Lily Allen “It’s not me, It’s you”
(clicca sull'immagine per l'edizione speciale con alcuni pezzi acustici)
Il dischetto di pop commerciale dell’anno. Forse perché poi così dischetto commerciale non è. I testi sono di un’ironia e cattiveria che solo la Lily ce la fa a tirare fuori (“Sono un’arma di consumo di massa, ma non è colpa mia è come sono stata programmata di fare,” canta in "The Fear"), almeno fino a che tutte le altre popstars non la copieranno come al solito. Gli arrangiamenti sfiorano senza paura l’elettronica, lambiscono il grime, accarezzano i suoni della nuova scena UK. Un disco che ci racconta l’Inghilterra di oggi come una quindicina di anni facevano i Blur in “Parklife”. Ed è un’Inghilterra che sembra uscita dritta da Little Britain o Skins o da Lily's got talent. Sorry, Britain's got talent.
spiriti affini: Lady Gaga, Little Boots, Ting Tings, Goldfrapp, Katy Perry, Amy Winehouse, Kate Nash, Pixie Lott
Lily Allen myspace
Sui gusti personali non voglio sindacare però la sparata sugli illegal downloaders se la poteva risparmiare.
RispondiEliminasì, in effetti non erano piaciute nemmeno a me quelle dichiarazioni.
RispondiEliminaperò la sua sparata non ha comunque cambiato il mio giudizio nei suoi confronti, nè dell'album, che rimane un Signor disco pop