TU: “Sono andato a vedere Il concerto.”
AMICO: “Interessante, di chi?”
TU: “Intendo che ho visto Il concerto.”
AMICO: “Oook. E io intendevo chiederti di che cazzo di gruppo era il concerto che hai visto…”
TU: “Il film: “Il concerto”.”
AMICO: “Beheello. Ti sei visto un concerto in DVD. Eccitante! Quasi come essere lì dal vivo. No, aspetta. Non dirmelo che potrei non reggere l’emozione: hai anche pogato in salotto?”
TU: “Ma non hai capito. Ho visto il film “Il concerto”, Le concert.”
AMICO: “Uh, bello. Adesso fai il figo con le lingue. Sai che ti dico? Mi hai stufato. Bonsoir.”
Ecco, se vedete Il concerto, intendo il film “Il concerto”, non ditelo a nessuno. Vi risparmiate lunghe inutili conversazioni esplicative. Che poi, tra l’altro, secondo me non è nemmeno tutto questo gran film come molti sostengono.
Il concerto
Titolo originale: Le concert
Regia: Radu Mihaileanu
Cast: Aleksei Guskov, Mélanie Laurent, Dmitri Nazarov, Valeriy Barinov, Miou-Miou
Non sopporto i film ruffiani, tanto meno quelli pieni di stereotipi. Ne “Il concerto” i russi sono rappresentati fondamentalmente come: Comunismo, vodka, imprenditori russi alla Abramovič e musica classica di Tchaikovsky. Adesso, non conosco bene la situazione della Russia attuale, ma credo sia ben diversa dalla idealizzata raffigurazione qui proposta. Un po’ come quando noi italiani veniamo rappresentati solo attraverso pizza, pasta, sole, mafia e musica lirica. E capita spesso. Molto spesso. Le cose poi nella realtà sono un tantino differenti.
Il film comunque non ha probabilmente grandi pretese di realismo, essendo per lo più giocata sui toni della commedia grottesca.
AMICO: “Interessante, di chi?”
TU: “Intendo che ho visto Il concerto.”
AMICO: “Oook. E io intendevo chiederti di che cazzo di gruppo era il concerto che hai visto…”
TU: “Il film: “Il concerto”.”
AMICO: “Beheello. Ti sei visto un concerto in DVD. Eccitante! Quasi come essere lì dal vivo. No, aspetta. Non dirmelo che potrei non reggere l’emozione: hai anche pogato in salotto?”
TU: “Ma non hai capito. Ho visto il film “Il concerto”, Le concert.”
AMICO: “Uh, bello. Adesso fai il figo con le lingue. Sai che ti dico? Mi hai stufato. Bonsoir.”
Ecco, se vedete Il concerto, intendo il film “Il concerto”, non ditelo a nessuno. Vi risparmiate lunghe inutili conversazioni esplicative. Che poi, tra l’altro, secondo me non è nemmeno tutto questo gran film come molti sostengono.
Il concerto
Titolo originale: Le concert
Regia: Radu Mihaileanu
Cast: Aleksei Guskov, Mélanie Laurent, Dmitri Nazarov, Valeriy Barinov, Miou-Miou
Non sopporto i film ruffiani, tanto meno quelli pieni di stereotipi. Ne “Il concerto” i russi sono rappresentati fondamentalmente come: Comunismo, vodka, imprenditori russi alla Abramovič e musica classica di Tchaikovsky. Adesso, non conosco bene la situazione della Russia attuale, ma credo sia ben diversa dalla idealizzata raffigurazione qui proposta. Un po’ come quando noi italiani veniamo rappresentati solo attraverso pizza, pasta, sole, mafia e musica lirica. E capita spesso. Molto spesso. Le cose poi nella realtà sono un tantino differenti.
Il film comunque non ha probabilmente grandi pretese di realismo, essendo per lo più giocata sui toni della commedia grottesca.
La vicenda parte da uno spunto classico: un grande direttore d’orchestra che non sale su un palco da 30 anni ha la grande occasione per fare la sua rentrée trionfale, addirittura in quel di Parigi. Per farlo ha però bisogno di reclutare un gruppo di scapestrati strumentisti ebrei russi pure loro fuori dal giro da parecchio tempo. Anche qui è una parata di cliché che segue la struttura di film di grande successo come “Full Monty”, ma anche “Dodgeball” o “Armageddon”.
Nella seconda parte il registro si fa un attimo più drammatico, con l’inserimento di un altro tema decisamente scontato: gli strambi russi scelgono infatti di essere accompagnati dalla più grande violinista francese, che allo stesso tempo è anche una ragazza orfana che non ha mai conosciuto i genitori. Chi saranno mai questi genitori?
Qui almeno entra la nota più intonata di tutta la sinfonia: Mélanie Laurent, già splendida Shosanna nei “Bastardi senza gloria” di Tarantino. È su di lei che si regge sia l’orchestra, che l’intera seconda parte del film, visto che il resto del cast è composto da personaggi macchiette interpretati da attori poco convincenti.
Quando dopo un’ora e mezzo si arriva all’esibizione, il ritmo sale e la musica finalmente assume un ruolo da protagonista, ecco che arrivano una serie di trovate al limite del kitsch a rovinare tutto: l’organizzatore della banda si rivolge a Dio affinché il gruppo di ex musicisti ubriaconi si decida a suonare decentemente senza nemmeno aver fatto una prova dopo 30 anni che non prendevano in mano uno strumento. E natualmente viene ascoltato. Quindi, rapito dalla bellezza della musica, lo scorbutico direttore del teatro bacia il suo assistente con una trovata degna di un film dei Vanzina. Ma non basta: c’è anche un inutile spiegone finale che “rivela” i veri genitori della violinista. Inutile perché lo spettatore sapeva già tutto da almeno un'ora.
Mentre pubblico & critica si alzano in piedi ad applaudire questo film, io me ne sto in un angolino della platea con le braccia conserte. Che cali il sipario.
(voto 5)
Nella seconda parte il registro si fa un attimo più drammatico, con l’inserimento di un altro tema decisamente scontato: gli strambi russi scelgono infatti di essere accompagnati dalla più grande violinista francese, che allo stesso tempo è anche una ragazza orfana che non ha mai conosciuto i genitori. Chi saranno mai questi genitori?
Qui almeno entra la nota più intonata di tutta la sinfonia: Mélanie Laurent, già splendida Shosanna nei “Bastardi senza gloria” di Tarantino. È su di lei che si regge sia l’orchestra, che l’intera seconda parte del film, visto che il resto del cast è composto da personaggi macchiette interpretati da attori poco convincenti.
Quando dopo un’ora e mezzo si arriva all’esibizione, il ritmo sale e la musica finalmente assume un ruolo da protagonista, ecco che arrivano una serie di trovate al limite del kitsch a rovinare tutto: l’organizzatore della banda si rivolge a Dio affinché il gruppo di ex musicisti ubriaconi si decida a suonare decentemente senza nemmeno aver fatto una prova dopo 30 anni che non prendevano in mano uno strumento. E natualmente viene ascoltato. Quindi, rapito dalla bellezza della musica, lo scorbutico direttore del teatro bacia il suo assistente con una trovata degna di un film dei Vanzina. Ma non basta: c’è anche un inutile spiegone finale che “rivela” i veri genitori della violinista. Inutile perché lo spettatore sapeva già tutto da almeno un'ora.
Mentre pubblico & critica si alzano in piedi ad applaudire questo film, io me ne sto in un angolino della platea con le braccia conserte. Che cali il sipario.
(voto 5)
A me invece è piaciuto.Tra l'altro per quel che ho potuto sperimentare la realtà russa qui volutamente estremizzata non è poi così lontana,alcuni luoghi comuni non sono privi di fondamento.
RispondiEliminaGusto personale alla fine cmq!
andrò a vederlo sicuramente.
RispondiEliminaTks.
AngS.
Dopo aver visto il trailer italiano, penso che una bella mazzata a un film che potrebbe essere carino l'abbiano data i doppiatori: perché i russi devono parlare come scimmioni spastici? E' come se ai personaggi con la pelle nera venissero ancora messe in bocca cose come "Zi badrone", oppre "Biove, borga droia".
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaConcordo con Zio Scriba, il doppiaggio è penoso. La storia è divertente, però al limite e a tratti rischia di scivolare dal voluto grottesco al patetico, anche per alcune facilonerie e scontatezze della sceneggiatura. Negli ultimi venti minuti la musica e le immagini riscattano buona parte dei difetti che anch'io gli riconosco. Io sono più sul 6/7.
RispondiEliminaps: Mi sono ritrovato in un albergo con dei russi e confermo il giudizio di Euterpe.
*euterpe
RispondiEliminada come ne avevo sentito parlare mi aspettavo di più. invece delusion..
*AngS.
beh, non è così imperdibile :)
*zio scriba
visto in originale dev'essere effettivamente meglio. doppiati i personaggi risultano più ridicoli del previsto
*lucien
nella parte finale le cose migliorano, però anche sulla musica del concerto hanno deciso di intervenire con parole superflue. sarebbe stato meglio far parlare solo immagini & music.
quanto ai russi, allora devono essere davvero insopportabili :D
Vedendo il trailer mi sento un po' infastidita da questo doppiaggio.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i luoghi comuni credo che un errore comune è di addossare a una persona sola tutti gli stereotipi che ci potrebbero essere come se quella persona possa rappresentare il Paese. E' una cosa un po' ridicola, no?
Per quanto riguarda il tuo ultimo commento piuttosto una maggior consapevolezza a U, no? Sì è stata una cosa un po' monumentale leggere il tuo blog soprattutto questi ultimi mesi dove i uno ci sono poco più di 90 post. Poi per fortuna il numero dei post si sono diradati.
Ciao
RispondiEliminasecondo me ha ragione ZioScriba non hanno proprio senso certi tipi di doppiaggi
un saluto
uhm...[siparietto esilarante :O)] ma c'è un film che ti piace!?!!??!?! :)
RispondiEliminaconfermo, da fonti che stimo, che il doppiaggio di questo film è vergognoso, infatti al cinema non ci andrò, aspetto di poterne vedere una versione sottotitolata.
RispondiEliminale stesse fonti me ne parlano molto bene, poi dal regista di Train de Vie... vedremo :)
*almacattleya
RispondiEliminanegli ultimi tempi mi sono volontariamente impegnato per rendere arduo il compito a chiunque come te volesse leggere tutti i miei post :)
ma tu ce l'hai fatta comunque. grandissima!
*ernest
è già tanto che non abbiano chiamato qualche calciatore per fare un doppiaggio "simpatico"
*agnese
è vero, ho criticato e sono stato cattivo con un po' di film ;)
ma ne ho anche esaltati parecchi, ultimamente: invictus, il profeta, ink, i'm here, amabili resti, shutter island, tra le nuvole, crazy heart...
*robydick
con l'audio originale l'avrei magari apprezzato un po' di più, ma in generale credo non mi avrebbe convinto lo stesso. boh, non è il genere di storia che mi piace, nè ha uno stile registico che mi appassioni...
buona pasqua marco :)
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