Dicono che le bugie hanno le gambe corte, ma dopo aver visto Longlegs propongo di cambiare il proverbio in: le bugie hanno le gambe lunghe.
Prima bugia: Longlegs è considerato da una parte notevole di pubblico e critica come il miglior film su un serial killer dai tempi de Il silenzio degli innocenti, di cui è pure considerato l'erede contemporaneo.
La reazione di Hannibal Lecter a chi ha paragonato Longlegs a Il silenzio degli innocenti
Falso. Cioè, i riferimenti a Il silenzio degli innocenti ci sono anche. Alcune inquadrature richiamano in maniera evidente il Capolavoro (quello sì) di Jonathan Demme con Jodie Foster e Anthony Hopkins. C'è anche un dialogo in cui si parla di vitelli che forse vorrebbe somigliare a quello sugli agnelli tra Clarice Starling e Hannibal Lecter. Solo perché si cerca di imitare un film, non significa però essere all'altezza del confronto. Se proprio dobbiamo fare un paragone, io lo paragonerei a Il silenzio dei prosciutti, visto Longlegs che mi ha provocato più risate che spaventi. Credo anche più risate del filmone di Ezio Greggio.
"Il mio film è molto più spaventoso di Longlegs, diciamolo!" |
Seconda bugia: Longlegs è l'horror più spaventoso dell'anno, del decennio, secondo alcuni anche del secolo. Per qualche esagerato pure di sempre, massì.
Falso. Come detto sopra, per me funziona più come pellicola comica che dell'orrore. Sarà che me lo sono visto dopo una divertente giornata in spiaggia e non sono riuscito ad entrare nel mood giusto. Ammetto che Longlegs inizia anche con il piede giusto, con una prima parte inquietante e misteriosa il giusto, che promette di farci vedere grandi cose. Grandi cose che poi non arriveranno mai. Pure la colonna sonora parte alla grande, lasciando intendere che i T.Rex giocheranno un ruolo centrale nel film, e invece poi così non è.
⚠ ATTENZIONE SPOILER ⚠
Quello che arriva è invece un Nicolas Cage quasi del tutto irriconoscibile e perfettamente calato nella parte dello squilibrato totale. La sua interpretazione è parecchio convinta. Il problema è che il suo personaggio, il Longlegs che dà il titolo alla pellicola, è davvero ridicolo. Sarò stupidotto io, ma non sono riuscito a trattenere le risate ogni volta che compare in scena, e in totale compare per appena una manciata di (divertentissimi) minuti.
"Cucù, cucù, guardate che manone che ho. Più che Longlegs, dovrei chiamarmi Longhands" |
Diciamo che il suo personaggio vorrebbe essere un Charles Manson creatore di bambole infuse con magia satanica, e già lì ci sarebbe parecchio di che ridere, e invece finisce più che altro per apparire come una brutta copia di Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, o al limite una parodia di Marilyn Manson. D'altra parte, già da tempo si sospettava che Nicolas Cage si stesse trasformando nella rockstar.
Terza bugia: Longlegs è un bel film.
Falso. Cioè, de gustibus, per carità. Liberi di pensare sia un bel film. C'è tanta gente che pensa che anche Avatar sia un bel film. Però poi ci sono dei film che sono obiettivamente grandi. Come il già citato Il silenzio degli innocenti, per fare un esempio a caso: una lezione di regia, di costruzione della tensione ai livelli di Hitchcock e pure oltre, con delle interpretazioni iconiche tanto di Anthony Hopkins quanto di Jodie Foster, battute e dialoghi memorabili e una sceneggiatura in cui tutto funziona alla perfezione.
"Ora Pensieri Cannibali dovrebbe smetterla di confrontare Longlegs con il nostro film: è una cosa crudele persino per i miei standard" |
Longlegs è un film che a livello estetico ha persino un suo fascino e il regista Oz Perkins (figlio del protagonista di Psyco Anthony Perkins) ha un buon potenziale che in futuro potrebbe mettere a frutto, con a dispozione una sceneggiatura decente. La componente più debole della pellicola mi sembra proprio il copione, da lui stesso scritto non con le gambe lunghe ma con i piedi. I dialoghi sono pretenziosi e per lo più deliranti, o forse possiedono una profondità che a me non è pervenuta.
La vicenda satanista è inoltre banalotta e gli sviluppi nella vicenda sono a tratti buttati via in fretta e furia (come quando Longlegs viene arrestato all'improvviso, dopo essere riuscito a farla franca per decenni), tanto che più che di buchi di trama si può parlare di trama di buchi, e se questa frase non vi sembra avere senso abituatevi, perché anche questo film un senso non ce l'ha. E così vado a citare Vasco, e pure questa è una cosa che un senso non ce l'ha, considerato il mio scarso amore nei confronti della sua musica, e quindi tutto torna.
Quando un senso ce l'hanno, gli sviluppi nella trama sono parecchio prevedibili anche per chi non possiede poteri di chiaroveggenza come la protagonista interpretata da una Maika Monroe valida, ma non convincente come in altre occasioni. Tipo Watcher, The Guest, Hot Summer Nights e It Follows, quest'ultimo altro horror che aveva scatenato reazioni entusiastiche e in quel caso per me giustamente.
Non è necessario saper prevedere il futuro per immaginare che tra la protagonista e Longlegs ci sia qualche connessione passata. Così come non è certo sorprendente, persino per uno come me che di solito sui finali dei film non c'azzecca mai, intuire che la pellicola si possa concludere alla festa di compleanno di Ruby, la figlia del collega FBI della protagonista.
Più che un bel film, Longlegs è l'aborto di un bel film. Parte da ottime premesse, con i suoi omaggi ai grandi thriller degli anni '90, oltre a Il silenzio degli innocenti riporta alla mente pure alcuni episodi di X-Files, Seven e qualsiasi altro film a tema serial killer di quel decennio, e minuto dopo minuto le spreca tutte con uno sviluppo a metà strada tra il banale e il ridicolo. Con un villain improbabile che viene deriso pure da chi lo incontra.
La vera idola del film
Avrei tanto voluto esaltarmi, e terrorizzarmi, come il resto del mondo per questa pellicola. Gli avevo già tenuto un posticino d'onore nella classifica dei miei film dell'anno. E invece le alte aspettative si sono trasformate in cocente delusione. Sarà che non sono riuscito a entrare nell'atmosfera del lavoro. O sarà che faccio davvero fatica a spaventarmi anziché ridere per delle bambole sataniche stile Annabelle e per un Nicolas Cage ancora più parrucchinato del solito che fa "cucù, cucù" come un povero scemo.
(voto 5/10)
No, dai. Riguardalo quando lo passeranno al cinema, poi ne riparliamo. Può non piacere, e sicuramente non gli hanno giovato paragoni impietosi (e sbagliati) e un battage allucinante, ma una stroncatura così non la merita.
RispondiEliminaSottoscrivo. In tutti i sensi visto che ho pure scritto qua sotto.
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