giovedì 22 agosto 2024

Ho visto la TV brillare, e non era manco colpa della luce emanata da Barbara D'Urso





Ho visto la TV brillare
(titolo originale: I Saw the TV Glow)

Ho visto la TV brillare è un film che parla dell'amore più grande di tutti. Quello per sé stessi? Quello per gli altri? Quello per i figli? Quello per i genitori? Quello per il proprio partner? Quello per la patata?

No, no, no, no, no e ancora no. Se questo fosse un esame sareste già stati bocciati. Sto parlando di quello nei confronti delle serie TV. C'è un bel dialogo nel film in cui la sua amica Maddy (Brigitte Lundy-Paine della serie Atypical) chiede al protagonista Owen (Justice Smith della serie The Get Down e dei film Jurassic World - Il dominio e Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri) se gli piacciono le ragazze o i ragazzi, e lui risponde: "Non lo so... credo mi piacciano le serie TV".


Ci sono diversi film dedicati all'amore per il cinema. Non so, Nuovo Cinema Paradiso, Hugo Cabret o The Fabelmans, giusto per citare i primi che mi vengono in mente. Ci sono pure serie che raccontano dell'amore per il cinema, Dawson's Creek su tutte. Non mi viene invece in mente nessun film che mostri l'amore per le serie TV. Finora. A colmare questa lacuna, per quanto mi riguarda di notevole peso, ci pensa ora Ho visto la TV brillare.


ATTENZIONE SPOILER

Jane Schoenbrun, regista della pellicola, ha spiegato che ha iniziato a scrivere la sceneggiatura durante l'inizio della sua transizione e il film è un racconto molto personale e visionario dell'esperienza trans. Questo è un tema che dà un valore aggiunto al lavoro e una chiave di lettura che magari non potrebbe sembrare così immediata. Tanto da non aver nemmeno scatenato le critiche della solita J. K. Rowling, almeno per ora. Forse perché la pellicola, dopo una prima parte piuttosto lineare e comprensibile, nel finale si trasforma in un delirio allucinato degno di David Lynch che fa un remake di Videodrome di David Cronenberg, e quindi capire cosa voglia dire non è proprio semplice.


Al di là dell'allegoria transgender, Ho visto la TV brillare è uno specchio in cui molti possono vedersi riflessi. Chiunque si sia mai sentito intrappolato nel proprio corpo. Chiunque abbia mai avuto la sensazione di vedere la propria vita scorrere dal di fuori. Chiunque si sia mai sentito diverso dagli altri, per qualunque ragione. E chiunque abbia mai amato profondamente una serie TV (o anche più di una) e si sia sentito rappresentato più da questa che dal mondo reale.

Ho visto la TV brillare è un lavoro discontinuo, non del tutto a fuoco, a tratti pasticciato, ma anche ricco di idee e tra queste la migliore è la serie immaginaria amata dai personaggi principali del film: The Pink Opaque (titolo che omaggia un album compilation del 1986 dei Cocteau Twins).


Una serie teen fantasy in cui si possono vedere chiari riferimenti a Buffy l'ammazzavampiri, a partire dall'uso dello stesso font. Non a caso in un piccolo ruolo compare Amber Benson, indimenticabile interprete di Tara nella serie cult anni '90, in un ruolo che intende "correggere" il suo destino nello show. Lo stesso film è ambientato negli anni '90. O almeno, parte dal 1996 e prosegue da lì in poi.


Vedere la passione, o forse è il caso di dire ossessione, con cui i protagonisti seguono questa serie TV immaginaria mi ha riportato ai tempi in cui avevo la stessa passione/ossessione per Beverly Hills 90210, Melrose Place, Twin Peaks, Buffy l'ammazzavampiri, Dawson's Creek e in seguito The O.C. e Lost, forse le ultime che ho seguito con un tale trasporto emotivo. Tra quelle recenti, probabilmente solo Stranger Things ed Euphoria mi hanno provocato un simile livello di fanatismo, sebbene mitigato dall'ormai raggiunta età adulta, anche se più a livello anagrafico che mentale.


La cosa più bella di questo film, per quanto mi riguarda, è proprio la mitizzazione della propria serie TV del cuore. Quella di cui non potevi perderti un solo minuto e che avresti guardato a ripetizione e che poi magari, rivista ad anni di distanza, non era poi nemmeno così eccezionale. Quella in cui potevi perderti e in cui avresti voluto vivere. Magari non proprio in tutte. Twin Peaks ad esempio è bella, ma non ci vivrei.

Ringrazio quindi Ho visto la TV brillare per avermi ricordato il mio Amore con la A maiuscola per le serie TV. Un Amore per carità mai svanito, ma che negli ultimi anni credo di aver dato troppo spesso per scontato. Come un matrimonio che continua da tanto tempo.


C'è chi ha definito questo film come un Donnie Darko per la Gen Z e per certi aspetti, con le sue atmosfere angoscianti in bilico tra fantasy e horror, i suoi enigmi visionari e un'ottima colonna sonora che diventa quasi un personaggio aggiunto, il paragone a grandi linee e con tutte le differenze del caso ci sta. In particolare, Ho visto la TV brillare rielabora gli anni '90 in una maniera simile a quanto Donnie faceva con gli 80s.

Ok, qui ricorda abbastanza Donnie Darko

Per parafrasare la ginnasta Simone Biles quando ha detto: "Non sono la prossima Usain Bolt o Michael Phelps, sono la prima Simone Biles", la stessa cosa può valere per questo film. Non è il prossimo Donnie Darko, è il primo Ho visto la TV brillare. Non nel senso che è il primo titolo di una saga, visto che è un lavoro autoconclusivo e non credo abbia bisogno di un sequel, sebbene una vera serie spin-off dedicata alla fittizia serie The Pink Opaque me la vedrei molto volentieri. Nel senso invece che è un qualcosa di nuovo e di unico.


Certo, Ho visto la TV brillare è un film ricco di citazioni e di riferimenti. Deve tanto ad esempio all'immaginario degli Smashing Pumpkins, a sua volta debitore del cinema di Georges Méliès.


C'è inoltre una notevole rappresentazione della scena indie grazie alle apparizioni di Phoebe Bridgers, Snail Mail, Sloppy Jane e King Woman.


Ma nel cast a sorpresa c'è pure un quasi irriconoscibile Fred Durst dei Limp Bizkit.


Nonostante questi riferimenti, o forse anche grazie a questi, Ho visto la TV brillare è un film che crea un mondo tutto suo e che rappresenta qualcosa di estremamente personale nel panorama cinematografico attuale, destinato a diventare un cult e anche a dividere. Un delirio, certo, ma un bellissimo delirio.
(voto 8+/10)





2 commenti:

  1. Sapevo che avresti amato.
    Tra i miei preferiti dell'annata.

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  2. Che film meraviglioso. Quanta "Buffytudine". Mi accodo a Mr. Ink nel definirlo uno dei miei preferiti quest'anno!

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