martedì 26 luglio 2022

The Gray Man - Cinquanta sfumature di uomo grigio





The Gray Man

Il film Netflix più costoso di sempre.
Un cast stellare ricco di sex symbol guidato da Ryan Gosling, Chris Evans, Ana de Armas e Regé-Jean Page.
Una produzione che vuole dare il via a una nuova saga action spionistica a metà strada tra James Bond e Mission: Impossible.
Un successo assicurato, che però funziona solo a metà.

"In questo momento stanno cercando di uccidermi, quindi no, non m'interessa cambiare gestore telefonico per risparmiare 0,99 euro al mese."

The Gray Man è un solido action moderatamente d'impatto, che farà felice il pubblico che cerca un intrattenimento leggero e senza troppe pretese e che tutto sommato fa il suo dovere. Peccato che non possieda manco un briciolo di originalità e, pur essendo più riuscito dell'ultimo Bond con nonno Daniel Craig, non si avvicina ai livelli di spettacolarità e spericolatezza di un Mission: Impossible con Tom Cruise a caso.

"Te lo sai fare questo, Ryan?"

Bruttarella la regia dei fratelli Russo, che confermano di essere i nuovi Michael Bay. Tutto fumo e niente arrosto. Con in più una serie di riprese fluttuanti in stile POV di una mosca che più che esaltare fanno venire la nausea. E il cast?

Ryan Gosling è fighissimo e di pochissime parole, come al solito.

"Ma se sono vestito d'arancione/marroncino, perché diavolo il film si chiama The Gray Man?"

Ana de Armas è fighissima e sprecatissima, come al solito.


Regé-Jean Page è fighissimo e odiosissimo, come al solito.

"Dici che ho fatto bene a lasciare Bridgerton?"
"No, secondo me hai fatto una cazzata pazzesca."

Chris Evans è fighissimo e inespressivissimo, come al solito. Il punto debole del cast è lui, che si rivela del tutto improbabile come villain di turno. Non c'è niente da fare. Ha troppo la faccia da bravo ragazzo per un ruolo del genere. Gli manca del tutto lo sguardo da pazzo alla Jack Nicholson o l'ambiguità di un Kevin Spacey. E il baffetto che sfoggia lo fa sembrare più un nazista gay che un cattivone psicopatico. O forse l'intenzione era proprio questa?


In mezzo a tante star, la migliore del cast risulta la giovane Julia Butters, già piccola idola in C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino. La comparsa del suo personaggio a un tratto sembra poter dirigere il film in una direzione più umana, più emotiva, più coinvolgente, tipo Natalie Portman in Léon.


Peccato sia solo un'illusione. Ben presto The Gray Man torna sui sentieri del tipico action thriller fracassone pieno di sparatorie, combattimenti, inseguimenti ed esplosioni. Lo spettacolo è garantito, se siete feticisti di questo genere di cose.
(voto 5/10)




2 commenti:

  1. Feticista del genere mai, nemmeno il fascinosissimo cast stuzzica e mi spinge a ore di inseguimenti.
    Preferisco ritrovarli in ruoli meno stereotipati, per il loro e il mio bene.

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  2. 6 underground tutta la vita allora... basta con queste johnwickkate..

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