'ultimo “Il fuoco in una stanza”, ricco di nuove perle, non fa eccezione. E dai che il prossimo anno saranno al Festival di Sanremo e io già sogno di vederli fare il culo ai tre tenorini de Il Volo. Non deludetemi, ragazzi.




#15 The Carters “Everything Is Love”

Dopo aver avuto 3 figli, Beyoncé e Jay-Z hanno deciso di dare vita a una nuova creatura. Questa volta un disco, “Everything Is Love”, in cui i due, più che affermate superstar internazionali che si possono permettere di girare un video al Louvre, rappano e cantano come fossero due ragazzini alle prime armi. Il bello è quello.




#14 CRLN “Precipitazioni”

Disco scoperto per caso, incuriosito dalla copertina e da quel nome criptico, anzi crptc. CRLN sta per Caroline, cantautrice 25enne di San Benedetto del Tronto. La sua musica è così alternativa che è difficile catalogarla. Un po' pop, un po' electro, un po' soul, un po' una roba aliena al resto del panorama musicale nazionale. E forse pure internazionale. Al di là delle catalogazioni, i suoi pezzi sono una carezza alle orecchie, e questa è l'unica cosa importante da dire.




#13 Florence + the Machine “High as Hope”

Ok, non è il disco migliore di Florence, né quello con le singole canzoni che più spaccano, né una folgorazione immediata totale. Ascolto dopo ascolto, la bellezza dei pezzi però si dipana in fronte agli occhi e l'ultimo “High As Hope” riesce comunque a lasciare il segno. Quindi oops... she did it again.




#12 Cosmo “Cosmotronic”

È piemontese, fa parte della classe del 1982 ed è un grande.
No, non sto parlando di me. Non questa volta. Questa volta parlo di Cosmo, che con il suo terzo album “Cosmotronic” ha tentato addirittura la strada del disco doppio: prima parte più orientata sulle canzoni pop, seconda più sull'elettronica strumentale. Il risultato è tanto ambizioso quanto riuscito. Cosmico!




#11 Soccer Mommy “Clean”

Se c'è una cosa per cui ho un debole – ok, una delle tante cose per cui ho un debole – sono le cantautrici indie. Quelle ragazze che in pratica soltanto con un microfono e una chitarra riescono a costruire un intero mondo. Un'impresa riuscita splendidamente quest'anno in particolare a Sophie Allison alias Soccer Mommy con il suo disco di debutto/diario personale “Clean”.




#10 Cardi B “Invasion of Privacy”

Rapper aggressiva. Ex spogliarellista. Tamarra scatenata. Nel suo sfaccettato album d'esordio “Invasion of Privacy” Cardi B mostra però anche un lato più sensibile e conquista, pure con facilità, il titolo di disco di hip-hop internazionale dell'anno.




#9 Calcutta “Evergreen”

Calcutta è il cantore di un'intera generazione altrimenti priva di grossi punti di riferimento. Le sue, più che semplici canzoni, sono inni. Da quando è uscito il suo singolo “Paracetamolo” le vendite della Tachipirina si sono impennate. La cosa più bella comunque è che a questo ragazzo non sembra fregargliene niente di niente, se non di tirare fuori delle parole e delle melodie che in qualche modo rimangono incollate in testa.




#8 Pale Waves “My Mind Makes Noises”

Se fossi un teenager oggi, i Pale Waves probabilmente sarebbero il mio gruppo preferito. Sono una band rock dai ritornelli pop con un look goth che rappresentano tutto ciò che un cannibal kid dark come me poteva sognare. Considerando che a livello mentale sono ancora un teenager... i Pale Waves sono il mio gruppo preferito!




#7 Francesca Michielin “2640”

Su Francesca Michelin dico solo: 💓.




#6 Janelle Monáe “Dirty Computer”

Che le vuoi dire, alla Janelle? Come cantante aveva realizzato due ottimi album, poi si è messa a fare l'attrice e ha recitato in film da Oscar o da nomination agli Oscar come Moonlight e Il diritto di contare. È bella. È brava a cantare e a recitare. Ha uno stile fa-vo-lo-so e a quanto pare si fa Tessa Thompson e quindi merita i complimenti anche per questo. Ciliegina sulla torta: il suo ultimo “Dirty Computer” è in pratica il disco che Prince avrebbe voluto incidere se fosse ancora vivo. Che le vuoi dire, alla Janelle?




#5 Salmo “Playlist”

È l'Eminem de' noantri. Intendo l'Eminem al massimo della forma dei primi anni zero, non quello spento di oggi. E il suo nuovo album “Playlist” è rock. È pop. È rap. Non è trap. È Salmo.




#4 CHVRCHES “Love Is Dead”

“Love Is Dead” degli scozzesi CHVRCHES è come un sogno adolescenziale ambientato negli anni '80. Il loro è un electro-pop accattivante, moderno e retrò allo stesso tempo, e non ho proprio idea, oltre a come cazzo si pronuncia il loro nome, del perché non siano tipo il gruppo più famoso del mondo. Forse proprio perché hanno un nome impronunciabile.




#3 The 1975 “A Brief Inquiry Into Online Relationships”

I britannici The 1975 capitanati da Matty Healy sono il gruppo più esagerato, coraggioso, pretenzioso, esuberante, mutaforma, assurdo oggi in circolazione. Con “A Brief Inquiry Into Online Relationships” hanno pubblicato un disco di canzoni pop come se fossero suonate da una band jazz, o forse il contrario. Si possono amare o si possono odiare, e indovinate un po' io da che parte sto, ma difficilmente possono lasciare indifferenti.




#2 Motta “Vivere o morire”

Il prossimo anno Motta parteciperà al Festival di Sanremo e tutti parleranno di lui. Bene o male, questo ancora non lo so. Aspettando di scoprire se verrà accusato di essersi venduto ed essere diventato commerciale, godiamocelo ora che è ancora indie. Ora che è ancora di nicchia. Ora che è ancora “nostro”, con questo “Vivere o morire”, un disco della Madonna che è andato a un passo dal titolo di primo italiano a conquistare il primo posto tra gli album dell'anno di Pensieri Cannibali.




#1 Arctic Monkeys “Tranquility Base Hotel + Casino”

E pensare che al primo ascolto ho pensato: “Ma che cavolo di disco avete tirato fuori questa volta, scimmiette artiche?”. Con gli ascolti successivi ho per fortuna cominciato ad amare questo lavoro intimo e strano dalla prima all'ultima nota. È l'album più... album che ho sentito da diversi anni a questa parte. Non una semplice raccolta di canzoni, sebbene anche prese singolarmente siano splendide, ma proprio un album-album come quelli che si facevano 'na vorta. Brave scimmiette artiche!




Playlist Cannibale!

La classifica è finita. Prima di andare in pace comunque non scappate subito via.
Gli album sono belli sì, però possono esserlo anche le playlist su Spotify. Qui sotto trovate quella con la migliore musica del 2018 selezionata da Pensieri Cannibali. Piena di tanta roba per tutti i gusti, tranne quelli cattivi. 😄




4 commenti:

  1. Quest'anno sono indietrissimo, su tutto, ma fra gli altri ho scoperto la bravura grande di Motta.

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  2. Di questi io dico Francesca Michielin, può bastare? ;)

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  3. La maggior parte della roba pare troppo radical, ma Salmo approvatissimo.

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  4. Salve
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