lunedì 31 ottobre 2022

Ma dici sul serie? Le spaventose serie TV di Ottobre 2022, da The Watcher e Dahmer a Sopravvissuti






Serie da vedere

The Midnight Club
(stagione 1)

The Midnight Club ha come protagonisti un gruppo di ragazzini che trascorre gli ultimi giorni di vita in un hospice per giovani malati terminali. Per usare una citazione da boomer: allegria!


Allo scoccare della mezzanotte, questi ragazzini si ritrovano di nascosto per raccontarsi delle storie di paura. In pratica, The Midnight Club è la versione horror di Braccialetti rossi.

Non solo, è anche la nuova creatura seriale di Mike Flanagan. Uno i cui film non è che mi facciano sempre impazzire. Per dire, sto ancora aspettando il rimborso per la visione di Doctor Sleep, il pessimo sequel di Shining, e sì che l'ho visto gratis. Per le sue serie provo invece sempre un amore incondizionato. È successo con The Haunting of Hill House, The Haunting of Bly Manor, Midnight Mass e ora con The Midnight Club. In comune hanno tutte il modo di riuscire a parlare di morte in maniera profonda ma non necessariamente troppo deprimente, e allo stesso tempo riflettere sul genere horror e sui meccanismi della paura.


The Midnight Club è poi un'autentica goduria per chi ama l'arte della narrazione. È una serie piena di storie, qualcuno dirà persino troppe, ma alla fine raccontano tutte un'unica cosa: la voglia di vivere.

Personaggio cult della serie: Anya, interpretata dalla promettente Ruth Codd.



Tutto chiede salvezza
(stagione 1)

Hey, dove sono? Questo non è il mio letto. Questa non è la mia casa. Ok, ieri sera ho bevuto e non solo, ma non credevo di essere così fatto. E perché sono legato? Con chi diavolo sono finito a letto? Con qualcuno a cui piace il sadomaso? Fermi tutti... chi sono queste altre persone?


Oh, cazzo. Questo è un manicomio... pardon, viviamo in un'epoca politically correct e non li chiamano più manicomi. Li chiamano reparti di psichiatria, o qualcosa del genere. Ma io cosa ci faccio qui?

AIUTO! LIBERATEMI! IO NON SONO PAZZO AAAAAAAAAAH! NON SONO PAZZZZZO AAAAAAAAH! CAPITOOOOO? E COSA MI VOLETE FARE ADESSO? PERCHÉ AVETE UNA SIRINGA IN MANO? COSA MI STATE INIETTANDO? NON SONO MICA UN ELEFANTE...


Oooh, che bello. Come mi sento tranquillo e rilassato, adesso. Mi va di farmi un bel Netflix & chill. Mi metto tranquillo a guardare una nuova serie italiana. Si chiama Tutto chiede salvezza e c'è Federico Cesari di Skam Italia nella parte di un ragazzo apparentemente normale, uno come me, uno che s'è fatto una serata con gli amici un po' strong a bere e non solo e poi la mattina dopo si è risvegliato nel reparto psichiatrico di un ospedale romano, ricoverato con un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Una situazione che all'inizio può sembrare da incubo, ma che si trasformerà nell'esperienza più formativa e importante della sua vita, e lo porterà ad avvicinarsi a un gruppetto di personaggi pazzeschi. Lo dico in senso positivo.

IO COMUNQUE NON SONO PAZZO, QUINDI ADESSO FATEMI ANDARE VIA, IO NON C'ENTRO NIENTE QUA DENTRO, IO NON SONO PAZZOOOOOO, LIBERATEMI SUBITO O VI OBBLIGO A VEDERE UNA SERIE CON LINO GUANCIALE!!!

Personaggio cult della serie: Madonnina, interpretato da Vincenzo Nemolato.



The Playlist
(miniserie)

Per me Spotify è l'invenzione migliore dai tempi della scoperta dell'acqua calda. Potete quindi capire che provavo un certo interesse nei confronti di The Playlist, la serie che racconta com'è nato e si è sviluppato il più popolare servizio musicale in streaming oggi in circolazione.

"Questa è la cosa migliore successa al web dalla creazione di Spotify!"
"Pensieri Cannibali?!? Ma dici sul serio???"

Al di là del mio interesse personale, c'è da dire che questa serie non a caso svedese (per chi non lo sapesse Spotify è nato proprio in Svezia) è molto ben fatta e propone in ogni episodio un punto di vista, e un protagonista, differente. Con una puntata finale piuttosto sorprendente. Insomma, se Spotify accompagna le vostre giornate la visione è d'obbligo, ma anche se non sapete manco cosa sia di preciso un ascolto, o meglio un'occhiata questa Playlist se la merita.

"Walt White, mi spieghi cosa c'entri tu con la nascita di Spotify?"
"Per l'ennesima volta: io non sono Walt White."


Dahmer - Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer
(miniserie)

DISCLAIMER: questo sito con il cannibale di Milwaukee non ha nulla a che fare e si dissocia del tutto dal suo comportamento


Come affrontare un mostro come Jeffrey Dahmer, uno dei serial killer più efferati nella storia degli Stati Uniti e del mondo intero?
Non intendo di persona, intendo in una serie TV. Il "solito" Ryan Murphy decide di procedere con un approccio simile a quello di American Crime Story: Il caso O.J. Simpson, proponendo la storia da diversi punti di vista. Quindi viene dato un notevole spazio a Dahmer, ovviamente, ma la parte più interessante è quando lo sguardo viene rivolto alle vittime, come nello splendido sesto episodio.


Come quasi sempre quando si ha a che fare con le serie in cui c'è lo zampino di Ryan Murphy l'andamento è discontinuo, ci sono scelte più o meno riuscite e aspetti più o meno discutibili. L'ira dei famigliari delle vittime di Dahmer nei confronti dello show Netflix è comprensibile, soprattutto per aver fatto ritornare "popolare" un personaggio negli ultimi anni finito un po' nel dimenticatoio. A guardarla bene però questa serie omaggia le vittime più di quanto non abbia mai fatto la città di Milwaukee, per dire, e pone interrogativi inquietanti sul comportamento della polizia nella vicenda. Se si passa oltre il gusto per il morboso, quindi, è una visione sì inquietante e dolorosa, ma anche necessaria.


The Watcher
(miniserie)

Non contento di aver sconvolto il mondo con Dahmer, Ryan Murphy piazza subito un'altra inquietante serie tra le più viste del momento. The Watcher parla di una famiglia che da New York City si trasferisce in una villa di lusso nei "tranquilli" sobborghi di periferia e diventa il bersaglio di un misterioso stalker. Una vicenda che può far venire i brividi a chiunque, non solo a chi vive in una villa di lusso. I protagonisti pensano di essersi trasferiti in un posto sicuro e invece si ritrovano dei vicini che metterebbero i brividi pure agli abitanti di Twin Peaks.


La vicenda ben presto assume dei contorni assurdi, al punto che uno dice: "Sì, va beh, adesso state esagerando". Peccato che la miniserie sia tratta da una storia vera. Romanzata finché si vuole, ma tratta da una storia vera. Questo significa che il finale, per quanto insoddisfacente, non poteva essere differente e significa anche che da qualche parte c'è una famiglia che ha davvero affrontato qualcosa se non di uguale, di molto simile. Paura, eh?

"Mio Dio, è spaventoso!"
"Sì, quello che stanno facendo alla mia famiglia è molto preoccupante."
"Veramente stavo parlando di Pensieri Cannibali."



Serie da evitare

Sopravvissuti
(stagione 1, episodio 1)

Se non vi sono bastati Dahmer, The Watcher, The Midnight Club e il governo Meloni, questo Halloween per spaventarvi non vi resta che rivolgervi a Sopravvissuti, quella che viene descritta come la risposta italiana a Lost e Homeland. Basta vedere la scena iniziale con Lino Guanciale che urla, per urlare di terrore.


Sopravvissuti. Il titolo è dedicato agli spettatori che riescono ad arrivare alla fine anche soltanto di un episodio di 'sta roba.



Cotta del momento
Grace Van Patten e un po' tutto il cast (Tell Me Lies)

A mani basse, Tell Me Lies è la serie più sexy dell'anno. Pure troppo sexy. Di cosa parla?
In breve: gente bella che scopa a più non posso. Una volta ho provato a contare quante scene di sesso ci sono in una sola puntata, ma ho perso il conto. Al confronto The Affair era una visione per puritani.


Scherzi a parte, ogni tanto c'è anche un filo di trama. Senza esagerare. C'è inoltre da dire che i protagonisti non è che siano il massimo della simpatia, ma in compenso i loro interpreti, sia femminili che maschili, sono così affascinanti che è difficile distogliere lo sguardo da Tell Me Lies. E io, a differenza loro, non racconto bugie.



Guilty Pleasure
From Scratch
(stagione 1)

From Scratch racconta di una giovane donna americana che nel 2000 frequenta un corso d'arte a Firenze e finisce per conoscere un affascinante siciliano. Minchia!

Sì, come potete immaginare tutti gli stereotipi sull'Italia e gli italiani visti dagli occhi degli americani sono tutti presenti: dolce vita, buona cucina, uomini marpioni che cucinano alla grande, donne esuberanti, "Con te partirò" suonata non in senso ironico, "Nel blu dipinto di blu" (qui però proposta in un'ottima versione cantata da Malika Ayane) e via dicendo. Non manca niente.


Il piacere di guardare la serie è proprio questo. Tuffarsi in un'Italia fittizia da cartolina e dimenticare per un po' di vivere in quest'Italia reale sempre più irriconoscibile. Dopo il primo episodio comunque le vicende si alternano tra il nostro paese e gli USA e non mancano gli stereotipi pure sugli americani, tranquilli. Inoltre, superati gli stereotipi e un inizio da comedy, From Scratch diventa la cosa più da lacrime vista dai lontani tempi di This Is Us.



Mezzo Diludendo Award
Boris
(stagione 4)

Di solito mi piace fare il bastian contrario. In questo caso invece mi tocca farlo con rammarico. Mi spiace non unirmi al coro di voci entusiaste nei confronti della quarta stagione di Boris, quella del ritorno a 12 anni dalla terza e a 11 anni da Boris - Il film. Non che non mi abbia fatto ridere. Non che non mi abbia fatto piacere rivedere tutti i personaggi storici, da Stanis a René. Non che il modo in cui viene affrontata la nuova situazione televisiva dominata dalle piattaforme streaming non sia brillante e spassoso.


Senza nulla togliere agli altri sceneggiatori, personalmente ho però trovato che l'assenza del compianto Mattia Torre si senta, eccome. Capisco che la mission della serie sia quella di far ridere, ma dopo tutti questi anni di assenza dallo schermo mi aspettavo una maggiore profondità, una maggiore evoluzione nei personaggi. Una migliore gestione dei personaggi. Nel voler ritagliare uno spazio a tutti, si finisce per non approfondirne quasi nessuno. Prendiamo ad esempio Arianna (Caterina Guzzanti): è diventata mamma, in un paio di scene compare pure suo figlio e nonostante questo non entriamo mai davvero nella sua vita, non la conosciamo più a fondo. A questo punto perché allora introdurre il figlio?


O prendiamo uno dei pochi nuovi personaggi di questa stagione: Manuela, interpretata da Nina Torresi, ottima attrice lanciata dal film La bellezza del somaro. La vediamo pochissimo, a un certo punto esprime il suo amore nei confronti degli uomini un po' orsi, si fa strada l'idea di un possibile flirt con René e poi niente, sparisce quasi del tutto. Si poteva darle più spazio, dai dai dai.


Il bello del Boris dei primi tempi era quello di essere qualcosa di rivoluzionario all'interno dello stantio panorama televisivo italiano, mentre la nuova stagione si accontenta di essere un fanservice gradevole, ma che come molte altre operazioni del genere sembra un revival un po' fine a se stesso. Ha il pregio e allo stesso tempo il limite principale di essere esattamente come la si poteva immaginare. Con delle sceneggiature divertenti, solo scritte un po' a cazzo di cane. Proprio come questo blog.




2 commenti:

  1. Ho finito di guardare The Playlist giusto due giorni da, mi è piaciuta molto ed ho apprezzato il fatto che ogni episodio mostri una sfaccettatura diversa.

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  2. Com'è possibile! Sono già indietro con i titoli più importanti e riesci comunque a trovare serie che mi erano sfuggite?
    Sarà un novembre di immersione sul divano, anche se il doppio Murphy non so se lo apprezzerò, le bugie, la storia di spotify e il ricovero forzato, non posso lasciarmeli sfuggire.

    Ce la farò, al momento posso solo dire di essere un cuore di pietra e di aver trovato un tantino poco ispirati e a tratti poco sopportabili i cantastorie del club della mezzanotte.

    RispondiElimina

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