Serie del mese
Qui non è Hollywood
(miniserie)
Qui non è Hollywood, bensì una cittadina di cui è meglio non fare il nome, altrimenti si rischiano delle denunce. In questa misteriosa cittadina nel 2010 è avvenuto il famigerato omicidio di Sarah Scazzi. Di solito non m'interesso più di tanto ai fatti di cronanca nera, ma questo mi aveva colpito in maniera particolare e al riguardo avevo scritto pure un raccontino breve che, se proprio vi interessa, potete leggere qui.
Rispetto ad altre storie true crime di cui sapevo poco o nulla, come i casi di Elisa Claps o dei fratelli Menendez, la miniserie sull'omicidio di Avet della cittadina di cui non si può fare il nome manca quindi inevitabilmente dell'effetto sorpresa, almeno per quanto mi riguarda. Menomale che Qui non è Hollywood non si limita a riportare la cronaca di quanto successo, ma senza scadere nel morboso propone il ritratto dei quattro protagonisti principali del tragico accaduto, incentrando ognuno dei quattro episodi su uno di loro: Sarah Scazzi, la cugina Sabrina Misseri, zio Michele Misseri e zia Cosima Serrano. Per altro tutti interpretati in maniera notevole, e non era facile, e pure con delle trasformazioni fisiche altrettanto notevoli, come potete vedere qui.
Un difetto comunque questa ottima miniserie ce l'ha: il poster con cui era stata lanciata.
A posteriori possiamo però ipotizzare che sia stata una scelta geniale per abbassare al minimo le aspettative, lasciando immaginare che si sarebbe aggirata dalle parti delle peggio fiction nostrane, e stupire poi con un prodotto finale che no, non è Hollywood. È meglio di tante produzioni hollywoodiane.
(voto 7,5/10)
Le altre serie
Cruel Intentions
(stagione 1)
Cruel Intentions è un film del 1999 che, pur essendo molto lontano dal poter essere considerato un Capolavoro cinematografico, è uno dei miei cult assoluti. Ha scolpito il mio immaginario adolescenziale come pochi altri titoli. Tutta una questione anagrafica. Se fossi nato o l'avessi visto qualche anno prima o qualche anno dopo probabilmente non mi avrebbe colpito altrettanto.
D'altra parte, come non avere un'adolescenza segnata da una scena del genere?
Quando si va a toccare un cult, sono quindi ca**i amari. Sia per il pubblico affezionato all'originale, che pur con i suoi difetti resta irreplicabile, che per chi si deve cimentare con la nuova versione. Va riconosciuto agli autori dell'adattamento televisivo di aver cercato di essere fedeli (pure troppo?) al film non solo e non tanto nella trama, quanto più che altro nell'atmosfera e nei toni. Apprezzabile ad esempio la versione lounge di "Bitter Sweet Symphony" dei The Verve (uno dei brani più iconici della colonna sonora della pellicola insieme a "Every You Every Me" dei Placebo, anch'essa presente in versione cover) che suona in sottofondo durante un party nel primo episodio.
La cura nei dettagli insomma c'è. A mancare è un'anima. A mancare è una vera ragione che giustifichi una nuova versione. La scelta di ambientare questo Cruel Intentions televisivo nel mondo delle confraternite universitarie, laddove l'originale era ambientato in un liceo, non è molto convincente. Anche perché chissenefrega nel 2024 delle confraternite universitarie?
Inutile poi dire che i nuovi protagonisti Sarah Catherine Hook, Zac Burgess e Savannah Lee Smith, per quanto giovani belli e fighi, non possiedono il fascino innato di Sarah Michelle Gellar, Ryan Phillippe e Reese Witherspoon.
La più convincente del cast è invece Sara Silva, che va un po' a ereditare il personaggio stralunato che era stato interpretato da Selma Blair.
Per quanto guardabile, questo nuovo Cruel Intentions regala una forte sensazione di inutilità, ma forse a parlare è solo la mia avanzata età. La stessa cosa d'altra parte a fine anni '90 l'avrà magari pensata qualcuno rispetto al film originale, che a sua volta era già una moderna e libera rilettura del romanzo Le relazioni pericolose di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos.
(voto 5,5/10)
Dune: Prophecy
(stagione 1, episodio 1)
Dopo aver visto Dune di David Lynch, e Dune: Part One e Dune: Part Two di Denis Villeneuve, ho fatto una profezia: la serie prequel Dune: Prophecy sarà ancora più noiosa. Profezia che ora si è puntualmente avverata.
"Mo' adesso Pensieri Cannibali si mette pure a fare le profezie. Chi si crede di essere: il nuovo Nostradamus, o il nuovo Fabrizio Corona?" |
C'è da specificare che io e il sabbioso mondo di Dune non ci prendiamo proprio. Nonostante i film siano stati girati da registi che amo con attori che amo, l'amore non è proprio scattato e questa nuova non richiesta serie ambientata giusto quei circa 10.000 anni prima - ma chi li conta? - rispetto ai fatti con protagonista Paul Atreides non fa eccezione. Qualche spunto interessante ci sarebbe anche, però già solo nel primo episodio ci sono troppi personaggi, troppe sottotrame e tutto è raccontato con un ritmo troppo lento che a me viene solo un gran mal di testa e un forte abbiocco al solo pensarci. L'unico spin-off che ora sogno è quello intitolato Dune: Anche Basta.
(voto 5-/10)
Adorazione
(stagione 1)
Adorazione è una parola grossa. Difficile adorare una serie un po' teen e un po' crime come questa, che sa già tanto, troppo, di già visto. Hanno ucciso una ragazza, chi sia stato non si sa. Da Twin Peaks in poi, è uno degli spunti più usati e abusati della serialità contemporanea. C'è da dire che la curiosità di scoprire chi è il colpevole fa sempre il suo effetto e quindi una volta iniziata questa serie devi comunque portarla a termine. Il pregio maggiore è questo, insieme ad alcuni personaggi secondari dal buon potenziale, purtroppo non molto sviluppato.
Tra i limiti vi sono invece un livello di recitazione non proprio elevato, una serie di ritratti adolescenziali che non brillano come quelli di altre serie teen recenti di simile ambientazione laziale come Skam Italia e Prisma, e come detto una completa mancanza di originalità. Hanno inoltre sbagliato il periodo di lancio: sarebbe stata una visione perfetta per l'estate, non per questo gelido novembre.
Capite quindi che Adorazione è un titolo esagerato. Sopportazione sarebbe stato più azzeccato.
(voto 6-/10)
Grotesquerie
(stagione 1)
A differenza di Adorazione, Grotesquerie mantiene esattamente ciò che promette dal titolo. È una serie che fin da subito propone vari elementi grotteschi e poi, quando non pensi che possa diventare più grottesca di così, ecco che cambia tutto e si trasforma in qualcosa di ancora più assurdo e folle. Assurdo e folle del tipo alla David Lynch con gli incubi.
Dietro a Grotesquerie, ottimamente interpretata in particolare dalla protagonista Niecy Nash e dalla rivelazione Micaela Diamond ma anche dall'esordiente Travis Kelce (campione di football nonché fidanzato di Taylor Swift), c'è invece il solito Ryan Murphy, che si trova in uno stato di (iper)produttività clamoroso. Come spesso accade nelle sue serie ci sono luci e ombre, grandi spunti e vaccate varie, però nel complesso non si può restare delusi. Di grottesco ce ne aveva promesso fin dal titolo, di grottesco ce ne ha dato eccome nel prodotto finale.
(voto 6,5/10)
Vita da Carlo
(stagione 3)
La febbre da Sanremo comincia a salire. L'1 dicembre Carlo Conti annuncerà i nomi degli artisti in gara al prossimo Festival e, lo so, qualcuno di voi dirà: "E chissenefrega?", per poi dedicare a Sanremo almeno un centinaio di post sui social per dire quanto poco gliene freghi del Festival.
A essere contagiato dalla febbre da Sanremo è pure Carlo Verdone, che nella terza stagione della sua serie viene nominato nuovo direttore artistico della kermesse musicale. Uno spunto che fornisce nuova vita (da Carlo) alla serie e fa venire una certa curiosità su come potrebbe essere per davvero un Sanremo a gestione Verdone. Meglio di quelli passati di Amadeus? Meglio di quello futuro di Carlo Conti?
Chissà.
E se anche non ve ne frega niente né di Carlo Verdone né del Festival di Sanremo, Marcello Macchia nei panni di Maccio Capatonda nei panni di Marcello Macchia vale da solo la visione dei nuovi episodi.
(voto 6+/10)
Recupero del mese
Bad Sisters
(stagione 1)
Progetti per il futuro: non sottovalutare le conseguenze dell'amore, e soprattutto le serie tv irlandesi.
Era già capitato con Derry Girls, serie recuperata con qualche anno di ritardo, ed è successo di nuovo con Bad Sisters. Due anni fa, quando è uscita la prima stagione, cosa stavo facendo? Perché non l'ho vista subito?
Fortuna che, in occasione della recente partenza della stagione 2, ho avuto la folgorante idea di recuperare la prima ed è stata un'ottima idea. Non capita spesso, ma ogni tanto anch'io ho delle buone idee. Bad Sisters è una dark comedy irresistibile. Con quell'umorismo bello cattivo che già era una caratteristica delle Derry Girls e che qui vira su territori più crime. Certo, alcune svolte narrative sfidano un po' la sospensione dell'incredulità, ma ben presto si entra nel mondo delle sorelle Garvey (tra cui c'è Eve Hewson, la figlia di Bono) e non se ne vorrebbe più uscire. Nonostante le loro vite non siano proprio da favola, soprattutto per colpa di una persona.
È difficile non fare il tifo per loro nella "guerra" familiare con il marito di una delle sorelle, uno dei personaggi più odiosi mai visti in tv, Nino Sarratore escluso: JP interpretato dal danese Claes Bang (attore già visto nel film The Square).
Voler uccidere qualcuno sarà anche sempre sbagliato, ma no, in questo caso non lo è.
(voto 7,5/10)
Cotta del mese
Úrsula Corberó (The Day of the Jackal)
The Day of the Jackal è una serie che non ho ancora capito bene se mi piaccia o meno. Si tratta di una spy story con protagonista un camaleontico Eddie Redmayne ben fatta ma piuttosto tradizionale, priva di quell'ironia che rende ad esempio irresistibile Slow Horses. Sono invece sicuro al 110% di una cosa: Úrsula Corberó mi piace sempre.
(voto ai primi due episodi della serie 6/10)
Guilty Pleasure del mese
Tell Me Lies
(stagione 2)
Tell Me Lies. Dimmi qualche bugia.
Tell Me Lies è una serie capolavoro.
Bugia!
Tell Me Lies è recitata in una maniera incredibile.
Bugia!
Tell Me Lies non è una visione guilty pleasure perfetta per farsi rapire dentro i problemi di un gruppo di personaggi belli belli in modo assurdo ma incasinati e tormentati e con delle vite non così perfette e felici come si potrebbe immaginare.
Bugia!
Tell Me Lies è del tutto priva di relazioni tossiche e di scenone di sesso.
Super bugia!
(voto 6/10)
Bad Sisters tocca assolutamente recuperarla.
RispondiEliminaDi Grotesquerie sono a pochi episodi dal finale: parte benissimo, poi prende una piega veramente cretina, anche se resta molto ben diretta e recitata.
Sorprendente la serie sul caso Scazzi. Forse, la serie meglio recitata dell'anno: tutti straordinari.