(titolo originale: L'amour ouf)
"Oh l'amour" cantavano gli Erasure in una delle canzoni più belle degli anni '80. Oh l'amour ouf, mi viene da aggiungere dopo aver visto il film francese chiamato appunto L'amour ouf, che significa "l'amore folle". Solo che in Italia l'hanno intitolato L'amore che non muore. Chi?
I soliti titolisti nostrani che, evidentemente, devono annoiarsi parecchio, la loro giornata tipo forse è tipo trovare un titolo di un film al giorno e, se si limitassero a tradurre l'originale, il loro compito quotidiano si risolverebbe in appena una decina di secondi, giusto il tempo di andare su Google Translate, e poi come le impiegano le restanti 7 ore, 59 minuti e 50 secondi della loro giornata lavorativa?
Spesso decidono così di sforzarsi di trovare un titolo creativo che non sia solo una mera traduzione. In questo caso L'amour ouf è diventato L'amore che non muore, che sembra il titolo di uno sdolcinato film tratto da uno sdolcinato romanzo di Nicholas Sparks. Anche se, poi guardando la pellicola, ha pure un senso. Solo che è un'aggiunta di significato che il titolo originale non prevedeva. Perché non usare come titolo L'amore folle, che era più semplice, immediato, efficace e rimaneva anche più impresso in testa? O magari mantenere L'amour ouf, che fa un sacco chic?
Per la noia dei titolisti italiani, suppongo. Noia che devono aver provato pure i titolisti americani, che hanno deciso di cambiare ulteriormente il titolo. Anziché Crazy Love, nei paesi angolofoni l'opera è uscita come "Beating Hearts", ovvero "cuori che battono". I titolisti USA si devono essere sbattuti a guardare la pellicola addirittura fino ai titoli di testa, in cui compare proprio l'immagine di un cuore che batte, e, presi da un irrefrenabile impeto creativo, hanno deciso di ribattezzare il film in tale modo. Considerando che in patria è stato un super campione d'incasso al botteghino, mentre nel resto del mondo sta (purtroppo) passando più inosservato, forse era meglio mantenere la follia nel titolo originale.
Questo per dire che le parole hanno un peso, un concetto bene espresso anche all'interno di L'amore che non muore, o L'amour ouf, o Beating Hearts. Chiamatelo come volete, ciò che non cambia è il risultato: è un film bello, bellissimo. Diviso in due parti. La prima, particolarmente splendida, è ambientata negli anni '80. Poetica, giovanilistica, leggera, è una specie di iniziazione al mondo della criminalità, di quelle mostrate in vari gangster movie come Quei bravi ragazzi, con però l'aggiunta di un notevole tocco di romanticismo. Ho detto notevole, non stucchevole.
La seconda parte, ambientata negli anni '90, è meno sognante, è più dura, più concreta, più adulta. L'altra faccia della medaglia, forse meno efficace, ma comunque dotata di una sua forza e con la capacità di risultare complementare alla prima. D'altra parte la vita è così. Da ragazzini, anche quando le cose non vanno sempre alla grande, tutto appare nuovo, incredibile, quasi irreale, come se fosse un sogno, appunto. Col passare degli anni invece questo sguardo viene via via sostituito da una visione del mondo più realistica e amara.
Le due parti del film sono complementari, così come i due protagonisti di questa piccola, grande, epica, drammatica storia d'amore: il delinquentello di periferia Clotaire e la almeno in apparenza tranquilla studiosa brava ragazza Jackie. I due innamorati sono interpretati da ragazzini dagli emergenti Malik Frikah e Mallory Waneque.
Mentre da giovani adulti sono interpreti da François Civil e Adèle Exarchopoulos. Quest'ultima sempre sia lodata, non solo perché è una bellissima donna, ma anche perché (quasi) sempre sceglie dei progetti cinematografici affascinanti e coraggiosi.
La storiona d'amore è messa in scena in maniera straordinariamente sopra le righe, un po' dalle parti del Romeo + Juliet di Baz Luhrmann, da Gilles Lellouche, affermato attore francese di recente passato dietro la macchina da presa. E devo dire che a me sembra molto più talentuoso come regista che come interprete, quindi spero che in futuro dia la precedenza a questa sua vocazione artistica.
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"Non so se essere più felice per i complimenti come regista, o più triste per il consiglio di abbandonare la mia carriera da attore" |
Oltre a colpire a livello visivo per la regia e per una fotografia magnifiche, l'arma in più del film è la sua colonna sonora. Dalla musica anni '80 e '90 dove peschi, peschi bene, e Gilles Lellouche pesca alla grande, tirando su artisti come The Cure, Billy Idol, Prince, Daft Punk e Nas, più una chicca dei Foreigner ("Urgent", che avevo di recente scoperto grazie al libro Le schegge di Bret Easton Ellis). No, gli Erasure che ho citato in apertura invece non ci sono. E quindi che cacchio li ho citati a fare?
Per confondervi le idee, ecco perché, e poi perché quella loro canzone ci sarebbe stata benissimo nella soundtrack.
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"Ti ho regalato un disco di Olly" "E chi ca**o è?" "No, scherzo, ti ho preso il nuovo dei Cure" "Ma ce l'ho già, naturalmente" "Oh, però non ti va mai bene niente" |
La componente musicale regala ritmo e una maggiore potenza espressiva a questo romanzo criminale e sentimentale che, come solo i grandi film sanno fare, a fine visione fa venire voglia di immergersi ulteriormente in quei suoni, in quelle atmosfere e in quel mondo. Magari recuperando il romanzo da cui è tratto, L'amour ouf di Neville Thompson, anche se al momento purtroppo non mi risulta sia disponibile in italiano.
Qualcuno potrà odiare questo film per il suo eccesso stilistico e per la sua eccessiva durata (160 minuti), che poi, andando a veder bene, sono due parti da 1 ora e 20 l'una tutt'altro che allungate, e lo si può vivere anche come una godibilissima miniserie. Io invece non ho potuto fare a meno di guardarlo senza pause e per tutto il tempo con gli occhi a forma di cuoricino. D'altronde, dalle parti di Pensieri Cannibali l'amore che non muore è quello per il cinema francese.
(voto 8+/10)
Tra i primi film più belli dell'anno. Clamoroso.
RispondiEliminaBello bello!
RispondiEliminaFaccio parte dei bastian contrari, purtroppo, stanca di queste storie nostalgiche, stanca di queste storie d'amore fra opposti sempre tutte uguali, e che proprio in Francia avevo già visto, con le musiche anni '90 invece che quelli anni '80 in Leurs enfants apres d'eux, che chissà perché non sembra uscito in Italia.
RispondiEliminaNiente, i bagni di nostalgia mi hanno stancato.