giovedì 28 febbraio 2013

CINEMA SIBERIANO

Fabri Fibra? No, l'autore del romanzo Educazione siberiana.
Dopo una serie di weekend tutti piuttosto interessanti e pieni di uscite valide o quasi, questa settimana non si preannuncia il massimo dei massimi.
L’effetto Oscar si sta già sgonfiando?
In attesa di vedere il lato positivo in una situazione non troppo felice, cinematograficamente e non solo parlando, per questa settimana accontentiamoci del lato negativo.
E a proposito di lati negativi, insieme ai miei commenti non mancheranno neppure quelli del mio blogger rivale Mr. James Ford.
Nei prossimi giorni comunque potremmo essere entrambi parecchio impegnati. Voci non confermate dicono infatti che Napolitano abbia intenzione di chiamare me e Ford al Colle per formare una sorprendente coalizione di Governo. Che potrebbe durare due giorni al massimo dei massimi...

Ford si tatua la scritta: "Morte a Cannibal, gloria e vita a JCVD" sulla schiena.
Educazione siberiana di Gabriele Salvatores
Il consiglio di Cannibal: meglio un’educazione siberiana che una fordiana
Gabriele Salvatores è un regista che non mi esalta particolarmente. A lui riconosco comunque una certa dose di coraggio e di voglia di provare a cimentarsi con film e generi diversi. Considerando come in Italia molti, una volta trovata una formula anche solo un minimo fortunata, si accontentano di replicarla stancamente a vita, non è una dote da poco. I risultati però nel suo caso sono altalenanti…
Per questo Educazione siberiana qualcuno ha osato scomodare paragoni addirittura con C’era una volta in America e non mi sembra il caso. Lo dice uno che con i paragoni assurdi c’ha una certa familiarità. E pure Ford è un altro che su queste cose non scherza mica…
Le premesse per qualcosa dal respiro internazionale e di diverso dalle solite produzioni italiane ci sono, poi i risultati come sempre con Salvatores sono un’incognita. Così come i risultati delle elezioni italiani. E come ogni film consigliato da Ford che può rivelarsi o una ciofeca media oppure una ciofeca gigantesca.
Il consiglio di Ford: prepariamoci per emigrare in Siberia, lì forse la fauna locale riesce a votare meglio degli abitanti della Terra dei cachi!
Salvatores è un regista che, ai tempi dei suoi esordi, riusciva sempre a convincermi con il giusto equilibrio tra scanzonato panesalamismo all'italiana ed un pizzico di autorialità che non guastava mai: poi ha iniziato a scopiazzare clamorosamente i registi in voga in questa o quella stagione e ad appigliarsi a classici del passato, e progressivamente mi è parso sempre più un fuoco di paglia senza più alcuna idea che meritasse questo nome. Ora torna alla carica portando sullo schermo l'adattamento di un romanzo che strabiliò la critica qualche anno fa e che personalmente non ho letto, speriamo non si tratti dell'ennesima operazione furbetta e che, almeno, valga la pena di una visione quantomeno discreta. Un po’ come paiono essere diventati i gusti del Cannibale ultimamente.

"Questo sì che era un drink, altroché WhiteRussian!"
Upside Down di Juan Diego Solanas
Il consiglio di Cannibal: Cannibal è sempre Up, Ford è sempre Down
Filmetto già visto. Carino. Visivamente è molto interessante, e non solo per la presenza della sempre magnifica Kirsten Dunst, mentre purtroppo a livello di sceneggiatura è un po’ esilino.
Io una visione comunque la consiglio, soprattutto in una settimana più down che up come questa.
Consiglio anche di non stare a dare troppo peso ai consigli fordiani, se non volete che vi butti down l’umore ancora più di quanto possa fare la situazione politica nazionale. E non è un’impresa da poco.
Il consiglio di Ford: più che Up, questa settimana mi sa tanto che ci aspetta molto Down.
Film parecchio inutile nonostante il fascino visivo che ho già visto parecchio tempo fa e che a brevissimo farà la sua comparsa qui al Saloon, che vale la visione più per gli effetti - davvero interessanti - che per la storia, che è riuscita ad entusiasmarmi meno delle tresche adolescenziali di Peppa Kid o dei risultati delle elezioni politiche. Se proprio non avete altro da recuperare, fate un tentativo non troppo convinto con questo.

"Ma che cazzo c'ha Ford in casa sua?"
Non aprite quella porta 3D di John Luessenhop
Il consiglio di Cannibal: se bussa Ford, non aprite a quella porta (3D o meno che sia)
Ma ancora?
L’ultimo remake del cult horror degli anni ’70 tanto esaltato da Ford era quello con Jessica Biel uscito 10 anni fa. Remake parecchio squallido. Visto che quello non bastava, adesso ne arriva un altro che rischia di essere ancora più squallido.
Dove andremo a finire, se continueremo così? Finiremo peggio della Grecia? Finiremo persino a bussare alla porta di Ford?
Il consiglio di Ford: io non busso alla porta del Coniglione, la abbatto a bottigliate!
Trascurabilissimo - per non dire orrido - reboot di un cult dell'horror di tutti i tempi buono giusto per le inquadrature al limite del soft-porno alle due notevoli protagoniste femminili che ho già visto e massacrerò a dovere a breve neanche fossi un novello Leatherface nei prossimi giorni, ulteriore segno del declino che sta vivendo il genere, quasi peggiore di quello che attraversa la Terra dei cachi, ormai allo sbando completo, e la mente del Cannibale, che non so a quale remake con Jessica Biel voglia attribuire la mia approvazione.
Nota cannibale: l’esaltazione era riferita all’originale, non al remake. Anche se secondo me Ford s'è esaltato pure con quello...

"Una preghiera per il Papa che ci lascia. E si trasferisce a casa di Ford."
Non ci indurre in tentazione di N. Santi Amantini
Il consiglio di Cannibal: …ma liberaci dal Ford
E veniamo al capitolo ogni settimana più atteso da voi fedeli lettori cannibalini e (ahivoi) fordini. Il capitolo dedicato alle uscite italiane inutili. Quei film che già fin dal trailer capisci una cosa: che non li vedrai mai. Per carità, poi magari si scopre che sono dei capolavori, ma se il trailer fa già pena, ciao belli, io ci rinuncio. In Italia si dovrebbe imparare una cosa, oltre a votare con il cervello e a tornare a girare dei film interessanti: realizzare dei trailer intriganti. Sarebbe già un primo passo.
E a proposito di primi passi e di crescita: ma vi immaginate che bello se la prima parola del figlio di Ford fosse: “Cannibal”? (okay, non c’entrava niente con il film, però avevo voglia di chiederlo).
Il consiglio di Ford: non vi induco in tentazione, ma vi libero dal Male. Cannibal? No, qualcuno di ben peggiore che ha quasi vinto le elezioni.
Non passa settimana senza che ci si trovi ad affrontare filmetti inutili prodotti e distribuiti nel Paese dei voti discutibili quando pellicole splendide come ad esempio i quattro quinti dei candidati all'Oscar per il miglior film straniero non trovano spazio manco a pagare.
Quello, invece, spazio lo trova sempre.
Quello, non il Cannibale.

"Aiuto, è entrato un Ford dalla finestra. Prendete l'insetticida, presto!"
Tutti contro tutti di Rolando Ravello
Il consiglio di Cannibal: tutti contro Ford
Un film da regista in Italia non lo si nega a nessuno e quindi dopo i vari Siani, Ceccherini, Papaleo etc., ecco che debutta dietro alla macchina da presa pure Rolando Ravello. Chi è Rolando Ravello???
E che ne so io… è quello pelato noto per film come… e anche… e poi pure per…
Avete capito, no?
A questo punto fatelo fare anche a me e a Ford un film da attori, registi e sceneggiatori.
Il consiglio di Ford: tutti contro di lui. Proprio lui. Magari! Peccato che siamo in Italia.
Non voglio neppure alla lontana prendere in considerazione un filmetto di questo genere, segno del declino culturale - e non solo - che vive un'Italia sempre più in crisi.
Mi accodo alla richiesta del Cannibale: fate fare anche a noi due un film. Sicuramente verrebbe meglio di certa merda che finisce in sala.

Ford porta a scuola suo figlio.
Nitro Circus: The Movie 3D di Gregg Godfrey, Jeremy Rawle
Il consiglio di Cannibal: ma che è?
Io già solo quando leggo 3D nel titolo sento puzza di bufala lontano un miglio. Come quando sento una promessa elettorale shock. Per di più, si tratta di una roba spericolata alla Jackass di serie B. Una roba che insomma giusto Ford potrebbe correre a vederlo, manco si trattasse di un concerto del suo gruppo preferito: i Modà ahahà.
Il consiglio di Ford: ultimamente basta avere nel titolo 3D o circus, ed ecco che si è pronti per la distribuzione.
A questo punto mi viene un dubbio: ma una certa campagna elettorale è stata fatta promettendo il 3D per tutti!?!?
Roba da pazzi. E parlo rispetto alla distribuzione così come al voto.
Neppure il Cannibale avrebbe osato tanto.
E questo dice tutto.

mercoledì 27 febbraio 2013

THE SEXIONS

The Sessions
(USA 2012)
Regia: Ben Lewin
Sceneggiatura: Ben Lewin
Tratto da un articolo di: Mark O’Brien
Cast: John Hawkes, Helen Hunt, Moon Bloodgood, William H. Macy, Adam Arkin, Annika Marks, Rusty Schwimmer, Jennifer Kumiyama, Robin Weigert
Genere: sessuale
Se ti piace guarda anche: Lo scafandro e la farfalla, Quasi amici, Un sapore di ruggine e ossa

I normodotati sono vittime di pregiudizi.
Se sei un normodotato e paghi per fare sesso con una donna, sei uno schifoso puttaniere.
Se sei un tizio costretto dalla polio a vivere attaccato a un polmone artificiale e stare a letto tutto il giorno, e paghi per fare sesso con una donna, allora sei la fonte d’ispirazione per una pellicola strappalacrime e la tua storia è in grado di far piangere anche il più insensibile tra i bastardi.
Vedete?
Non c’è parità di trattamento. C’è discriminazione. C’è razzismo nei confronti dei normodotati.
Altro esempio?
Se corri con delle protesi e riesci a competere con atleti che per correre utilizzano ancora le loro vecchie gambe sei un mito, sei un modello, sei una fonte di ispirazione. Poi a San Valentino fai fuori la fidanzata e il mondo si rende conto che non sei un eroe. Sei solo un essere umano come tutti gli altri. Magari pure peggiore, molto peggiore degli altri.

"Apperò! Non siamo mica tanto paralizzati lì sotto, eh?"
C’è spesso grande ipocrisia, quando si parla di handicap. È un argomento per forza di cose difficile da affrontare, eppure c’è chi negli ultimi tempi è riuscito a farlo alla grande. Chi?
I francesi, fondamentalmente. Con film come Quasi amici e Un sapore di ruggine e ossa sono riusciti a togliere il solito velo di moralità, di facili pietismi e sbatterci di fronte a delle persone. A degli uomini e a delle donne con un handicap, ma che non per questo devono essere trattati come dei poveretti.
The Sessions cerca di inserirsi tra queste pellicole sia per l’argomento dell’handicap e del sesso, che per la maniera di affrontarlo. In quanto film americano, e si vede, non riesce a eguagliarle e cede in più di un’occasione a momenti ruffiani e troppo sentimentali. È qui che sta il suo limite, ed è anche qui che paradossalmente sta la sua forza. Sarà anche una visione un po’ ricattatoria, però sfido chiunque a restare indifferenti al finale. Sul dizionario, a fianco della definizione di “strappalacrime”, dovrebbero mettere il finale di questo film. Cosa succede, in questo benedetto finale?
Non ve lo dico. Non mi piace spoilerare. E poi mi sono reso conto di essere arrivato alla fine senza nemmeno aver ancora parlato dell’inizio del film. Ecco, forse è meglio se parto da lì, dall’inizio.

"Adesso devo proprio andare, ho una sessione speciale ad Arcore."
The Sessions è ispirato a un articolo di Mark O’Brien, un uomo, un poeta, paralizzato dal collo in giù a causa della poliomielite. Mark, interpretato dal bravo John Hawkes di Un gelido inverno e La fuga di Martha, ha 38 anni, vive attaccato a una macchina che lo aiuta a respirare, non può alzarsi dal letto, non può muovere nulla a parte la testa, ha un’autonomia polmonare di poche ore ed è vergine. Ironico che un tizio che sta a letto tutto il giorno non sia mai andato a letto con una donna. A dirla tutta, non si è mai nemmeno masturbato. Sapete com’è. Se uno è paralizzato, non è una cosa semplice menarsi il pisello.
Ma un uomo, per quanto paralizzato, ha delle esigenze e così Mark decide di fare sesso. Si rivolge allora a una professionista. Va sulla statale? Va ad Arcore?
No, chiama una terapista sessuale. Non siate volgari e inappropriati e non chiamatela battona, zoccola, prostituta. È una terapista sessuale. Siete stufi di chiamarle escort? Bene, da oggi avete questa alternativa.
Come terapista sessuale, si becca Helen Hunt che a 49 anni è ancora una gran bella donnina.
Helen Hunt che era da un po’ che non si vedeva in giro. Dopo film di successo come Twister, Cast Away, What Women Want - Quello che le donne vogliono e Qualcosa è cambiato, per cui aveva ottenuto l’Oscar di migliore attrice protagonista, si era un po’ persa di vista. Adesso è tornata e non si è certo risparmiata, presentandosi come mammà l’ha fatta in più di un’occasione.
Mark inizia allora con questa prost… con questa terapista sessuale una serie di sessioni. Mai termine fu più appropriato, visto che si tratta di sessioni di sesso. D’ora in poi non parlate più di scopate, chiamatele sessioni di sesso.
Cosa succede poi?
Ce la farà il nostro Mark a inzuppare il biscottino?
Diventerà il Rocco Siffredi con la polio?

"Ahahah, divine le tue battute sul Papa!"
A voi il piacere di scoprirlo. The Sessions non è un capolavoro, non riesce a evitare di cadere completamente nella retorica o nei buoni sentimenti, soprattutto nella seconda parte, eppure è una pellicola che non sono riuscito a odiare. Tutto il contrario.
A impreziosire il film sono le due ottime prove di recitazione da parte dei protagonisti, in particolare una splendida Helen Hunt giustamente nominata all’Oscar di migliore attrice non protagonista, ma brava anche Moon Bloodgood, interprete che finora avevo considerato molto mediocre a causa della sua partecipazione nella pessima serie tv Falling Skies, qui però in grado di riscattarsi.
Interessante inoltre il ruolo di William H. Macy. Ormai sono abituato a vederlo nella serie Shameless nei panni del padre di famiglia ubriacone e mi ha fatto parecchio strano beccarlo qui nei panni di un prete, il consigliere e amico del protagonista Mark, per quanto sia un prete parecchio sui generis.
Quanto a Mark, ebbene sì: è paralizzato e pure molto religioso. Con una doppia premessa del genere, ne poteva uscire una ruffianata incredibile. Un po’ lo è, c’è poco da fare. È pur sempre una pellicola americana e non francese. Però sfido chiunque a non farsi muovere dalla storia dell’uomo che non può muoversi ma vuole comunque ciulare. Se non vi commuovete, fatevi controllare perché probabilmente anche voi avete un handicap. Al cuore.
(voto 7/10)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter

martedì 26 febbraio 2013

VOLARE OH OH, RECITARE NO NO NO NO

“Io sono stato votato tutte le volte che sono passato da 11/13 milioni di italiani, tutti coglioni?” chiedeva Silvio Berlusconi ad Anno Zero, qualche settimana fa, mentre il pubblico in studio rispondeva in coro: “Sììììììììììììììììììì”.

È la stessa cosa che mi sono chiesto io dopo aver visto i risultati delle ultime (per ora) elezioni politiche, per quanto i milioni di italiani che l'hanno votato siano diminuiti, e pure quelli di ascolto della fiction Volare: 10 e milioni e passa di italiani davanti alla tv per la prima puntata, 11 milioni e passa per la seconda.
Tutti coglioni?



Volare
(Italia 2013, film tv in due parti)
Regia: Riccardo Milani
Cast: Giuseppe Fiorello, Kasia Smutniak, Alessandro Tiberi, Antonio d’Ausilio, Diego D’Elia, Federica De Cola, Massimiliano Gallo, Gabriele Cirilli, Alberto Resti, Armando De Razza
Genere: biopic
Se ti piace guarda anche: Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu, Ray, Walter Chiari - Fino all’ultima risata

Nel corso dell’ultimo Festival di Sanremo, durante le pause pubblicitarie, tra l’altro la parte musicalmente più interessante dell’intera kermesse, continuava a passare lo spot della fiction su Domenico Modugno.
La prima volta ha subito catturato il mio interesse. Io adoro i biopic, i film biografici, a cui ho pure dedicato una blog war contro il mio blogger rivale (ormai ex rivale?) Mr. James Ford. Adoro in maniera particolare le pellicole dedicate ad artisti, cantanti, musicisti, che spesso si rivelano più interessanti da un punto di vista dei personaggi e delle storie raccontate, che non sul piano strettamente cinematografico. È sempre interessante scoprire l’uomo (o la donna) che si nasconde dietro a un’opera d’arte, scoprire il loro carattere, i loro demoni personali, il modo in cui sono arrivati a creare qualcosa che è rimasto nelle nostre orecchie, nei nostri occhi, nei nostri cuori.

"Che hai da ridere tu?"
"Sono felice per te, Domenico. Te nei se andato nel 1994,
appena hai capito cosa stava per succedere in questo paese..."
Quanto alla musica di Domenico Modugno in sé non è che la conoscessi in maniera approfondita. Conoscevo giusto quelle sue canzoni che conoscono tutti: Nel blu dipinto di blu, Meraviglioso e Vecchio frack, fondamentalmente. Cosa che mi ha spinto ancora di più verso la visione della pellicola, per poter approfondire appunto un personaggio chiave della musica italiana di cui non sapevo un granché. Il fatto che si trattasse di una fiction Rai mi ha un po’ frenato, però esisteva un precedente positivo: il film tv Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu, pur non eccelso, mi era decisamente piaciuto, complice anche un’ottima interpretazione di Claudio Santamaria come protagonista. E pure lì c’era Kasia Smutniak.
A smontare le mia aspettative c’ha pensato allora soprattutto un nome: quello di Beppe... Grillo?
No, Beppe Fiorello.
Io provo un’antipatia congenita nei confronti di Rosario Fiorello, cui se non altro riconosco doti di ottimo intrattenitore, e pure del suo fratello raccomandato Beppe, cui invece non riconosco alcuna dote particolare.
Nonostante questo, ho dato fiducia alla fiction Volare, recuperata in rete dopo il passaggio tv perché oh, ormai non ce la faccio più a concepire di vedermi un film o anche un film tv con le pause pubblicitarie in mezzo alle palle. Perché l’ho fatto? Per via dell’interesse nei confronti di Domenico Modugno, per capire se 10/11 milioni di italiani sono stati coglioni a vederla e per provare a essere smentito da Beppe Fiorello.
Perché a me piace quando un attore che avevo sottovalutato riesce a sorprendermi.
Lo dico subito: non è questo il caso.

Volare è un film tv in due parti che ha delle ottime carte in mano. Non solo ottime, ma pure un jolly da giocare: Domenico Modugno, un personaggio molto interessante, simbolo della musica italiana nel mondo come pochi (nessuno?) altri e anche un simbolo dei cambiamenti epocali che stava vivendo l’Italia del dopoguerra.
La sua è una storia bella, positiva, ci fa vivere l’Italian Dream quando in questa nazione era ancora consentito sognare. Modugno parte con il sogno di fare l’attore e dal paesino pugliese in cui è nato va a cercare il successo a Cinecittà, sperando di diventare un divo del cinema. Triste vedere come l’Italian Dream negli ultimi anni sia rimasto sostanzialmente lo stesso, solo che i giovani sognatori si recano a Cinecittà non per entrare nel mondo del cinema ma nella casa del Grande Fratello, si veda in proposito Reality.

"Sono stato sveglio tutta la notte a vedere i risultati elettorali,
ma ancora non l'ho capito: quindi adesso?"
Non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto uscire fuori nella mani di un Sorrentino, o appunto di quel Garrone artefice di Reality, con un personaggio del genere. Purtroppo, sognare è bello, ma la reality è un’altra. La reality della fiction Rai è tutta un’altra cosa.
Il regista Riccardo Milani dirige in maniera molto modesta, piatta, televisiva nell’accezione più negativa del termine. Ok, è una fiction tv e non una pellicola cinematografica, bisogna tenere conto di questo. Il confronto è però impietoso anche accostando Volare alle produzioni tv americane, inglesi, francesi.
Oltre a una regia alquanto discutibile, il montaggio appare casuale e i dialoghi sono quel sono. Le musiche di Andrea Guerra, collaboratore abituale di Ferzan Ozpetek, cercano di dare un maggiore tono cinematografico, ma pure queste sono abbastanza scontate e johnwilliamsiane. Il problema principale, l’ombra oscura che si abbatte su questa pellicola è però la presenza di cui parlavo prima, Beppe Fiorello.

Non gli voglio nemmeno male, a Beppe Fiorello. In questa fiction si vede che c’ha messo impegno. C’ha messo tutto se stesso. Il punto è proprio questo: c’ha messo se stesso, ma questo non è un film su di lui. Questo è, dovrebbe essere almeno, un film su Domenico Modugno.
Su Domenico Modugno, non su di te che ti impegni a fare Domenico Modugno. Capita la differenza Beppe?

Beppe Fiorello sfoggia una recitazione sospirata da telenovela e sguardi dell’intensità di un criceto.
L’associazione nazionale dei criceti credo mi farà causa per quest’affermazione. Me ne scuso in anticipo e mi rimangio tutto.
Un esempio pratico della sua intensità emotiva ce lo offre subito all’inizio, nella scena in cui Giuseppe Fiorello parla con un cavallo. Una roba che mi ha fatto rimpiangere War Horse, uno dei film che ho più odiato negli ultimi anni.
E ci sono anche i ralenty. I ralenty, no. I ralenty sul primo piano “intenso” di Beppe Fiorello vi prego, no!
Fisicamente poi, Fiorello B non è nemmeno che somigli molto a Modugno D e come cantante dà fastidio. Persino suo fratello canta meglio. E ricordo che il fratello è quello di canzoni come questa, San Martino, una delle più grandi trashate nella storia della musica. Non solo nazionale.



"Beppe, ogni volta che ti sento cantare mi vien da piangere."
Beppe Fiorello imita Modugno, il suo tono vocale, la sua gestualità molto fisica e come imitatore non è nemmeno male. A mancare è il passaggio successivo, quello che rende un’imitazione una buona prova di interpretazione recitativa. Vediamo Beppe Fiorello che imita Domenico Modugno, ma non vediamo mai Domenico Modugno e basta. Colpa del Fiorello. Colpa non tanto sua, che poveretto ce la mette tutta, ogni scena la interpreta come se volesse vincere l’Oscar. Ci fosse ancora, potrebbe ambire magari giusto al Telegatto. La colpa è più che altro dei suoi limiti recitativi. E colpa anche di una sceneggiatura che non riesce mai ad andare in profondità.
Tra le note positive della sceneggiatura c’è invece la scelta, azzeccata, di concentrarsi a parlare della carriera di Modugno dagli inizi scalcinati come attore, passando per i pezzi in dialetto che hanno cominciato a imporlo come moderno cantautore neorealista, fino alla creazione di Volare, proposta in concorso a Sanremo. Il film si ferma lì. Quello che è successo dopo è un volo che potrà magari essere raccontato in un’altra fiction, possibilmente non con Beppe Fiorello.
Al di là di qualche momento più drammatico, la storia veleggia preferibilmente sui toni della commedia all’italiana, in linea con il personaggio di Modugno, ed è impreziosita da due simpatici comprimari: il regista Riccardo Pazzaglia, interpretato da Antonio D’Ausilio, e Franco Migliacci, interpretato da Alessandro Tiberi, lo stagista della serie tv Boris che ha anche lavorato nell’ultimo film di Woody Allen. Woody Allen? Me cojoni! Peccato solo che si sia rivelato giusto il peggior film di Woody Allen di sempre: To Rome With Love.

"Piove, Governo ladro... Sì, ma quale Governo?"
Proprio lui è il protagonista della parte più intrigante di tutta la fiction: la nascita e la creazione di Nel blu dipinto di blu, anche conosciuta con il più immediato titolo di Volare. Una vicenda che ha dell’incredibile. Franco Migliacci un bel pomeriggio s’è preso una ciucca colossale e, nel post sbronza, si è fatto ispirare da un quadro di Chagall, Le coq rouge, per comporre i versi più celebri nella storia della canzone italiana.
Dimostrazione di come l’alcool non faccia male, tutt’altro. Se combinato con le droghe poi può portare persino a salvare delle vite umane, Denzel Washington in Flight ne sa qualcosa…
E dimostrazione di come l’ispirazione più folgorante possa cogliere in qualunque momento chiunque, anche uno come Franco Migliacci che non era compositore, né musicista, né scrittore, né niente. Eppure quelle parole che oggi tutti conosciamo le ha tirate fuori lui. Lui e la sua testa ubriaca.
Le parole sono state quindi trasformate in musica da Domenico Modugno ma non subito. La canzone così come la conosciamo oggi ha richiesto una lavorazione di vari mesi di tempo. Splendido esempio di come le grandi opere d’arte nascano sì dall’ispirazione del momento, però allo stesso tempo per essere rifinite a presentate al meglio richiedono anche una buona dose di lavoro dietro.

Nel blu dipinto di blu è una canzone che ho sempre dato per scontata. Da che sono nato, da che ho ricordi musicali, c’è sempre stata. Il pezzone nazional-popolare per eccellenza. Vedendo però il processo creativo che c’è dietro e ascoltandola attentamente, è davvero una canzone enorme. Questo è il merito principale che riconosco a questa fiction. Nel blu dipinto di blu è una canzone pop perfetta, con un crescendo infinito e un ritornello di quelli che si incollano in testa per non andarsene mai più. Posso solo immaginare l’effetto devastante che può aver avuto nel 1958, quando è riuscita a imporsi non solo al Festival di Sanremo, non solo in Italia, ma persino negli USA, dove è stata ai vertici delle charts per settimane. Un pezzo epocale, rivoluzionario, sognante e visionario, lontanissimo dalle solite canzonette di Nilla Pizzi dell’epoca.
Il peccato più madornale e paradossale di questa fiction è proprio quello di fare l’opposto.
Volare è una fiction che racconta un’epoca di cambiamenti, un paese affascinante, una bella storia, un personaggio meraviglioso. Per farlo, usa tutte le tecniche peggiori della più modesta tradizione di fiction italiota attuale. Non v’è invece traccia alcuna dello spirito controcorrente incarnato alla perfezione da Domenico Modugno negli anni Cinquanta. Davvero un peccato. Con un altro regista, un’altra produzione, un altro protagonista, un altro coraggio, se insomma questa fiction fosse stata realizzata in una nazione diversa dall'Italia di oggi, ne sarebbe potuto uscire qualcosa davvero in grado di volare, oh oh.
(voto 5/10)



lunedì 25 febbraio 2013

OSCAR 2013, BEN FATTO


"Provo il massimo rispetto per tutti gli altri candidati però...
Beccati questa, Steven Spielberg!"
Ben fatto, Ben Affleck.
Dopo i Golden Globe, ci hai regalato un nuovo Argo vaffanculo da urlare in faccia a Steven Spielberg.
Cercherò però di risparmiare le cattiverie nei confronti dell’amico Spielberg.
HAI PERSO, HAI PERSO, HAI PERSO NA NANNA NAAAAA NANNA NAAAAA!
Diciamo che risparmierò le cattiverie nei confronti di Spielberg da questo momento in poi.

Sono soddisfatto da questa cerimonia degli Oscar?
Sono soddisfatto. Certo, ci sono cose che mi hanno lasciato di stucco in negativo, come i premi al modestissimo Vita di Pi, un film che cerca di accontentare tutti i gusti religiosi, al contrario del provocatorio e infatti ignorato dall’Academy The Master. Preferisco però guardare il lato positivo delle cose: Jennifer Lawrence e Quentin Tarantino premiati. Due miei idoli assoluti premiati, come capitato un paio di anni fa con Natalie Portman e Christian Bale. Cosa chiedere di più?
Un premio ex aequo per la migliore attrice di Jennifer con Jessica Chastain non mi sarebbe dispiaciuto, ad esempio. Ma sarebbe stato chiedere troppo…
Sono più che felice poi delle due belle statuette a Django Unchained: oltre a quella a Quentin per la migliore sceneggiatura originale, Christoph Waltz come miglior attore non protagonista. Godo.

La serata nottata di premiazione sono persino riuscito a seguirla quasi interamente. A tratti un po’ nel dormiveglia, devo ammettere. Soprattutto nei momenti musical della serata. Quando partono i momenti da musical classico, non ce la faccio.
Era davvero necessario l’omaggio a Chicago, film certo non indimenticabile?
Ed era necessaria la presenza di Barbra Streisand, un po’ l’equivalente americano di Al Bano al Festival di Sanremo?
Per fortuna la conduzione di Seth MacFarlane è stata particolarmente frizzante, almeno per gli standard di serate del genere, con un sacco di battute che mi hanno fatto rotolare dal ridere, e pure qualche siparietto musicale sorprendente. Pollice su per la sua conduzione e soprattutto per le sue battute su Daniel Day-Lewis in Lincoln e sull’età delle candidate all’Oscar di migliore attrice protagonista.

Ma ora, dopo aver visto il red carpet in un post dall’altissimo contenuto cinematografico, vediamo tutti i premi nel dettaglio e vediamo anche se avevo azzeccato le previsioni…

"Hai visto Jennifer che caduta?"
"Sì, ahahah. Non ho mai riso così tanto in vita mia!"
Miglior film
Il lato positivo – Silver Linings Playbook
Django Unchained
Zero Dark Thirty
Re della terra selvaggia (Beasts of the Southern Wild)
Argo
Amour
Lincoln
Vita di Pi
Les Misérables

Il mio preferito: Il lato positivo
Secondo me vincerà: Argo
HA VINTO: Argo

Argo è un grandissimo film. A livello personale, ci sono pellicole che ho amato di più, ma ciò non toglie che Argo sia un grandissimo film. Ed è stato davvero bello vedere la sincera emozione di Ben Affleck. Il riscatto dell’attore spesso sbeffeggiato che, da vero signore, si è pure trattenuto dal gridare all’Academy un giusto Argo vaffanculo per non averlo nominato nella categoria di miglior regista. Alla fine Argo ce l’ha fatta comunque, è il primo film da più di 20 anni ad aver vinto l’Oscar di miglior pellicola senza la nomination per la miglior regia e, soprattutto, ha battuto il favorito Lincoln.
Quando è comparsa Michelle Obama dalla Casa Bianca per annunciare il premio più importante della serata, temevo in un award presidenziale proprio per il film presidenziale di Steven Spielberg. Invece no. Ben(e) così.

Il sondaggio cannibale ha invece incoronato come miglior film tra i nominati Django Unchained. Per il film di Quentin Tarantino è stato un vero plebiscito tra i lettori cannibali, con il 40% dei voti. Alle sue spalle, parecchio staccati, si sono piazzati Il lato positivo, Zero Dark Thirty e Argo.

"Volevo ringraziare Dio, Buddha, Allah, Geova, Krishna, Zeus...  chi altri?"
Miglior regista
Benh Zeitlin (Re della terra selvaggia)
David O. Russell (Il lato positivo)
Michael Haneke (Amour)
Steven Spielberg (Lincoln)
Ang Lee (Vita di Pi)

Il mio preferito: Benh Zeitlin
Secondo me vincerà: Steven Spielberg
HA VINTO: Ang Lee

Premettendo che tutti i registi migliori non erano presenti in cinquina (Tarantino, la Bigelow, Ben Affleck, gli Anderson…), sono se non altro contento che non abbia vinto Spielberg. Però l’Oscar a Ang Lee con la sua regia in stile spettacoloso alla James Cameron per Vita di Pi è uno scandalo mica da poco.

"Toniiiiight, we are young..."
Migliore attore protagonista
Joaquin Phoenix (The Master)
Denzel Washington (Flight)
Bradley Cooper (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Daniel Day-Lewis (Lincoln)
Hugh Jackman (Les Miserables)

Il mio preferito: Joaquin Phoenix
Secondo me vincerà: Daniel Day-Lewis
HA VINTO: Daniel Day-Lewis

Oscar scontato al sopravvalutato Daniel Day-Lewis. Ottimo attore, senza dubbio, però il fatto che sia l’unico ad aver vinto 3 Oscar di miglior protagonista mi sembra un tantino esagerato.
Soprattutto quando c’è un Joaquin Phoenix così mostruoso in gara.
Gomblotto!

"Beh dai, c'è chi ha fatto figure peggiori di me. Iva Zanicchi, ad esempio..."
Migliore attrice protagonista
Jessica Chastain (Zero Dark Thirty)
Jennifer Lawrence (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Quvenzhané Wallis (Beasts of the Southern Wild)
Naomi Watts (The Impossible)
Emmanuele Riva (Amour)

La mia preferita: Jessica Chastain
Secondo me vincerà: Jennifer Lawrence
HA VINTO: Jennifer Lawrence

Mi spiace per la Dea Jessica Chastain, ma allo stesso tempo sono felicissimo per Jennifer Lawrence.
Andata a ritirare il premio visibilmente emoziona, è inciampata nel suo vestito, o forse è scivolata su una buccia di banana (io dico che a lanciarla è stata quella perfida vecchina di una Emmanuelle Riva) ed è caduta di faccia. Fosse capitato a qualcun altro, sarebbero scoppiate sonore risate di scherno. Però è capitato a lei, a Lei, è quindi è scattata la standing ovation per la tenera goffaggine un po’ nerd esibita.
Potrebbe fare persino tendenza. Cadere in pubblico d’ora in poi non sarà più una cosa di cui vergognarsi, ma diventerà una piacevole “jenniferlawrenceata”.


"Sì, buongiorno. Vorrei cambiare questa statuetta con del contante.
Sa com'è, c'è crisi..."
Migliore attore non protagonista
Christoph Waltz (Django Unchained)
Phillip Seymour Hoffman (The Master)
Robert De Niro (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Alan Arkin (Argo)
Tommy Lee Jones (Lincoln)

Il mio preferito: Christoph Waltz
Secondo me vincerà: Christoph Waltz
HA VINTO: Christoph Waltz

Christoph Waltz unchained.
A dirla tutta, sul palco più che unchained si è rivelato parecchio timido ed emozionato, con la voce tremante, molto distante dai ruoli da Oscar che Tarantino continua a regalargli con una disinvoltura disarmante. Cosa che rende le sue interpretazioni ancora più impressionanti.

"Persino la statuetta non riesce a togliere gli occhi dai miei capezzoli..."
Migliore attrice non protagonista
Helen Hunt (The Sessions)
Anne Hathaway (Les Miserables)
Amy Adams (The Master)
Sally Field (Lincoln)
Jacki Weaver (Silver Linings Playbook)

La mia preferita: Helen Hunt
Secondo me vincerà: Anne Hathaway
HA VINTO: Anne Hathaway

Per quanto Les Misérables sia un film pensato apposta per scatenare l’applauso dell’Academy, manco fossimo a teatro, l’Oscar te lo sei meritato. Brava capezzola.


"Sono troppo forte. Troppo. Modestamente, eh."
Miglior sceneggiatura originale
Quentin Tarantino (Django Unchained)
Wes Anderson e Roman Coppola (Moonrise Kingdom)
Mark Boal (Zero Dark Thirty)
John Gatins (Flight)
Michael Haneke (Amour)

Il mio preferito: Django Unchained
Secondo me vincerà: Zero Dark Thirty
HA VINTO: Django Unchained

Mr. Tarantino!
Ogni volta che vedo un suo film o anche solo lo sento parlare mi ricordo perché cazzo gli voglio così tanto bene. Ma tanto, tanto bene sai.

Miglior sceneggiatura non originale
David O. Russell (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Chris Terrio (Argo)
Lucy Alibar, Benh Zeitlin (Beasts of the Southern Wild)
Tony Kushner (Lincoln)
David Magee (Vita di Pi)

Il mio preferito: Il lato positivo
Secondo me vincerà: Argo
HA VINTO: Argo

La sceneggiatura di Argo è semplicemente perfetta. Al suo interno combina tutto: tensione, risate, una storia vera, impegno sociale, realtà politica e finzione scenica, un pizzico di sentimenti. Non poteva non vincere.

"Non sono mai stato tanto felice in vita mia. Non si vede?"
Miglior film straniero
War Witch di Kim Nguyen (Canada)
No di Pablo Larraín (Cile)
A Royal Affair di Nikolaj Arcel (Danimarca)
Kon-Tiki di Joachim Rønning, Espen Sandberg (Norvegia)
Amour di Michael Haneke (Austria)

Il mio preferito: War Witch
Secondo me vincerà: Amour
HA VINTO: Amour

Giusto l’Oscar al grande Michael Haneke. Fosse stato per Il nastro bianco. Per Amour, insomma…
Film per carità buono, ma anche il più sopravvalutato dell’anno.


Ammetto che sono stati davvero Brave
a presentarsi vestiti così.
Miglior film d’animazione
Ribelle - The Brave
Frankenweenie
Ralph Spaccatutto
ParaNorman
Pirati! Briganti da strapazzo

Il mio preferito: Frankenweenie
Secondo me vincerà: Ribelle - The Brave
HA VINTO: Ribelle - The Brave

Speravo in una sorpresa, in questa categoria. Invece la Pixar s’è prevedibilmente portata a casa la sua ennesima statuetta. Mai come quest’anno tanto immeritata, con outsiders del calibro di Frankenweenie, ParaNorman e Ralph Spaccatutto. Una decisione molto poco ribelle.

Miglior montaggio
William Goldenberg (Argo)
Dylan Tichenor and William Goldenberg (Zero Dark Thirty)
Jay Cassidy & Crispin Struthers (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Michael Kahn (Lincoln)
Tim Squyres (Vita di Pi)

Il mio preferito: Argo
Secondo me vincerà: Argo
HA VINTO: Argo

Un montaggio da applausi, la vera arma in più di Argo. Oscar incontestabile.

Ma per fare i direttori della fotografia bisogna essere
per forza conciati in questo modo infotografabile?
Miglior fotografia
Robert Richardson (Django Unchained)
Seamus McGarvey (Anna Karenina)
Roger Deakins (Skyfall)
Janusz Kaminski (Lincoln)
Claudio Miranda (Vita di Pi)

Il mio preferito: Django Unchained
Secondo me vincerà: Lincoln
HA VINTO: Vita di Pi

Uff. Visivamente non mi è proprio piaciuto, ‘sto Vita da Pi, cioè intendevo Vita di Pi.
E non solo visivamente non mi è piaciuto…

Migliore scenografia
Sarah Greenwood and Katie Spencer (Anna Karenina)
Eve Stewart (Les Miserables)
Rick Carter, Jim Erickson & Peter T. Frank (Lincoln)
Dan Hennah, Ra Vincent e Simon Bright (Lo Hobbit)
David Gropman, Anna Pinnock (Vita di Pi)

Il mio preferito: Anna Karenina
Secondo me vincerà: Les Miserables
HA VINTO: Lincoln

Premio che sa di contentino, per Lincoln, però Anna Karenina è stata scippata alla grande.
Le sue sontuose scenografie sono l’apice della scenograficosità.

BACIO, BACIO, BACIOOO!
Miglior trucco
Les Miserables
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato
Hitchcock

Il mio preferito: Les Miserables
Secondo me vincerà: Les Miserables
HA VINTO: Les Misérables

Con una concorrenza così miserabile, si sapeva sarebbe andata a finire così.
Non hanno nemmeno avuto bisogno di “truccare” il voto.
Ahahah, che battutona. Me l’ha scritta Seth MacFarlane.

Migliori costumi
Jacqueline Durran (Anna Karenina)
Eiko Ishioka (Biancaneve - Mirror Mirror)
Paco Delgado (Les Miserables)
Joanna Johnston (Lincoln)
Colleen Atwood (Biancaneve e il cacciatore)

Il mio preferito: Anna Karenina
Secondo me vincerà: Les Miserables
HA VINTO: Anna Karenina

Un premio alla Karinissima Anna Karenina l’hanno voluto dare. Uno solo è poco, vista la maestosità del reparto tecnico della pellicola, ma meglio di niente.

"Le fan di Twilight non hanno preso molto bene che abbia
tradito Robert Pattinson..."
Migliori effetti speciali
Biancaneve e il cacciatore
Prometheus
The Avengers
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato
Vita di Pi

Il mio preferito: Biancaneve e il cacciatore
Secondo me vincerà: The Avengers
HA VINTO: Vita di Pi

Al film più finto dell’anno, non poteva che andare il premio per gli effetti speciali.
Che a me a dirla tutta non sono sembrati poi tanto speciali…

Miglior montaggio audio
Django Unchained
Zero Dark Thirty
Argo
Skyfall
Vita di Pi

Il mio preferito: Django Unchained
Secondo me vincerà: Vita di Pi
HANNO VINTO: Skyfall e Zero Dark Thirty

Clamoroso! Non quanto la dimissione di un Papa, ma comunque una cosa che non capitava da un sacco di anni, ovvero un premio Oscar ex aequo, andato sia a Skyfall che a Zero Dark Thirty. Per quest’ultimo si tratta di un contentino. Un premio solo, per giunta in comproprietà, a uno dei film più coraggiosi e intensi che il cinema storico americano ricordi è una profonda ingiustizia.

Miglior missaggio sonoro
Argo
Skyfall
Lincoln
Vita di Pi
Les Miserables

Il mio preferito: Argo
Secondo me vincerà: Les Miserables
HA VINTO: Les Miserables

Sì, vabbé, ok. Les Miserables mi fanno sbadigliare al solo sentirli nominare.
A meno che non si parli dei capezzoli della Anne Tettaway…

Miglior documentario
5 Broken Cameras
The Gatekeepers
How to Survive a Plague
The Invisible War
Searching for Sugar Man

Il mio preferito: -
Secondo me vincerà: The Invisible War
HA VINTO: Searching for Sugar Man

Miglior documentario corto
Inocente
Kings Point
Mondays at Racine
Open Heart
Redemption

Il mio preferito: -
Secondo me vincerà: no idea.
HA VINTO: Inocente

Miglior cortometraggio
Asad
Buzkashi Boys
Curfew
Death of a Shadow
Henry

Il mio preferito: -
Secondo me vincerà: no idea.
HA VINTO: Curfew

Miglior cortometraggio animato
Adam and Dog
Fresh Guacamole
Head over Heels
Maggie Simpson in “The Longest Daycare”
Paperman

Il mio preferito: Paperman
Secondo me vincerà: Paperman
HA VINTO: Paperman

Miglior colonna sonora originale
Dario Marianelli (Anna Karenina)
Alexandre Desplat (Argo)
Thomas Newman (Skyfall)
John Williams (Lincoln)
Mychael Danna (Vita di Pi)

Il mio preferito: Anna Karenina
Secondo me vincerà: Vita di Pi
HA VINTO: Vita di Pi

Il premio più vergognoso assegnato in tutta la serata. E forse di tutta l’intera stagione dei premi cinematografici.
Le musichette new-age con accenti etnici stereotipati non avrebbero meritato di vincere nemmeno Sanremo, figuriamoci un Oscar. L’italiano Dario Marianelli è stato derubato. E poi danno a noi dei mafiosi…

"Ah Richard, e smollame 'sta statuetta!"
Miglior canzone originale
“Skyfall” Adele (Skyfall)
“Everybody needs a best friend” Walter Murphy, Seth MacFarlane (Ted)
“Before my time” J. Ralph (Chasing Ice)
“Pi’s Lullaby” Mychael Danna, Bombay Jayashri (Vita di Pi)
“Suddenly” Hugh Jackman (Les Miserables)

La mia preferita: Adele
Secondo me vincerà: Adele
HA VINTO: Adele

Non c’era proprio gara. Non c’è mai stata gara.
Annunciandola, a sorpresa Jennifer Lawrence è riuscita a NON cadere, nonostante il titolo Skyfall potesse suggerirlo.
A livello di pronostici, ho azzeccato 14 Oscar su 22, discreto. E per quest’anno è tutto.
This is the end, hold your breath and count to ten.



OSCAR 2013: IL RED PORCHET

Pronti... via.
Inizia la notte degli Oscar.
Si attende una grande sfida. Tra Lincoln e Argo?
Ma no!
MA NOOOOOOOOOOOOOOOO
CHISSENEFREGA
La grande sfida è tra Jessica Chastain e Jennifer Lawrence!

Parliamo di cinema?
No dai, in attesa del post cannibale su vincitori e vinti della serata, attualmente in preparazione, la prima parte dello speciale cannibale sugli Oscar 2013 è dedicato al red carpet. Mentre le fashion blogger danno i voti ai vestiti e dicono chi è IN e chi è OUT, chi è troppo giusta e chi fa pena, qui a Pensieri Cannibali c’arrangiamo diversamente. Dando i voti alla gnocc… alla bellezza femminile presente sul red carpet.

Jessica Chastain
Di-vi-na.
Vo-to die-ci.


Amy Adams
Possiede il fascino della tipa strafatta di coca. O il suo sguardo è sempre così?
Voto 7


Zoe Saldana
Se ogni tanto si ricordasse di mangiare, sarebbe una bella ragazza.
E se solo non avesse fatto Avatar, la considererei persino un'attrice.
Voto 6


Kerry Washington
Splendida Broomhilda. Molto labbrosa. Ma mangiare comunque non è proprio davvero più di moda?
Voto 7,5


Olivia Munn
Bona.
Voto 8


Amanda Seyfried
Sei fredda, Amanda.
Voto 5


Samantha Barks
Anvedi. Mica tanto miserabile, la fanciulla…
Voto 7+


Jennifer Lawrence
Con questo vestito indosso, sposami.
Anche non con questo vestito indosso.
Anche non con alcun vestito indosso.
Voto 10

"Kristen Stewart, la tua interpretazione in Twilight è stata per me una fonte d'ispirazione fondamentale.
Su come non recitare."

"Ho come l'impressione che mi pentirò di aver scelto questo abito..."

Charlize Theron
Taglio corto lesbo chic. Glacialmente affascinante.
Forse più glaciale che altro.
Voto 6,5


Anne Hathaway
Quanto era capezzolosa, ieri, la Tettaway?
Voto 7,5


Helen Hunt
MILF reperto 1: Discreta.
Voto 6


Catherine Zeta-Jones
MILF reperto due: stica!
Voto 7+



Jennifer Aniston
Sempre caruccia, lei. E notate che ho detto caruccia quando avrei potuto usare espressioni ben più zozze.
Voto 8


Jennifer Garner
Sposando Ben Affleck l’attore, Jennifer ignara pensava: “Oh, che bello! Sarò io quella di talento della coppia.”
Poi Ben Affleck si è messo a fare il regista…
Voto 7

"Chi l'avrebbe detto Ben, che dietro quel tuo sguardo inespressivo
si nascondeva uno dei più grandi talenti registici della nostra generazione?"

Jenna Dewan
Una delle tante a essere rimasta incinta alla sola visione di Magic Mike.
Voto 7



Halle Berry
No.
Semplicemente no.
Ma proprio no.
Voto 3


Kristen Stewart
Kristen ha tentato di lanciare una nuova moda: le stampelle in passerella.
Ma io non mi faccio impietosire da queste tecniche subdole.
Voto 5


Kelly Osbourne
Ma perché continuano a invitarla a questi eventi?
Peeeeeeeeerché?
Voto 0


And the Cannibal Oscar goes to...
Jessica Chastain!

"Ooh, che onore! Questo per me è il premio più importante.
Anche se pure un Oscar vero non mi farebbe schifo..."
E gli Oscar veri e propri???
I commenti cannibali sono in arrivo a brevissimo.
Rimanete sintonizzati!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com