lunedì 23 dicembre 2019

Best of 2019 - Gli album più ascoltati quest’anno su Pensieri Cannibali





Ok, il titolo del post per semplificare è Best of 2019. Questi però non pretendono di essere per forza i migliori dischi dell'anno. Sono solo quelli che mi è piaciuto di più ascoltare. Quelli che avrei consumato dagli ascolti, se solo li avessi ascoltati su un supporto fisico e non su Spotify. Ecco allora i miei album preferiti, tra quelli usciti negli scorsi 12 mesi. Che poi alla fine un po' anche i migliori lo sono, se non altro per me.



20. Lizzo “Cuz I Love You”

Il 2019 è stato l'anno di Lizzo. Una forza della natura da cui è difficile non farsi travolgere. Il suo è il disco “feel good” che ci vuole quando si ha voglia di un'iniezione di buon umore. E si ha voglia di sculettare un po'. Pardon, twerkare un po’.




19. Michael Kiwanuka “Kiwanuka”

Che classe, Michael Kiwanuka. Che classe.

E che pigrizia, Cannibal Kid, nello scrivere quelle poche righe, anzi quella unica riga a commento del suo disco.




18. Taylor Swift “Lover”

Taylor Swift è da anni uno dei miei “guilty pleasures” musicali favoriti e no, non sono neanche gay. Stare sempre sulla cresta dell'onda, specie quando si fa musica pop, non è facile nemmeno per le istituzioni, Madonna ne sa qualcosa, eppure Taylor con il nuovo Lover è riuscita a stare al passo coi tempi, senza rinunciare a metterci dentro tutta se stessa, tra cose più commerciali e altre più alternative, e senza manco dimenticare le sue radici country. Il risultato? Discontinuo, ma per lo più un'autentica goduria pop.




17. Vampire Weekend “Father of the Bride”

L'ultimo disco dei vampirelli staborda di idee, sonorità diverse, sperimentazioni, collaborazioni e chi più ne ha, più ne metta. Non tutto funziona alla grande, va detto, non tutto mi entusiasma. Tanta roba, pure troppa, però al suo interno ci sono alcune delle canzoni a mio avviso più belle dell'anno, e in generale degli ultimi anni. Le mie preferite? This Life, Harmony Hall e Bambina.




16. Weyes Blood “Titanic Rising”

Un classico immediato. Un po' Carole King, un po' Carpenters, un po' Fleetwood Mac, Natalie Laura Mering alias Weyes Blood ha tirato fuori un disco senza tempo che è uscito quest'anno e quindi sta nella classifica di quest'anno, ma che comunque starebbe bene nel best of di qualunque anno degli ultimi 50 anni.




15. FKA twigs “MAGDALENE”

Il fascino della musica di FKA twigs, che gli appassionati di gossip e di Hollywood e ancor di più di gossip hollywoodiano conosceranno fondamentalmente come ex fidanzata di Robert Pattinson e Shia LaBeouf, è indescrivibile. Allora non faccio manco lo sforzo di provare a raccontarla e vi suggerisco di sentirla e basta. Sono astuto, vero?




14. Chemical Brothers “No Geography”

I fratellini chimici, che ormai sarebbe meglio chiamare fratelloni chimici visto che non sono più dei giovanotti, sono una delle poche garanzie della musica elettronica. Un genere in continua evoluzione e in perenne mutamento/movimento che però loro riescono a rileggere ancora una volta con personalità e con gusto. Gusto psichedelico.




13. LIBERATO “LIBERATO”

Mai mi sarei aspettato di ascoltare per intero un album di un artista neomelodico, figuriamoci inserirlo in una mia classifica degli album migliori dell'anno. E invece... Sarà che il fantomatico LIBERATO, la cui identità non è ancora stata rivelata e forse non lo verrà mai, con la musica neomelodica tradizionalmente intesa ha poco a che fare. Il suo suono è incrocio tra hip hop, rap, trap, indie ed electro. Eppure è presente anche un tocco neomelodico, che è poi quello che lo rende davvero unico e che me lo fa piacere assaje.




12. Chromatics “Closer to Grey”

Come suona un soggiorno a Twin Peaks?
Come questo disco, credo proprio.




11. Purple Mountains “Purple Mountains”

Difficile non ascoltare con un velo di tristezza addosso Purple Mountains, il primo e unico disco di Purple Mountains, gruppo-progetto musicale di David Berman, anche co-fondatore dei Silver Jews. Poche settimane dopo la pubblicazione dell'album, David ha deciso di farla finita e allora è facile vedere questo lavoro in bilico tra folk e indie come il suo testamento artistico. Un autentico peccato, anche perché suona come un disco così pieno di vita.




10. tha Supreme “23 6451”

Sono caduto anch'io nella trappola della trap. Il genere più popolare oggicomeoggi tra i ragazzini di oggi offre tante cose discutibili. C'è però anche qualcosa di buono. Come tha Supreme, misterioso produttore e rapper 18enne che ha realmente qualcosa di unico nella sua proposta musicale, nei suoi testi di difficile comprensione, per non dire del tutto incomprensibili, già a partire dai titoli. tha Supreme può piacere o meno, ma è indiscutibile il fatto che la sua proposta sia proprio un mondo a parte. E comunque a me piace, che ci posso fare?




9. Little Simz “GREY Area”

Little Simz è una rapper britannica. Descritta così non vi ispira? Sappiate allora che il suo album “GREY Area” al suo interno ha talmente tanti sapori, dal rock al pop al jazz, che l'ascolto è altamente consigliabile anche ai meno patiti di hip hop in senso stretto. Fidatevi, per una volta, cazzo.




8. Thom Yorke “Anima”

Ci sono pochi artisti che non mi deludono mai, o quasi mai. Uno è Damon Albarn, l'altro è Thom Yorke. Anima è il terzo disco solista del cantante dei Radiohead ed è anche quello che preferisco, sarà perché è quello che ha più... anima. Scontato da dire, però non meno vero.




7. Foals “Everything Not Safe Will Be Lost Part 1 & Part 2”

ll rock è morto?
Non lo so. Di sicuro è passato di moda. Cosa che non significa che non possa essere ancora una figata assurda. Basta sentire l'ultimo disco dei Foals, anzi, l'ultimo doppio disco dei Foals, pubblicato in due parti. Una più esaltante dell'altra.




6. Fontaines D.C. “Dogrel”

Questi sono grandi, ma presto diventeranno ancora più grandi. Lo scommetto. I Fontaines D.C. sono un gruppo di Dublino che nel loro album di debutto Dogrel propongono un suono post-punk molto alla Joy Division. Il loro secondo disco, già pronto e in arrivo nel 2020, pare però sia influenzato dai Beach Boys e dalla California e potrebbe quindi suonare del tutto differente. In attesa di scoprire come sarà, è bene intanto ripassare questo loro esordio pieno di rabbia sempre lì sul punto di esplodere.




5. Stella Donnelly “Beware of the Dogs”

La mia scoperta indie dell'anno. Una cantautrice gallese-australiana un po' stramba, con un talento pop cristallino, che suona esattamente come la colonna sonora ideale dei miei pensieri (cannibali).




4. The National “I Am Easy to Find”

I tha National The National sono un gruppo storicamente sempre esaltato dalla critica, a questo giro mi sembra un po' meno del solito. Io invece li ho amati più che mai con il loro ultimo album I Am Easy to Find. Sarà pure “colpa” di un artwork e di un mini film di accompagnamento con la presenza di Alicia Vikander?




3. Lana Del Rey “Norman Fucking Rockwell!”

Lana è diventata un'istituzione. Una presenza fissa nei miei ascolti del decennio che a ogni album riesce a essere se stessa, subito riconoscibile, e allo stesso tempo a fare qualcosina di diverso. Lana F###ing Del Rey, anche questa volta mi hai fregato!




2. Coma_Cose “HYPE AURA”

Negli anni '90 sono cresciuto con (pochi) dischi italiani come Così com'è degli Articolo 31 e Microchip Emozionale dei Subsonica. Mi piace pensare che oggi ci sia una nuova generazione che viene su con HYPE AURA dei Coma_Cose, con il suo suono che mixa così tanti generi al suo interno, pop hip hop electro indie e quan'altro, da risultare indefinibile. Se anche così non fosse, per quanto mi riguarda è il disco italiano più fresco sentito da parecchio tempo a questa parte. E poi i loro giochi di parole sono uno spettacolo nello spettacolo.




1. Billie Eilish “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?”

C'è qualcosa in Billie Eilish che non si vedeva e non si sentiva da parecchio. Qualcosa di davvero speciale. Questa neo 18enne non è solo una delle tante popstar o aspiranti tali in circolazione. Questa è la “voce di una generazione”, tanto per usare un'espressione stra-abusata, una generazione che non è la mia, e che eppure riesce a parlare anche a me e agli oramai “vecchi” come me. Grazie Billie per essere la voce di ogni generazione.




Su Spotify, se vi va e non vi fa troppo schifo, potete avere un assaggio della musica che ho ascoltato di più quest'anno, con la mia playlist intitolata The Best Songs of 2019. Dentro c'è tanta e variegata roba, non solo quella della classifica. Enjoy.




8 commenti:

  1. Non ascolto quasi nemmeno uno di questi artisti, non sono nel mio mood musicale, a parte giusto Thom Yorke. Scoperta mentre ero in Corea del Sud, Billie Eilish è stata una vera e propria folgorazione...

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  2. Bella questa lista che riporta casi in cui in video hanno grafica e immagine ispirata molto anni '70 o primi anni '80.
    Per Billie Eilish, concordo soprattutto perché ho figlia adolescente che ha tante cose in comune con la cantante e forse per questo la segue con tanto interesse. Ma pur essendo un linguaggio che parla ai giovani a me piace molto, e la capisco anche.
    Barbara

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  3. Nessun disco, ascolto solo canzoni, ma sono contento che abbia vinto la Eilish, bei pezzi i suoi ;)

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  4. Ammiro sempre la tua capacità di tenerti aggiornato sulla musica in questo modo... Io ascolto quasi sempre i soliti gruppi e se ne conosco di nuovi vengono comunque dalle decadi che apprezzo di più (settanta e novanta)!

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  5. Billie e Lana sempre nel mio corazòn.

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  6. Incredibile scoprire di ritrovarsi d'accordo sul buon Supremino, che ha qualcosa di davvero speciale. E anche sulla piccola Billie. Questo mi inquieta oltre che farci vedere come fossimo i vecchietti del Kominsky Method.

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  7. Ammiro anch'io la tua devozione alla musica, spotify mi ricorda come continuo ad essere una teenager nostalgica e cerco poche novità. Ma a Billie, a Thom, almeno mi sono concessa.

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