martedì 27 agosto 2024

La musica di Agosto 2024: con Fontaines D.C., Oasis, Smashing Pumpkins e altri







Album del mese
Fontaines D.C. "Romance"

I Fontaines D.C. sono uno di quei gruppi che ti fanno venire voglia di mollare tutto quello che stai facendo, imparare a suonare la chitarra, o in alternativa il basso o la batteria, e mettere su una band. Non sono tanti i gruppi del genere oggi in circolazione. Non ci sono proprio tanti gruppi musicali in giro. Adesso è quasi tutta una questione di solisti. Per carità, belli eh i solisti, ma volete mettere con il fascino della band? È la stessa differenza che c'è tra sport individuali e sport di squadra. Sinner può essere forte finché volete, ha raggiunto traguardi impensabili per un tennista italiano, ma voi scendereste per strada a festeggiare una sua vittoria?

In strada si scende per la Nazionale, per la propria squadra. Non per uno che gioca da solo. Idem per la musica. Amo e ho amato parecchio diversi artisti solisti, però l'eccitazione provata di fronte a un gruppo, al gruppo che senti tuo, non ha pari. È una cosa questa che non mi capitava tipo dai primi anni zero. Dall'epocale “Kid A” dei Radiohead o anche dal meno epocale, ma per me in quel momento parecchio significativo, “Machina/The Machines of God”, l'ultimo album davvero degno di nota degli Smashing Pumpkins.

A pensarci bene mi è successo anche per “The Ballad of Darren”, l'ultimo splendido lavoro dei Blur uscito l'anno scorso, però si parla di una band che adoro da così tanto tempo che fa storia a sé. Per una relativamente nuova, venuta fuori negli ultimi anni, è invece una cosa che non mi capitava da un bel po'. Invecchi, pensi che non troverai mai qualcuno che ti farà riprovare quelle emozioni di una volta, se non i vecchi amori durante un revival. “We have lost the feeling that we thought we'd never lose, now where are we going?”, si chiedevano proprio i Blur in “Barbaric”, una delle loro più recenti hit. E poi, poi arrivano i Fontaines D.C. e ti ritrovi ancora capace di provare quei sentimenti che credevi andati perduti e di innamorarti di nuovo di una (più o meno) nuova band.

Che poi io i Fontaines li seguo e li venero già da qualche anno, ho trovato notevolissimi i loro primi tre album, che però avevano tutti una certa pesantezza, come se per dimostrare di essere bravi dovessero per forza suonare seri e impegnati. Con questo “Romance” per la prima volta sembrano invece essersi lasciati davvero andare. Sembrano divertirsi proprio, cosa che non significa per forza che abbiano iniziato a fare musica allegra, anzi. “Romance” suona però diverso, più frizzante, rispetto ai già ottimi lavori precedenti, e rispetto a questi rientra in un'altra categoria. Categoria: “Dischi della vita”.

Ogni pezzo è una gemma. A partire dai singoloni "Starburster" con il featuring di Roberto Da Crema nel ritornello (o non è lui?), "Favourite", già una mia personal favourite of all times, "Here's the Thing" con i suoi chitarroni molto Placebo/Weezer, e "In the Modern World", ballatona dark alla Smashing Pumpkins, ma anche il resto del programma, che frulla il meglio del rock anni '80 e '90 in maniera personale, e cresce con gli ascolti.

È l'album che avrei voluto fare io se a un certo punto della mia vita avessi avuto le palle di mollare tutto e mettere su una band. Ammesso e soprattutto non concesso di avere un qualche tipo di talento musicale. I Fontaines D.C. con “Romance” hanno fatto un disco grande, esagerato, epico, spinto al limite, destinato a dividere, che sarà accolto da alcuni come un Capolavoro e da altri come una Delusione, la svolta commerciale di un gruppo un tempo indie e oggi più accessibile. Che poi col mainstream di oggi i Fontaines mi sembra che ci azzecchino poco e inoltre certi discorsi di confini tra mainstream e alternative fanno molto anni '90 ed è forse questo il pregio maggiore del loro disco. Quello di aver riportato quel tipo di eccitazione, e anche di divisione, che tra i gruppi “rock” (inteso in senso lato) non si vedeva probabilmente proprio dai maledettissimi magnificissimi anni '90.
(voto 9/10)



Gli altri album

Smashing Pumpkins "Aghori Mhori Mei"

C'è stato un tempo in cui ogni volta che vedevo Billy Corgan mi batteva forte il corazón, benché fisicamente non sia mai stato il mio tipo, 'sto pelatone inquietante che sembra uscito da un horror. Succedeva perché i Pumpkins erano il "mio" gruppo. Uno dei miei gruppi della vita. Uno di quelli che riuscivano a trasmettere esattamente come mi sentivo attraverso la loro musica. Questo fino a "Machina/The Machines of God" del 2000, il loro ultimo album che ho adorato. Nonostante fosse inferiore ai loro precedenti lavori, conteneva ancora diverse canzoni di devastante bellezza.

Da allora con loro non ho più provato quelle sensazioni. Tante cose sono cambiate. Io sono cresciuto. La fruizione della musica, da Napster in poi, è diventata differente. Non stavo più ad ascoltare i dischi con il libretto dei testi spalancato davanti al viso. La fruizione musicale è diventata più accessibile, ma anche più veloce. È successa però anche un'altra cosa: Billy Corgan è come se avesse perso tutta la sua magia e si fosse trasformato nel più comune dei babbani. È come se avesse perso il suo superpotere di scrivere canzoni memorabili come "1979", "Tonight, Tonight", "Today", "Bullet with Butterfly Wings", "Zero", "Adore" "Stand Inside Your Love", "Disarm", eccetera eccetera. L'eccitazione che provavo ascoltando la loro musica si è trasformata in indifferenza. Ogni volta che mi approccio a un loro nuovo lavoro il fanciullino che è in me per un attimo ci spera di ritrovare le emozioni passate e, ogni volta, rimane inevitabilmente deluso. Non fa eccezione il nuovo "Aghori Mori Mei", noioso fin dal titolo. Un disco che, per carità, è suonato alla grande e a questo giro contiene se non altro una canzone decente ("Who Goes There"), ma ha anche l'incredibile capacità di passare senza lasciare traccia. Una volta i Pumpkins mi facevano venire i brividi, ora mi provocano solo sbadigli. Che infinite sadness.
(voto 5/10)



Jack White "No Name"

Jack White ha fatto un gran bel disco rock'n'roll, probabilmente il suo lavoro più tirato e punk dai primi tempi coi White Stripes. Perché allora non gli assegno un votone più alto di una comunque dignitosa sufficienza?
Perché, e forse ve l'ho già detto in passato, a me la voce di Jack White non entusiasma per niente. Grande chitarrista, però come cantante per me è un po' meh. Oh, de gustibus.
(voto 6/10)



Kanye West, Ty Dolla $ign "VULTURES 2"

Come scrive il sempre pungente Michele Monina su MOW, il nuovo album di Kanye West non è un capolavoro (è da "Yeezus" del 2013 che non ne realizza più), ma vale pur sempre più di tutta la trap italiana, perché "un mezzo capolavoro creato da chi ha talento sarà sempre migliore del più bell’album composto da chi talento non ne ha". Parole di Monina, ma che mi sento di sottoscrivere decisamente. Anche questa volta Kanye fa incazzare perché alterna qualche intuizione notevole a tanti momenti riempitivo e sottotono (non sto parlando del duo hip hop italiano formato da Tormento e Fish). Negli ultimi anni il rapper e producer è sempre più follia che genio, ma un pizzico di genio lo possiede ancora e per il momento bisogna accontentarsi di quello. In altre parole, questa volta tutte mie, meglio una mer*a di Kanye che una perla di Sfera Ebbasta.
(voto 6/10)



beabadoobee "This Is How Tomorrow Moves"

Altroché "Sesso e samba". La mia canzone dell'estate 2024 è "Beaches" di Beabadoobee, il primo pezzo che mi è uscito in modalità random su Spotify al mio debutto in spiaggia quest'anno, nonché uno degli highlights dal terzo delizioso album della cantautrice filippino-britannica. A questo giro si è avvalsa della produzione di Rick Rubin, uno che nella sua carriera ha lavorato con chiunque, persino con Jovanotti, ma è noto più che altro per le sue collaborazioni con artisti dalle vocalità ruvide e "sporche" come Johnny Cash, Red Hot Chili Peppers, Beastie Boys, Metallica e Slipknot. Artisti a prima vista non proprio affini a quella che insieme ad Arlo Parks è oggi la voce più dolce in circolazione sul pianeta Terra.

Rick Rubin ha però il superpotere di sapersi adattare e di riuscire a tirare fuori il suono voluto dall'artista con cui collabora, piuttosto che imporre il proprio. "This Is How Tomorrow Moves" suona più americano, più californiano rispetto al suo solito, però è un disco profondamente Beabadoobee, ricco di dolcezza e con una maggiore dose di maturità, perché comunque ha 24 anni, è arrivata al terzo disco, negli ultimi mesi è stata in tour con Taylor Swift, ed è ora pronta a diventare davvero grande e a conquistare il mondo. Non so se ce la farà, non so nemmeno se questa è la sua intenzione, ma di sicuro ha definitivamente conquistato me.
(voto 8/10)



Brigitte Calls Me Baby "The Future Is Our Way Out"

Se vi piacciano gli Smiths e la voce epica di Morrissey, qui troverete pane per i vostri denti e suoni per le vostre orecchie. I Brigitte Calls Me Baby sono un gruppo esordiente dallo spirito retrò, o se preferite fuori dal tempo, che a sorpresa arriva da Chicago e non da Manchester e che possiede un potenziale enorme. Se in futuro riusciranno ad affrancarsi dall'inevitabile paragone con gli Smiths (ma nella loro musica ci sono anche echi di Chris Isaak, Roy Orbison, Killers, Cure e altri) e a trovare una strada tutta loro, potrebbero diventare qualcosa di enorme. Per adesso comunque c'è di che godere anche così.
(voto 7/10)



Canzoni Top

#2 Frankie Beetlestone "Something to Say"

Non so se il suo sia un nome d'arte o meno, ma quando hai un cognome così, Beetlestone, non puoi che avere la musica nel sangue. La bella musica nel sangue.




#1 Lady Gaga, Bruno Mars "Die with a Smile"

Lady Gaga è tornata sulla scena musicale, a 4 anni dal suo ultimo album e a 2 dal singolo per la colonna sonora di Top Gun: Maverick, con un pezzo lontano dalle sue consuete sonorità dance-pop e lasciando i riflettori a... Bruno Mars. Nel loro duetto a sorpresa è lui a fare la parte del leone e lei si presta al ruolo di gregaria di lusso, contribuendo a dare al bel brano un tocco in più, il suo tocco, sempre senza oscurare lui. Perché quando sei una vera star, non hai bisogno di rubare la luce agli altri per brillare.




Canzoni Flop

#2 The Killers "Bright Lights"

Ma che è 'sta cafonata?




#1 Shawn Mendes "Why Why Why"

Pure Shawn Mendes s'è messo a inseguire l'inspiegabile moda/piaga musicale che risponde al nome di folk-pop commerciale. Ogni volta che un cantante pop dal bel faccino fa uscire un pezzo del genere, da qualche parte un cantautore vero perde le ali, e pure la chitarra. Se lo chiede pure lui: "Perché perché perché?".




Cotta del mese
Charli xcx e Billie Eilish

Charli xcx, Billie Eilish e una pioggia di mutandine. È all'incirca così che immagino il Paradiso.
Anzi, è esattamente così che lo immagino.




Guilty Pleasure del mese
Sabrina Carpenter "Short n' Sweet"

Short n' Sweet. Breve e dolce. Sta già tutto nel titolo il nuovo album di Sabrina Carpenter, una versione più leggera e soprattutto più ironica di Taylor Swift, o se preferite un aggiornamento contemporaneo della brillante e spassosa Katy Perry dei primi tempi, con l'aggiunta di un umorismo più dark, come dimostra il nuovo splatteroso video di "Taste" con la partecipazione di Jenna Ortega e tanti omaggi al cult movie La morte ti fa bella.

Sabrina vita da popstar ha sfornato un album mainstream praticamente perfetto, pieno di canzoni irresistibili che si bevono veloci come un Espresso, ma restano incollate in testa a lungo.
(voto 7,5/10)




News del mese (e del decennio)
La reunion degli Oasis

Il primo amore non si scorda mai e il mio primo amore musicale sono stati gli Oasis. "(What's the Story) Morning Glory?" è stato il primo album che ho comprato, su cassettina, e anche se poi altre band hanno occupato un posto ancora più importante nel mio cuore, dai Blur ai Radiohead, ai ragazzacci di Manchester ho voluto e vorrò sempre un gran bene. Mi riempie quindi di gioia la notizia della loro reunion. Per adesso soltanto per alcune date nel 2025 tra Regno Unito e Irlanda, ma io già sogno che i fratelli Gallagher di nuovo insieme pubblichino presto anche delle nuove canzoni e soprattutto un nuovo album, che sarebbe il loro primo da "Dig Out Your Soul" del 2008.

I loro concerti sono previsti tra luglio e agosto del prossimo anno e nel frattempo Noel & Liam hanno tutto il tempo di mandare ancora tutto a pu**ane. Anche se, considerati gli enormi interessi economici in campo, la pagherebbero cara. Conoscendoli comunque non mi sento di escludere niente.


Che sia un'operazione economica e nostalgica poco importa. Tra un mondo con gli Oasis e un mondo senza gli Oasis, io preferisco un mondo con gli Oasis. Che poi, ancora più dei concerti, io sono curioso delle loro eventuali interviste insieme. Le punzecchiature e le frecciatine tra i due fratelli Gallagher sono qualcosa di irresistibile, e su questo credo che nemmeno i loro detrattori, forse ancora più numerosi di noi fan, abbiano da ridire.

In attesa di ulteriori sviluppi su questa reunion vociferata e ipotizzata così a lungo che ormai avevo quasi perso la speranza si sarebbe mai realizzata, e ancora adesso finché non li rivedo insieme non ci credo, aspetto anche la deluxe edition del loro storico album d'esordio "Definitely Maybe", in arrivo venerdì 30 agosto per festeggiare il trentennale dalla sua prima uscita. Questo mese c'è davvero di che sentirsi Supersonic.





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