lunedì 1 novembre 2010

Sarah

(ogni riferimento a cose o a persone realmente esistenti non è che sia molto casuale)

Mi chiamo Sarah. Ho 15 anni. Quando apro gli occhi guardo subito il cellulare: è il 26 agosto. Evvai. Fuori c’è il sole e tra un’ora parto per il mare. Oggi sarà una splendida giornata. Me lo sento. Melosento davvero, anche se per queste cose di solito non ci prendo molto. Ieri ho litigato con mia cugina ma spero che adesso sia tutto a posto. A me in fondo l’Ivano nemmeno interessa. Neanche un poco. È solo che è l’unico a non trattarmi come una stupida bambina. E poi a me piace un altro. Forse per lui è vero amore. Chi lo sa? Io lo so. Tutto il mondo lo sa. Tranne lui. Chissà se io gli interesso? O se mi vede anche lui solo come una ragazzina senza tette?
Mi incammino per strada. Mi infilo le cuffiette nelle orecchie. Parte “Teenage Dream” di Katy Perry e penso a lui, mentre lui non starà pensando a me. Non passa nessuno. L’unica auto che incrocio è quella di una coppietta. Sembrano felici. O almeno, è così che immagino la felicità. Ci scambiamo uno sguardo e penso a quante persone là fuori potrebbero cambiare la nostra vita in un solo istante. Con una sola parola, un solo gesto. Poi arrivo a casa di Sabrina. È in garage che mi aspetta. Mi invita a entrare. Dice che ha una cosa da farmi vedere. “Non dovremmo aspettare Mariangela fuori?” le chiedo. Ma lei dice che devo assolutamente entrare, è troppo importante. Allora entro. Sono una tipa curiosa. Nell’ombra vedo zio Michele. La serranda del garage si chiude alle mie spalle. Diventa tutto buio e confuso. Dopo non ricordo più niente.

Apro gli occhi. Guardo subito il cellulare: è il 31 ottobre. Caspita, ma oggi è Halloween! È la mia festa preferita, il giorno in cui mi posso mascherare e fingere di essere un’altra persona. Una che non vive nella merdosa Avetrana. Mi stiracchio nel letto. Scendo le scale. Non sento nessun rumore. “Mamma?” chiamo. “Ci sei?” Nessuna risposta. Sarà uscita a far la spesa. Apro il frigo, prendo il cartone del latte e lo verso nella tazza. Accendo la tv. Mtv: niente di interessante. Canale 5: hey, ma quella è Sabrina? Che ci fa in tv? È diventata famosa? È diventata famosa! Ecco io lo sapevo che ce la faceva. Lei diceva sempre “No no, non sfonderò mai. Non avrò mai successo,” e invece io ero convinta che ce l’avrebbe fatta. Dev’essere finita al Grande Fratello. O qualcosa del genere. Che importa? Alla fine ce l’ha fatta. Ha realizzato il suo sogno. Sono contenta. Se lei ha realizzato il suo, significa che anche io un giorno potrò realizzare i miei. Ora come ora nemmeno so quali sono. Adesso non mi viene in mente nulla. Ah, sì: vorrei essere amata. Amata veramente. Tipo, da un ragazzo. Uno che mi guarda comeneifilm. Come se fossi l’unica al mondo. E poi vorrei andare via di qua lontano e vedere com’è il mondo. Ci sono altre immagini di Sabrina alla tele, ma l’audio non funzione e non sento cosa dice. Piange e sembra una di quelle attrici di Cento Vetrine. Mi sembra davvero brava. Metto Italia 1 e c’è mio Zio. Mio zio Michele che ci fa in tv? No, lui al Grande Fratello non possono averlo preso. È troppo vecchio. Brutto, anche. O magari hanno fatto come qualche anno fa che c’erano padre e figlia insieme. Sì, dev’essere così. Ma perché non si sente? Stupido televisore. Cambio canale, metto Raiuno Raidue Raitre. Mamma… Mamma! Mamma? No mamma in televisione non ha senso. E perché ha quella faccia gelata? Dev’essere successo qualcosa di brutto. Qualcosa di terribile. Non l’ho mai vista così. Quella non è mia mamma. Quella non è la mamma che conosco. Provo ad alzare il volume, ma niente. Non va. L’avevo detto io di far aggiustare la tele. Ma mai nessuno che mi dà retta. Un momento, in sovrimpressione compare una scritta: “Famiglia massacrata ad Avetrana.” Oh no. “Alla madre sono stati cavati gli occhi”. Comincio a sentirmi male. “Al padre è stato strappato il cuore dal petto.” Strappato, ci sta proprio scritto. “Il cadavere gettato in fondo a un pozzo.” Oddio. Sto male. Perché succedono cose brutte alle persone buone? “Figlia strangolata con una corda. Fino a che ha smesso di respirare.” Sabrina? Smessodirespirare? Leggo e sento freddo. Gira tutto intorno a me. Non sento più forza nel corpo. Mi manca il fiato. Non riesco a respirare, qualcuno mi aiuti. Non riesco più a gridare, mi hanno rubato la voce. O forse sono rotta, come il televisore. L’avevo detto io che c’era qualcosa che non andava. Ma mai nessuno che mi dà retta.

Apro gli occhi. Guardo subito il cellulare: è il 26 agosto. Ancora il 26 agosto. È stato solo un brutto sogno. Un sogno terribile. Tiro un sospiro di sollievo. Mi sono immaginata tutto. Fuori c’è il sole e tra un’ora si va al mare. Oggi sarà una splendida giornata. Me lo sento. Oggi sarà una giornata di quelle che ricorderemo tutti fino alla



fine

20 commenti:

  1. L'unico post che ho letto fino alla fine, in merito a questo argomento.

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  2. Eh sì, certe cose toccano l'animo di un inutile scribacchino come me. Anche io ho scritto qualcosa sopra la storiaccia di Avetrana, non so se la pubblicherò.
    Il tuo, Marco, è molto bello.

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  3. Grazie per esserti iscritto tra i miei lettori fissi. Contraccambio con piacere nel tuo interessantissimo blog. A presto

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  4. E' triste dirlo, ma tragedie come questa ne sono successe spesso in passato, specie nella società contadina. La variante moderna é la morbosità dei mass-media, che alimenta quella di tanta opinione pubblica.

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  5. Credo che tu sia uno dei pochi che abbia parlato di Sarah tenendo conto di Sarah.
    Una storia terribile e, purtroppo, tristemente vera.

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  6. Ho i brividi... magari fosse stato solo un sogno...

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  7. I poeti danno voce a chi non può parlare più.
    Sara

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  8. La tv è più malata di un assassino.

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  9. Tosto davvero, caro Cannibale.
    Complimenti.

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  10. bene bravo ma non ti dico bis che ci sarebbe qualcuno messo male....

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  11. UN POST CHE FA RIFLETTERE.
    GRAZIE, BRAVO

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