martedì 4 maggio 2021

Mitchells Against the Machine





I Mitchell contro le macchine
(titolo originale: The Mitchells vs. the Machines)

Faccio la sparata del giorno, sperando che nelle prossime ore Pio e Amedeo – ma chi cazzo sono? – non mi superino: I Mitchell contro le macchine è il miglior film d’animazione degli ultimi anni. Opinione discutibile?



Allora riformulo: I Mitchell contro le macchine è il film d’animazione che più mi ha entusiasmato, divertito e persino commosso dai tempi di Inside Out. E questo è indiscutibile, a meno che non viviate dentro la mia mente come le emozioni di Inside Out e sappiate meglio di me ciò che penso.

"Questi Mitchell non possono essere meglio di noi!!!"


Con questo lavoro Sony Pictures Animation ha persino messo la freccia di sorpasso sulla Pixar. Preciso che non sono stato pagato dalla Sony per scrivere questa cosa ma, se volessero farlo, mi accontento anche di un Furby omaggio.



Cos’ha di tanto bello? Innanzitutto, I Mitchell contro le macchine è esilarante. Per il cane – sicuri sia un cane? – Monchi, già favorito per il titolo di personaggio cult dell’anno, ma anche per le sue tante trovate ironiche e geniali, sia a livello di battute che d’animazione, sparse lungo tutto il viaggio. Viaggio, perché questa è una pellicola on the road, di sicuro più avvincente del premio Oscar Nomadland.

"Non è che ci vada molto, LOL."


Una commedia on the road dallo stile indie che incontra la parodia del film fantascientifico-apocalittico. In altre parole: Little Miss Sunshine che viaggia in compagnia di Io, robot e Benvenuti a Zombieland. Infine, è una splendida storia su una famiglia di eccentrici. Mai stucchevole, anche quando senti qualcosa di umido sul viso, ma non è una lacrima. È che ti è entrata una bruschetta nell'occhio. O magari c’è Monchi che ti sta leccando la faccia.
(voto 7,5/10)





1 commento:

  1. Se è riuscito a convincere pure un bastian contrario come te, potrebbe davvero essere il miglior film di animazione dai tempi di Inside Out!
    Quanto c'ho riso, quanto mi ha commosso. Come continuo a scrivere ovunque: c'ho perso la testa e lo rivedrei subito.

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