giovedì 13 ottobre 2011

Cosa c’è dietro la curva? La maDamages. Butta via tutto, butta via tutto!

Damages
(serie tv, stagione 4)
Rete americana: DirecTV
Reti italiane: AXN, Canale 5
Creata da: Todd A. Kessler, Glenn Kessler, Daniel Zelman
Cast: Rose Byrne, Glenn Close, John Goodman, Dylan Baker, Chris Messina, Griffin Dunne, Judd Hirsch, Julie White Fisher Stevens, Bailey Chase
Genere: legal-political
Se ti piace guarda anche: Homeland, 24, The Good Wife, Suits, Fairly Legal, Crime d'amour

Dopo la prima esaltante stagione, avevo un po’ perso di vista e sottovalutato Damages. Con l’arrivo della season number 4 (e la produzione della 5 è già stata confermata) mi è però ritornato l’entusiasmo per questa ottima serie, che a prima vista potrebbe sembrare solo l’ennesimo telefilm ambientato in uno studio legale e invece no, sbagliato! niente di più lontano. Sìvabbeneok le protagoniste sono due avvocatesse e al centro delle varie stagioni vi è sempre un caso legale, però questo è solo un dettaglio. La vicenda legale porta infatti con sé un sacco di ramificazioni e nella stagione 4 si va a toccare l’argomento ancora caldo (visto che da lì, americani ed europei, non ce ne andiamo più) dell’Afghanistan.

L’avvocatessa Rose Byrne (l’ho già detto che è una delle attrici in maggiore mostruosa forma degli ultimi tempi?) decide infatti di intentare causa contro il più potente esercito privato degli Stati Uniti per la morte molto sospetta di alcuni suoi soldati-mercenari. Tra i sopravvissuti alla missione c’è il testimone chiave della vicenda, che guarda caso è anche un ex cumpà del liceo della Byrne. Peccato che una causa del genere possa essere molto rischiosa, visto che di mezzo ci sta pure la CIA, e così il suo studio legale decide di non supportarla. Cosa fare a questo punto? La nostra (o almeno mia) avvocatessa preferita (suca Ally McBeal, suca!) a questo punto si rivolge alla sua nemicamica preferita, la machiavellica Glenn Close, una sorta di gemella ancora più incattivita della Sue Sylvester di Glee. Tra le due donne/avvocatesse i legami si fanno ancora più stretti che in passato, sarà che in fin dei conti non sono poi così diverse?

Più che una serie legal, Damages è quindi una serie political. I casi giudiziari infatti inizieranno paradossalmente soltanto al termine della stagione, mentre l’attenzione degli episodi è rivolta piuttosto a ciò che avviene prima di un processo, come la ricerca e la protezione dei testimoni, che in questo caso in particolare si rivelerà tutt’altro che semplice. La stagione come detto ruota attorno alla spinosa questione di un corpo di forze speciali inviato in Afghanistan, dei mercenari specialisti che operano nel mercato della guerra capitanato da un John Goodman americano vecchio stampo duro e puro (si fa per dire) davvero convincente nella sua bastardaggine che ridacchiando dice: “Per me ci sarà sempre lavoro, perché la guerra non finirà mai.”

La serie offre l’ottima occasione di riflettere sull’impegno militare tanto degli Usa quanto nostro a ormai 10 anni e passa di distanza dall’11 settembre 2001, un tema assolutamente non inflazionato e che anzi negli ultimi tempi sembrava finito nel dimenticatoio e che invece Damages riporta alla ribalta con una serie di spunti parecchio interessanti. Ma la cosa più notevole della serie è che oltre alla componente legal e a quella political si aggiunge una costruzione notevole delle vite personali dei personaggi, da una Patty Hewes (Glenn Close) che a questo giro sarà costretta ad andare da uno strizzacervelli (sebbene non si rivelerà una paziente molto paziente…) a una Ellen Parsons (Rose Byrne) che si troverà a dover scegliere se diventare come l’amicanemica Patty o a prendere una strada sua, personale. E poi ancora le altre figure nuove della season come l’agente sotto copertura Jerry Boorman (Dylan Baker) che rivelerà molti lati sfaccettati della sua complessa personalità o il soldato mercenario Chris Sanchez (Chris Messina), il testimone chiave nella causa contro il potente Howard Erickson (John Goodman), una sorta di incrocio tra George W. Bush e Silvio Berlusconi…
Oh. My. Freaking. God.

A differenza di altri legal drama il caso legale tiene l’intera stagione, e non i singoli episodi, e la costruzione dell’intreccio narrativo è talmente elaborata da ricordare 24 per la ricchezza di situazioni e personaggi, mentre il mix di piani temporali che era stato uno dei punti di forza in precedenza qui viene un pochino meno. Oh, un difetto doveva pur averlo, ma se a ciò aggiungiamo una regia di ottimo livello e una recitazione della Madocina in particolare delle due protagoniste Byrne/Close, che altro vi devo dire se non: anche e soprattutto se non amate le serie con gli avvocati, guardatela. Dai, cazzo!
(voto 7,5/10)

7 commenti:

  1. Non impazzisco per le serie tv degli ultimi anni, esclusi rari casi, soprattutto quelle ambientate negli studi legali, però la presenza di John Goodman è un buon incentivo, la guarderò! ^_^

    RispondiElimina
  2. Prima o poi mi metterò in pari anche con questo. Son ferma alla prima stagione. La costruzione del caso legale ad arco ricorda l'indimenticato eccellente "Murder One" e mi piace.

    RispondiElimina
  3. Non sembra male, ma ne sto già seguendo stabilmente troppe, grazie ai tuoi consigli cannibale! ;D

    RispondiElimina
  4. Mi è piaciuta moltissimo la prima, vista quasi per sbaglio dato che non amo particolarmente le storie legali. Poi mi sono fermato perché boh, mi sono dimenticato, e ora mi sa che è il momento di ripartire. :)

    RispondiElimina
  5. Non ne ho mai sentito parlare, però questa recensione mi piaciuta un sacco!

    RispondiElimina
  6. io sono ferma a metà della seconda stagione. è una serie così "dura" e indigesta che spesso non me la sento. Però è davvero ben fatta. Rose Byrne è bellissima, solo che secondo me è dimagrita troppo ultimamente!

    RispondiElimina
  7. per me rimane una delle migliori serie tv del genere legal, e non solo! un'ottima glenn close per non parlare della comprimaria rose byrne!

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com