sabato 30 marzo 2024

La musica di Marzo 2024, da Liam Gallagher con John Squire a Beyoncé






Album del mese
Beyoncé "Cowboy Carter"

"Questo non è un album country. Questo è un album di Beyoncé" aveva detto Queen Bey alla vigilia della pubblicazione del suo nuovo disco, e così è. A meno che non vogliate contraddire la parola di una Regina, e lì sono cavoli vostri, io di certo non prendo le vostre difese.

"Cowboy Carter" è la sua personale versione, visione e revisione del genere country, in una maniera a ben vedere non troppo distante da quanto fatto nel precedente "Renaissance" con dance e disco, che però comprende anche dosi di gospel, soul, blues, folk, pop, rock, rap, R&B e quant'altro.

Questo è un album di Beyoncé, questa è una lezione di Storia della Musica, questo è un viaggio lungo 27 tracce per 78 minuti di musica, tra ospiti (da Miley Cyrus a Post Malone), apparizioni di leggende (come Willie Nelson e Linda Martell), cover di pezzi celebri rifatti con grande personalità ("Jolene" di Dolly Parton con testo modificato e "Blackbird" dei Beatles), sample variegati (da "These Boots Are Made for Walkin'" di Nancy Sinatra a "Born Slippy" degli Underworld), atmosfere cinematografiche, echi western, tante ottime canzoni, tanti spunti differenti e persino un cantato lirico in italiano (l'aria settecentesca "Caro mio ben"), giusto per non farsi mancare proprio niente. Perché?
Perché lei può.

Un programma abbondante che potrebbe far storcere il naso tanto ai fan storici di Beyoncé quanto ai puristi del country, e che invece a me entusiasma in più occasioni. Al di là dei singoli momenti notevoli, che pure non mancano, "Cowboy Carter" sa però colpire nel suo insieme.

Questo non è un album country. Questo è un album di Beyoncé. Un grande album di Beyoncé.
(voto 8+/10)



Gli altri album

Liam Gallagher & John Squire "Liam Gallagher & John Squire"

È bello che nel 2024 sia uscito un disco così, fieramente fuori moda e fuori dal tempo. Liam Gallagher e John Squire hanno realizzato l'album che loro stessi vorrebbero sentire, fregandosene di apparire come due boomer nostalgici del suono Britpop degli anni '90. Chi ha amato Oasis e Stone Roses qui dentro troverà pane per i propri denti, pur non toccando i vertici assoluti delle rispettive passate band. Tutti gli altri, come direbbe Liam, possono anche andare a farsi fo**ere!
(voto 7/10)



Kim Gordon "The Collective"

All'età di 70 anni, Kim Gordon è ancora più avanti di tutti. Per la sua seconda prova solista, la storica bassista dei Sonic Youth ha realizzato un album dalle sonorità... trap. Oh yes. Nelle sue mani però il risultato ricorda più i Nine Inch Nails o la colonna sonora di un film horror che non Sfera Ebbasta e simili. Diciamo che è come la trap dovrebbe suonare se, anziché puntare a fare da colonna sonora alle vite gangsta-rap immaginate dai ragazzini di 12 anni, puntasse a fare da colonna sonora reale ai tempi bui in cui viviamo.

"The Collective" è un disco originale e sorpendente, spesso disturbante, a tratti persino sexy, che conferma come di artiste coraggiose come Kim Gordon ci sia sempre un gran bisogno.
(voto 7,5/10)



Justin Timberlake "Everything I Thought It Was"

Anche le popstar invecchiano. Fa strano, la loro dimensione ideale è quella adolescenziale, eppure succede a tutti, pure a loro, e pure per loro non è per niente facile. È un'impresa stare al passo con i tempi, con il suono che si evolve veloce, specie in ambito pop, con i trend che cambiano, così come i media attraverso cui promuoversi, con gli artisti di nuova generazione che scalpitano e sembrano avere una marcia in più.

Ne sa qualcosa Justin Timberlake, assente dalle scene musicali dal 2018, anno del flop di "Man of the Woods", che negli ultimi tempi ha subito un calo di popolarità dovuto anche alle dichiarazioni di Britney Spears su di lui nel suo libro autobiografico. Nel nuovo ambizioso e lungo, troppo lungo, album "Everything I Thought It Was", 18 brani per 77 minuti di musica, JT prova a reinventersi, ma senza troppa convinzione, e prova soprattutto a tornare al suono dei suoi primi due iconici album che però se una ventina d'anni fa funzionava alla grade, ora pare superato e... stanco. Nonostante qualche canzone valida ci sia (su tutte la riflessiva "Selfish" e la gospel-rockeggiante "Sanctified"), nel complesso questo disco di Justin suona stanco e stancante. Suona vecchio, pardon boomer. Che poi è più offensivo dire vecchio o dire boomer? Suona come chi vuole dimostrare di essere ancora il principe del pop, ma nel frattempo il pop se n'è andato da un'altra parte.
(voto 5/10)



Bugo "Per fortuna che ci sono io"

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Morgan del nuovo album di Bugo. Magari gli starà anche piacendo, sebbene non lo ammetterà mai. Invece non ha ancora detto niente, e non è il solo. Il nuovo di Bugo sta passando inosservato sia al pubblico che alla stampa. Un peccato perché è un disco niente male, in totale contrasto con il resto della scena nazionale contemporanea. È un piacevole tributo al suono Britpop e in particolare ai suoi idoli Oasis, con un tocco di cantautorato nazionale alla Rino Gaetano, e propone testi diretti e sinceri. Anche questo volta però - ahimè e ahilui - nessuno probabilmente parlerà della sua musica e Bugo resterà sempre quello che se n'è andato dal palco dell'Ariston in uno dei momenti più memorabili nella storia del Festival di Sanremo e della tv italiana tutta. Per fortuna che ci sono le sue canzoni a dimostrare che è più di quello.
(voto 6+/10)



Vasco Brondi "Un segno di vita"

Vasco Brondi sta diventando come l'altro Vasco, quello più famoso?
No, non si è messo a cantare cose tipo: "Respiri piano perché t'hanno tagliato lo stipendio al call center, ti addormenti di sera davanti a Netflix e ti risvegli per andare al tuo secondo lavoro, sei chiara come un'alba che illumina la centrale elettrica, sei fresca come l'aria di una città inquinata".

Mi spiego. Proprio come Vasco Rossi, ormai Vasco Brondi ha il suo stile ben definito, sia a livello musicale che di testi, e chi lo ha amato in passato continuerà a farlo ascoltando il suo nuovo album, ricco di belle canzoni nel suo stile (da "Incendio" a "Notti luminose"), con un sound più pulito e meno indie rispetto agli esordi, ma comunque lontano dalle sonorità sanremesi da giostre che vanno per la maggiore in Italia negli ultimi tempi, realizzando un "pop impopolare", come lo definisce lui. Allo stesso tempo, chi non lo sopportava in passato, non cambierà idea nemmeno ora. Proprio come Vasco Rossi, ormai Vasco Brondi sembra parlare solo ai già convertiti al suo credo e credo che difficilmente farà nuovi proseliti.

Una differenza tra i due?
Beh, di sicuro il numero dei loro adepti.
Quanto a me, io preferisco frequentare la Chiesa più intima ed esclusiva del Brondi e girare al largo da quella più affollata e chiassosa del Blasco. Amen.
(voto 7/10)



Cosmo "Sulle ali del cavallo bianco"

Dalla copertina fino al singolo che dà il titolo all'intero lavoro, che suona quasi come un remix dance di "Vola mio mini pony", il nuovo album di Cosmo è troppo cringe.

Pur apprezzandone l'originalità, e pur contenendo una delle canzoni migliori della sua carriera ("L'abbraccio"), devo ammettere che sto facendo fatica a connettermi con questo nuovo disco del talentuoso cantautore, producer e DJ di Ivrea. Colpa mia che l'ho ascoltato da sobrio. Ho l'impressione che, con l'aiuto di qualche sostanza giusta, le porte della percezione si possano spalancare e questo album da troppo cringe possa diventare troppo forte.

Cosmo, cosa bisogna prendere per volare come te sulle ali del cavallo bianco?
(voto 5,5/10)




Abby Sage "The Rot"

Una giovane di belle speranze. Così potremmo definire l'esordiente totale Abby Sage se volessimo essere banali. E chi sono io per non essere banale?
Ecco a voi una giovane di belle speranze che le Canzoni con la C maiuscola già le sa scrivere, come il suo album di debutto "The Rot" dimostra, e di cui credo sentiremo ancora parlare in futuro.
(voto 7+/10)




Faye Webster "Underdressed at the Symphony"

Il mio disco relax del mese, e forse dell'anno. Faye Webster è una cantautrice americana di stampo classico, ma dall'attitudine moderna, capace di regalare atmosfere splendidamente sospese e dilatate. Come il Thé Infré: "È buono qui, è buono qui", visto che fa bene sia al cuore che alla mente.
(voto 7,5/10)




Canzoni Top

#3 Matt Maltese "Kiss Me"

Non sono un grande fan dei dischi di cover, ma quello da poco pubblicato dal giovane cantautore britannico-canadese Matt Maltese intitolato "Songs That Aren't Mine" è una delizia e contiene chicche come le rilassate riletture di "Complicated" di Avril Lavigne e di "Kiss Me" dei Sixpence None the Richer. Quando i remake sono degni degli originali.



#2 Angelica "Sconosciuti superstar"

Non sapevo nulla di questa Angelica, se non che per me era una perfetta sconosciuta. Ora, dopo aver ascoltato questa ammaliante canzone contenuta nel suo nuovo omonimo album, è una potenziale superstar.



#1 The Lemon Twigs "A Dream Is All I Know"

Splendida questa canzone degli anni '70...
Ah, non è degli anni '70?
Ma sicuri sicuri?



Canzoni Flop

#3 Tananai "Veleno"

Appena un paio di anni fa Tananai suonava come una boccata d'aria fresca e ricca d'ironia nel serioso panorama pop italiano. Oggi il suo nuovo singolo "Veleno" sembra invece un copia/incolla di mille altri brani, da "Yellow" dei Coldplay a "Ms. Jackson" degli Outkast, passando per "Estate" dei Negramaro, e ogni volta che lo ascolto mi viene in mente qualche altro pezzo. C'è persino chi l'ha paragonato a Francesco Renga, e non è un gran complimento.

Fino a un paio di anni fa Tananai suonava acerbo a livello vocale, ma anche ricco di personalità. Quella che invece manca al Tananai di oggi, per quanto più maturo a livello vocale, o se non altro al suo nuovo singolo che puzza di già sentito.



#2 Lazza "100 messaggi"

Lazza, lazzarone, anche meno. Less is more. 100 messaggi sono troppi, così come l'uso che fai degli effetti vocali in questo brano è esagerato. Da multa per eccesso di auto-tune.



#1 Geolier, Ultimo "L'ultima poesia"

Un tempo si diceva: "Potrebbe esser peggio, potrebbe piovere".
D'ora in poi si dirà: "Potrebbe esser peggio, Ultimo e Geolier potrebbero fare un'altra canzone insieme".



Cotta del mese #1
Olivia Rodrigo

I'm so obsessed with... Olivia Rodrigo.



Cotta del mese #2
Camila Cabello

Camila Cabello mora is for boys.
Camila Cabello bionda is for men.



Guilty Pleasure del mese
Ariana Grande "eternal sunshine"

In attesa dei nuovi di Taylor Swift e Dua Lipa, il top di gamma in ambito mainstream pop oggi ce lo offre Ariana Grande. La cantante e attrice di origini italiane ha confezionato un disco raffinato, senza esagerazioni vocali come le capitava ogni tanto in passato, d'ispirazione cinematografica già a partire dal titolo che richiama Eternal Sunshine of the Spotless Mind di Michel Gondry (da noi ahinoi diventato Se mi lasci ti cancello), con una manciata di ottimi pezzi e (almeno) un paio tra le canzoni di pop commerciale più belle degli ultimi anni: "imperfect for you" e "we can't be friends (wait for your love)". Come canterebbe Mina: "Sei Grande, Grande, Grande, come te, sei Ariana Grande solamente tu".
(voto 7/10)






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