(USA 2015)
Titolo originale: Secret in Their Eyes
Regia: Billy Ray
Sceneggiatura: Billy Ray
Ispirato al film: Il segreto dei suoi occhi (El secreto de sus ojos) di Juan José Campanella
Cast: Chiwetel Ejiofor, Nicole Kidman, Julia Roberts, Joe Cole, Alfred Molina, Dean Norris, Michael Kelly, Zoe Graham, Niko Nicotera
Genere: rifatto
Se ti piace guarda anche: Il segreto dei suoi occhi (2009), Cold Case
Non è poi così male avere una pessima memoria. Puoi ad esempio vedere il remake di una pellicola girata appena una manciata di anni fa, una pellicola che pure ti era piaciuta e parecchio, e sembrarti come se fosse nuova. Quasi.
È in quel quasi però che risiede la differenza fondamentale tra il godersi una visione nuova di pacca e una riciclata. È nella sensazione di déjà vu che ti accompagna dall'inizio alla fine che sta quella piccola, ma fondamentale differenza.
Non avendo una gran memoria, non sono in grado di elencare con precisione analogie e differenze tra Il segreto dei suoi occhi versione argentina originale del 2009 e Il segreto dei suoi occhi versione statunitense "tarocca" del 2015. Posso però notare che non si sono manco sbattuti a cambiare il titolo e che si sono limitati a modificare qualcosina a livello di trama e di dettagli, giusto per americanizzare e modernizzare il tutto. Ad esempio hanno sostituito il calcio con il baseball, e hanno passato l'ambientazione dall'Argentina a cavallo tra anni '70 e '90 agli Usa post 11 settembre. Niente comunque di troppo fantasioso o in grado di stravolgere l'originale. Cosa che da un lato è un bene, dall'altro rende questo remake del tutto inutile, come d'altra parte lo sono quasi tutti i remake.
La cosa che più mi preme constatare è la differenza di emozioni, di sensazioni che le due pellicole trasmettono. Il segreto dei suoi occhi argentino aveva una sua atmosfera avvolgente. I suoi lenti ritmi ti avvolgevano come un tango e poi all'improvviso ti travolgevano e ti stordivano come una goleada di Maradona. Il segreto dei suoi occhi statunitensi è invece il classico thriller americano, un po' più lento e riflessivo del solito, incapace però di portare davvero dentro la storia, di accompagnare nella vita dei suoi personaggi come faceva il più caliente e appassionato “cugino” sudamericano. È un cold case che resta molto cold e poco case.
Si tratta di un brutto film?
No. Chi non ha visto l'originale potrebbe anzi considerarlo piuttosto valido.
Si tratta di un remake brutto o che disonora l'originale?
Nemmeno. È una pellicola che ha un gran rispetto per la versione argentina. Persino troppo timore reverenziale. È anche realizzato in maniera impeccabile e pure le interpretazioni non sono male. Bene il protagonista Chiwetel Ejiofor, benino Nicole Kidman e Julia Roberts, seppure lontane dalle loro migliori performance, e interessante il cast di comprimari.
Pure gli attori di contorno contribuiscono però ad aumentare l'effetto déjà vu, con Dean Norris che ha un ruolo da sbirro cazzaro ma in fondo bonaccione non troppo distante da quello di Breaking Bad, con Michael Kelly ambiguo come in House of Cards, con Zoe Graham che in pochi istanti sa illuminare la scena come faceva in Boyhood, con Niko Nicotera che con quella faccia da ligera non può avere altra parte che quella della ligera proprio come in Sons of Anarchy.
E poi nel ruolo del tipo che al protagonista, così come a te spettatore, sembra di aver già visto, e infatti da qualche parte l'hai già visto, c'è Joe Cole, giovane attore inglese apparso nelle serie tv Skins, The Hour e Peaky Blinders.
E poi nel ruolo del tipo che al protagonista, così come a te spettatore, sembra di aver già visto, e infatti da qualche parte l'hai già visto, c'è Joe Cole, giovane attore inglese apparso nelle serie tv Skins, The Hour e Peaky Blinders.
Tutto è curato alla perfezione, comprese le musiche da thrillerino medio e la fotografia da David Fincher di serie B e la regia precisa quanto anonima di Billy Ray, che aveva esordito con l'interessante L'inventore di favole ma ormai è diventato solo l'ennesimo mestierante hollywoodiano. Tutto è impeccabile, tutto è formalmente ineccepibile, tutto è rifatto in maniera professionale proprio come il volto di Nicole Kidman, peccato sia stato incapace di farmi provare anche solo una sensazione che non fosse quella di déjà vu. Ed è questa la differenza con l'emozionante pellicola originale argentina. Una piccola fondamentale differenza.
(voto 5,5/10)
Un remake non necessario, preferisco tenermi il bel ricordo del film originale.
RispondiEliminaA me neanche l'originale aveva fatto impazzire, sai?
RispondiEliminaQuesto lascia il tempo che trova, ma si fa guardare.
I tre, però, mi sono piaciuti abbastanza.
Come te anch'io avevo un po'rimosso l'originale, il remake non mi è dispiaciuto :)
RispondiEliminaMai visto nè l'uno nè l'altro.....mi pare che in questo caso però non perdo molto ;)
RispondiEliminaMi tocca essere d'accordo. Una vera disdetta. ;)
RispondiEliminaEro curiosa di vederlo perché l'originale è tra i miei preferiti di sempre, per cui partivo già prevenuta. Ma la tua recensione non mi ha invogliato!
RispondiEliminaNon ho visto il remake, ma ricordo molto bene il film originale e mi chiedo solo una cosa: perché? Ma perché fare i remake? Va bene spostare la vicenda storia al 9/11, cambiare sport (ma gli Americani giocano a calcio, lol), ma la forza del film argentino sta proprio sul contesto storico legato a filo doppio con la storia di vendetta, concetto di giustizia, etica, morale etc. Mah, non ne vedo l'utilità di un'operazione del genere, sebbene abbia un signor cast.
RispondiElimina...mi hanno detto, piuttosto, di non perdere l'originale argentino che è decisamente più bello...
RispondiEliminaanche se io a Julia Roberts fatico a non dare una possibilità