Da vedere
Esterno notte
(miniserie)
Ognuno ha le sue ossessioni. Io ad esempio sto in fissa con le serie adolescenziali, anche se questo mese un po' meno del solito. Marco Bellocchio invece sta in fissa con il rapimento di Aldo Moro. Dopo avergli dedicato il film Buongiorno, notte nel 2003, ecco che quasi 20 anni dopo ritorna sul tema con una miniserie Rai in 6 episodi. Ognuno dedicato a un protagonista diverso di questa vicenda. Il risultato è parecchio avvincente e sfaccettato, anche se c'è da dire che non tutti gli episodi sono allo stesso livello. Quello dedicato ai brigatisti ad esempio non mi ha convinto in pieno.
Così così anche quello sul Papa Paolo VI, interpretato da un Toni Servillo per una volta parecchio discutibile, con il suo recitato esageratamente sospirato. Va bene che siamo in una fiction Rai dove il sospirato è gettonatissimo, ma c'è da notare che è una fiction Rai d'autore. Forse sarebbe stato meglio se Servillo avesse ripreso il ruolo di Giulio Andreotti, realizzando così un clamoroso crossover con Il divo.
"Non ho ancora capito perché Sorrentino non m'ha chiamato per fare lo Young Pope..." |
L'episodio migliore è invece, piuttosto a sorpresa, quello su Francesco Cossiga, interpretato da Fausto Russo Alesi, che ne propone un ritratto decisamente più complesso e stratificato della figura che ero abituato a conoscere da bambino, quando era Presidente della Repubblica.
E poi c'è l'Aldo Moro ritratto in maniera molto umana da Fabrizio Gifuni, con cui ho scoperto di avere un'ossessione in comune: quella di controllare se il gas è chiuso. è da piccoli particolari come questo che Esterno notte riesce a diventare un grande ritratto dell'Italia di fine anni '70. Ci sono aspetti che potevano essere ulteriormente approfonditi? Ci sono cose che restano non dette?
Probabilmente, ma non è detto che in futuro Marco Bellocchio non ritorni ancora sull'argomento. Dopotutto, ognuno ha le sue ossessioni.
Inside Man
(stagione 1)
Inside Man parte da uno spunto vagamente in stile Il silenzio degli innocenti. C'è una giornalista che si rivolge a un assassino nel braccio della morte per cercare di risolvere un caso. Solo che qui ci troviamo in una serie British dal forte humour nero e quindi a tratti sembra quasi si trovarsi in una versione comedy de Il silenzio degli innocenti.
Considerando che si parla di temi come omicidi, sequestri, pedofilia nella Chiesa, Inside Man riesce a essere una visione sì tesa e capace di lasciare con il fiato sospeso, ma anche sorprendentemente brillante e divertente. Non è da tutti.
Corpo Libero
(stagione 1)
Una serie più che mai attuale, arrivata in streaming proprio in un periodo in cui si parla parecchio, e non in maniera positiva, del mondo della ginnastica artistica femminile. Un mondo spietato e dai contorni inquietanti perfettamente riflesso dall'intrigante Corpo Libero. Da una parte una serie sportiva, dall'altra una serie thriller, con in più l'aggiunta di un tocco adolescenziale, se no le serie di questo mese rischiavano di essere troppo adulte, e una colonna sonora che va da Liberato ad Ariete. Cosa volere di più?
Da evitare
BLOCKBUSTER
(stagione 1, episodi 1-4)
Per anni Blockbuster è stata la mia seconda casa. A volte, quando facevo chiodo da scuola, aspettavo che aprisse per terminare lì la mia giornata di non-scuola. A un certo punto, il mio sogno era quello di acquistare il punto vendita in franchise della mia città e lavorare lì per il resto della mia vita. Per fortuna non l'ho fatto, visto che di lì a non molto si sarebbe rivelato un investimento leggermente fallimentare.
Il protagonista della serie BLOCKBUSTER quel sogno l'ha invece realizzato ed è il manager dell'ultimo Blockbuster esistente al mondo. Nonostante il suo tocco nostalgico mi abbia fatto sospirare in più di un'occasione e non sia del tutto disprezzabile, la serie si rivela una comedy deludente, che fa ben poco ridere e che risulta fuori tempo massimo. Proprio come il Blockbuster, purtroppo.
1899
(stagione 1, episodio 1)
La nuova creatura degli autori di Dark è un'altra serie ai limiti del soporifero. Questa volta però la vicenda sembra più umanamente comprensibile. Quello che non comprendo è come si possa trovare interesse per una roba del genere. Potrei andare avanti per ore a dire ciò che non va in 1899, ma non lo farò per non tediarvi come la serie stessa, e anche perché in rete ho trovato questo articolo che in una frase riassume alla perfezione il mio pensiero: "1899 è il Titanic della pretenziosità".
Cotta del momento, Performer of the Month e Guilty Pleasure
Jenna Ortega (Wednesday)
Dopo aver visto i film sulla famiglia Addams ho pensato che sì, erano simpatici, ma c'avevano qualcosa che non andava: troppo poco spazio all'idola della famiglia e più in generale dell'umanità intera, Mercoledì Addams o se preferite Wednesday Addams. Io non lo preferisco, perché Wednesday è una di quelle parole inglesi che non riesco proprio a pronunciare.
Ho pensato che Mercoledì si sarebbe meritata un film tutto suo, o una serie tutta sua e adesso ad accontentarmi ci ha pensato il re del gotico e dei personaggi "strambi" ed "emarginati", Tim Burton. Il risultato è una serie decisamente young adult, ambientata in una Nevermore Academy che sembra una Hogwarts più dark, con delle indagini gialle in stile Enola Holmes e qualche "piccolo brivido".
Se nel complesso non tutto convince in pieno, a illuminare la scena, o forse sarebbe meglio dire a oscurare il resto, ci pensa lei: Mercoledì Addams, con il suo irresistibile humor nero e i suoi look da Halloween party, interpretata da una strepitosa Jenna Ortega. Ancora più perfetta nella parte di Christina Ricci (che qui appare in un nuovo ruolo). Non la serie migliore del mondo, ma uno dei personaggi migliori del mondo direi proprio di sì.
Valium Award
The Crown
(stagione 5)
Come direbbero i reali inglesi: WTF?!?
Dopo la notevole quarta stagione, era lecito attendersi grandi cose anche dalla quinta, e invece qualcosa è andato storto. Cosa?
La metà degli episodi è francamente soporifera, per non dire inutile. La "puntata russa" con Boris Eltsin ad esempio era proprio necessaria?
"Meglio bere per dimenticare" |
L'altra metà degli episodi, quella più avvincente, è inevitabilmente quella incentrata su Lady Diana e il divorzio da Carlo. Solo che anche in questo caso la vicenda è trattata in una maniera non del tutto convincente e non aggiunge molto a quanto già si sapeva della figura di Lady D. Al contrario del ben più personale ritratto che ne emerge dal film Spencer. Elizabeth Debicki fisicamente è parecchio somigliante a Diana, più di Kristen Stewart, che però è riuscita a regalarle un lato più umano ed emotivo, così come anche Emma Corrin nella precedente stagione di The Crown. Con quello sguardo perennemente dal basso verso l'alto rischia inoltre di cadere nel macchiettismo.
Che dire poi della scelta di Dominic West per interpretare Carlo?
Dominic West per me è un po' il Jon Hamm britannico, il simbolo del classico uomo classico affascinante, piacione e sicuro di sé. Tutto il contrario della concezione di Carlo negli anni '90. Nonostante questo, in qualche paradossale modo l'attore funziona e, per quanto ci regali una versione forse fantascientifica del vero principe e oggi re britannico, l'episodio migliore di questa spenta stagione di The Crown è proprio quello incentrato su di lui, il quinto.
"Papà, non ti ricordavo così figo" "Nemmeno io!" |
La prossima volta però non so, chi volete prendere per interpretare un Carlo davvero realistico, Brad Pitt o Jason Momoa?
E' mia ferma volontà recuperare sia Esterno notte che Inside Man, sperando che la prima rimanga su Rai Play abbastanza a lungo da venire incontro ai miei tempi biblici.
RispondiElimina1899 l'ho cominciata, la prima puntata mi è piaciuta molto ma chissà quando riuscirò a finirla... e, soprattutto, quando riuscirò a iniziare Mercoledì, che dovevo vedere con un amico il quale, neanche a dirlo, si è ammalato di Covid il giorno dell'uscita ç_ç
D'accordissimo su 1899. Veramente noiosa ed inguardabile
RispondiEliminaSalve signora o signore
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