Bo Burnham: Inside
Spesso si usa la parola genio a sproposito. Non è questo il caso. Bo Burnham è un maledetto genio. Comico, attore e anche cantautore, ha iniziato a farsi conoscere con dei video su YouTube.
Dopodiché ha fatto varie altre cose, tra cui esordire alla regia con la splendida pellicola sulla pre-adolescenza Eighth Grade - Terza media, e comparire al fianco di Carey Mulligan in alcune delle scene più memorabili di Una donna promettente.
"Ma siamo noi quelli sulla header di Pensieri Cannibali?" "Non ho idea di cosa tu stia parlando." |
Nel periodo del lockdown, mentre noi non combinavamo un bel niente, lui ha realizzato da solo in una sola stanza della sua casa un intero film. Uno speciale comico spassoso che è anche un musical con canzoni di notevole livello (da un paio di giorni ascoltabili pure su Spotify) che è anche un'acuta presa in giro dei video di YouTube con cui lui stesso ha cominciato a farsi notare che è anche una riflessione ironica sull'attuale società incentrata sui social media che è anche uno sguardo tragicomico alle nostre vite da zombie attaccati agli smart phone che è anche una seduta di autopsicoanalisi che è anche un inno alla creatività e all'arte di arrangiarsi con pochi mezzi a disposizione in mezzo a una pandemia girato recitato e cantato alla grande.
"Questo sono io che commento la recensione di Pensieri Cannibali che commenta il mio film" |
A voler fare proprio i pignoli, la seconda parte del lavoro è un po’ meno efficace della prima e Bo Burnham sembra non saper bene come concludere questo suo tour de force attoriale, registico e musicale. Forse perché, come lui stesso ammette, una volta finita quest'opera, cos'altro ha da fare? E noi, dopo aver visto Bo Burham: Inside, cos'altro possiamo guardare di così geniale?
(voto 7,5/10)
Geniale si.. ed alcuni pezzi teneri ed esilaranti allo stesso tempo.. come la videochiamata con la mamma.. ;)
RispondiEliminaQuanto bene si finisce per volere a Bo?
RispondiEliminaOra in loop il suo disco, in attesa di scoprire i suoi speciali precedenti.
Sarà che Make Happy preparava il terreno e la presenza del pubblico fa la differenza, ma Inside ha saputo toccare le corde giuste, senza vedere disequilibri.