Train Dreams
Arrivato alla fine di Train Dreams ho pensato: "Bello il nuovo film di Terrence Malick, proprio bello. Bravo Terrence, questa volta non m'hai nemmeno fatto venire mal di testa".
Sui titoli di coda ho però letto il nome del regista e diceva Clint Bentley. Chi ca**o è, Clint Bentley?
Manco Clint Eastwood. Clint Bentley. E chi l'ha mai sentito?
A quanto pare è un regista e sceneggiatore 40enne alla sua opera seconda, dopo L'ultima corsa del 2021. Di Terrence Malick invece non v'è alcuna traccia, nemmeno come produttore. Eppure Train Dreams è un film che urla "Terrence Malick!" a gran voce in pratica a ogni inquadratura. C'è però da riconoscere che a livello di sceneggiatura è tutto più semplice, tutto più spiegato. Questo non significa che sia un film didascalico. Solo è più umanamente comprensibile.
Spiegato in altre parole, questa pellicola è tipo la versione Netflix di The Tree of Life. O una versione light di The Tree of Life. Non prendetela come una critica, tutt'altro. L'opera di Terrence Malick resta a mio avviso una delle esperienza cinematografiche più totali che si possano provare nella vita nonché un capolavoro inarrivabile, che lui stesso ha provato in qualche modo a replicare con i suoi lavori successivi, senza riuscirci.
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| "Oh, non è che in un film solo perché ci sono degli alberi e si parla della vita deve scattare il paragone con The Tree of Life" |
Il merito di Train Dreams è quello di prendere lo stile poetico e le inquadrature naturalistiche tipiche del cinema di Malick e raccontarci una storia in modo più diretto. Con qualche salto temporale qua e là, ma senza esagerare. Senza andare a scomodare i dinosauri come fatto in The Tree of Life.
Train Dreams è un piccolo grande film che racconta la vita di un uomo qualunque, un umile boscaiolo dell'Idaho, USA, a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli anni '60 del Novecento, ottimamente interpretato da Joel Edgerton. Un attore che non amo particolarmente, sarà che di solito me lo confondo con l'inespressivo Sam Worthington di Avatar, e quindi se vi dico che qua è davvero bravo, fidatevi.
Al suo fianco c'è Felicity Jones. Una di quelle attrici che magari non vedi per un po' di tempo e te la stai quasi per dimenticare, quand'ecco che ricompare in un film come questo e te ne reinnamori di nuovo con enorme facilità. Lo so che di recente ha recitato anche nell'acclamato The Brutalist, quindi non è che fosse sparita, però ci vorrebbe più Felicity Jones nel cinema di oggi.
Una delle cose più belle di questa pellicola, oltre a Felicity Jones, è che non si sforza di stupire con effetti speciali o colpi di scena clamorosi, e poi quando meno te lo aspetti ti piazza lì delle svolte che ti lasciano di sasso. È triste, in certi passaggi tristissimo, senza per questo essere del tutto disperato o deprimente. È strappalacrime, ma non ricattatorio. Non ci sono tantissimi dialoghi, ma quelli presenti ti rimangono scolpiti in testa. Train Dreams non ha la pretesa di spiegarti la vita, eppure in qualche modo ci va vicino a farlo. Come Terrence Malick, solo senza farti venire mal di testa.
(voto 7,5/10)
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| "Oh, comunque ci sono anche io, in questo film" |










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