venerdì 19 ottobre 2012

Carramba che Miracolo a Le Havre!

"Un film di Kaurismaki? Uff, ma io volevo girare un video gangsta con 50 Cent..."
Miracolo a Le Havre
(Finlandia, Francia, Germania 2011)
Titolo originale: Le Havre
Regia: Aki Kaurismaki
Cast: André Wilms, Blondin Miguel, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Elina Salo, Evelyne Didi
Genere: fabio fazio buonista
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Aaaaaaaah Aaaakiiiiiiii sorriderò, se non a Kaurismaki?
Da sorridere nell’ultimo film del regista finlandese Aki Kaurismaki c’è parecchio. Non perché sia una commedia esilarante. Non lo è. Ma solo perché qui dentro tutto va così bene che il mondo sembra un posto magnifico. In mezzo a tanto pessimismo, a tanti telegiornali che parlano di “Crisi! Crisi! Crisi!” non c’è niente di male a voler fare una pellicola che sprizza positività e buoni propositi da tutti i pori.
Ma va bene che Kaurismaki arriva dalla Finlandia, il paese di Babbo Natale, però così è davvero troppo.

"Lo so, lo so. Anche stare in un video di Snoop Dogg non sarebbe stato male..."
ATTENZIONE SPOILER
La partenza è interessante. O quasi. Il film lascia intravedere vari e imprevedibili sviluppi. Al protagonista, un anziano di Le Havre, le cose non vanno per il meglio. In città è visto come una specie di ubriacone appestato, quasi come il protagonista di Tyrannosaur però meno violento, ed è considerato una specie di terrorista per non ben specificate ragioni.
Ma a questo dovete farci l’abitudine. Perché i personaggi del film si comportano senza un filo logico giustificato.
Un bel, anzi un brutto giorno, sua moglie finisce in ospedale per un cancro a quanto pare maligno. Contemporaneamente, incontra un ragazzino di colore immigrato clandestinamente in Francia ma che desidera sbarcare in Inghilterra, dall’altra parte della Manica, dove vive sua madre. E così il nostro protagonista si trova con una moglie moribonda e protegge un clandestino rischiando così di finire in galera.
Sembra di stare in un dramma di Lars Von Trier, solo che il prosieguo pare scritto da Walt Disney con l’aiuto del Vaticano.

"Yo vecchio, le tue storie sulla Prima Guerra Mondiale sono super interessanti,
però non è che c'hai Mtv in questa topaia che chiami casa?"
Tutto è bene quel che finisce bene?
E vissero tutti felici e contenti?
No, deppiù, deppiù, molto deppiù.
Il finale ATTENZIONE SPOILER AGAIN è infatti quanto di più spudoratamente buono, o meglio buonista, zuccheroso e pazzesco vi possiate immaginare. Roba che al confronto Il favoloso mondo di Amelie è Il brutto mondo di Amelie. Roba che, mentre la moglie del protagonista guarisce per miracolo, a voi in compenso verrà il diabete, sempre per miracolo.
Non c’è una spiegazione medica per la guarigione della donna. È un miracolo e basta. E grazie tante al titolo italiano delle pellicola che ci aveva suggerito come sarebbe andata a finire già dall’inizio. Ma non è il solo miracolo del finale più miracoloso nella storia del cinema. Il ragazzino immigrato viene infatti aiutato in maniera del tutto disinteressata dal protagonista e dagli altri cittadini di Le Havre. Persino da un commissario di polizia. Un perfido (sì, ma dove?) commissario di polizia come manco il Commissario Basettoni. La cosa sarebbe giustificabile se si stabilisse un vero contatto umano tra i due protagonisti, come almeno accade ad esempio nell’un filo meno stucchevole Cosa piove dal cielo?. Invece qui niente.
In questo film sono tutti buoni. Tutti. E senza ragione. Nemmeno in War Horse si era vista una rassegna così impressionante e - diciamolo - fastidiosa di personaggi buoni. Non ce n’è uno che abbia un briciolo di cattiveria. Sicuri che ci troviamo a Le Havre e non a Eurodisney?
Sì, siamo sicuri, perché lì almeno incontreremmo quei lestofanti della Banda Bassotti o di Gambadilegno, o almeno l’avido Zio Paperone. Nella Le Havre uscita dalla fantasia (malata) di Kaurismaki, invece, persino Madre Teresa di Calcutta apparirebbe come la strega malvagia dell’Ovest.

"Signora, mi spiace: sta per morire!
...Ma va, figuriamoci! Siamo pur sempre in un film di Walt Kaurismaki."
Se tra uno Shrek e un episodio di Once Upon a Time nel mondo delle fiabe non esistono più le fiabe di una volta, e meno male, ecco che Kaurismaki porta nel mondo reale una fiaba vera e propria. Dove non c’è solo un miracolo, quello del ragazzino che riesce a coronare il sogno di andare a Londra dove presumibilmente, ma questo il film non ce lo racconta, verrà subito sgamato dalla polizia inglese, pestato a sangue, processato per direttissima e rispedito nel suo paese.
E non c’è solo un secondo miracolo, quello della guarigione della moglie del protagonista e ricordo che siamo a Le Havre, mica a Lourdes.
Kaurismaki fa lo sborone e ci rifila pure ATTENZIONE ANCORA UNA VOLTA SPOILER un terzo miracolo: un ciliegio in fiore d’inverno!!!
Gente, non so voi, ma il mio livello di glicemia dopo la visione di questo film è salito alle stelle. E mi sa che per farlo scendere non basterà nemmeno un (quarto) miracolo.
(voto 5/10)

15 commenti:

  1. Me lo ricordo il film. Non mi era dispiaciuto, come fantasy. Non fosse che, era il film di apertura dello scorso TFF. Prendo posto in sala e il tizio che si è seduto vicino a me, con cui avevo scambiato due parole all'inizio del film, durante la proiezione non ha pensato bene di toccarmi le gambe? Ma come devi essere ridotto?
    Cioè, non tu. Lui.

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  2. Dare contro a Kaurismaki è davvero una cosa che soltanto tu potevi fare.
    Uno degli autori più importanti del panorama europeo trattato come l'ultimo degli stronzi. Male, molto male.
    Vatti a vedere L'uomo senza passato o La fiammiferaia e poi ne riparliamo.

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    1. non so gli altri film, ma questo è 'na roba talmente stucchevole e buonista che non poteva non piacere al re dei buonisti. cioè tu! :)

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  3. secondo me questo film non sarà tra i suoi migliori ma a me è garbato lo stesso....

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  4. abbiamo sgarrato di qualche giorno, perchè io la rece su questo film l'ho postata un paio di giorni fa.. cmq si vede che non conosci lo stile di Kaurismaki, è un marchio di fabbrica l'aurea buonista e forse per alcuni troppo smielata presenti nei suoi film, ma che ce vuoi fa? i film che valgono piacciono solo ai pochi che di cinema ne capiscono... ahah :D

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    1. Lorant, parole santissime.
      Ma il Cucciolo che vuoi che ne capisca, di Cinema!?!?

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    2. ford e lorant, il vostro amore è quasi più smielato di un film di kaurismaki uahahah! :D

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    3. sei proprio un Cucciolo Eroico Cannibal :D

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  5. Tutto tranne che smielato, questo film. Prendi la scena in cui viene aperto il container con gli immigrati...anzi direi che tutto il film è "contro" il buonismo che si vede in certe robacce che vorrebbero essere "neorealiste". E' idealizzato, utopico (irreale e fantasioso in effetti, ma è il cinema è pur sempre finzione no?) ma è il più umanista di tutti: E' Kaurismaki.

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  6. Io non conosco lo stile di questo regista, ma mi è piaciuto. L'ho trovata una favola umanista (ho preso a prestito un pezzettino di definizione di Stefano).

    Sul fatto che nel film "siano tutti buoni, e si aiutino in maniera disinteressata"...E' un'utopia, d'accordo, ma perchè restarne così schifati?

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    1. c'è a chi dà fastidio la violenza gratuita, a me dà fastidio il buonismo gratuito :)

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  7. Questione di percezione, indubbiamente. Ma è buonismo o speranza? Da me il buonismo è quello delle fiction o dei programmi della Clerici.

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    1. Sono assolutamente d'accordo, mi sembra che il buonismo qui non c'entri niente: il film, come il ciliegio (che diventa quasi una metafora), vuole lasciare un messaggio di speranza, la speranza che possano ancora avvenire delle cose buone, che appaiono come dei veri e propri Miracoli in un mondo sempre più negativo. E comunque il Poliziotto si vede fin da subito che è una persona di Cuore, che mantiene un'immagine di bastardo solo formalmente, ma che poi per tutto il film aiuta più o meno direttamente il vecchio a salvare il bambino :)

      Preferisco di gran lunga questa "fiaba", che riporta un sorriso genuino nel drammatico, a film come Precious, dove si mostra una "realtà" tanto tragica e senza speranza , che neanche le storie della De Filippi sono più ricattatorie.

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  8. A me è sempre piaciuto l'ottimismo provenzale dei francesi, ma qui (non so se per via del norvegese dal cuore caldo), si rasenta veramente il diabete. Io l'ho trovato insopportabile, non solo per l'eccessivo miele, ma per la superficialità. Nessun discorso memorabile, nessuna battuta convincente (a parte forse quella sulla teoria delle magre), personaggi caratterizzati male, bah, Amelie in confronto è un colossal. :D

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  9. Del film non è rimasta traccia del buonismo nei miei ricordi, tant'è che non mi ricordavo nemmeno il finale. Quello che mi è rimasto impresso, ma proprio addosso, sono la regia e la recitazione, asciutte, sfrondate di tutto fino arrivare all'essenziale.
    Più in là di così poteva solo prendere gli attori e scarnificarli.

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