Brigsby Bear
Brigsby Bear è un film diretto da Dave McCary, un nome che probabilmente, così, sul momento, potrebbe non dirvi nulla, e invece potreste conoscerlo, senza saperlo. Dave McCary è noto al grande pubblico soprattutto per essere uno dei bast*rdi più fortunati del mondo, visto che è sposato con Emily Jean Stone, meglio conosciuta come Emma Stone.
In maniera minore, molto minore, soprattutto qui in Italia, Dave McCary è conosciuto anche per essere stato uno degli sceneggiatori del celebre programma comico statunitense Saturday Night Live. Proprio lì, in occasione di un'ospitata di Emma Stone, ha conosciuto la sua futura moglie. Com'è capitato pure a Colin Jost, attuale marito di Scarlett Johansson, nonché un altro dei bast*rdi più fortunati del mondo. Altroché Gastone.
Comincio a sospettare che tutti questi comici e autori comici sognino di lavorare al Saturday Night Live non tanto perché è un punto d'arrivo importante per chi fa quel mestiere, ma per conoscere le attrici e le star più cool in circolazione e poi metter loro un anello al dito. Non escluderei la possibilità che a loro della comicità, in realtà, non freghi una beneamata cippa.
Oltre a essere noto come marito di Emma Stone ed ex sceneggiatore del Saturday Night Live, Dave McCary è anche un regista e Brigsby Bear è il suo primo e finora unico film. Scusatelo, ma poi è stato troppo impegnato a fare dolcemente all'amore con l'adorabile moglie.
Perché ho recuperato ora questo film del 2017?
Non perché mi interessasse scoprire come se la cava il McCary dietro la macchina da presa. Prima di vederlo, manco sapevo che l'aveva diretto lui. Una fortuna, considerando che altrimenti avrei probabilmente passato tutta la visione pensando che il regista, mentre io guardavo la sua pellicola, stava forse facendo dolcemente all'amore con Emma Stone.
Se sono andato a cercarmi Brigsby Bear è per merito della recensione positiva del sempre prezioso Incentralperk e perché è un film interpretato e co-sceneggiato dal suo amico Kyle Mooney, anche lui ex membro del Saturday Night Live, nonché regista, co-sceneggiatore e interprete del mio nuovo cult personale Y2K: La rivolta digitale. Entrambi i film sono delle commedie che contengono elementi fantascientifico-apocalittici, sebbene in Brigsby Bear giusto all'inizio, e propongono un umorismo surreale e goliardico, più accentuato in Y2K.
Ma di cosa parla, questo Brigsby Bear, di un orso?
Non esattamente, o meglio, non solo. Il protagonista, interpretato dallo stesso Kyle Mooney, è un giovane uomo che viene ritrovato dopo che per 25 anni ha vissuto con quelli che credeva fossero i suoi veri genitori, mentre in realtà erano due tizi che l'hanno rapito. Durante tutto questo tempo, è stato tenuto sotto sequestro chiuso in casa facendogli credere che l'aria nel mondo esterno era irrespirabile. Che poi, se vivi in una città come Milano, non sarebbe manco una bugia così grossa.
Il suo finto padre ha inoltre creato a suo beneficio una fittizia serie televisiva educational per bambini con protagonista l'orsacchiotto Brigsby Bear, una specie d'incrocio tra Teddy Ruxpin, Winnie the Pooh e l'orso Yoghi, che in ogni episodio sconfigge il cattivone di turno e dispensa preziosi consigli esistenziali ai suoi spettatori. Anzi, al suo unico spettatore.
Una volta liberato, per il protagonista la cosa più credele che gli hanno fatto i suoi finti genitori non è tanto averlo rapito e tenuto lontano per 25 anni dalla sua vera famiglia, quanto avergli fatto credere che Brigsby Bear fosse lo show più popolare esistente. Una volta che è fuori nel mondo reale, scopre invece che nessuno conosce quest'orso che è il suo mito assoluto e, in mezzo a tutto quello che è successo, è questa la cosa che lo sconvolge di più.
Dalla trama assurda, che può farlo sembrare una versione surreale della serie Finding Carter, si potrebbe bollare questo Brigsby Bear come una simpatica cacchiata e nulla più. Sarebbe un grave errore. A colpire di questo piccolo grande film è soprattutto la sua dolcezza. Pur non mancando una notevole dose di umorismo, dopotutto è pur sempre prodotto dalla Lonely Island di Andy Samberg (che fa pure un cameo), la pellicola diretta da Dave McCary regala anche qualche momento di poesia e riesce persino a commuovere.
È quindi ufficiale: ho trovato un nuovo idolo. No, non sto parlando di Dave McCary, né del fittizio orso finto Brigsby Bear, bensì di Kyle Mooney, la vera mente dietro a Brigsby Bear e Y2K: La rivolta digitale. Mio nuovo idolo almeno fino a che non sposerà pure lui qualche attrice che amo e allora comincerò a odiarlo.
(voto 7+/10)
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